I periodi di massimo
interesse per gli studiosi di paleoclimatologia sono le fasi di passaggio
tra una
glaciazione ed il periodo interglaciale,
infatti non sempre tali passaggi hanno avuto lo stesso tipo di variazione,
in alcuni casi si sono avute variazioni intense nelle concentrazioni
atmosferiche dei gas serra, mentre in altre sono state minime.
Con il carotaggio del ghiaccio antartico si sono portati alla luce 800.000
anni di storia climatico-atmosferica globale, descrivendo accuratamente la
cronistoria dei cambiamenti di concentrazioni dei gas.
Nelle due spedizioni di Andrill
(Antarctic Geologic Drilling), si sono effettuati
dei carotaggi di sedimenti marini, per
scoprire gli effetti delle glaciazioni e l'evoluzione del clima nel corso
delle ere geologiche, riuscendo ad andare molto più indietro nel tempo.
Il progetto
Andrill è un progetto di ricerca internazionale e multidisciplinare che
vuole studiare il ruolo che l'Antartide ha avuto sul clima del nostro
pianeta e sui suoi cambiamenti durante l'era Cenozoica.
Fino ad oggi si è
diviso in due fasi:
- il progetto MIS del
2006 che si è proposto di investigare l'evoluzione della piattaforma di
Ross in risposta alle variazioni climatiche del Pliocene-pleistocene 0-5
milioni di anni fa
-
il progetto
SMS è stato portato avanti
durante la primavera e l’estate australe 2007, allo scopo di ottenere
nuove informazioni sia sulla criosfera Antartica durante il Neogene sia
sui cambiamenti climatici tra il Miocene ed il Quaternario (circa 17
milioni di anni fa ad oggi) e comprenderanno diversi passaggi chiave
nell'evoluzione climatica del continente Antartico.
Intanto emergono i primi
dati dalle perforazioni in Antartide nell'ambito del progetto Andrill il
cui scopo è quello di chiarire i misteri delle glaciazioni e l'andamento
del paleoclima terrestre.
|
Nella foto il sito di
perforazione del progetto Andrill, in Antartide. Negli ultimi milioni
di anni i ghiacci delle calotte e piattaforme galleggianti
dell'Antartide hanno avuto un comportamento climatico
sorprendentemente dinamico, caratterizzato da ritiri e avanzamenti. E'
quanto emerge dai primi risultati della perforazione del programma
Andrill. Questa scoperta presenta risvolti pratici assai significativi
dato che l'Antartide, uno dei motori climatici del Pianeta, contiene
circa il 70% dell'acqua dolce di tutta la Terra, in forma di ghiaccio,
il cui scioglimento, anche parziale, comporterebbe l'innalzamento del
livello marino globale. Le carote prelevate hanno dimostrato che negli
ultimi 5 milioni di anni la calotta glaciale antartica si è espansa e
ritirata per circa 50 volte a seguito di cause naturali. Il pozzo
Andrill MIS ha fornito una documentazione di grande dettaglio
dell'evoluzione geologica e climatica dell'Antartide negli ultimi
milioni di anni. In prospettiva contribuirà certamente a comprendere
meglio i meccanismi di formazione e scioglimento delle calotte polari
e, dunque, delle variazioni climatiche e del livello marino nel nostro
Pianeta. |
La
storia della Terra, dal punto di vista geologico, è
stata suddivisa in ere, e quella in cui viviamo viene chiamata
Cenozoica (dal greco "vita nuova" nel
senso di successiva alla grande estinzione del Cretaceo). Questa era è
divisa in due periodi, il Paleogene e il Neogene. Questi sono divisi in
epoche, in ordine di tempo:
Durante il cenozoico i continenti hanno assunto la posizione attuale e si
sono sviluppati enormemente i mammiferi.
Era |
Periodo |
Epoca |
Cronologia
(circa)
in
milioni di anni |
neozoico o quaternario |
olocene |
0.01-oggi |
pleistocene |
2-0.01 |
cenozoico o terziario |
neogene |
pliocene |
5-2 |
miocene |
10-5 |
paleogene |
oligocene |
35-10 |
eocene |
50-35 |
paleocene |
65-50 |
mesozoico o secondario |
cretaceo |
110-65 |
giurassico |
malm |
140-110 |
dogger |
lias |
triassico |
240-140 |
paleozoico o primario |
permiano |
280-240 |
carbonifero |
360-280 |
devoniano |
400-360 |
siluriano |
418-400 |
ordoviciano |
510-418 |
cambriano |
540-510 |
archeozoico o precambriano |
archeano |
4600-540 |
OLIGOCENE
Durante l'Oligocene (34-23
milioni di anni fa) avvennero notevoli cambiamenti, il clima era più caldo
dell'attuale (temperatura media di circa 18 gradi), anche se la tendenza
verso un raffreddamento globale iniziò a manifestarsi chiaramente proprio
in quest'epoca. A causa delle variazioni paleogeografiche, durante
l'Oligocene glaciale, il continente antartico subì un significativo
raffreddamento, iniziando ad essere ricoperto da una calotta,
causando il più imponente ritiro dei mari mai avvenuto. Nell'emisfero nord
cominciarono ad apparire dei "ponti" tra continenti, come in quello che
oggi è lo Stretto di Bering, e ciò favorì la diffusione della fauna. I
ghiacci antartici cambiarono notevolmente il clima e la flora terrestre,
facendo ritrarre le foreste e facendo apparire boschi e praterie. E' in
questo periodo che si è formata la catena dell'Hymalaia.
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MIOCENE
Durante il Miocene (23-5.3
milioni di anni fa) la temperatura media del pianeta ha subito diverse
variazioni. I ghiacci antartici si estesero ulteriormente, e questo influì
ancora di più sulla temperatura del pianeta tramite l'effetto dell'albedo
(il ghiaccio riflette molto la luce del Sole). In questa epoca si è
formato il Mediterraneo: per il basso livello dei mari però le acque
dell'Atlantico non confluivano nel mare nostrum, e questo lo rese
praticamente una distesa desertica e salatissima. La temperatura media del
Miocene è stata di 14 gradi (ben 4 in meno rispetto all'Oligocene!). A
questo punto sembra siano entrati in gioco degli eventi cosmici
spettacolari: l'urto tra due asteroidi avrebbe generato un'ondata di
polvere cosmica che ha investito la Terra, causando un lungo inverno. Tre
grandi frammenti di questo asteroide (chiamato Veritas) sono ancora in
orbita attorno al Sole. Tutto questo scatenò, circa 8 milioni di anni fa,
una glaciazione.
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PLIOCENE
ricercatori hanno
analizzato i dati relativi ad un antico periodo risalente a 5 - 1,8
milioni di anni fa, l'epoca del Pliocene. In tale epoca All'inizio
del Pliocene il clima era abbastanza caldo: i livelli dei mari erano molto
più alti, mentre la coltre di ghiaccio che copriva i poli era molto meno
densa. L'oceano Atlantico superò il livello di quello che oggi è lo
Stretto di Gibilterra e iniziò una immensa cascata che riempì tutto il
Mediterraneo. Per dare i numeri, era larga 16 Km e alta 500 m, e durò per
circa un secolo. Ma è durante il Pliocene che la temperatura media sul
pianeta iniziò a scendere gradualmente, dando inizio al processo di
raffreddamento che sarebbe culminato con le glaciazioni nell'era
Quaternaria. Il continente Antartide fu ricoperto interamente di ghiaccio
dalle glaciazioni durante tutto l'anno, verso l'inizio del Pliocene. La
formazione della copertura di ghiaccio iniziò circa 3 milioni di anni fa
ed è stata segnalata da livelli anomali dell'isotopo dell'ossigeno.
Nel periodo avanzato del Pliocene e all'inizio del Pleistocene, il clima
mutò sostanzialmente: il freddo globale aumentò fortemente con una
conseguente glaciazione estensiva che interessò soprattutto le aree
situate nell'emisfero settentrionale. I mari si abbassarono di nuovo e
apparvero, tanto per citarle, l'Italia (prima era un arcipelago) e
l'America Centrale. Soprattutto questa fu cruciale: impedì la circolazione
di correnti calde dall'Atlantico al Pacifico, e queste furono "spinte"
verso il Polo Nord. Le correnti calde portarono umidità, che precipitò
generando la calotta polare artica.
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PLEISTOCENE
E' durante questi periodi che la nostra storia diviene più
interessante: i primi nostri antenati ominidi sono da collocare
intorno ai 7-5 milioni di anni fa. Da un clima caldo-umido del primo
Pliocene, inizia alla fine di questo (1,8 milioni di anni fa) il
susseguirsi delle glaciazioni che costituiscono il Pleistocene o
Quaternario. L'evoluzione delle faune e delle flore è scandita da un
complessivo raffreddamento climatico caratterizzato dall'alternanza di
fasi glaciali ed interglaciali.
Tanto per intenderci, i ghiacci arrivarono più a sud di New York e in
Europa scavarono, poi ritraendosi, i laghi prealpini. Come già detto, nel
Pleistocene la glaciazione non fu continua ma vi furono tre periodi
interglaciali. In questi vi fu un innalzamento delle acque e ciò generò
distese di detriti, come la Pianura Padana in Italia. Alla fine del
Pleistocene il livello del mare si innalzò di ben 140 metri!
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OLOCENE
Infine arriviamo
all'Olocene. La temperatura media della nostra epoca, l'Olocene, è di 14
gradi. Questa non è sempre stata un'epoca mite: ad esempio, intorno al
1100 i Vichinghi conquistarono la "Terra Verde" (cioè la Groenlandia!).
Tuttavia poi la temperatura si abbassò notevolmente, fino a circa il 1700,
e poi riprese a salire.
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In
glaciologia per era glaciale si intende un periodo di tempo in cui i
poli del globo terrestre sono ricoperti di ghiacci (si parla di
calotte polari). Per glaciazione si intende un periodo durante il
quale, in seguito a un notevole raffreddamento climatico, grandi
coltri di ghiaccio si espandono ricoprendo vaste aree del globo.
Numerose glaciazioni hanno interessato a più riprese la storia della
Terra, lasciando la loro impronta nel paesaggio sotto forma di
peculiari morfologie.
I
periodi di glaciazione più lunghi nella vita della Terra furono
quattro. Il primo, probabilmente il più intenso, iniziò probabilmente
dagli 800 fino ai 600 milioni di anni fa, durante il tardo
Proterozoico. Alcuni scienziati hanno ipotizzato che l'intera Terra
fosse ricoperta completamente da una coltre di ghiaccio. La fine di
quest'era glaciale fu all'incirca contemporanea alla cosiddetta
"Esplosione Cambriana", un'epoca di grandissima produzione di vita
multicellulare all'inizio del periodo Cambriano.Tra i 460 e i 430
milioni di anni fa (nell'Ordoviciano superiore) ci furono una serie
minore di glaciazioni, seguite da altre più intense tra i 350 ed i 250
milioni di anni fa (Carbonifero-Permiano).
Circa 3 milioni di anni fa si hanno le prime ondate di freddo. In più
fasi si ha il primo glaciale Donau. Segue un primo interglaciale.
Nuovo glaciale: Gunz (i nomi dei glaciali, per la regione alpina ed
europea in genere, sono presi da quelli del Danubio e di alcuni suoi
affluenti, nelle cui vallate si rinvennero tracce dell'attività dei
ghiacciai). Interglaciale Gùnz-Mindel. Glaciale Mindel. Interglaciale
Mindel-Riss. Glaciale Riss. Interglaciale Riss-Wùrm. Glaciale Wùrm.
Questo glaciale (l'ultimo, per ora) durò da circa 80.000-70.000 anni
fa a circa 12.000-10.000 anni fa. Tutto il periodo tra l'inizio del
Quaternario e la fine del Wùrm è detto Pleistocene. Segue, con
l'ultimo interglaciale, il periodo Olocene, in cui stiamo vivendo.
Negli ultimi 1,8 milioni di anni (dall'inizio del Pleistocene
all'Olocene, l'era in cui viviamo attualmente) si sono verificate
almeno cinque grandi glaciazioni (denominate Donau, Gunz, Mindel, Riss
e Würm) con avanzamento ed espansione dei ghiacci ed abbassamento del
livello marino, separate da fasi interglaciali più calde con ritiro
dei ghiacci e aumento del livello medio marino.
FASI GLACIALI |
ANNI B.P. |
CARATTERI CLIMATICI |
WURM IV
Interstadiale WURM III - WURM
IV
WURM III |
20.000 - 10.000
40.000 - 20.000 |
SECCO, FREDDO; UMIDO, TEMPERATO
UMIDO, TEMPERATO
SECCO, FREDDO |
Interstadiale WURM II - WURM
III
WURM II |
60.000 - 40.000 |
TEMPERATO, FRESCO
SECCO, FREDDO |
Interstadiale WURM I - WURM II
WURM I |
80.000 - 60.000 |
UMIDO, CALDO
TEMPERATO |
Interglaciale RISS-WURM |
130.000 - 80.000 |
MOLTO UMIDO; CALDO |
RISS III |
200.000 - 130.000 |
SECCO, FREDDO; UMIDO, FREDDO |
Interstadiale RISS II - RISS III
RISS II |
300.000 - 200.000 |
SECCO , CALDO
UMIDO TEMPERATO; MOLTO FREDDO |
Interstadiale RISS I - RISS II
RISS I |
350.000 - 300.000 |
SECCO, CALDO
UMIDO, FREDDO; TEMPERATO |
Interglaciale MINDEL-RISS |
470.000 - 350.000 |
MOLTO UMIDO, CALDO |
MINDEL II |
540.000 - 470.000 |
SECCO FREDDO |
Interstadiale MINDEL I - MINDEL
II
MINDEL I |
650.000 - 540.000 |
SECCO, FREDDO |
Interglaciale GUNZ-MINDEL |
700.000 - 650.000 |
UMIDO, CALDO |
GUNZ |
1,3 Mya - 700.000 |
SECCO, FREDDO |
Interglaciale DONAU-GUNZ |
1,8 Mya - 1,3 Mya |
UMIDO, CALDO |
L'ultima glaciazione, quella del Würm, è terminata circa 12.000 anni
fa e raggiunse l'acme (il punto culminante) circa 19.500 anni fa,
quando i ghiacciai dell'emisfero boreale si espansero ricoprendo buona
parte dell'Europa settentrionale, le isole britanniche e l'Islanda, le
Alpi sino alla pianura Padana e l'America settentrionale. Reperti
fossili mostrano che il ritiro dei ghiacci è stato graduale e con un
tasso paragonabile in entrambi gli emisferi.
Cause
scatenanti delle ere glaciali
Sembra che le fasi glaciali pleistoceniche si siano susseguite con
cicli di circa 100.000 anni.
Vengono riconosciute almeno
tre cause principali:
-
Cambiamenti
dell'orbita terrestre;
-
Disposizione dei
continenti sulla superficie terrestre;
-
Composizione
dell'atmosfera.
Per quanto riguarda gli
effetti legati all'orbita terrestre, ci sono principalmente tre
fenomeni in gioco:
-
Variazioni
dell'eccentricità dell'orbita;
-
Variazioni
nell'inclinazione dell'asse terrestre;
-
Precessione degli
equinozi.
Combinati insieme,
l'effetto netto è che la quantità di raggi solari assorbiti varia nel
tempo. Si pensa che questo possa influire sull'espansione dei ghiacci.
La variazione nell'eccentricità dell'orbita modifica le differenze di
temperatura inverno-estate per i due emisferi. Ad esempio, un'orbita
molto ellittica produce in un emisfero inverni freddi ed estati
torride, nell'altro inverni miti ed estati fresche. Con un'orbita
circolare, entrambi gli emisferi hanno inverni ed estati della stessa
"intensità".
Cambiamenti nell'inclinazione dell'asse di rotazione influiscono sulla
durata della notte polare e sulla quantità di radiazione assorbita ai
poli (non ha quasi nessun effetto a basse latitudini). Potete vedere
l'andamento dell'inclinazione negli ultimi 750.000 anni
qui. La
precessione degli equinozi influisce sul momento in cui avvengono
l'afelio (massima distanza dal Sole) e il perielio (minima distanza
dal Sole), e quindi sulla quantità di radiazione ricevuta nelle varie
stagioni. Ad esempio, quando in inverno c'è il perielio farà più
"caldo" di quando in inverno c'è l'afelio. Il ciclo di questa
variazione dura circa 22.000 anni.
Tali variazioni riescono a modificare fino al 15% la quantità di
radiazione assorbita.
Per quanto riguarda la posizione dei continenti, si pensa che
questo sia uno dei fattori più importanti. E' facile capire che grandi
strati di ghiaccio si formano più facilmente con continenti estesi a
latitudini molto elevate (cioè vicini ai poli). Inoltre, la
disposizione sul globo delle placche tettoniche modifica anche lo
scorrere delle correnti oceaniche. Non a caso, negli ultimi 3 milioni
di anni si sono verificate diverse glaciazioni: Antartide, Asia e Nord
America sono nella "posizione giusta". Nel Permiano era la Pangea a
trovarsi al Polo Sud.
L'argomento più dibattuto al giorno
d'oggi riguarda sicuramente il terzo punto, ovvero la costituzione
dell'atmosfera. Come noto, l'anidride carbonica (CO2) è
un gas serra e molto probabilmente una sua diminuzione
favorisce lo sviluppo di periodi freddi. I processi che ne determinano
la quantità presente sono molteplici: attività biologica, erosione
delle rocce, vulcanesimo. Tuttavia, non è chiaro se una diminuzione
di CO2 può causare un'era glaciale o se un'era glaciale
causa una diminuzione di CO2 nell'atmosfera.
Andamento della concentrazione di CO2 in ppm e della
variazione di temperatura negli ultimi 400,000 anni
|
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