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NULLA E' PROVVISORIO
La
luna bianca sopra i bianchi olivi assorti
di settembre; la
lepre che dai campi al covo sgroppa all'incalzare
della muta; il tocco che
vibra dalle crune dei
campanili aerei; un volto caro custodito
nel cuore; a
notte il lento ànsito dell'onda
che sciaborda, tempo
verrà che dissipi.
Forse
nulla è provvisorio: ogni essere, luce,
suono, colore, volto, ritmo, ha
una sua vita implicita: dall'ombra a
quando a quando emerge: la sua voce giunge
per echi flebili e
la segreta immagine al
cuore in veglia
ilare
s'affabula
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QUESTO FREDDO CHE PESA
Questo freddo che pesa come
gli anni ad un vecchio. Questa solitudine greve
e stupefatta. Quest'attesa che il grido dell'anima
fa emergere furtiva ed accende ricordi, che resistono
al tempo. Questo camminare podagroso lungo vie
prigioniere dell'ansie, che ognuno conduce con sé.
Questa spoglia stagione che non scopre un barlume
a chi attende che un fiore si schiuda e ravvivi
la vita.
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UNA VOLTA, NOI….
Noi, la sera, con una
porta chiusa, sbarravamo al buio la
paura.
Noi, tutti attorno alla fioca
luce d'un lume, sembravamo falene accanto
al fuoco.
Noi, in quel tempo, dormivamo
sereni sul grembo delle madri respirando
gli umori dei grembiuli, pregni di nero
e di povertà.
Noi, al lieto canto del gallo,
dentro la stia nell'orto, risorto il giorno,
imparavamo a vivere.
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