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ATRIAtri si trova in Abruzzo in provincia di Teramo.
È possibile arrivare ad Atri dalla stazione ferroviaria Atri-Pineto, attraverso le autostrade: A14 uscita Atri-Pineto; A24 uscita Villa Vomano – Roseto degli Abruzzi oppure passando per la Strada Statale 16 Adriatica. ATRI - MUSEI: LE OPERE D´ARTE AD ATRI
Ad Atri ci sono quattro musei:
il Museo capitolare, il Museo etnografico, il Museo "Antonio Di Jorio" ed il Museo Archeologico Civico Capitolare "De Galitiis - De Albentiis - Tascini". Il Museo capitolare fu fondato, su iniziativa di Mons. Raffaele Tini nel 1912. L´edificio che ospita il museo, fu più volte rimaneggiato nel corso della sua storia. Nel Museo etnografico ci sono testimonianze appartenenti ad ambiti assai diversi, da quelli strettamente legati alla cultura agro-pastorale a quelli di archeologia industriale fino a momenti della realtà urbana del territorio. La raccolta è così ordinata: - coltivazione della vite e produzione vinicola; - strumenti agricoli quali carri, aratri, erpici, gioghi, attrezzi vari per la preparazione del terreno, ed una pressa in legno di quercia di notevoli dimensioni per la produzione dell´olio.
La sezione di archeologia industriale è testimoniata da varie
macchine: da un´antica filanda in ghisa dei primi del 1900
proveniente da Biella (NO), rappresenta una delle prime forme
di industrializzazione verso il centro-meridione d´Italia;
vi è inoltre una delle prime macchine per la produzione
della liquirizia locale, oltre a macchine calcolatrici
degli anni 1950/1960.
Per quanto concerne la realtà urbana del territorio, essa è Museo civico etnografico
documentata nel seguente modo: dalla ricostruzione
di un´antica cucina, a due camere da letto con antiche
suppelletili ottocenteschi, ad un laboratorio di calzolaio,
uno di falegnameria con la presenza di un antico tornio,
fino ad una sartoria dove troviamo oltre a vestiti d´epoca,
macchine da cucire, un telaio, e un´antica misura a palmi
datata 1694.
Un´altra sezione è dedicata al telegrafo, con strumenti vari un´altra è dedicata al cinema con una macchina per proiezioni degli anni venti, oltre ad un proiettore per lastre e diverse macchine fotografiche. Nella sezione religiosa troviamo immagini sacre a stampa o dipinte oltre ad una piccola statua ottocentesca di San Nicola di Bari e ad un crocifisso in ferro battuto dei primi del ´800 recanti i simboli della "Passione di Gesù". Vi sono poi testimonianze dei ceramisti di Castelli (Te), con la ceramica povera che va dal 1800 ai giorni nostri, tra questi vi è una giara con una lunga iscrizione e la data 17/07/1872. Una sezione poi è dedicata all´emigrazione, in essa vi sono oggetti, strumenti, foto, indumenti, degli atriani emigrati tra il 1950 ed il 1960 per le miniere di carbone a Boussou in Belgio. Nel museo, troviamo inoltre, testimonianze dell´attività di decoratori e stuccatori con attrezzi e modelli in stucco oltre ad una sezione dedicata alla musica con varie radio, un grammofono, un armonium dei primi del ´800, un violino del 1874, un mandolino con decorazioni in madre perla, e strumenti antichi per musica bandistica reclutati in loco, della prima metà del ´900, giacché Atri è stata tra le prime città d´Abruzzo ad avere un complesso bandistico già dal 1806.
L´Archivio - Museo "Di Jorio" di Atri, inaugurato il
14 Dicembre 1996, è l´Archivio musicale più ricco d´Abruzzo,
con oltre cinquecento opere manoscritte dal Maestro Antonio
Di Jorio di Atessa (1890 - 1981).
Ha come scopi la conservazione e la diffusione dell´Opera di Antonio Di Jorio e si compone di tre sezioni cartacee (opere manoscritte, biblioteca privata, del maestro e un ricco epistolario comprendente lettere di personaggi illustri) e di una sezione espositiva (cimeli e ricordi personali). È di proprietà del Comune di Atri, per effetto di donazione da parte della figlia e unica erede del maestri Di Jorio. Le musiche di Antonio Di Jorio sinora pubblicate sono: - Suspiro (arie italiane, e napoletane; soprano Maura Maurizio, pianista Marco Moresco); - La musica da camera (artisti vari); Locali del Museo Antonio Di Jorio
- L´infinito (romanze e canzoni italiane,
Concezio Leonzi, pianista Marco Della Sciucca);
Locali del Museo Antonio Di Jorio
- L´Abruzzo sinfonico di
Antonio Di Jorio (Orchestra Sinfonico di
Pescara diretta da Donato Renzetti);
- La musica Sacra (messe per coro maschile e orchestra d´archi "Aristotele Pacini" di Atri, direttore Concezio Leonzi); - La magia dell´Operetta (2003) (arie scelte dalle più famose operette di Antonio Di Jorio). L´Archivio ha sede nell´elegante salone del teatro Comunale,
L´Archivio ha sede nell´elegante salone del teatro Comunale,
il cui balcone si affaccia su Piazza Duomo,
tra le più suggestive d´Abruzzo.
Nel Museo Archelogico Civico Capitolare "De Galitiis - De Albentiis - Tascini" è suddiviso in tre sale. La prima sala è un omaggio alla figura e all´opera dell´ing. Vincenzo Rosati, direttore dell´antica Scuola di Arti e Mestieri dell´Orfanotrofio di Atri. Reperti del Meseo Archelogico
Dalla fine dell´800 egli, su incarico di Edoardo Brizio
direttore del Museo Archeologico di Bologna e degli
scavi governativi fino al territorio abruzzese,
dedicò la sua attività di studioso di archeologia agli
scavi nella zona di Atri e in territori limitrofi,
provvedendo alla raccolta dei numerosi materiali
ivi recuperati. In Atri, vanno soprattutto citati i
ritrovamenti dei cunicoli di Porta Cappuccina,
delle piscine romane sotto il Palazzo Ducale e
la Cattedrale , il tempio romano e le necropoli
protostoriche di Colle della Giustizia e della Pretara.
In una grande vetrina quadripartita sono oggi sistemati
numerosi reperti di diversa provenienza, in alcuni
casi purtroppo ignota (ariballos, laghynos, kantharos,
balsamari). Gli altri materiali provengono dai
territori di Atri (anelli di collana, pendagli
di varie forme e tipologie, bracciali, armille, spade,
punte di lancia), da Penne, da Arsita, ex Bacucco e
dal tempio italico di Colle S.Giorgio,
presso Castiglione Messer Raimondo.
La seconda sala, dedicata alla Preistoria del territorio
abruzzese, illustra i manufatti di cui si sono serviti gli
uomini primitivi, dal Paleolitico (circa 300.000 anni a.C.)
fino ad arrivare alla prima età del
Ferro (ca. 1000 - 750 a .C).
Reperti del Meseo Archelogico
Sono state realizzate
riproduzioni di oggetti di diversa natura, tra le quali
strumenti in selce e osso del Paleolitico Inferiore, Medio
e Superiore; vasi in argilla depurata dipinta del tipo
noto dai villaggi neolitici (circa V - IV millennio a.C.)
di Catignano (PE) e Ripoli (TE); ceramica dell´età del rame
decorata a squame e incisioni; due asce in bronzo e ceramica
dell´età del Bronzo finale e della prima età del Ferro
variamente decorata. Le testimonianze archeologiche
Reperti del Meseo Archelogico
del territorio di Atri provengono dagli scavi dell´insediamento
di Colle Maralto, che risale alla fine dell´età del Bronzo
e agli inizi dell´età del Ferro: sono presenti frammenti
di ceramica fine e di impasto.
Nei pannelli didattici
si trovano approfondimenti sulle fasi cronologiche e
sulle tecniche di scheggiatura della selce, sui
processi agricoli, sulla manifattura della ceramica e
dei metalli.
La terza sala, sicuramente la più suggestiva grazie
all´esposizione di due sepolture integre scavate nei
primi del ´900, raccoglie i risultati degli scavi condotti
dalla Direzione
degli scavi
d´Antichità per l´Emilia e le
Marche (estesa fino alla provincia di Teramo), con a capo
Edoardo Brizio, coadiuvato fin dal 1895 da Vincenzo Rosati
e Luciano Proni.
I reperti archeologici, rinvenuti nelle 35 sepolture
scavate all´epoca nelle due Necropoli di Atri di Colle
della Giustizia e Pretara,
furono sottoposti negli anni
Settanta alle prime delicate opere di restauro. Solo 22
sono però le sepolture i cui corredi sono oggi esposti
in vetrina, probabilmente appartenuti a due o tre nuclei
familiari e databili intorno ai primi tre quarti
del VI sec a C. Quelli maschili sono 6, completi del tipico
armamento da guerriero composto da teste di mazza,
coltelli, punte di lancia, pugnali ad antenne. Le restanti
sepolture, tutte femminili e infantili, sono divisibili in
due gruppi numericamente equivalenti. Esse contengono
fuseruole, fibule in bronzo e ferro, placche di
cinturone, collari, ganci a omega, bulle,
Reperti del Meseo Archelogico
diversi tipi di pendagli a
batocchio, tubicini, perle di pasta vitrea e conchiglie,
contenitori ceramici di diversa forma e grandezza.
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