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Sala 12 - Metafisica
NeI 1912 de Chirico espone a Parigi le sue prime opere "metafisiche ".Una di queste, un Autoritratto reca la scritta in latino: " E cosa amerò se non lenigma? ", che è uno dei termini più ricorrenti nei titoli delle sue opere.......nella parola "metafisica ", scrive, non ci vedo nulla di tenebroso, è la tranquilla ed insensensata bellezza della materia che mi appare "metafisica" e tanto più "metafìsici" mi appaiono quegli oggetti che per chiarezza di colore ed esattezza di misue sono agli antipodi di ogni confusione e di ogni nebulosità ( 1919 ). La lettura di Nietzsche, Schopenhauer e Weininger, le suggestioni rnitologiche di Boklin e la carica visionaria di Klinger costituiscono il retroterra di De Chirico e del suo inedito approccio al mito, alla misura classica, che convive nelle sue opere con elementi della quotidianità in rapporti inesistenti, misteriosamente estranei alla logica dell’intelleggibile: una visione scenica fissata nell'immobilità nel silenzio, inafferrabile e assoluta nella sua mancanza di significato. Una scrittura di sogni, la definisce Soffici 1914. Nel 1915 De Chirico torna in Italia e nel 1917 incontra a Ferrara Carlo Carrà. che aveva già iniziato da qualche anno il suo distacco dal futurismo. Nasce la scuola metafisica, cui s’aggrega Morandi nel 1918.
Altri espositori della sala : carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi.
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