Santi e santi

| Riflessioni, Opinioni e aforismi |


Siate santi, 
perché io, 
il Signore vostro Dio, 
sono santo
.

(Lv 19,2)

Ci sono i Santi e i santi...
I Santi sono quelli canonizzati, catalogati, inventariati nel nostro calendario...
E poi ci sono i santi:
Quelli che sanno dire la verità a rischio della loro situazione professionale, o della loro vita.
Quelli che osano agire secondo la loro anima e coscienza, procedendo magari a ritroso rispetto all'ordine stabilito.
Quelli che si rifiutano di far concessioni alla disonestà e alla ipocrisia.
Quelli che si impegnano in nome di Gesù.
Quelli che consacrano la loro vita a contemplare Dio.
Quelli che dedicano un po' del loro tempo agli altri.
Quelli che dedicano tutto il loro tempo agli altri.
Quelli che sanno guardare con amore chiunque, comunque sia, com'è.
Quelli che credono che nel peggiore individuo c'è sempre una briciola di buono.
Quelli che hanno sempre la porta, le orecchie, il cuore aperti.
Quelli che fanno sempre con coscienza e buonumore un lavoro fastidioso.
Quelli che danno amabilmente un buon sorriso, anche quando sono giù di morale.

(A. Vanderstraten - Jesus - 1986)

Quando sono vivi chiamiamo i papi santi. 
Da morti, non tutti lo diventano.
(anonimo)

La differenza tra un santo ed un comune mortale sta nel fatto che il santo da morto diventa reliquia, l'uomo comune cadavere.
(Francesco Carpi)

Per noi la proclamazione di santi resta problematica, perché noi non conosciamo il cuore delle persone. Solo Dio lo conosce. 
La canonizzazione è quindi un'anticipazione indebita del giudizio di Dio: certamente non è vietato far memoria dei testimoni che ci hanno preceduti nella fede: ma una cosa è ricordare ciò che è avvenuto nella storia, altra è decidere ciò che vale per l'eternità.
(Prof. Paolo Ricca, docente di storia della chiesa alla Facoltà Valdese di teologia di Roma)

Il successo di Padre Pio e delle sue prestazioni soprannaturali è alimentato anche da un insana fiducia nelle creature divinizzate. 
C'è forte richiesta di sacro e di miracoli, perché forte è l'angoscia che pervade le creature in questo tempo di crisi degli assoluti e delle ideologie.
(Antonio Adamo)

Ma quanto a quel giorno e a quell'ora 
nessuno li sa, 
neppure gli angeli del cielo, 
neppure il Figlio, 
ma il Padre solo.

[Mt 24:36] 


Il papa è Dio sulla terra... Gesù ha messo il papa al di sopra dei profeti, del precursore... degli angeli... Gesù ha posto il papa sullo stesso piano di Dio.
(S. Giovanni Bosco [Meditazioni, vol. I, 2° ed., 89-90], citazione tratta da «Il fondamento di Pietro» di René Laurantin, teologo cattolico)
Si dice che il 15 gennaio 1870 S. Giovanni Bosco abbia avuto una catastrofica «visione»...

Nel 1561, Il papa Pio V fece massacrare in Calabria migliaia di contadini valdesi. Ciò non gli impedì di essere riconosciuto "santo" da parte di Santa Romana Chiesa, in nome della cui dottrina tali eccidi furono compiuti.
(Francesco Carpi)

 I vescovi statunitensi hanno incluso Martin Luther King in una lista di martiri per la fede cristiana, destinati ad essere onorati in Vaticano per il Giubileo.
Il leader dei diritti civili, assassinato nel 1968, era un pastore battista ma, su esplicite istruzioni del Papa, la lista dei martiri non è limitata ai cattolici. 
(Cronaca Rai, 14 gennaio 2000)

Quel giorno non avrete bisogno di dire che Martin Luther King era un santo.
Oh, no, sapete che sono un peccatore come tutti i figli di Dio, ma che voglio essere un uomo giusto. 
Un giorno vorrei udire una voce che mi dicesse: "Ti accolgo e ti benedico poiché hai tentato di vivere da giusto".
(Martin Luther King, pastore battista, premio nobel per la pace nel 1964, assassinato nell'aprile del 1968. 
Dichiarazione resa nel marzo 1968, con riferimento al proprio servizio funebre)

Durante il pontificato di Giovanni Paolo II, sono stati  canonizzati 1.338 beati e proclamati 482 santi.

Un esercito celeste in travolgente espansione.
(Sandro Magister, L'Espresso, 6-13 giugno 2002)

Le seguenti cifre sono ricavate dal volume: Congregatio de Causis Sanctorum, “Index ac Status Causarum”, Città del Vaticano, 1999. Che registra i santi, i beati e i servi di Dio e venerabili proclamati tali a partire dalla fine del Cinquecento, in ordine cronologico. Ecco qui di seguito quanti santi hanno canonizzato ciascuno i papi dell’ultimo secolo:

Pio X (1903-14) 4
Benedetto XV (1914-22) 3
Pio XI (1922-39) 34
Pio XII (1939-58) 33
Giovanni XXIII (1958-63) 10
Paolo VI (1963-78) 84
Giovanni Paolo I (1978) 0
Giovanni Paolo II (1978-2005) 482

La «
fabbrica dei santi » è a dir poco opinabile. Alcuni denunciano il suo aspetto affaristico da «supermarcato». Altri, sulla scia di Lutero, pensano che un santo è un po' come l'albero che nasconde la foresta: invocandolo, si rischia di perdere il senso della gratuità della salvezza. Altri ancora, infine, sottolineano il carattere se non arbitrario, quanto meno contingente, della decisione di beatificare o di canonizzare: un santo qui, ma non là; un santo di ieri, rifiutato oggi.
Accanto ai «falsi santi», inventati di sana pianta o rivestiti di virtù che non avevano affatto, esiste la litania dei santi contestati e, talvolta, contestabili. Viene alla mente il caso di Escriva de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei, e di Edith Stein, un'ebrea diventata cattolica.
L'attualità ci fornisce altri esempi. L'uno della Chiesa ortodossa russa: il 14 agosto 2000, l'ultimo zar, Nicola II, giustiziato dai bolscevici, è stato canonizzato con i suoi prossimi congiunti insieme ad altre cinquecento vittime del regime comunista.
L'altro nella Chiesa cattolica: Pio IX, il papa del più lungo regno della storia sarà beatificato il 3 settembre, in compagnia del suo successore Giovanni XXIII.
[...] Senza dubbio, questa strana coabitazione sugli altari di due pontefici dagli itinerari antagonisti riflette le divergenze, per non dire le contraddizioni del mondo cattolico di oggi, diviso tra la nostalgia di un ordine antico e la volontà di adattamento alla modernità. Ma con la beatificazione di Pio IX - che come Nicola II, non ha fatto che cose non buone -, mi sembra che si sia andati oltre una simbolica linea rossa.
Sottoscrivo, pertanto, quanto detto da Markus Ries, storico del cristianesimo e professore a Lucerna: «La decisione del Vaticano di dichiarare Pio IX venerabile tocca la nostra cultura fondata sul dibattito e sulla critica riflettendosi sulla percezione che abbiamo della Chiesa.»
(Jean-Paul Guetny, Actualitè des Religions, settembre 2000)

La canonizzazione non sembra più occuparsi dell’individuo proposto alla venerazione, ma del gruppo che si identifica in quell’individuo e preme perché il riconoscimento avvenga e avvenga al più presto.
(
Gianfranco Accattino, La fiera dei santi ~ Il Foglio, ottobre 2002)

Tante sorprese nell'Indice dei santi pubblicato oggi in Vaticano: sorprese nei numeri e nei nomi, come la grande quantità di santi e beati proclamati da papa Wojtyla; nomi eccellenti di contemporanei (Lazzati, Schuman, La Pira, Salvo D'Acquisto, papa Giovanni), e figure ancora in mezzo al rovente dibattito storico e culturale come per Pio IX e Pio XII. 
Da l'index ac status causarum si apprende che un registro centrale di santi e beati si ha solo dal 1588. 
Nel periodo precedente santi e beati venivano riconosciuti a livello locale dalle chiese di appartenenza di uomini e donne vissuti santamente. 
Presso la congregazione vaticana per le cause dei santi sono tuttora in piedi 1921 cause di persone che devono arrivare alla beatificazione. 
I beati riconosciuti sono invece 1742 negli ultimi tre secoli (1609-1999). Tra essi ben 934 sono stati proclamati da Giovanni Paolo II. 
Nell'elenco dei beati si devono annoverare 1430 unità riconosciuti prima del 1534. 
Il catalogo dei santi canonizzati dalla fondazione del dicastero vaticano ad oggi comprende 591 santi: tra essi 296 sono stati proclamati dal 1594 alla morte di Paolo VI (1978) mentre 295 (tra cui 103 martiri) proclamati da papa Wojtyla. 
(ASCA, 17 dicembre 1999)

Il 31 maggio 1923, la Suprema Congregazione del Santo Uffizio emana il primo decreto contro Padre Pio, affermando che «...dopo un inchiesta sui fatti attribuiti a Padre Pio da Pietrelcina dei Frati Minori Cappuccini del convento di S. Giovanni Rotondo, nella diocesi di Foggia, dichiara non constare, da tale inchiesta, della soprannaturalità dei fatti, ed esorta i fedeli a uniformarsi, nel loro modo di agire, a questa dichiarazione». Il decreto viene pubblicato, il 5 luglio 1923, sull'«Osservatore Romano». Si sentenzia, quindi, che le stigmate del frate non hanno niente a che fare con le piaghe di Gesù Cristo.
Il 23 maggio del 1931 il Sant'Ufficio emana un nuovo decreto che ribadisce le condanne precedenti e aggiunge:«A Padre Pio da Pietrelcina siano tolte tutte le facoltà ministeriali ad eccezione di quella di celebrare la Santa Messa, ma solo se celebrata entro il recinto del monastero, in una cappella appartata, in forma privata e senza partecipazione dei fedeli».

Il gesuita e teologo Giandomenico Mucci rivela che padre Pio, in una decina di lettere ai suoi direttori spirituali, copiò pari pari i racconti delle estasi di santa Gemma Galgani, come se le estasi le avesse avute lui. Mucci esclude il plagio e spiega la cosa con «un processo di identificazione spirituale». Ma un piccolo rimprovero a padre Pio lo fa: «Che un santo renda conto della propria situazione d'anima con le parole di un'altra persona, non avvertendo i destinatari, è un fenomeno quanto meno inatteso e lascia perplessi».
(Civiltà Cattolica, 2003,
[rivista vidimata dalla segreteria di Stato vaticana, prima che si stampi])

Padre Pio ~ Figli di un Pio Minore ~ Biografia non autorizzata ~

Il pericolo è che la quantità vada a scapito della qualità.
Pio IX, un papa in odore di santità...

[...] ai non credenti importa assai poco dei miracoli e delle procedure più o meno rigorose per proclamarli; però ci interessa seguirne l'evoluzione: sono fatti politici e di costume e come tali riguardano la società e quindi anche i non credenti.
Ebbene, i non credenti preferirebbero - per quanto può valere la loro opinione in materia - che i santi fossero dei sant'uomini comprovati e che le loro opere taumaturgiche non c'entrassero per niente con la santificazione.
Capisco che sarebbero assai meno utilizzabili nella società dello spettacolo e non smuoverebbero le folle.
Ma a noi non credenti piacerebbe di più così. Santo Padre, possiamo sperarlo?
("I miracoli di Escrivà e la fabbrica dei santi" di Eugenio Scalfari, L'Espresso, 17.10.2002)

Intanto si prospetta la causa di beatificazione di un altro «Pio» che si aggiunge a quella di Pio XII, ancora in corso. 
Il 22 marzo 2000 è, infatti, stata chiesta la beatificazione di Pio VII, pontefice dal 1800 al 1823, che soggiornò tre anni a Savona, prigioniero di Napoleone.

Questo papa ha battuto davvero ogni record, e a ragione può essere collocato nel Guinness dei primati: per il gran numero di Santi e Beati innalzati agli altari, per le città e le nazioni visitate nei suoi viaggi, per i peccati e gli abusi altrui di cui ha chiesto perdono, per le folle osannanti raccolte ad ogni sua apparizione, per la contraddittorietà delle sue parole e dei suoi gesti, per la quantità di cardinali che è riuscito a stipare nel Sacro Collegio, per il fiume di parole che ha fatto scrivere e le ore di tv che è riuscito a farsi dedicare. 
Un papa tanto attivo, anche nella malattia, non lo avremo probabilmente mai più e non sarà un male visto che alla quantità non sempre si accompagna la qualità.
(Il Foglio, marzo 2001)


 

I timori del mondo ebraico dopo le recenti beatificazioni

Una santità contestata 

(Giacomo Kahn, Shalom settembre 1998, - © http://www.shalom.it -

Lo scorso ottobre, in coincidenza con il ventennale del suo pontificato (il più lungo di questo secolo), Giovanni Paolo II ha portato all'onore del culto e degli altari Alojzije Stepinac ed Edith Stein; due personaggi che per opposte ragioni, lungi dall'accomunare i credenti, hanno invece suscitato le perplessità e le critiche non solo dei gruppi ebraici, ma anche di alcuni settori cristiani ortodossi.
Alojzije Stepinac, ex arcivescovo di Zagabria, fu un ecclesiastico controverso: sostenne apertamente, durante il conflitto mondiale, il regime ustascia filonazista di Ante Pavelic che perseguì e uccise migliaia di serbi, di ebrei e di zingari; nello stesso tempo dette personali istruzioni alla curia per ospitare nelle chiese anche gli ebrei "senza chiedere loro istruzioni religiose particolari". Il collaborazionismo costò all'arcivescovo un processo, sotto il regime di Tito, con una condanna a 15 anni di lavori forzati.
Le ragioni della beatificazione di Stepinac non possono certo essere ricercate nelle sue rare e generiche disposizioni in favore degli ebrei, cui per altro si contrappone il più grave silenzio sulle stragi (anche di ortodossi serbi) commesse persino da alcuni elementi del clero cattolico; ma la spiegazione della beatificazione di Stepinac è tutta politica e meglio non potrebbe essere spiegata se non con le parole dell'Osservatore Romano: "colui che aveva avuto il coraggio di ergersi, nella sua grandezza di uomo e di Pastore, contro il marxismo ateo, è Beato".
Ben diverse perplessità e preoccupazioni, per i timori di manipolazioni e di forzature ideologiche, suscita la canonizzazione di Edith Stein, nata ebrea, convertitasi al cristianesimo, suora di clausura e morta (a dispetto della nuova condizione di convertita) nel campo di sterminio di Auschwitz. Di Edith Stein, quale è l'esempio santificante che la Chiesa offre e propone ai credenti? La sua beatificazione e la sua successiva santificazione sono state influenzate, se non addirittura motivate, dalla scelta di convertirsi?
Se la sua vicenda personale fosse utilizzata e proposta in una visione evangelizzante, quale esempio ideale da seguire e da proporre ai non cattolici, questo non potrebbe essere accettato e porrebbe un grave macigno sul dialogo interreligioso. Se la visione immanente della Stein, che pur avendo abbracciato il cristianesimo si considerò sempre figlia del popolo ebraico (e tale fu considerata dai suoi aguzzini), venisse proposta come 'percorso ideale' da offrire all'ebraismo, questo non sarebbe compatibile con il principio della pari dignità e dell'uguaglianza di tutte le Fedi. Non sarebbe accettabile la trasformazione di una scelta personale quale è la conversione (trasformazione etica, morale e comportamentale spesso dolorosa e traumatica), in una dimostrazione della supremazia di una religione su un'altra. Nelle parole del Pontefice, la Stein è stata definita "eminente figlia di Israele e fedele figlia della Chiesa". Bisogna allora dire con chiarezza e senza timori che l'esperienza personale della Stein di conciliare l'inconciliabile (di considerarsi insieme ebrea e cristiana) è da rigettare e non potrà mai essere accolta come la soluzione per giungere alla Verità; il dialogo tra le religioni potrà proseguire solo a condizione che nessuno chieda ad altri di annullare la propria identità a favore di un'altra condizione.
"La nostra storia millenaria - ha scritto Joseph Soloveitchik, uno tra i maggiori rappresentanti dell'ebraismo americano - non ci autorizza affatto oggi, in tempi moderni, a rivedere il nostro approccio storico oppure a vendere i fondamenti della nostra fede per conseguire l'illusorio obiettivo della comprensione interconfessionale. Questo significherebbe tradire la nostra tradizione e non ne deriverebbe, tra l'altro, alcun beneficio pratico: l'essere pronti a liberarci della nostra identità non ci guadagnerà il rispetto di nessuno che si confronti con noi. Soltanto la coerenza, che rifletta il nostro fermo riferimento in Dio ed il senso di orgoglio e di privilegio di essere ciò che siamo, può lasciare un segno sulle comunità di altre fedi".
Le preoccupazioni fin qui espresse, che si aggiungono ai timori nel vedere cristianizzati i campi di sterminio, devono allarmare le coscienze anche in relazione ad alcune proposte, lanciate alla vigilia del Giubileo del 2000, che vorrebbero vedere la memoria di Anna Frank trasformata in 'martire del XX secolo'; se ciò dovesse avvenire senza aver prima chiesto un parere alle organizzazioni ebraiche e alle vittime dell'Olocausto, rafforzerebbe l'idea che è in corso una 'campagna acquisti', un'appropriazione indebita della simbologia della Shoà e del martirologio ebraico.

Antonio Rosmini...
Da vivo l'hanno messo all'Indice. Post mortem l'hanno condannato per eresia. E adesso, a duecento anni giusti dalla nascita, stanno per farlo santo.
Antonio Rosmini è uno di quei grand'uomini che solo a distanza di secoli vengono risarciti. Dagli eredi di quegli stessi che in vita li hanno tanto maltrattati. [...]
Dulcis in fundo, anche le autorità vaticane si apprestano a far mea culpa. Dopo aver relegato a lungo Rosmini nel purgatorio dei sospetti eretici, adesso lo riabilitano.
Giovanni Paolo II ha finalmente autorizzato l'avvio del processo di beatificazione. I padri rosminiani sperano che non finisca in niente, come la bella promessa del cardinalato.
(Sandro Magister, L'Espresso, 28 agosto 1997)

Il Vaticano II ha confermato abbondantemente come le pagine delle «Cinque piaghe della Santa Chiesa» siano state veramente vere e profetiche.
(Mons. Clemente Riva, vescovo ausiliario di Roma, nella prefazione del libro di Rosmini [messo all'Indice nel 1849] «Le cinque piaghe della santa Chiesa», Il Secolo d'Italia, 17 giugno 1997).


San Gennaro
Tra fede, arte e mito

La liquefazione delle reliquie di sangue: una proposta di spiegazione
(A cura di Marcello Guidotti, http://www.nemesi.net)

Il miracolo di S. Gennaro 
(http://www.aureliolatella.it/vaticano/sangennaro.html)

Giù le mani da San Gennaro
Reazioni sdegnate da Napoli dopo le spiegazioni scientifiche della Hack sul miracolo
(Walter Sacchetti)

Possiamo affermarlo con certezza: San Gennaro è nato in Calabria!
(Don Bruno Sodaro)

Indagine sul sangue di San Gennaro
(Franco Ramaccini, da  "Scienza & Paranormale" )


       Ikthys