L'esperimento di Filadelfia

Molti ne avranno gia' sentito parlare, forse attraverso il film uscito nel 1984 diretto da Stewart Raffill o per il libro del 1979 di William L. Moore (entrambi intitolati "The Philadelphia Experiment"), ma in cosa consisteva questo esperimento e cosa c'e' di reale? Nei primi anni '30 un gruppo di studiosi si riuni' all'universita' di Chicago per studiare la possibilita' di rendere invisibili degli oggetti.

La Copertina del libro di Moore

Nel 1936 la Marina si interesso' allo studio, anche a causa di alcuni esperimenti con esito positivo. Sembra che facessero parte del gruppo di lavoro Nicola Tesla, Albert Einstain e Erich Von Neumann. Sembra che un primo esperimento su una nave avvenne gia' nel 1940, a Brooklyn. In quell'occasione una nave senza equipaggio venne collegata ad una seconda nave attraverso dei cavi elettrici. La seconda nave conteneva i generatori elettrici e per bloccare l'esperimento era sufficiente disinserire i cavi.
L'esperimento ebbe successo, la nave scomparve e ricomparve non riportando alcun danno. Spinta dal successo e dalla necessita' di avere nuove difese nel corso della Seconda Guerra Mondiale la Marina diede fondi illimitati alla ricerca e chiese al piu' presto di avere delle navi autosufficienti in grado di scomparire.
Nel giro di 3 anni il progetto arrivo' allo stadio desiderato. Nel frattempo pero' Nicola Tesla si era ritirato, alcuni dicono per incomprensioni con Van Neumann, altri perche' aveva capito, come Einstein prima di lui, gli scopi per cui la Marina voleva usare la sua invenzione. In ogni caso Tesla mori' a New York il 7 Gennaio del 1943 ed in ogni caso non avrebbe potuto assistere all'esperimento finale, avvenuto secondo alcuni il 12 Agosto del 1943, secondo altri il 28 Ottobre dello stesso anno.

La USS Eldridge

La nave scelta, il Cacciatorpediniere USS Eldridge, era posizionata nel porto di Filadelfia con a bordo 33 marinai volontari. Secondo il testimone oculare Carlos Allende la nave prima venne circondata da un bagliore verdastro, poi scomparve completamente per quasi 4 ore. Alcuni dicono che la nave era rimasta li', invisibile, altri testimoni raccontano di averla vista materializzarsi a Norfolk, altri ancora che la nave fosse finita in una sorta di iperspazio da cui due uomini furono scaraventati avanti nel tempo di 40 anni.
Al suo riapparire, ovunque fosse stata, la Eldridge presento' uno spettacolo raccapricciante. Il forte campo elettromagnetico sembrava aver sfasato l'equipaggio che si era ritrovato in grado di attraversare i muri della nave senza problemi. Allo spegnimento dei generatori pero' la nave e le persone su di essa ritornarono di colpo in questa fase, alcuni erano letteralmente fusi con la nave! I soccorsi riuscirono a salvare qualcuno di questi poveretti, ma tutti erano irrimediabilmente impazziti.

Dott. Morris K. Jessup

Questo e' il nocciolo della storia. Ma cosa e' vero e come lo si e' scoperto?
Nell'ottobre 1955 Il Dott. Morris K. Jessup, autore di "The Case fo UFO", ricevette una lettera da Carlos Allende. La lettera parlava di un esperimento segreto. Non dava troppi dettagli ed era scritta in modo strano, con caratteri maiuscoli sparsi nella lettera e inchiostro di vari colori. Incuriosito Jessup chiese piu' spiegazioni e nelle lettere successive Allende racconto' di aver visto la USS Eldridge (non ricordava il nome all'epoca) scomparire dal porto durante un esperimento. Fu Allende a raccontare della fine miserabile che fecero gli uomini dell'equipaggio, aggiungendo pero' dei particolari. Disse che non tutti gli uomini erano risultati pazzi, alcuni tornarono alla loro vita normale, ma furono colpiti da strani eventi: un uomo, mentre era a tavola con sua moglie e suo figlio, si alzo' e corse attraverso un muro, non venne piu' rivisto; altri due marinai mentre camminavano lungo un parco scomparvero nel nulla, Allende disse che questa notizia era anche comparsa su un giornale di Filadelfia ma non disse ne il titolo ne il periodo.
La storia si stava facendo troppo bizzarra e non vi erano prove di nessun tipo, per cui Jessup inizio' a non credervi piu' e smise di scrivere ad Allende.
Nel 1957 pero' Jessup venne chiamato da due ufficiali dell'Ufficio Navale di Ricerca (ONR). I due gli raccontarono di aver incontrato un tizio molto strano che gli diede una copia del libro di Jessup. Sul libro vi erano delle annotazioni scritte in colori diversi, a Jessup basto' poco per capire che l'uomo misterioso doveva essere Allende. Leggendo i commenti e notando l'interesse che gli ufficiali versavano sull'Esperimento di Filadelfia Jessup inizio' a ricredersi, e si rimise a caccia del mistero.
Nel frattempo gli ufficiali fecero ristampare il libro di Jessup con le annotazioni dalla Viro inc., una societa' editoriale fornitrice della Marina. Delle 127 copie stampate una venne regalata a Jessup che la commento' e la diede al suo amico Ivan Sanderson. Fu in quell'occasione che Jessup rivelo' a Sanderson che era preoccupato che la Marina volesse riprendere gli esperimenti.
Le ricerche di Jessup pero' non ebbero molto successo, Allende sembrava l'unica fonte di notizie e Jessup non era del tutto sicuro che fosse attendibile.
Il 20 Aprile 1959 Jessup fu trovato morto nella sua auto, si era suicidato. In molti pero' presero questo suicidio come un indizio che Jessup si era avvicinato troppo a qualcosa di segreto, all'improvviso l'Esperimento di Filadelfia era sulla bocca di tutti.
L'ONR, interrogato da piu' parti sull'Esperimento rilascio' varie dichiarazioni tra cui quella che in nessun caso e in nessun momento l'ONR aveva fatto esperimenti per rendere invisibile una nave nel 1943 (L'ONR venne fondato nel 1946).
Inoltre la Marina sosteneva che vi erano stati dei grossi problemi di comprensione. Gli unici esperimenti fatti durante la guerra si riferivano all'invisibilita' magnetica delle navi, visto che il piu' grande pericolo all'epoca era presentato da delle mine ad attivazione magnetica inventate dai Tedeschi. Come ultima prova la Marina rilascio' anche i diari della Eldridge da cui si notava che la nave non era mai stata a Filadelfia durante la guerra.
Allende pero' non si diede per vinto e si mise in contatto con William Moore, in seguito autore del libro Philadelphia Experiment, e trovo' in lui un nuovo alleato. In seguito pero', nel 1969, Allende disse pubblicamente di essersi inventato tutto, storia che pero' poco dopo smenti. La storia sembrava pero' essere giunta ad un vicolo cieco. Nel 1979 Moore pubblico' il suo libro con la storia e le prove recuperate fino ad allora, un suo lettore, Robert Goerman, studioso di UFO, riconobbe in Allende il figlio dei suoi vicini di casa. Intervistati i famigliari Goerman rese note al pubblico che Carl Meredith Allen era considerato "un maestro della presa in giro", un uomo che non riusciva a tenere un lavoro per piu' di qualche mese. Moore, fino ad allora ardito sostenitore di Allen, cerco' di salvarsi dicendo che Allen raccontava una storia che aveva sentito da altri, e che forse la Marina aveva ragione quando diceva che l'invisibilita' dell'esperimento era quella elettromagnetica, non visiva.
Nel 1986 pero' la storia acquisto' un nuovo interprete: Alfred D. Bielek.
Bielek racconto' di essere uno degli uomini a bordo della USS Eldridge durante l'esperimento, per la precisione lui e suo fratello furono i due marinai scomparsi al ritorno della nave. Secondo Bielek suo fratello mori' a causa dell'invecchiamento rapido a cui, per qualche motivo, fu sottoposto nel loro viaggio nel tempo di 40 anni! Bielek sostiene infatti che mentre la nave riappariva a Filadelfia loro vennero catapultati a Montauk, una base dell'Aviazione Americana, dove li aspettava il Dott. Von Neumann, invecchiato di 40 anni. Bielek venne sottoposto al lavaggio del cervello e riacquisto' la memoria solo dopo aver visto il film di Raffill. La storia di Bielek era sostanzialmente uguale a quella di Allen, il caso si riapri'.
Nel 1992 Jacques Vallee, uno scrittore che aveva criticato in uno dei suoi libri le notizie sull'Esperimento, ricevette una lettera da parte di Edward Dudgeon, un pensionato che aveva prestato servizio nella Marina negli anni della guerra. Secondo Dudgeon nel 1943 successe veramente qualcosa a Filadelfia. Lui era imbarcato sulla USS Engstrom, equipaggiata come la Eldridge di un sistema per ingannare le mine magnetiche. Vallee presento la notizia come la soluzione definitiva del caso, ma non fu cosi'.
Prima di tutto Dudgeon confermava che la Eldridge era a Filadelfia nel 1943, confermava inoltre che la Marina stava facendo esperimenti sull'invisibilita' elettromagnetica, cosa che invece l'ONR aveva negato.

un oggetto reso trasparente da Marshall

Alcuni sostennero che Dudgeon faceva parte di un complotto di disinformazione applicato dalla Marina. Nel frattempo l'ONR aveva anche dichiarato che era impossibile, secondo loro, ottenere l'invisibilita' visiva. Ma Marshall Barnes, un ricercatore civile, non ne era convinto. Presento' le sue idee ad una trasmissione televisiva che prima gli promise un episodio del tutto dedicato a lui, ma poi inspiegabilmente (per Marshall) decise di rivoluzionare tutto dando in pratica la parola solo all'ONR e a chi non credeva nell'Esperimento di Filadelfia. Quello che per Marshall era stato un interesse ora divenne una battaglia personale. Il ricercatore riusci' a dimostrare con un esperimento che in effetti era possibile deviare la luce in modo che non riflettesse un oggetto. Lui uso' una pellicola rinfrangente (in inglese "diffraction film") che rese trasparente un oggetto, facendo in modo che ci si potesse vedere attraverso. Secondo Marshall un campo elettromagnetico abbastanza potente poteva ricreare l'effetto della pellicola da lui usata e, con molta potenza, poteva addirittura far scomparire l'oggetto.