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Il quotidiano al Mart di Rovereto ( TN )


NOGUCHI


Dalla betulla alla plastica: quando il design diventa piacere e vita
L'evento. Manifesto storico e spaccato sociologico del contemporaneo.
Un allestimento raffinatissimo ( concepito da Robert Wilson, New York ), di grande impatto emotivo, per una mostra d'arte che è anche manifesto storico e catalogo della quotidianità più ricercata: è la mostra che si sta tenendo al Mart (Rovereto, Corso Bettini, aperta sino al 4 maggio) sull'arte e il design di Isamu Noguchi.

Noguchi, grande traduttore del contemporaneo, anticipatore delle linee "biomorfiche" e surreali, ispirate alle istanze rivoluzionarie del Bauhaus (a dispetto d'una clientela esclusiva), che hanno avuto la forza di divenire, come è stato detto, un classico del design moderno. Formatosi a cavallo tra America e Giappone, consapevole che non c'è domani senza ieri, nemmeno nell'arte (bene aveva interiorizzato la filosofia di Brancusi, di cui era stato assistente nel 1927, a Parigi), Noguchi è stato l'interprete di istanze tradizionali orientali e di "strappi" occidentali, di suggestioni ellenistiche (soprattutto per una mitologia riscoperta alla luce di Freud, Jung e studiosi come Mircea Eliade e Joseph Campbell) e spiritualità zen. Respiro svelto e funzionale temperato da ritmo lento e sacrale: gli oggetti esposti al Mart sono calati nel contingente, ma la loro funzione sociale è stata filtrata, "mondata", dallo sguardo sognante, attento a strutture invisibili all'occhio dei più, dell'artista. Si può ammirare la purezza lieve delle celebri lampade akari (ideate negli Anni Cinquanta, su ispirazione delle lanterne di carta giapponesi, e divenute presto irresistibili elementi per il design moderno di tutto il mondo), o i surrealistici "Coffe Table" in vetro, dai supporti snodati e dinamici, e le citazioni dalle scenografie teatrali, firmate nel 1949 per Martha Graham... Mille chicche per "la gente che ama l'eleganza", come avrebbe chiosato lo stesso Noguchi, ma anche l'inedito, l'ironia, l'originalità. Trionfa, allora, la "Radio Nurse" in bachelite (interfono per la stanza dei bambini) che Noguchi studiò nel '37 per permettere al presidente della Zenith Radio Corporation di sorvegliare la stanza della figlia, sul suo yacht, ma che il rapimento del figlio di Lindbergh, di lì a poco, lancerà sul mercato con immediato successo. Eleganti testine in metallo lucente, o linee più severe che rimandano alle maschere da kendo giapponesi, diventate guardiani di bimbi altolocati. Di sicuro il desiderio di Noguchi di fondere assieme arte e vita non venne mai meno, né quando manipola i materiali più antichi, betulla e acero, ebano e ciliegio (l'artista lavorò per un certo tempo alle dipendenze d'un falegname, in Giappone), sia che celebri l'emblema stesso della modernità, la plastica, la sua costosa creatività sa parlare direttamente alla parte più ancestrale dell'uomo: legni levigati che sembrano uscire da una qualche danza sciamanica e pareti d'acqua che richiamano i principi del Feng Shui, poltroncine avvolgenti e sculture dal vago sapore miceneo, che alludono a tauromachie lontane, a una spiritualità irrisolta e a una realtà sanguigna e preistorica. Nel mezzo della contraddizione, quel benessere che l'artista identificava come scopo del design e dell'architettura.