La Storia
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Parte 1
Per
parlare dei Camel e per immergerci nel loro universo musicale, carico
di magia, ispirazione e fantasia, è opportuno fare un passo abbastanza
lontano nel tempo per rispolverare le radici che diedero vita al genere
progressive di cui i Camel furono (e sono) tra i principali esponenti.
Tutto nacque quasi casualmente a cavallo tra 1967 ed il 1968, quando alcune
band musicali in Inghilterra pretesero di creare un nuovo modello musicale
che si indirizzasse in una diversa direzione compositiva; ciò che cercavano
questi musicisti era un impegno a 360 gradi su tutte le varie aree di
interesse che coinvolgevano arte, poesia e cultura. Il progetto, certo, era
molto ambizioso e richiedeva un bagaglio tecnico-culturale molto elevato, ma
questo non sembrava scalfire minimamente la forte ispirazione di coloro che
abbracciarono questo progetto. Nasceva così la psichedelia, le lunghe
suite , i tempi dispari , le improvvisazioni, le "allucinazioni
compositive", in parole povere: "il progressive", con
le sue innumerevoli sfaccettature. L'ondata fu travolgente, quasi
inarrestabile. E le contaminazioni musicali sconfinate ed imprevedibili,
mischiando musica classica, jazz, blues. Di lì a poco sarebbero state invase
tante altre nazioni, come l'Italia, conquistando smisuratamente nuovi adepti
del genere.
Dopo qualche anno, esattamente nel 1973, nascevano in Inghilterra i Camel
con il loro inconfondibile stile che ancora oggi è degno di essere
ascoltato!
Camel è il connubio di Andy Latimer, voce, chitarra e flauto del gruppo,
Andy Ward alla batteria, Peter Bardens alle tastiere e Doug Ferguson al
basso. Il loro primo lavoro (Omonimo) del 1973 vanta degli ottimi
spunti come "Mystic Queen", leggera e suadente, "Never let go " ed "Arubaluba",
più aggressive e coinvolgenti. Tuttavia il disco lamenta una sua vera
identità, ma del resto non è ancora stato definito lo stile "Camel" che
caratterizzerà il gruppo stesso.
Il secondo impegno discografico dell'anno successivo,"Mirage" delinea
una maggiore vitalità e un ottimo stato di salute della band: un bellissimo lavoro,
dove la fa da padrona sicuramente la lunga suite "Lady Fantasy", divenuta
ben presto cavallo di battaglia del gruppo. Bellissima anche l'altra
semi-suite "Nimrodel" ispirata dal racconto di Tolkien della saga de "Il
Signore degli anelli". Come dimenticare poi "Supertwister", dove il
flauto di Andy fa veramente emozionare!!
La copertina del disco, rappresentante il miraggio di un cammello al centro,
desta non pochi problemi di natura pubblicitaria con la celebre marca di
sigarette.
Il 1975 è l'anno della consacrazione:"The Snow Goose".
Concept-Album interamente strumentale di rara bellezza compositiva. E' il
loro massimo raggiungimento di ispirazione e finalmente Latimer & company
conquistano pubblico e critica. Le buone idee dei precedenti album sono
perfezionate ed il risultato è un' opera solida e determinata che fa
esplodere il vero stile dei Camel dominato dagli slanci impetuosi della
chitarra di Andy e dalla creatività di Bardens, impeccabile alle tastiere.
Il concept, tratto dal romanzo di Paul Gallico "The Snow Goose", narra
dell'incontro di un guardiano di un faro con un'oca durante la ritirata
delle truppe Anglo-Francesi a Dunkirk.
L'ingresso dell'album è un crescendo di emozione e di atmosfera, culminanti
nell'onirica "Rhayader" e "Rhayader goes to town", impreziosite
dall'irresistibile flauto di Andy e dal solo di chitarra duro e corposo. Il
disco scivola tra la malinconia di "Sanctuary" e di "Friendship", alle
atmosfere cupe e grottesche di "Preparation" e "Dunkirk". L'album si
chiude memorabilmente con la struggente "La princesse perdue" lanciando i
Camel prepotentemente nella storia del progressive.
"Moonmadness" del 1976 è anch'esso un ottimo
lavoro che riscosse maggior successo oltre-oceano piuttosto che in
Inghilterra.
Rispetto al precedente ci sono più spunti jazzati, come la strumentale "Chord
Change", le melodie di "Song within a song" ed "Air born", passando poi per
"Spirit of the water", 2 minuti di fascinosa evocazione partorita dalla
genialità di Bardens, e "Lunar Sea", dominata dal sintetizzatore, dai solo
di alta caratura di Latimer e dal basso di Ferguson.
L'unico pezzo debole è "Another night", piuttosto piatta e poco sentita.
Nel 1977 i Camel cambiano
rotta. "Rain Dances" contiene elementi fusion e jazz che miscelati al
progressive danno vita ad un album molto particolare. La collaborazione con
Brian Eno aggiunge un tocco di classe ad un lavoro di per sé molto
gradevole. Tra i brani più significativi segnaliamo "Metrognome", "Elke", e
"Skylines".
Nel 1978 esce invece "Breathless".
I Camel mostrano i primi segni di crisi ! Se si escludono due buoni pezzi,
come "Echoes" e "Summer Lightning", il disco non raggiunge, secondo me, la
piena sufficienza con quasi tutti i rimanenti brani ("Wing and a prayer",
dal sapore Hawaiano, non riesco proprio ad ascoltarla!).
...Continua!! >>
La Storia: Parte 2
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