Un caso concreto:

Lo shampoo e le bufale...

 

 

(Articolo pubblicato nel supplemento "Salute" del quotidiano La Repubblica del 21 febbraio 2002.)

Titolo dell'articolo: Lo shampoo e le bufale...

 

Da un po' di tempo è rispuntata nel web una vecchia "catena di Sant'Antonio". Riguarda il Sodium Laureth Sulfate, uno dei componenti della maggior parte dei prodotti per l'igiene: shampoo, bagnoschiuma, dentifrici. Non sappiamo se altre testate giornalistiche (e in particolare quelle che si occupano di salute e benessere) abbiano ricevuto, come noi, decine di e.mail preoccupate, allarmistiche, sui presunti pericoli cancerogeni di questa sostanza. Il fatto è che la catena, così come viene riproposta, fa riferimento a "Salute". E in particolare al nostro articolo in merito al SLS inducendo le persone che non ci hanno letto a credere che noi confermavamo la pericolosità della sostanza. Ebbene, per completezza di informazione, quel che abbiamo scritto è l'esatto contrario: e cioè che la presunta pericolosità non trova alcuna conferma. Quell'articolo (pubblicato nella Posta di "Salute" del 4 novembre 2000) nacque proprio per rispondere ad una lunga serie di messaggi elettronici. Vale la pena dunque riportare quel che scrisse per noi il professor Riccardo Rosso, direttore di Oncologia Medica All'Ist di Genova. "Da analisi approfondite dei dati scientifici in merito, si può affermare che, ad alto dosaggio, il prodotto può avere un'azione di tipo infiammatorio; questo può rendere ragione del motivo per cui alcuni soggetti particolarmente sensibili possono manifestare banali segnali irritativi quali bruciore congiuntivale con l'impiego di shampoo contenente tale prodotto. Peraltro la Commissione della Comunità Europea per la sicurezza dei prodotti cosmetici ne ha categoricamente escluso la cancerogenicità. Si può peraltro formulare l'ipotesi che la protratta divulgazione di questo messaggio terroristico sia frutto di mente malata oppure strumentale". Siccome le parole del professor Rosso si basavano su studi e ricerche, possiamo soltanto ripetere quel che scrivemmo allora: la pericolosità è una bufala. Perché allora prosegue la "catena" (che iniziò negli USA nel 98)? Tentiamo qualche spiegazione: 1) le minacce alla nostra salute sono tante ed è facile alimentare la preoccupazione dei cittadini; 2) Si legge poco e tantomeno di letteratura medico - scientifica: un messaggio allarmistico ha facile gioco; 3) Manca un punto di riferimento pubblico al quale il cittadino possa rivolgersi per avere una informazione adeguata sulla salute; 4) a qualcuno piace terrorizzare gli altri: perciò bisogna distinguere fra chi scrive in buona fede e chi invece vuole speculare sulle paure della collettività.

 

Questa è la prova probante! Il messaggio ricevuto da me e da altre 38 persone era una "Bufala!!!" Girava per la rete dal '98, proveniente dagli USA, (quanti milioni di persone avevano ricevuto quel messaggio?) Era stato in qualche modo smentito già a novembre del 2000 ma, tuttavia, ancora girava!!! Perché? Scherzo di cattivo gusto o, come ipotizzato dal dott. Russo, opera di mente malata oppure manovra strumentale? Opera, comunque, di gente che, nella migliore delle ipotesi, vuole prenderci in giro. Ma allora, perché, le persone si ostinano a trasmettere questo genere di "annunci"? Come si dice nell'articolo, perché leggono poco ossia "ignorano"? Perché si fanno "influenzare", permettendo a chiunque di far leva sulle loro "paure"? Basterebbe veramente poco (come già detto in alcune pagine di approfondimento) per verificare alla "fonte" queste informazioni!! Eppure ci si ostina a non farlo e, le conseguenze, sono appunto la "burla" per noi stessi , i danni economici provocati alle Società coinvolte, il favorire una diffusissima forma di  "appropriazione" degli indirizzi di posta elettronica che è, appunto, lo Spamming. E, se siamo liberi di farci beffare da chiunque, lo siamo meno quando si tratta di coinvolgere la sfera privata e/o gli interessi economici altrui. Procurare una danno ad una Società diffondendo notizie false e un reato che può sfociare nel penale!! Lo Spamming è un reato. Chi si "nasconde" nella rete, non è al riparo o esente dagli obblighi che la Legge impone a tutti noi!

 

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