Combustione Umana Spontanea

La combustione umana spontanea (in inglese Spontaneous Human Combustion - SHC) e' uno dei fenomeni piu' inquietanti e piu' discussi su cui mi sono mai imbattuto. Immaginate di camminare tranquillamente per strada e ad un certo punto di vedere del fumo uscirvi da una mano, poi delle fiamme e in un batter d'occhio siete una torcia umana che cammina. Inquietante e' dir poco!

Black House

Il primo caso riportato da dei documenti ufficiali di SHC compare nel "De Incendiis Corporis Umani Spontaneis" scritto nel 1673 da Jonas Dupont. Nel libro Dupont racconta vari casi tra cui quello di Nicole Millet. Il marito della Millet, inizialmente accusato dell'omicidio della moglie, venne liberato perche' il giudice affermo' che la donna fu uccisa da una combustione umana spontanea.
Il 9 aprile del 1744 Grace Pett, una donna di 60 anni, fu ritrovata praticamente incenerita. Gli oggetti vicino a lei non erano stati toccati dal fuoco. Nel 1852 l'SHC era considerata abbastanza da finire in un libro di Dickens ("Black House") come causa della morte del personaggio Krook. Rispondendo nella prefazione della seconda edizione del libro alle accuse diffamatorie di George Hanry Lewes Dickens specifica che la morte di Krook era stata copiata dalla morte reale della contessa Cornelia de Bandi Cesenate.

I resti della povera signora Reeser

Il caso piu' famoso dell'SHC avvenuto in tempi moderni e' quello della signora Mary Reeser, morta il 2 luglio del 1951 all'eta' di 67 anni.
Quando la sua padrona di casa ando' a consegnarle una lettera appena arrivata della signora Reeser non rimaneva altro che un corpo totalmente carbonizzato, tranne che nelle gambe. La sedia su cui sedeva era stata bruciata insieme al corpo. Nella stanza vi erano evidenti segni di un forte calore, ma non di fiamme. Il soffitto e le pareti, fino a un metro da terra, erano cosparsi di una sostanza oleosa, probabilmente il risultato della combustione dei grassi del corpo.
Di questo caso, e di molti altri, si occuparano poco tempo fa Mark Benecke e David Pascod. La loro conclusione fu del tutto contraria alla SHC. Per prima cosa rilevarono che gli organi interni della signora Reeser erano meno consumati dei tessuti esterni, Se la combustione fosse stata interna doveva accadere il contrario. Poi fecero notare che la signora Reeser la sera prima era stata vista prendere delle pillole sonnifere mentre sedeva sulla sua poltrona, in vestaglia, fumandosi una sigaretta. A questo punto il caso della signora Reeser venne spiegato molto piu' semplicemente: la povera donna, che era anche malata di Parkinson, si era probabilmente addormentata prima di finire la sigaretta. Questa aveva dato fuoco alla sua vestaglia e alla fine al corpo della donna. Nessun mistero in questo caso quindi.

I resti del Dott. Bentley

Nel 1966, il 5 dicembre, fu ritrovato il corpo del Dott. Irving Bentley, 92 anni, a Coudersport in Pennsylvania.
Del corpo rimaneva ben poca cosa, persino le ossa dell'uomo erano state ridotte in cenere.
Anche questo caso fu analizzato per diverso tempo dal Dott. Joe Nickell insieme col Dott. John Fisher. Risulto' che il Dott. Bentley era un accanito fumatore di pipa e, benche' al momento del ritrovamento del corpo, la pipa era la uso posto nella teca le lenzuola del letto erano disseminate di bruciature. Il corpo del dottore fu ritrovato in bagno e i due studiosi ricostruirono cosi' la scena: dopo aver fumato il Dott. Bantley aveva riposto la sua pipa nella teca. Tornando verso il letto si era accorto che i suoi vestiti stavano fumando e si era quindi diretto verso il bagno. L'uomo pero', a causa dell'eta' avanzata, camminava con l'aiuto di un passeggino. Probabilmente quando riusci' ad arrivare in bagno era ormai troppo tardi, la sua vestaglia doveva essere circondata dalle fiamme e per lui non c'era piu' nulla da fare. Ancora una volta un'accurata analisi aveva dimostrato che l'SHC non era necessaria per spiegare un decesso. Famosa la frase di Nickell e Fisher in cui asseriscono che "puoi trasformare qualsiasi cosa in un mistero, basta tralasciare meta' dei fatti".

I resti di un'altra vittima dell'SHC

Perche' continuare a parlare di SHC allora?
Nel 1938 Maybelle Andrews stava ballando tranquillamente con il suo fidanzato, Billy Clifford, in un night club. All'improvviso delle fiamme le scaturirono dalla schiena, dal petto e dalle spalle. Il suo fidanzato si ustiono' gravemente nel tentativo di spegnerla. I testimoni che assistettero alla scena riportarono che non vi era nessuna fonte di calore vicino alla coppia, le fiamme erano semplicemente uscite dalla ragazza. Maybelle mori' a causa delle gravi ustioni prima di raggiungere l'ospedale.
Il 31 gennaio del 1959 Jack Larber, un paziente di 72 anni della casa di cura Laguna Honda Home, a San Francisco, prese fuoco subito dopo aver mangiato. Jack Larber non era un fumatore e nella stanza non c'era nulla che avrebbe potuto appiccare un incendio. L'uomo mori' il 2 febbraio a causa delle forti ustioni riportate.
Nell'ottobre 1980 Jenna Winchester mentre era in macchina con un amico venne avvolta dalle fiamme. Jenna riusci' a spegnersi usando le mani e sopravvisse con il 20% del corpo coperto da bruciature.
Vi sono anche altri casi di morti per SHC di cui non sono state presentate smentite supportate da prove. La pecca piu' grande alla teoria delle SHC e' la mancanza di una spiegazione di come il corpo umano possa prendere fuoco da solo.

I resti di un'altra vittima dell'SHC

Alcuni studioso sono ricorsi allo sfasamento dei mitocondri, elementi delle cellule in cui viene creata l'energia che sostiene il corpo umano, che causerebbe una reazione a catena tra ossigeno e idrogeno emanando quindi una forte energia. La spiegazione pero' non convince del tutto, non vi e' ragione per cui questo sfasamento debba avvenire e le forze in gioco per creare una reazione a catena sembrano troppo alte.
Un'altra teoria per spiegare l'SHC, presentata da Larry Arnold nel 1982, chiama in gioco le cosidette ley lines, correnti di energia tellurica che passano sulla superficie terrestre. Secondo Arnold lungo queste linee di energia vi e' una concentrazione anomala di casi di SHC. Altri studiosi di ley lines hanno anche indicato come queste linee si trovino spesso ad intersecare zone in cui scoppiano incendi misteriosi.
Nel frattempo gli scettici hanno raggiunto una grande vittoria nello spiegare il fenomeno. Uno dei punti piu' controversi su cui si battevano i sostenitori degli SHC e' che il calore sviluppato in questi casi e' tale da incenerire anche le ossa della vittima, cose che neanche il forno crematorio riesce a fare.
La scienza aveva spiegato l'evento con l'effetto candela: i vestiti della vittima funzionano come una specie di stoppino mentre il grasso del corpo umano funzione come la cera. In questo modo i vestiti continuano a fornire calore e il grasso lo accumula arrivando ad una temperatura in grado di incenerire anche le ossa.
L'effetto candela venne dimostrato in pratica nell'agosto 1998 nel programma televisivo QED della BBC. Il Dott. John de Haan ricostrui' in laboratorio una stanza di una normale casa. Pose nella stanza un maiale, scelto per la somiglianza chimica del grasso del maiale con il grasso umano, avvolto in una coperta, che simulava i vestiti. Dopo aver acceso il maiale il Dott. de Haan riusci' a creare un fuoco localizzato in modo che il corpo del maiale, persino le ossa, divennero cenere mentre le zampe e gli oggetti circostanti rimasero intatti.
L'esperimento pero' non chiariva tutto il mistero. Dimostrava come, con tempo sufficiente, un fuoco generato anche da una semplice sigaretta poteva incenerire un corpo, ma la scintilla iniziale era indotta, non spiegava quindi i casi in cui non era possibile risalire ad una fonte esterna come causa scatenante dell'incendio.