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feninno, editore

 

Verso le amministrative 2010

FENINNO, UN COMPAGNO IN COMUNE

 CACCIAMOLI

*       di  Vito Feninno

 Sono molti i problemi che si incrociano nella tragica vicenda di Rocchetta Sant’Antonio. E tante le domande che dovranno trovare risposta, a partire da quella cruciale su chi ha avuto interesse e perché a svendere il nostro patrimonio ambientale trasformando la nostra biodiversità da vocazione agricolo-zootecnico-pastorale (Mario Giorgio) ad industriale-energetico. Non si può, infatti, ignorare che la scelta unilaterale, senza consultare la popolazione, ha fatto del nostro Comune un paese a democrazia sospesa, di cui un gruppo di potere ha affermato il proprio controllo totale sulla gestione della cosa pubblica e del governo del territorio (anche per mancanza di una energica opposizione di controllo, che non ha fatto negli anni mai domande!).

Quello che è avvenuto e avviene tuttora non è mai casuale. Ma è la testimonianza di una compiuta pervasiva politica di occupazione delle istituzioni che di fatto ha messo il paese saldamente nelle mani dei fregoliani-gentiliani. Un sistema. Un meccano da montare e smontare. Di tessere miste. Da incastrare. Di volta in volta. Inaugurato nel lontano 92 ribaltando la giunta di sinistra Colella e fasciando col tricolore il capogruppo di opposizione. E cementificato nel 1996 con la giunta Magnotta. Un alchemico meccanismo di tessere trasversali, che di fatto ha neutralizzato e sterilizzato il confronto elettorale e democratico.  

Una pratica che ha saputo curare il corpo elettorale preventivamente, divorando come famelici stomaci politici ogni anticorpo, ogni flebile speranza, capitalizzando, così, una posizione di potere totalizzante, fino all’uso del partito come cosa propria. Una pratica a cui imputare la responsabilità storica pesantissima del fregolismo che ha dato la stura ad una gestione “spregiudicata” del potere, una volta preso. Una operazione che non è una questione che può essere trattata come semplice incidente, una parentesi nella vicenda dei partiti di Rocchetta: ma potrebbe essere una delle risposte al deficit politico democratico generato dal “lego” fregoliano. Cosa che andrebbe tenuta sempre presente quando si vota per le amministrative.

Ho da anni lanciato grida di allarme a più riprese, puntualmente disattese e lasciate arrogantemente cadere nel silenzio: è stato come se un cittadino si fosse permesso di ledere l’intoccabilità dei “capi”, ma è solo la volontà di resistere al potere della delega politica e delle abilità sartoriali del taglia e cuci.

In presenza di un vuoto democratico, che si prolunga da anni e che non è stato riempito neanche dalla scorsa tornata elettorale, ho sentito il bisogno, di tenere viva una speranza aprendo uno spazio democratico popolare con la presenza costante di manifesti indicando un’uscita possibile rispetto alla prospettiva stretta nella tenaglia di uno sfacciato pragmatismo tecnocratico, che per sigillare la fame di potere va ancora alla ricerca di nuove tessere da incastrare.

In un paese politicamente e democraticamente “aggrovigliato”, non più in grado di elaborare proposte nuove, dove la “maggioranza” e l’”opposizione” sono pressoché incollate tra di loro, penso ci debba essere il dovere di ricreare una speranza vera fatta di persone e di contenuti anticonformisti che potrà nascere (sia con la base politicamente più sensibile sia con il contributo della gente comune) solamente se siamo capaci di mettere in campo una forza sociale e politica tale da risolvere i conflitti in corso nella comunità rocchettana, aprendo una stagione politica amministrativa dove, finalmente, si potrà andare alle urne per scegliere “cosa” votare e non “chi” votare.

Per questo, penso, che i candidati della lista di “rottura” non dovranno chiedere il voto per loro, ma per la lista, per il programma. I candidati non dovranno essere “sponsorizzati” ma dovranno essere liberi cittadini audaci di darsi un futuro per loro e per i loro figli da protagonisti. Tra le persone con cui oggi avrei il piacere di costruire questa proposta di “SALUTE PUBBLICA”, per operare una bonifica culturale, per riprendere un discorso in continuità con le lotte di classe dei lavoratori bracciantili di Rocchetta degli anni migliori della nostra storia onorando il loro sacrificio per dare ai nostri figli un futuro libero dallo sfruttamento e dalla sudditanza, sono: 1. omissis, 2. omissis, 3. omissis, 4. omissis. 

Chi si vuole impegnare per questa nobile causa in continuità con i padri nobili, delle lotte operaie, di Rocchetta Sant’Antonio, lo fa per rivendicare e onorare quella storia lottando per far vincere l’uguaglianza contro i privilegi.

Dicono alcuni che l’handicap sia che io non vivo a Rocchetta e che ci vuole un candidato del paese! Ma quanti candidati sindaci di Rocchetta abbiamo avuto? E cosa hanno prodotto in termini di sviluppo e di progresso per la popolazione di Rocchetta? In verità, chi racconta questa strumentale storiella, nasconde interessi e mire solamente personali e si muove come il “gattopardo” di Lampedusa per non cambiare niente e tenere tutto impaludato. E il “rospo schiacciato”.

Per tutti quei cittadini, che in tutti questi anni, sono stati abbandonati a se stessi, che sentono salire viva la rabbia (come la sento io) di voler reagire alla propria indotta costretta marginalità sociale e economica, e vogliono concorrere a costruire una “SQUADRA” per affermare i diritti di cittadinanza, io sono a disposizione per condividere con loro un programma elettorale di stampo sociale che rompa l’assedio della precarietà di una vita fatta di sacrifici e segni la caduta del potere fregoliano.

Onorando il seguente programma (di risarcimento sociale):

1.    Funerali e loculi gratis, a carico dell’amministrazione; (perché il mercato della casa è fermo, mentre quello delle tombe va a gonfie vele)

2.    300€ al mese per ogni bambino che nasce, fino al primo ciclo di istruzione (per ridare speranza di futuro, al paese)

3.    Pagamento degli interessi del mutuo prima casa per giovani coppie

4.    Libri e trasporto gratis per tutti gli studenti.

5.    ISTITUZIONE DI LABORATORI DI FORMAZIONE ARTIGIANALE (per creare lavoro)

6.    Pagamento delle bollette di luce e gas, a carico del comune (con entrate eoliche).

7.    Istituzione di una commissione per esplorare la possibilità di costituire una società pubblica per gestire la costruzione di un mulino comunale.

8.    Pianificare il recupero della Sp 100, con fondi europei del piano di sviluppo rurale, (per uscire dall’isolamento e fare giustizia dell’arroganza padronale di vecchi lontani amministratori che non lottarono per questo obiettivo).

9.    Refettori di quartiere per gli anziani, coadiuvati con personale specializzato. No ospizio. Si ospedale di prossimità.

10. Ripubblicizzazione del servizio nettezza urbana, Individuazione e Realizzazione di un’isola ecologica per la raccolta differenziata.

L’obiettivo è far sì che Rocchetta Sant’Antonio abbia la forza e il coraggio di darsi una visione collettiva della realtà, essenziale per non essere qui, fra venti anni, senza giovani, senza scuole, con solo ultrasessantenni che con le attuali riforme neoliberiste in tema di lavoro e pensioni vivranno in condizioni di miseria e mal assistiti come denuncia l’allarme lanciato, in questi giorni, dal sindacato SPI: ”tanti anziani non ce la fanno più, il loro trattamento è di 490,96 euro di pensione minima, di 585,40 euro di pensione minima più incremento secondo la legge 127/07 art.5 comma 5, e di 597,40 euro di pensione minima più incremento secondo la legge 448/01 art.38.” E come l’allarme lanciato dall’Osservatorio sull’esclusione sociale che ha certificato che “1 persona su 4 non riesce più a pagare le rate del mutuo della casa e sempre più famiglie stanno scivolando verso la fascia di povertà”.

Dobbiamo ineluttabilmente convincerci che è doveroso reinterpretare la realtà rocchettana in chiave sociale e comunitaria, perché questa volta: o si TRIONFA O SI MUORE. E per far trionfare la comunità bisogna:

Rompere il lego e mandarli a casa

Condannare e colpire gli interessi privati.

 Restituire dignità e diritti alla popolazione.

Fare del comune la casa di vetro di tutti i rocchettani.

AVERE UN COMPAGNO IN COMUNE.

 

Con rispetto di me, e di tutti 

Il cittadino, prof. Vito Feninno                                     Rocchetta Sant’Antonio gennaio 2010  

- Cell. 3486410481 -

 

la repubblica di tersite - gennaio -2010

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