ultimo aggiornamento    
ottobre 2012   

 


PONTE A CAPPIANO > IN FASE DI COSTRUZIONE UN CENTRO COMMERCIALE A RIDOSSO DELLA VILLA DELLA PALAGINA

La bella e la bestia

Il Paesaggio Toscano (non a caso citato con la maiuscola) è oggetto di convegni, conferenze, pubblicazioni, depliant turistici e cornice di sempre più numerose e varie manifestazioni. Non è neppure una moda recente, è una scoperta datata centinaia di anni, compiuta ad opera di viaggiatori, storici e geografi del Settecento che ne decretarono la consacrazione mai estintasi.

Vien fatto di pensare all’elezione che ne fecero poeti e pittori inglesi, all’abruzzese D’Annunzio che scrisse forse le sue più belle pagine tra Settignano e la Versilia, a una miriade di esempi senza soluzione di continuità. Sembrerebbe pertanto superfluo spendere parole sull’opportunità di preservarlo, almeno laddove la scelta della conservazione non urti in maniera sostanziale coi bisogni della popolazione. Esempi come quello ritratto nelle foto, ci riportano indietro, prima che si fondasse l’idea consolidatissima di Paesaggio Culturale inteso come insieme dei segni significativi di una comunità umana.
I centri commerciali vanno edificati, non c’è dubbio, rispondono alle esigenze di una popolazione che obbedisce a ritmi di vita sempre più frenetici. Edificarli di fronte ad una villa settecentesca bellissima come la Palagina, è un’operazione miope, ingiustificabile e inaccettabile perché legittima la distruzione di segni che hanno messo secoli a depositarsi e caricarsi di significato. Distrugge la godibilità di un antico paesaggio senza che ve ne siano motivi reali dettati dalla conformazione dei luoghi: fare il centro commerciale spostato di qualche centinaio di metri sarebbe stato possibile e non impattante per l’ambiente circostante. Si parla di promozione delle Cerbaie, poi si vedono pini morti, pericolanti, l’assenza di un piano di rimboschimento, il lago di Le Docce salvato (parzialmente) assieme al suo ecosistema per il rotto della cuffia, un progetto di collettore idrico (il cosiddetto Tubone) sottoscritto senza avere prima ottenuta alcuna garanzia sulla sostenibilità ambientale e adesso un centro commerciale che nasce assurdamente ai piedi della Palagina. E il nostro Paesaggio, i nostri luoghi, la nostra memoria, le prospettate potenzialità turistiche di questa area, che posto hanno in questa pianificazione o, piuttosto, non-pianificazione?

S. C.

 
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