Spigolature
Una silenziosa crescita nascosta nel grembo
di una donna
P. Daniel-Ange
P. DANIEL-ANGE, nel suo libro: "Giovane come
te" (ed. Paoline) tratteggia un ritratto inedito di Cristo, immaginando
la sua formazione nel grembo di Maria e, con la penetrante "arguzia
spirituale" che lo contraddistingue, il sacerdote francese riesce
a comunicarci realisticamente immagini di profonda poesia.
Vieni e vedi il nostro Gesù, ancora nel grembo di Maria.
Piano piano sta prendendo forma umana. Giorno dopo giorno, di ora
in ora, il suo patrimonio genetico comincia a dispiegarsi.
Questo volto di bimbo tutto "a immagine" del volto
materno - Ecco delinearsi i tratti del volto. Quel volto che
da Adamo in poi ogni uomo ha desiderato vedere, nessuno ancora può
vederlo, nemmeno Maria. Questo volto resta ancora il segreto più
segreto del Padre. E il solo a vederlo, lui che vede nel segreto,
lui che sonda le reni e i cuori, lui per il quale la tenebra non
è tenebra e la notte del seno materno diventa luce (cfr.
Sal 138,1 l; Ger 1,5).
Ma duemila anni dopo, io posso vedere qualcosa di quello che nemmeno
Maria ha potuto vedere. Ciò che per millenni nessuna madre
ha potuto vedere, ora mi è dato, attraverso le foto ecografiche,
di poterlo contemplare quanto desidero: il volto di un bambino a
tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove mesi. Oggi posso indovinare
e immaginare come poteva essere inizialmente il volto di Dio sulla
nostra terra. Ogni volta che il mio sguardo si posa su una di quelle
foto ne resto preso. Il mio Creatore ha voluto essere così.
Guardo il volto di questo bambino che non conosco e vi intravedo
la presenza del mio Dio sulla nostra terra.
Così, nello svolgersi dei giorni, delle settimane e dei
mesi, Maria gli plasma un corpo. Tutto passa attraverso il cordone
ombelicale: filo esilissimo ma che collega alla vita! Se Dio ha
voluto averne bisogno, non è forse perché noi potessimo
un giorno essere collegati a lui attraverso il cordone ombelicale
della sua grazia, nella sua Chiesa?
Maria forma i tratti del suo bambino a immagine dei propri. Poiché
egli riceve tutto dall'umanità di lei, esclusivamente di
lei, mai un bambino ha tanto somigliato fisicamente a sua madre
quanto il nostro Dio! E geniale! Tutto quello che il Padre
dona al Figlio suo nella sua umanità nuova passa attraverso
di lei. Il Padre non ha forse voluto condividere con lei questo
suo Figlio unigenito? In un certo qual modo lo fanno crescere insieme:
attraverso Maria, il Padre fa crescere il suo Figlio divino nella
sua umanità.
Oggi conosciamo meglio l'inimmaginabile influenza di una madre
sulla formazione del suo bambino. Avanzati studi scientifici hanno
approfondito quanto avviene in questo periodo della nostra vita.
Sarebbe necessario che tutte le mamme lo sapessero; ma nel momento
in cui sono veramente "mamme" e semplicemente "donne",
intuiscono - l'hanno intuito da sempre - quello che gli scienziati
oggi confermano. Il bambino è ipersensibile a tutti gli stati
d'animo, a tutti i sentimenti della madre. Tutto quello che lei
vive e pensa, prova e sente, in qualche modo viene trasmesso al
bambino. Le sue angosce quanto le sue gioie, le sue paure quanto
la sua pace. E se tutto viene a tal punto trasmesso come per osmosi
- tanto il bambino forma ancora una cosa sola con sua madre - quanto
più viene trasmessa la sua vita spirituale!
Possiamo perciò intuire tutto quello che Gesù ha
ricevuto da Maria. Ella lo associa alla propria preghiera di figlia
di Israele: mai una mamma ha potuto altrettanto trasmettere al suo
bambino una vita spirituale. (Quanto sarebbe necessario e urgente
vivere delle liturgie di benedizione del bambino in seno della madre!
In diversi paesi è già stata riscoperta questa bella
tradizione della Chiesa).
E tu? Forse la tua mamma non aveva una vita spirituale; forse,
pur pregando, non ti associava alla sua preghiera. Forse in quel
momento della tua esistenza sei stato privato di ciò che
lei poteva darti di più essenziale: la sua vita, non soltanto
la vita del suo corpo, ma quella della sua anima.
Oggi però, vivendo interiormente l'esperienza di essere
ri-creato, ri-concepito, puoi rinascere con Gesù nel seno
di Maria, e ricevere da lei quello che non hai ricevuto allora dalla
tua mamma. Puoi entrare in comunione con la stessa vita mistica
della Vergine Maria. Lo credi?
Uno sguardo retrospettivo: cronologico e ... cromosomico
- Seguiamo ora il nostro Dio in quell'itinerario stupefacente che
sta percorrendo come un piccolo cosmonauta per penetrare nel cuore
del nostro cosmo. (Prendo come punto di partenza la data tradizionale
del 25 marzo, pur sapendo che è una data fittizia, fissata
in riferimento al 25 dicembre. Quest'ultima data infatti è
stata scelta dai cristiani nel 111 secolo per cristianizzare la
festa del Sole invincibile).
13 aprile: al suo diciottesimo giorno, misura due millimetri:
la statura... di un chicco di grano! Ed ecco, il suo cuore, il cuore
di Dio, comincia a battere. Il primo organo che vediamo apparire
con l'ecografia è questo piccolo muscolo ancora aperto: il
cuore, di cui si possono già cogliere le pulsazioni: la vita
di Dio sulla terra comincia con questo piccolo cuore aperto. E si
concluderà con un cuore aperto di nuovo: per sempre aperto
(cfr. Gv 19,34).
21 aprile: si distinguono già le sue braccia, le
braccia che un giorno, distese, formeranno tra il cielo e la terra
il segno dell'Alleanza.
23 aprile: compaiono le gambe, con le quali percorrerà
prima tutta la Galilea e poi la Giudea.
25 aprile: al trentesimo giorno questo piccolo germe divino,
questo minuscolo essere di un centimetro (diecimila volte l'ovulo
fecondato) riposa sereno nel suo mondo intimo e quieto ...
ed è Dio!
Inizio di maggio: si abbozzano sul volto gli occhi e le
labbra. Quegli occhi che presto rifletteranno la luce del cielo,
quella labbra che proclameranno la verità (cfr. Mt 5) ...
ed è Dio!
15 maggio: al cinquantesimo giorno le sue mani sono come
piccoli fiori; già vi si possono distinguere delle impronte
digitali, uniche al mondo. Quelle mani che un giorno lavoreranno
il legno, si poseranno sui malati e sui bimbi ... ed è
Dio!
31 maggio: con gli ultrasuoni sarebbe possibile sentire
il battito regolare del suo piccolo cuore a sessantacinque pulsazioni
al minuto. Quel cuore che non cesserà un solo istante di
amare, fino a esserne un giorno spezzato ... ed è Dio!
Inizio di giugno: comincia l'ossificazione dello scheletro
e si intessono i muscoli. Ben protetto nel suo nido, collegato all'officina
placentare dal cordone ombelicale, sembra alzarsi in piedi. Misura
tre centimetri,e pesa undici grammi: meno di due pagine di un libro!
... ed è Dio!
In due mesi il minuscolo esserino ha compiuto un enorme lavoro
abbozzando tutti i suoi organi. Restano ancora le rifiniture...
10 giugno: come piccoli punti, in delicato tratteggio, si
distinguono ora le piccole impronte delle dita dei piedi ... ed
è Dio!
Metà giugno: se avverte una carezza sulla fronte,
comincia a volgere il capo e a muovere le mani ... ed è
Dio!
Fine giugno: dieci centimetri e quarantacinque grammi: ha
le mani e le corde vocali formate del tutto; e anche le piccole
palpebre, che però resteranno chiuse ancora per sei mesi.
Si può riconoscere il sesso: sarà un maschietto! ...
ed è Dio!
Fine luglio: ogni dettaglio è compiuto: le dita,
le falangi, le unghie, gli occhi, le palpebre, i capelli, il foro
delle orecchie.
Inizio di agosto: percepisce i suoni del mondo esterno.
I capelli cominciano a crescere. Comincia a muoversi, solo un poco
da principio. Il cuore batte molto in fretta. Sotto la pelle, i
piccoli vasi trasportano il sangue a ritmo accelerato ... ed
è Dio!
Fine agosto: finalmente Maria sente il movimento del suo
bambino. Lui si esercita alla deglutizione. Misura venticinque
centimetri e pesa cinquecento grammi ... ed è Dio!
Fine settembre: ammantato nei suoi veli diafani, dorme da
sedici a venti ore al giorno; oppure succhia il pollice e sembra
nuotare dentro una bolla ... ed è Dio! Sì,
Dio che succhia il pollice nel grembo di una donna!
Fine ottobre: misura trentun centimetri e pesa un chilogrammo.
Sta vivendo il risveglio dei cinque sensi.
Novembre: diventa una piccola bellezza: le rughe sono cancellate,
la pelle assume il suo colorito rosa chiaro, la lanugine fine che
la ricopriva scompare a poco a poco. I polmoni si perfezionano,
ma il cranio non è ancora completamente ossificato ... ed
è Dio!
Metà dicembre: testa volta verso il basso, braccia
e gambe ripiegate sul ventre. Dio si appresta a tuffarsi fuori
dal nido materno...
Finalmente, finalmente, è tempo ormai, dopo questi mesi
trascorsi così in fretta e che pure parevano tanto lunghi!
(Una lunghezza simboleggiata forse un po' da queste righe che sembravano
interminabili ... Ma era necessario soffermarci un poco su questo
mistero così poco adorato eppure tanto attuale).
Ma prima di arrivare a Betlemme, prima della notte di Natale, dimmi:
vorresti davvero un Dio diverso? Di questo Dio non sei contento,
fiero, felice?
La sua nascita nella carne, la tua nascita nella Luce
La notte, di tutte la più dolce - Giunge finalmente
l'ora di metterlo al mondo. Di darlo alla luce. Occorrerebbero in
questo momento i talenti di tutti i poeti, di tutti i musicisti,
di tutti gli artisti, per tentare di abbozzare la descrizione di
un evento che si dovrebbe soltanto cantare. Occorrerebbe soprattutto
la voce e lo sguardo di tutti i santi per azzardarsi a balbettare
qualcosa di un mistero che si dovrebbe soltanto adorare.
Lungo una strada, nel cuore della notte - E' sconcertante,
ma è in cammino, lungo la strada, che lui nascerà.
Maria e Giuseppe sono costretti ad abbandonare Nazaret all'improvviso,
a lasciare tutto quello che amano, tutte quelle umili cose familiari
che ci rassicurano, ci confortano. Abbandonano tutte le loro sicurezze,
i loro punti di riferimento. Accettano questa nuova situazione di
instabilità, di insicurezza, senza rivolta, senza obiezioni,
senza il minimo lamento. Hanno fiducia. Partono come Abramo senza
sapere bene dove condurrà la loro strada (cfr. Gen 12,1).
Sanno che la destinazione è Betlemme ... ma che cosa c'è
oltre Betlemme? Chi può saperlo? Partono senza sapere di
preciso se e quando ritorneranno: Dio lo sa!
Vieni e vedi! Vedi questi due giovani, un po' smarriti in mezzo
a una folla numerosa, nelle lunghe carovane che ingombrano le strade
verso la Giudea, come in un grande esodo: questo spostamento di
massa, questa calca, questo chiasso, mentre loro avrebbero tanto
desiderato rimanere tranquilli, quieti, raccolti, in queste ultime
settimane, questi ultimi giorni di attesa.
Maria attraversa le colline: chi, vedendo questa giovane ragazza,
potrebbe immaginare che è lei il vero tempio di Gerusalemme?
Che è lei la vera arca dellAlleanza? Che è lei
la dimora di Dio fra gli uomini, la sia prima casa? Solo Giuseppe
può intuire qualcosa di questo mistero.
Dio nascerà sulla strada perché è alla ricerca
di coloro che vagano senza strada. Sempre alla ricerca della pecora
perduta (cfr. Lc 15,4). Dio nascerà nel cuore della notte
perché lui, la Luce, viene a cercare coloro che giacciono
nell'ombra della morte. In tutte le nostre notti, egli viene per
far risplendere la sua luce (cfr. Gv 1,5). Dio nascerà povero,
assolutamente povero, per raggiungere tra i poveri il più
povero. Non vi è più nessuna povertà che egli
non possa venire ad abitare; più nessuna miseria che la sua
luce non possa trasfigurare!
Maria e Giuseppe cercano disperatamente una casa, un riparo, per
proteggere almeno un poco Maria dal via vai e dal chiasso mentre
partorisce. Bussano a molte porte. Nessuna si apre. Si trova posto
per tutto, eccetto che per Dio! Tuttavia, vi sono quelli che lo
accolgono con tanta tenerezza e gioia in più, quanto più
altrove gli vengono negate. Il regno minerale gli offre una grotta,
il firmamento una stella, il regno vegetale un poco di paglia, il
regno animale il bue e l'asino. E noi? Noi... gli offriamo i
nostri peccati - giacché per questo è venuto:
per cercarli, prenderli su di sé, cancellarli - e... sua
madre? Una giovane ragazza, una di noi, gliel'abbiamo donata per
essergli madre! E lui si dona a lei per essere nostro fratello.
Dimmi: vorresti davvero un altro Dio? Di questo Dio non sei contento,
fiero, felice? Torna
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