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A mio padre


E’ difficile
parlare e farsi capire.
E’ difficile
camminare stretti per mano
o guardarsi negli occhi
senza rosso imbarazzo.
E’ difficile
riconoscer gli errori
e abbandonare l’orgoglio.
Siamo forti guerrieri
in lotta contro se stessi,
imprigionati in corazze
d’incallita superbia.
Siamo neri destrieri
che corrono avanti
inseguendo gli stessi ideali.
Siamo anime
che sanno di amarsi
e di essere uguali.

 

Umani cercasi


Ho percorso
solitarie pianure
di strade affollate,
ho provato a parlare
ed ho perso parole
tra sguardi assenti,
tra coscienze abbagliate
da psichedeliche luci,
ho sentito
l’assordante silenzio
di un televisore acceso.
Domani
me ne andrò nel deserto
per incontrare qualcuno.
 

 

21 Febbraio 2001

Sono arrivata
a sommare per sottrarre,
moltiplicando frazioni.
Ho calpestato
frammenti di formule
ormai scombinate.
Ho scardinato equazioni.
Ho rotto clessidre
disperdendo la sabbia
negli abissi dell’etere.
Ho visto i numeri scivolare
dalle pagine dei libri,
li ho visti cadere dagli orologi
mentre le lancette morivano
agonizzando in stagni ormai vuoti.
Tutto questo
per vivere senza contare,
manipolando il tempo senza più limiti.
Diluite le tempere di ogni realtà,
non avremo parametri per calcolare,
dissolvendo i colori del passato e futuro.
Sul calendario ormai scolorito
è solo rimasto un numero in rosso
a ricordare ancora quel giorno
di ventisette anni fa.
Che senso ha tutto questo?
Mi chiedo che senso...
Chiudo gli occhi
e prego che il vento
cancelli anche quel numero
allontanando i ricordi.

 

 

 

 

 

 

 

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