Il
rapporto sul WTC-7 del NIST: la scienza di Bush raggiunge il suo apice. Di
Kevin R. Ryan. Articolo originale (in inglese) tratto da www.911review.com.
Traduzione mia e dell'utente Decalagon di Luogocomune.net.
(Ho aggiunto alcuni filmati e alcune fotografie all'articolo per
completezza.)
In un famoso libro di
Antoine de
Saint Exupery, un piccolo principe proveniente da un altro pianeta
chiese al narratore di disegnare una pecora. Dopo diversi tentativi
insoddisfacenti, il narratore disegnò semplicemente una
scatola
e disse al piccolo principe che la pecora si trovava al suo interno. Il
piccolo principe allora esclamò: "Questo è
esattamente
come la volevo!" [1]
In questo esatto modo
l'amministrazione Bush ha chiesto ai suoi scienziati del National
Institute of Standards and Technology (NIST) una spiegazione a quanto
accaduto presso il World Trade Center (WTC) l'11 settembre 2001. In risposta a tale
richiesta, il NIST
ha elaborato una serie di storie fantasiose nel corso degli anni, e
ogni storia era diversa da quella precedente. Finalmente, dopo sette
lunghi anni,
il NIST ha pubblicato il suo ultimo racconto riguardante il WTC-7
dicendo semplicemente: "La
spiegazione è nel nostro
computer".
[2]
Come previsto, tuttavia,
questa
spiegazione "dentro la scatola" lascia molto a desiderare per quelli
che fra noi preferiscono vivere nella realtà, invece che in
un
mondo immaginario. D'altra parte stiamo imparando qualcosa dal NIST
dopo questo suo ultimo rapporto, e cioè che quando gli
scienziati governativi cominciano a lavorare soprattutto per degli scopi politici, non
c'è limite agli inganni
che possono produrre.
Coloro che hanno scritto le relazioni del NIST sul World Trade Center
devono ora assumersi la responsabilità personale per le
guerre
in atto scatenate dopo l'11 settembre, e per i milioni di morti che
esse hanno causato.
Ecco qui sotto un video che riassume i motivi principali per cui
il Rapporto del NIST sul WTC-7 non può essere considerato
valido.
Per maggiori dettagli, leggete l'articolo che segue.
1. Il
NIST inizia con un paio di piccole bugie innocue, e non si guarda mai
indietro.
Il NIST ha presentato il
suo rapporto
sul WTC-7 affermando di averci lavorato per soli tre anni. Ma, al
contrario, sappiamo che il NIST ha iniziato la sua indagine sul WTC nel
mese di agosto del 2002 e che ha rilasciato un rapporto a parte sul
WTC-7 nel giugno 2004, dopo la creazione di centinaia di pagine di
rapporti dettagliati per il WTC-7. [3] L'indagine,
apparentemente,
cominciò di nuovo nel settembre 2005, dopo la pubblicazione
del
rapporto sulle Torri Gemelle. Da allora - se non per alcune risposte
alle FAQ sul rapporto delle Torri - il NIST si è concentrato
interamente sul WTC-7.
Questo significa che, complessivamente, il NIST ha lavorato alla sua
spiegazione finale per la distruzione del WTC-7 per almeno cinque anni, e non
tre.
Tuttavia, come il
lettore vedrà, il NIST ha imparato ad ingannare il pubblico
dalla sua esperienza con le Torri. Un modo in cui il NIST
ha imparato a
evitare le critiche è stato quello di fingere di aver preso
in
considerazione le teorie alternative. Nella sua presentazione del
rapporto sul WTC-7, il NIST ha affermato: "Siamo stati molto aperti
verso le teorie alternative". Ma tale affermazione può
sembrare
vera solo se si chiude un occhio su molti fatti che indicano
esattamente l'opposto, inclusi i seguenti:
Il NIST ha ignorato
tutti gli inviti da parte dei ricercatori indipendenti
per discutere le sue conclusioni o le teorie alternative.
I precedenti rapporti del NIST
non mostrano alcuna prova che il NIST abbia considerato le teorie
alternative, anche solo vagamente. E' stata fatta solo una piccola
smentita nel rapporto sulle Torri, e solo dopo molte critiche pubbliche
riguardo l'assenza di accenni alle teorie alternative nel rapporto.
I familiari delle vittime del
9/11 e i ricercatori indipendenti sono dovuti ricorrere a vie legali per
ottenere la verità dal NIST, tra cui una richiesta di
correzione
che in ultima analisi è stata ignorata da NIST. [4]
I cittadini che hanno criticato in pubblico il
NIST hanno perso il
lavoro per averlo fatto (sorte che è toccata
anche all'autore di questo articolo).
Il NIST non
fa alcuna menzione
di tutti gli articoli scientifici mainstream (e peer-reviewed)
pubblicati a sostegno delle teorie alternative. [5]
Un'altra
importante lezione
che il NIST ha imparato dal suo rapporto sulle Torri è stata
questa: se si eseguono dei test fisici per sostenere una conclusione
politicamente motivata, è meglio che tali test confermino tale
conclusione. I test che il NIST e gli Underwriters Laboratories (UL)
hanno eseguito per l'indagine sulle Torri non hanno affatto supportato
le conclusioni predeterminate che il NIST, e l'amministrazione Bush suo
capo, cercavano di confermare. [6]
Il NIST ha evitato
questo problema nell'inchiesta sul WTC-7 semplicemente non effettuando alcun test a
sostegno della sua teoria. Invece di incastrare
alcune travi e
colonne insieme e riscaldarle per vedere ciò che sarebbe
successo, il NIST ha costruito la sua storia finale basandosi sul
nulla, a parte dei modelli
computerizzati che,
a quanto ha detto, hanno impiegato un lunghissimo periodo di tempo per
venire creati ("...un'analisi di 25 secondi ha richiesto 8 settimane.")
In altre parole, per il
NIST evitare i problemi significa evitare la realtà.
2. Oh, e scordatevi del
carburante diesel.
Nel suo nuovo rapporto
basato
interamente su modelli computerizzati, il NIST contraddice le sue
precedenti dichiarazioni che suggerivano che l'edificio fosse andato
distrutto a causa degli
incendi provocati dal carburante diesel
(N.d.T.: avrei potuto tradurlo con "gasolio", ma non vorrei venire
accusato di manipolare il testo in qualche modo, per cui...). Questo
nonostante il fatto che, dopo vari anni di indagini, il NIST credeva
ancora che il carburante diesel fosse stato la causa di tutto. Il NIST
ha utilizzato il suo partner, Popular Mechanics, per diffondere la
teoria del carburante diesel.
In un articolo del marzo
2005 che
è stato successivamente ampliato in un libro-farsa, Popular
Mechanics (PM), ha sostenuto che "gli
investigatori ritengono che il fuoco sia stato alimentato da serbatoi
di carburante diesel". Sivaraj Shyam Sunder, il
capo-ingannatore del NIST e di PM, ha esposto questa tesi affermando: "La
nostra attuale ipotesi di lavoro è che questa linea
pressurizzata abbia rifornito gli incendi di carburante per un lungo
periodo". [7]
Ma come le spiegazioni
precedenti per
le Torri (ricordate la "teoria pancake"?), la spiegazione finale per il
WTC-7 non ha alcuna somiglianza con le spiegazioni precedenti. Il NIST
afferma semplicemente, nel suo nuovo rapporto, che il carburante diesel non ha
svolto alcun ruolo nella distruzione del WTC-7.
"Tuttavia, gli incendi di
carburante petrolifero non hanno giocato alcun ruolo nel crollo del
WTC-7." (NCSTAR 1A, p. xxxii.)
Stranamente, nessuno nei
mass media
sembra aver notato questo dettaglio. Perfino il New York Times, che
aveva pubblicato molti articoli secondo cui il WTC-7 era crollato per
via degli incendi di carburante diesel, ha assecondato questa completa
ritrattazione senza perdere un colpo. Il reporter Eric Lipton, che in
passato aveva scritto del "disastroso
incendio del WTC-7 alimentato da carburante diesel",
si è limitato a suggerire che Sunder (il responsabile del
NIST),
nello spiegare la sua nuova teoria stava avendo molta pazienza con i
"teorici della cospirazione". [8]
3.
Oh, e scordatevi anche dei danni causati dai crolli delle Torri.
Per anni ci è
stato anche raccontato che il WTC-7 era crollato perché il 25% dell'edificio era stato
"scavato via" dai detriti delle Torri che crollavano.
Questa affermazione - completamente ingiustificata e mai provata - era
nata dall'esagerazione ad opera dei media di un'altra affermazione che
Sunder aveva fatto ai suoi sostenitori di PM. Sunder aveva detto: "Circa
un terzo della facciata al centro e in fondo - circa 10 piani - ossia
approssimativamente il 25% della profondità dell'edificio,
era
stata scavata via come da un cucchiaio da gelato". [9]
Ovviamente, un terzo di
un quarto (infatti si trattava di una sola facciata dell'edificio) fa
solo un dodicesimo,
non il 25%, ma questo non è importante. Come con le altre
storie
ufficiali e con le loro versioni esagerate dai media, tutti sapevano
che lo scopo del NIST e dell'amministrazione Bush era di evitare che le
persone continuassero a riflettere sulla questione. Questo è
probabilmente il motivo per cui così tante delle leggende
ufficiali si basano su analogie alimentari. C'era la "teoria pancake",
l'"acciaio di liquirizia" (alle Torri), e la "ciambella" (il WTC-6).
Come con esse, anche la frase "scavata via come da un cucchiaio da
gelato" spediva il sangue dal cervello allo stomaco.
Celebrità
come Denis Leary e Alan Colmes se la bevvero come acqua e poi la
rigurgitarono, così come Matthew Rothschild, Manuel Garcia e
ogni altro pretenzioso sostenitore della teoria ufficiale del complotto.
E' poi venuto fuori che
l'assurdità del cucchiaio da gelato era solo un altro
inganno.
Il NIST sapeva che non sarebbe mai stato in grado di sostenerlo con
vera scienza, dato che perfino le indagini più semplici lo
confutavano. Era ovvio che la
diffusione dei detriti a Ground Zero era incredibilmente asimmetrica,
e il NIST probabilmente non voleva dover spiegare perché. Ma
nessuno crederebbe mai che i detriti delle Torri abbiano davvero
"scavato via" tanta parte del WTC-7, quando gli edifici immediatamente
adiacenti ad esso non
riportarono quasi nessun danno dalla caduta delle Torri.
Nemmeno Larry (Silverstein, l'uomo che aveva affittato e assicurato per
miliardi di dollari le Torri Gemelle e il WTC-7 poco prima degli
attentati) potrebbe essere così fortunato.
Nella prima
immagine, una foto aerea che rende evidente l'asimmetrica distribuzione
dei detriti dei crolli delle Torri,
e la stranezza del crollo del WTC-7, l'unico edificio che si trovava a
quella distanza dalle Torri e che è crollato completamente,
mentre gli altri edifici vicini hanno subito solo danni leggeri.
La seconda immagine invece è tratta dal Rapporto sul WTC
della
FEMA, e conferma che il WTC-7 è stato investito (e solo in
parte)
soltanto dai detriti più piccoli (cerchio arancione), che
avrebbero potuto causare solo danni leggeri.
Alcuni
edifici che si trovavano circa alla stessa distanza del WTC-7 dalle
Torri e che si sono guardati bene dal crollare.
Inoltre,
era chiaro che danni così estremi e asimmetrici avrebbero
dovuto causare (se anche ci fossero stati davvero) un crollo asimmetrico,
e non certo un collasso simmetrico e praticamente a velocità
di
caduta libera (6,5 secondi) come quello che vediamo dai filmati.
Alla fine, il NIST ha rinunciato
alla "spiegazione del cucchiaio da gelato", affermando: "A parte iniziare gli incendi
nel WTC-7, i danni causati dai detriti della Torre Nord
(la Torre Sud era troppo lontana e cadendo non l'ha nemmeno sfiorato,
N.d.T.) hanno avuto un
effetto minimo nell'innescare il crollo del WTC-7".
(NCSTAR 1A, p. xxxii.)
Per coloro che stavano
cercando
risposte semplici, questa nuova storia significa che il sangue deve
ritornare al cervello, dopo tutto. Ma il NIST spera che, ormai, ci
siamo del tutto scordati come pensare.
4.
Metallo fuso? Quale metallo fuso?
Il NIST, nel suo
rapporto finale sul WTC-7, ha ignorato tutte le prove riguardanti la
presenza di metallo fuso
a Ground Zero, nonostante numerosi testimoni affidabili l'abbiano
riferita. Questi testimoni includono Richard Garlock, un ingegnere
strutturista del Leslie E. Robertson Associates, un'impresa
ingegneristica coinvolta nella progettazione delle Torri e dello
sgombero di Ground Zero, che disse: "Qui il WTC-6 è sopra
di me. Le macerie dopo le colonne erano di colore rosso per il calore
("red-hot"), erano fuse
e scorrevano ("molten, running")." [10]
I testimoni dell'acciaio
fuso
includono anche il professor Abolhassan Astaneh-Asl
dell'Università di Berkeley, che fu il primo scienziato ad
esaminare l'acciaio a Ground Zero. Il professor Astaneh-Asl si
riferì all'acciaio del WTC che esaminò come "fuso, in un certo
senso" ("kind of melted"). [11] Anni dopo, interrogato
nuovamente sulla sua esperienza, ha precisato: "Ho visto delle travi fuse al World
Trade Center" ("I saw melting of girders in World Trade
Center"). [12]
Vediamo ora varie altre testimonianze a sostegno della presenza di
acciaio fuso nelle macerie del WTC:
Il
dr.
Keith Eaton ha ispezionato
Ground Zero e ha dedotto su The Structural Engineer:
“Ci hanno fatto vedere
molte diapositive interessanti” ha continuato [Eaton],
“spaziando dal metallo fuso che era
ancora rovente settimane dopo l’evento alle lastre d’acciaio
da 4 pollici tranciate e piegate nel disastro”
(Structural Engineer, September 3, 2002, p. 6).
L’osservazione
sul metallo fuso a Ground Zero fu pubblicamente sottolineata da Leslie
Robertson, l’ingegnere strutturale responsabile
della
progettazione delle Torri del World Trade Center, che disse che “Qualcosa come 21
giorni dopo l’attacco, gli incendi ardevano ancora e scorreva ancora acciaio fuso”
(Williams, 2001, p. 3). Poi Robertson si è rimangiato questa
dichiarazione (insieme ad altre sulla resistenza delle Torri) per poter
supportare la versione ufficiale, ma quello che ha detto rimane nero su
bianco e inequivocabile.
Il paramedico Lee
Turner ha riferito di aver visto "lucente metallo fuso colare
da una trave" (quindi si trattava di acciaio, visto che le
travi degli edifici sono fatte solo di quello). (fonte)
Sarah
Atlas faceva parte della New Jersey’s Task Force
One
Urban Search and Rescue ed è stata tra i primi sul campo a
Ground Zero col suo collaboratore canino Anna. Ha detto a Penn
Arts and Sciences nell’estate 2002: “Nessuno è
sopravvissuto. Gli incendi continuavano e acciaio fuso colava
nel cumulo di macerie
che ancora si trovava sotto i suoi piedi” (Penn,
2002).
Ron
Burger, un consigliere per la salute pubblica arrivato a
Ground Zero il 12 settembre, ha detto che "la scena per via del calore e
dell'acciaio fuso
mi ricordava un vulcano". (fonte)
Allison Geyh faceva
parte di un gruppo di ricercatori della salute
pubblica della Johns Hopkins che visitò il luogo del WTC
dopo l’11 settembre. Nel numero di fine autunno 2001 della
rivista della Johns Hopkins Public Health scrisse: “In alcune
cavità che si stanno scoprendo ora si sta trovando acciaio fuso”.
Ken
Holden, che si è occupato delle demolizioni dei
restanti edifici del World Trade Center e della rimozione dei detriti,
ha detto alla Commissione sull'11/9: "Sottoterra era ancora
così caldo che metallo
fuso colava sui lati delle pareti del WTC-6".
(fonte)
William
Langewiesche, l'unico giornalista ad avere accesso
illimitato a Ground Zero durante le operazioni di sgombero, ha detto: "I primi giorni, i ruscelli di metallo
fuso che
colavano dai punti più caldi scorrevano tra le pareti in
frantumi delle fondamenta." (fonte)
Un membro del
109esimo Battaglione Aereo della
Guardia Nazionale di New York, arrivato a Ground Zero il 22 settembre,
ha riferito: "Un
pompiere ci ha detto che c'era ancora acciaio fuso al
centro delle macerie delle Torri. I pompieri hanno spruzzato acqua per
raffreddare i detriti, ma il calore è rimasto tanto intenso
da fondere i loro stivali." (fonte)
In un articolo
del New York Post del 3 marzo 2004, viene ricordato che i pompieri a
Ground Zero hanno parlato di "calore
così intenso che videro fiumi di
acciaio fuso".
Ancora
cinque mesi dopo i crolli, il
vigile del
fuoco Joe O'Toole
vide una trave che "grondavaacciaio fuso"
venire estratta dalle
profondità di Ground
Zero.
(fonte)
(Molte altre
testimonianze sulla
presenza di pozze e rivoli di acciaio fuso nelle macerie del WTC, si
possono trovare a questo
indirizzo. Se la pagina non funziona, provate qui.)
Ci sono
molti altri resoconti
di acciaio fuso a Ground Zero, inclusi molti da parte di coloro che
supportano la camaleontica teoria del collasso indotto dal fuoco
dell'amministrazione Bush. Ci sono anche fotografie e perfino filmati
a sostegno di tali testimonianze. [13]
Le
foto termiche della zona sono tratte da una fonte
governativa, e mostrano punti ancora a oltre 700 °C
dopo 5 giorni dal crollo.
Sentiamo
ora con le nostre orecchie cosa hanno da dire a riguardo i pompieri che
si sono trovati in
prima persona sul luogo:
Anche la
presenza
di alcuni strani reperti
ritrovati nelle macerie del WTC dimostra che nelle Torri Gemelle e
nel WTC-7 deve aver agito una sostanza incendiaria o esplosiva molto
più potente del semplice kerosene, in grado di fondere sia
acciaio che cemento, e quindi di raggiungere almeno i 1.800 °C
(maggiori dettagli e altri misteriosi reperti sono
visibili qui):
Ma il NIST
continua a ignorare
tutte queste prove nel suo nuovo rapporto.
5. Acciaio sottile come carta e
corrosioni da zolfo? Di che parlate?
Da quando il rapporto
sul WTC della
FEMA (Federal Emergency Management Administration) è uscito
nel
2002, l'aspetto più intrigante delle spiegazioni ufficiali
è stato il problema che il New York Times ha definito come
"forse il più
profondo mistero non svelato dall'indagine". [14] Questo mistero riguarda
il
ritrovamento di frammenti
di acciaio estremamente assottigliati
recuperati dagli investigatori della FEMA, e anche dal
professor
Astaneh-Asl. [15] Questi campioni mostravano segni di corrosione da
zolfo ("sulfidation"), e tracce di formazioni eutettiche
che
risultavano del tutto inspiegabili per tutti gli esperti di incendi.
Cliccate sull'immagine per
ingrandirla.
Molti altri misteriosi e ufficialmente inspiegabili ritrovamenti nelle
macerie del WTC possono essere esaminati qui.
Dopo 7-8
mesi di indagini,
gli esperti di incendi dissero questo sul mistero dell'acciaio
ultrasottile e corroso:
"La
grave corrosione e conseguente erosione dei
campioni 1 e 2 sono un evento molto raro. Non è stata trovata
alcuna spiegazione chiara per la provenienza dello zolfo.
La
rapidità a cui la corrosione è avvenuta
è
anch'essa sconosciuta. E' possibile che essa sia il risultato di un
riscaldamento molto lungo e duraturo nel terreno in seguito al crollo
degli edifici. E' anche possibile che il fenomeno sia cominciato prima
del crollo e abbia accelerato l'indebolimento della struttura di
acciaio. Unostudio approfondito
sui
meccanismi di questo fenomeno
è necessario per capire se e quali rischi
corrono le strutture
di acciaio attualmente esistenti se sottoposte a incendi gravi e
duraturi." [16]
Ma quello "studio
approfondito" non
è mai stato fatto, a quanto pare.
E sebbene il nuovo rapporto
del NIST sul WTC-7 non
accenni nemmeno a questa vicenda, Sunder ha
dovuto rispondere a una domanda a riguardo in una conferenza stampa.
Sunder ha semplicemente detto che gli esperti di incendi ci hanno
riflettuto un altro po', e hanno detto alla BBC che dopotutto non era
affatto un mistero (!).
Che ci abbiano
riflettuto è
sicuro, ma senza lo studio approfondito che avevano ritenuto
necessario, questo mistero rimane irrisolto.
6. Thermite esplosiva? Che
thermite esplosiva?
Una spiegazione per la
corrosione da
zolfo e per l'estremo assottigliamento dell'acciaio è stata
offerta da ricercatori indipendenti, ed è pienamente
compatibile
con la teoria alternativa (della demolizione controllata) che il NIST
ha evitato per tutti questi anni. La reazione thermitica,
disponibile
in diverse utili variazioni per tagliare l'acciaio, può
spiegare
questo assottigliamento e questa corrosione piuttosto efficacemente.
L'ipotesi della thermite
per i crolli
del WTC è stata proposta inizialmente da Derrick Grimmer
dello
Scientific Panel Investigating Nine Eleven (SPINE). [17]
Quest'ipotesi
è stata in seguito espansa in una teoria sperimentalmente
supportata dal professor Steven
Jones. [18]
Quando gli è
stato domandato
della thermite nella conferenza stampa sul WTC-7, Sunder ha finto che
il NIST non fosse al corrente della forma esplosiva di questo composto
chimico, chiamato super-thermite o nano-thermite (tracce del quale sono state
ritrovate nelle macerie del WTC, per inciso. N.d.T.). Invece,
Sunder ha
affermato che la thermite non avrebbe potuto essere applicata
adeguatamente per realizzare una demolizione nascosta. La risposta di
Sunder, oltre che vaga e non dimostrata, è in diretta
contraddizione
con il fatto che vari investigatori del NIST che si sono
occupati dell'indagine sul WTC avevano conoscenza approfondita della
nano-thermite, e che tale materiale può venire spruzzato su
superfici come l'acciaio. [19] Il nuovo rapporto del
NIST ignora
molte altre importanti prove a sostegno della teoria alternativa della
demolizione controllata. Queste prove comprendono
i molti
testimoni di esplosioni (visibili
qui),
le molte persone che furono avvisate che il
WTC-7 stava per crollare, e la predizione, da parte di vari network tra
i più importanti, che l'edificio stava per crollare molto
prima
che lo facesse davvero. [20]
Come vediamo dalla
spiegazione che il
NIST ha impiegato cinque anni a fornirci, nessuno avrebbe potuto
prevedere una cosa simile.
7.
"La ragione per il
crollo del World Trade Center 7 non è più un
mistero."
Se la reazione pubblica
a questo
rapporto non fosse così importante per il futuro di tutti,
questa affermazione del NIST sarebbe risibile. La distruzione del
WTC-7, mai nemmeno
menzionata nel Rapporto
della Commissione 9/11, era
chiaramente un grande mistero per gli investigatori governativi dall'11
settembre. Ma più importante: dopo diversi anni di indagini
era
ancora un grande mistero per il NIST e per Sivaraj Shyam Sunder.
Infatti, Sunder ha detto
al New York
Magazine nel 2006: "Sinceramente,
non lo so davvero. Abbiamo avuto
problemi a capire cosa sia avvenuto all'edificio numero 7".
[21]
Questa affermazione è piuttosto differente da ciò
che
dice oggi, naturalmente. Quando è stato intervistato dalla
Associated Press subito dopo aver presentato il suo nuovo rapporto,
Sunder ha detto tranquillamente:
"Il pubblico dovrebbe proprio
riconoscere che la scienza è davvero dietro ciò
che
abbiamo fatto", aggiungendo: "L'ovvio ti guarda negli occhi,
è
lampante". [22]
Vediamo cos'è
improvvisamente
così "ovvio" riguardo questa nuova storia, ricordando che
nessun
esperimento scientifico reale è dietro di essa,
a parte
simulazioni computerizzate che non saremo probabilmente mai autorizzati
ad esaminare.
8.
Espansione termica, non
indebolimento, ammorbidimento, accorciamento o incurvamento.
Nei computer del NIST,
l'acciaio
può fare praticamente di tutto. L'abbiamo constatato nel
rapporto sulle Torri Gemelle, dove ci è stato detto
che
incendi
di uffici, anch'essi simulati al computer, avevano incurvato i
pavimenti, accorciato le colonne e fusoammorbidito
indebolito grandi
quantità di acciaio. Questa volta, abbiamo ciò
che il
NIST chiama un "nuovo
fenomeno" per l'acciaio strutturale, chiamato
"espansione termica".
"L'espansione
termica
della struttura
del pavimento intorno alla Colonna 79, causata dal fuoco, ha portato al
crollo del Piano n° 13, il che ha innescato una reazione a
catena
di crolli di piani. Le traverse di sostegno del pavimento sul lato est
dell'edificio si sono espanse abbastanza da spingere in fuori le travi
che collegavano le Colonne 79 e 44 sul lato ovest del 13esimo piano. Le travi scardinate e
altri danni
causati dal fuoco causarono il crollo del Piano n° 13,
iniziando
una cascata di crolli di
pavimenti giù fino al 5° piano.
(...)
Questo ha lasciato la Colonna 79 con un supporto laterale insufficiente
nel verso est-ovest. La colonna si è deformata verso est,
provocando un iniziale
crollo locale che ha poi portato al collasso
totale". (NCSTAR 1-A, p 19-20.)
Con questa spiegazione
sommaria, il
NIST comincia la sua spiegazione con un trucco.
L'"iniziale crollo
locale" non è una colonna che si deforma, secondo questa
nuova
storia, ma lo scardinamento di una trave causata dall'espansione
termica di circa cinque traverse di sostegno dei piani. E' da qui che
dobbiamo iniziare la nostra analisi della nuova spiegazione del NIST
sul WTC-7, e se questa parte non è realistica, allora
neanche
tutto il resto può esserlo.
Dovremmo cominciare da
un fatto descritto in uno dei primi rapporti del NIST sul WTC-7:
"La maggior parte delle
travi e delle
traverse (del WTC-7) erano state unite alle lastre (che formavano i
pavimenti) attraverso l'uso di pioli
connettori ("shear studs")."
(NCSTAR 1-1, p. 14.)
Il NIST ora contraddice
questa scoperta iniziale, allo scopo di supportare la nuova spiegazione:
"Nel WTC-7 non erano
stati installati connettori sulle travi."
(NCSTAR 1-9, p. 346.)
Per la storia
dell'espansione
termica, questa presenza di pioli connettori che tengono i pavimenti di
cemento uniti alle travi e alle traverse sono importanti. I connettori
erano grandi 1,9 x 12,7 cm (0,75 x 5 pollici), ed erano posizionati
ogni 30 o 60 cm (1 o 2 piedi) lungo le travi o le traverse, secondo il
rapporto NCSTAR 1-1. C'erano 28 di questi connettori per ognuna delle
cinque traverse che si sarebbero espanse. Il NIST haingannevolmente
ridotto tutti questi pioli connettori nella sua recente
presentazione,
dove un semplice diagramma suggeriva falsamente che ci fossero solo tre
connettori per ogni traversa.
Sulla presunta trave
scardinata,
secondo il primo rapporto del NIST, ci sarebbero stati almeno 22
connettori, piazzati a intervalli di 30 o 60 cm. Ma il nuovo rapporto
del NIST li rimuove tutti
per rendere più semplice per la
trave
venire scardinata. Alcuni degli altri
diagrammi del NIST
indicano che la trave fosse collegata alla colonna 79 solo con due
"seat bolts"
(viti con bullone). In realtà c'erano due seat
bolts e due clip bolts
(un altro tipo di vite) per ogni connessione tra
trave e colonna.
Inoltre, il NIST ci dice, in modo poco convincente,
che "non è
stata trovata nessuna prova che le travi o le
traverse del WTC-7 fossero saldate
ai pavimenti" (NCSTAR 1-9, p. 348).
Naturalmente, ormai sappiamo cosa intende il NIST quando dice che non
ha trovato nessuna prova.
Ecco che aspetto hanno
le premesse
della nuova storia del NIST, se assumiamo che non ci fossero saldature
e
che tutti i connettori fossero stati rimossi dalle travi e dalle
traverse, o si fossero rotti:
Fonte: NCSTAR 1-9,
p. 346
Come possiamo vedere,
pare che il
NIST ci stia dicendo che le traverse sciolte, slegate (ne viene
mostrata solo una nell'immagine) hanno spinto la trave (slegata
anch'essa) per una distanza di diverse decine di centimetri (svariati
piedi).
Anche se fossimo
disposti a credere
che il WTC-7 fosse costruito in un modo così scadente,
questa
ipotesi è realistica?
Prima di tutto,
è da precisare
che l'espansione termica non è affatto un nuovo fenomeno, e
che
l'acciaio strutturale non è stato inventato appositamente
per
essere usato al WTC. Effetti simili sono stati una
possibilità
in tutte le migliaia di altre situazioni in cui l'acciaio strutturale
è stato sottoposto a calore durante la storia. Quindi quale
enorme differenza ha fatto l'espansione termica nel WTC-7?
Le traverse dei
pavimenti di cui il
NIST sta parlando, che avrebbero spinto la trave tra la colonna 79 e la
colonna 44 completamente fuori sede, erano lunghe circa 15,8 metri (52
piedi) ognuna. L'equazione per l'espansione termica lineare
è la
seguente:
Ossia: l'aumento di
lunghezza
dell'oggetto considerato (Delta-L) è una funzione del
prodotto del
coefficiente di
espansione lineare (Alfa), della lunghezza originale (Lo)
e del
cambiamento di temperatura (Delta-T). Il coefficiente di espansione
lineare
dell'acciaio è di circa 0,000012 m/m/°C.
Usando l'equazione
soprastante,
otteniamo che le traverse avrebbero potuto espandersi 0,019 metri per
ogni 100 °C di aumento della temperatura.
Ricordiamo anche che
ogni
espansione termica lineare avrebbe agito anche sulle colonne esterne
del lato est del WTC-7, perché l'espansione termica non
colpisce
solo un'estremità di una traversa. A qualunque distanza le
traverse abbiano
spinto la trave critica del NIST, avrebbe dovuto verificarsi un
incurvamento equivalente sul lato est del WTC-7, a meno che il WTC-7
non fosse una struttura molto instabile fin dall'inizio.
Quindi,
metà
dell'espansione termica totale (0,01 m) avrebbe colpito
la
trave critica del NIST per ogni 100 °C in
più.
Per la nuova storia del
NIST, quelle
traverse avrebbero dovuto non solo espandersi linearmente, ma anche
rompere 28 pioli connettori ad alta resistenza, 2 seat bolts, 2 clip
bolts (e le saldature), e poi causare la deformazione di
una gigantesca
trave (che aveva anch'essa 22 pioli connettori) prima che le traverse
stesse
si incurvassero o si indebolissero.
Questo è più
o meno
l'opposto di quello che
il NIST afferma che sia avvenuto nelle Torri,
dove la spiegazione ufficiale è che i pavimenti si sarebbero
incurvati talmente tanto
a causa degli incendi
da causare il crollo totale (immagine
illustrativa).
Nel WTC-7, il NIST ora dice che i pavimenti non
si sono incurvati o indeboliti minimamente, ma sono rimasti
orgogliosamente rigidi mentre un'espansione termica ha
fatto
sì
che devastassero la struttura intorno a loro.
9.
Temperature altamente
esagerate lasciano le traverse rigide.
Per espandersi, le
traverse prima
hanno dovuto divenire molto calde. Il NIST dice che i suoi modelli
computerizzati suggeriscono che "alcune parti" di queste traverse
abbiano raggiunto i 600 °C.
"A causa dell'efficacia
del SFRM
(Spray-Applied Fire-Resistive Materials, Materiale Antincendio
Applicato a Spruzzo), la temperatura più alta delle colonne
nel
WTC-7 è stata soltanto di 300 °C, e solo sul lato
est
dell'edificio le traverse hanno raggiunto o superato i 600 °C."
(NCSTAR 1A, p. 19.)
"Le temperature di
alcune parti delle
traverse che sostenevano i piani 8, 12, 13 e 14 hanno superato i 600
°C." (NCSTAR 1A, p. 48.)
Queste temperature
estremamente
elevate avrebbero sicuramente causato un indebolimento delle traverse,
una volta che i connettori fossero andati perduti, permettendo
all'espansione termica di svilupparsi attraverso un'incurvatura verso
il basso. Questo è supportato dagli esperimenti
Cardington
descritti nel rapporto NCSTAR 1-9 (sezione 8.4.3), dove traverse molto
più corte hanno sperimentato un'incurvatura significativa.
Quindi, questa ipotesi di espansione termica lineare delle traverse
rimaste rigide non
è realistica.
In ogni caso, nonostante
il NIST non
lo dica chiaramente nel nuovo rapporto, un aumento di temperatura di
525 °C avrebbe causato al massimo 5,6 cm (2,2 pollici) di
deformazione
nell'estremità delle traverse collegate alle travi. E se si
fosse trattato solo di una parte - per esempio solo di un terzo -
dell'intera traversa, allora l'aumento di lunghezza dovuto
all'espansione termica sarebbe stato molto più piccolo (1,8
cm -
0,7 pollici). Questo rende la storia del NIST su tutte quelle seat
bolts, quelle clip
bolts e quei connettori che si rompono
contemporaneamente, e quella trave critica che si piega, piuttosto
incredibile.
Ma come hanno fatto
quelle traverse a
raggiungere 600 °C in primo luogo?
Nel mondo reale, questo
avrebbe
richiesto incendi molto intensi per un tempo molto lungo. Nei computer
del NIST, ovviamente, questo non è stato un problema. Come
per
il rapporto sulle Torri, questi investigatori virtuali hanno solo avuto
bisogno di truccare
alcuni numeri, come la conduttività
termica
dei materiali coinvolti. L'acciaio strutturale ha una
conduttività termica di 46W/m/K, il
che significa che ogni
calore applicato viene rapidamente dissolto. Ma se quel valore venisse
impostato a zero, o quasi zero, ogni calore applicato farebbe alzare la
temperatura drammaticamente nella zona interessata.
"L'acciaio è
stato immaginato
nel modello FDS termicamente sottile, per cui non è stata
usata
alcuna conduttività termica."
(NCSTAR 1-5F, p. 20.)
E' stato considerato
che i muri
interni (incluse le colonne d'acciaio) avessero le proprietà
di
tavole di gesso (ossia una conduttività termica di appena
0,5
W/m/K)." (NCSTAR 1-5F, p. 52.)
Nonostante i pavimenti
in
realtà consistessero di un ponte d'acciaio con sopra una
lastra
di cemento... le proprietà termiche dell'intero pavimento
sono
state considerate come quelle del cemento (ossia solo 1,0 W/m/K)."
(NCSTAR 1-5F, p. 52.)
Truccare i valori della
conduttività termica, e applicare i risultati locali delle
simulazioni su vaste sezioni dell'edificio, a quanto pare è
il
modo in cui gli scienziati del NIST sono convinti di poter
sostenere
le alte temperature dell'acciaio.
E' da notare anche che
riscaldare
quelle cinque traverse di pavimenti fino a 600 °C richiederebbe
un'enorme quantità di energia, molto superiore
a quella che
veniva prodotta dagli incendi di mobili da ufficio sotto le traverse.
Naturalmente il NIST non
ha mai avuto
problemi nel pubblicare tali voli di fantasia prima d'ora, dato che i
suoi sponsor non fanno domande dettagliate e che il NIST non discute
dei propri rapporti con investigatori indipendenti.
10. Brevi incendi di
materiale da ufficio in un ambiente progettato per essere resistente al
fuoco.
Altri problemi con la
nuova
spiegazione del NIST emergono dall'ammissione che il NIST ha fatto
riguardo lo stato degli incendi nell'edificio e il design della
struttura. Il NIST ammette che gli incendi nel WTC-7 erano tipici
incendi da ufficio, e che non potevano spostarsi di piano in piano.
"La loro crescita e la
loro diffusione erano quelle di ordinari incendi di materiale da
ufficio." (NCSTAR 1A, p. xxxii.)
"Non ci sono prove che
gli incendi si
siano diffusi da un piano all'altro, forse fino ad appena prima che il
WTC-7 crollasse. I piani a prova di fuoco hanno agito con successo come
barriere che hanno impedito agli incendi di diffondersi."
(NCSTAR 1A,
p. 55.)
Il NIST ammette anche
che l'edificio
era progettato in modo da soddisfare il New York City Building Code,
che richiede una resistenza
al fuoco di 3 ore per le colonne e 2 ore
per i pavimenti.
"Le istruzioni per
coloro che si
erano aggiudicati la costruzione del WTC-7 furono di assicurare una
resistenza al fuoco di 3 ore per le colonne e di 2 ore per i ponti di
acciaio a sostegno dei pavimenti, il che corrispondeva ai criteri di
resistenza al fuoco più severi per costruzioni
di tipo 1B
(senza
sprinklers). (...) "Ispettori privati hanno riscontrato che lo spessore
del SFRM (Spray-Applied Fire-Resistive Materials, Materiale Antincendio
Applicato a Spruzzo) combaciava con questi valori."
(NCSTAR 1A, p. 7;
vedi anche la tabella 8-1 a pagina 340 nel rapporto NCSTAR 1-9.)
Aggiungiamo a questi
fatti che il
NIST ha ammesso nella sua riunione con la Commissione di Consiglio del
dicembre 2007 che la quantità di materiale combustibile
presente
nel WTC-7 avrebbe potuto alimentare solo
20 minuti di incendi in ogni
punto dell'edificio:
"Domanda:
...il fuoco si
spostava
ogni 20 minuti; essenzialmente iniziava e finiva ogni 20 minuti, quindi
se non c'era carburante nel WTC-7, come hanno potuto gli incendi
bruciare così a lungo come hanno fatto e distruggere questa
grande struttura che aveva una buona resistenza al fuoco?"
"Risposta (di Sunder):
Gli incendi si
spostavano da un punto all'altro, il che significa che in ogni punto il
materiale combustibile veniva consumato in circa 20 minuti. Mentre il
combustibile di una zona veniva consumato, il fuoco si spostava ai
materiali combustibili adiacenti." [23]
Per i piani 11 e 12, il
NIST aumenta
la stima di materiale combustibile da 4 a 6,4 libbre per piede
quadrato, presumibilmente alzando la durata degli incendi a circa 32
minuti. Ma anche così, come ha fatto il NIST a
venirsene
fuori
con incendi della durata di 3
ore e mezzo o 4 ore?
"Comunque, sembra
probabile che il danno critico sia iniziato tra le tre ore e mezza e le
quattro ore." (NCSTAR 1A, p. 32.)
Cosa
ha bruciato
sotto quelle traverse per altre tre ore? Senza avere risposta a
queste domande,
dobbiamo assumere che il NIST ora stia suggerendo che la colpa del
crollo del WTC-7 sia di una azienda in particolare.
11.
Essenzialmente, il NIST
sta dicendo che la colpa è degli Underwriters Laboratories.
Riassumendo: componenti
di acciaio
che erano stati certificati in grado di resistere a ore di incendi
hanno ceduto a causa di normali incendi da ufficio che sono durati al
massimo 32 minuti in ogni punto. Questo significa che ci deve essere
stata negligenza,
o una prestazione estremamente scarsa, da parte di
coloro che avevano assicurato la resistenza al fuoco dei componenti
della struttura.
Con il rapporto sulle
Torri Gemelle,
il NIST ha finto che
fosse un mistero chi aveva testato la resistenza
al fuoco dei componenti di acciaio. Ma in realtà non era un
granché come mistero, a meno di non chiedere chiarimenti
agli
Underwriters Laboratories mentre l'intera nazione stava guardando. [24]
Ma per il WTC-7, il NIST dice direttamente che gli Underwriters
Laboratories è l'impresa che aveva fornito le informazioni
sulla
resistenza al fuoco dell'edificio:
"Secondo la Direzione
sulla
Resistenza al Fuoco (1983) degli Underwriters
Laboratories (UL), queste
valutazioni richiedevano che fosse applicato uno strato spesso sette
ottavi di pollice (2,2 cm) di Monokote MK-5 sulle colonne maggiori, uno
strato spesso sette ottavi di pollice (2,2 cm) sulle colonne
più
leggere, uno spesso mezzo pollice (1,27 cm) sulle traverse e uno spesso
tre ottavi di pollice (0,9 cm) sul fondo del ponte di acciaio."
(NCSTAR
1A, p. 7.)
Questa è una
buona ragione per
cui gli UL non sono elencati come parte dell'investigazione sul WTC-7.
Far partecipare l'azienda responsabile di verificare la resistenza al
fuoco della struttura nell'investigazione politicamente motivata su
come l'edificio è crollato a causa del fuoco, potrebbe
originare
un conflitto di interessi.
Il problema che il NIST
e gli UL
hanno ora, è che confermare il coinvolgimento degli UL nella
progettazione del WTC-7, mentre la versione ufficiale ruota intorno a
un cedimento causato dal fuoco, potrebbe portare a grossi problemi per
gli UL. E' chiaro che gli UL ora devono rendere conto di
come hanno
potuto i componenti strutturali del WTC-7 cedere così
catastroficamente a causa di semplici incendi da ufficio, quando la
Direzione per la Resistenza al Fuoco degli UL aveva riferito che quei
componenti avrebbero resistito al fuoco per molto più tempo.
12.
La storia finale del
WTC-7 e come era stata predetta.
Dopo anni passati ad
affermare che
gli incendi alimentati da carburante diesel e i danni causati dalle
Torri erano le cause del crollo quasi in caduta libera del WTC-7, e poi
agire come se non riuscissero proprio a spiegarselo, il NIST ha ora una
nuova "ovvia" storia. La nuova storia è basata su di un
"nuovo
fenomeno" di espansione termica in cui traverse di acciaio
perfettamente isolate sono esposte a temperature di 600 °C in
soli
32 minuti. Credeteci o no, ma il NIST afferma che tutto questo sia
avvenuto in appena pochi
secondi. (NCSTAR 1-9, tabella 8-2, p. 353.)
Queste temperature
estreme, che non
hanno minimamente indebolito le traverse, come sarebbe invece avvenuto
secondo il NIST nelle Torri Gemelle, hanno frantumato tutti i pioli
connettori, i seat bolts
e i clip bolts
di tutte le traverse del lato
est del WTC-7. Le traverse si sono poi espanse linearmente, spingendo
le travi tra la colonna 79 e la colonna 44 di al massimo 5,6 cm (2,2
pollici), causando la deformazione e lo scardinamento della trave
critica dalle colonne 79 e 44.
Abbiamo visto che questo
"cedimento
iniziale localizzato" non è realistico. Questo
perché la
scarsa durata degli
incendi non avrebbe potuto generare le altissime
temperature citate, l'acciaio non
sarebbe rimasto rigido se tali
temperature fossero state raggiunte, e l'espansione termica non sarebbe
stata grande abbastanza da causare gli estesi danni alla
trave critica
immaginati dal NIST.
Questa fragile teoria ci
chiede di
credere che un'unica trave scardinata abbia causato il cedimento di una
colonna (la n. 79), e che questo abbia portato alla distruzione totale
di questo edificio di 47 piani nel giro di 6 secondi e mezzo.
Ma chi avrebbe potuto
prevedere una
cosa simile? Il NIST ammette che si tratta di un fenomeno molto raro
che ha dovuto faticare a lungo per dimostrare:
"Il cedimento della
traversa di un
pavimento in un incendio è un evento raro, e
infatti ci sono
stati molti incendi di edifici che non hanno causato nemmeno cedimenti
localizzati dei pavimenti. La sfida era determinare se un cedimento dei
pavimenti causato dal fuoco avrebbe potuto verificarsi al WTC-7 in un
ordinario incendio alimentato dai materiali presenti nell'edificio." (NCSTAR
1-9, p. 330.)
Quali geni avrebbero
potuto sapere
che questo "nuovo fenomeno" di espansione termica di varie traverse
all'unisono avrebbe causato la deformazione di un'unica trave critica e
il crollo totale dell'intero edificio diverse ore prima che questo
avvenisse davvero?
Come abbiamo vistolo
sapevano molte persone, inclusi
almeno 60 pompieri, più di 25 addetti alle emergenze e al
soccorso medico, e sia la CNN che la BBC. [25]
13. E se credete a tutto
questo...
Il NIST ha concluso
questa ridicola spiegazione con la bizzarra considerazione di
un'"ipotetica esplosione".
Prima il NIST ci chiede
di credere
che non si sia trattato di una demolizione controllata, che nessuno
avrebbe piazzato esplosivi nell'intero edificio per provocare quella
che è sembrata a chiunque l'abbia vista un'implosione
perfettamente simmetrica, verticale e quasi a velocità di
caduta
libera. Al contrario, il NIST
dice che se
qualcuno avesse voluto davvero demolire il WTC-7, allora avrebbe
sicuramente piazzato una grossa bomba sotto quell'unica, fondamentale
colonna 79. E quindi la loro storia secondo cui il
cedimento di tale colonna ha potuto provocare il crollo di tutto
l'edificio
sarebbe vera. (!)
Stiamo al gioco,
accettiamo questa sleale premessa e vediamo cosa sarebbe avvenuto
secondo il NIST in quel caso:
"Anche la più
piccola
esplosione capace di distruggere la colonna critica avrebbe provocato
un boato di 130-140 decibel per almeno mezzo miglio (800 metri). Non
esistono testimoni che abbiano raccontato di un tale boato,
né
è stato registrato nei filmati che hanno ripreso il crollo
del
WTC-7." (NCSTAR 1-A, p. xxxii.)
Essenzialmente, il NIST
sta dicendo
che il crollo del WTC-7 non può essere stato una demolizione
controllata perché una grossa esplosione avrebbe provocato
un
grosso boato. (Come se il NIST non sapesse che esistono sostanze
incendiarie, come la nano-thermite,
capaci di fondere e tagliare
l'acciaio come burro senza fare un suono.) Questo, signori e
signori, è il culmine di sette anni di Scienza di Bush.
14. Nessun fallimento
dell'immaginazione, qui.
La Commissione 9/11 ci
ha detto che
gli attacchi dell'11 settembre 2001 ebbero successo per via di un
"fallimento
dell'immaginazione" (ossia che nessuno avrebbe mai potuto
immaginare che degli aerei sarebbero stati dirottati e fatti schiantare
contro degli edifici, cosa poi risultata falsissima,
N.d.T.). Il NIST non verrà mai
accusato
di questo tipo di fallimento, dato che il suo rapporto non è
altro che un cumulo di fantasiose sciocchezze.
Questa nuova spiegazione
contraddice
le precedenti affermazioni del NIST, ignora le
più
importanti
prove esistenti, non ha neanche
una sperimentazione reale che la
sostenga, ed è così ovviamente falsa che nemmeno
un
personaggio inventato di un altro pianeta ci crederebbe.
Incendi che potevano
durare solo 20 o
30 minuti che invece durarono
4 ore (cosa stava bruciando?).
Temperature immaginarie che
secondo il NIST avrebbero facilmente
indebolito quello stesso acciaio nelle Torri Gemelle ("come
liquirizia"), ma che lasciarono le traverse del WTC-7 perfettamente
rigide in modo che potessero spingere in fuori una trave
per ben 5,6 cm
(2,2 pollici), in qualche modo rompendo numerosi seat bolts e pioli
connettori contemporaneamente e piegando la trave, il tutto prima che
le traverse stesse riportassero un qualunque danno. All'improvviso, lo
scardinamento di
quest'unica trave ha provocato il cedimento di vari pavimenti e la
deformazione della "critica" colonna 79, e l'intero edificio
è
crollato in pochi secondi.
Il NIST ci dice che la
maggior parte
di questi eventi
illogici, privi di ogni precedente e del tutto
fantasiosi, sono avvenuti all'interno della "scatola" del
WTC-7, prima
che noi potessimo vedere qualunque cosa.
Ovviamente non hanno la
minima
prova che queste cose possano avvenire davvero, nel mondo reale.
Ma
ormai sappiamo che non importa. Gli scienziati di Bush hanno solo
bisogno di mantenere la sadica storiella politica del loro capo
accettabile per qualche altro mese (fino alle elezioni del 2008,
N.d.T.).
5 Mainstream
scientific
articles published in support of the alternative theories for WTC 7,
include the following: Steven Jones, Frank
Legge, et al,
"Fourteen Points of Agreement with Official Government Reports on the
World Trade Center Destruction," (traduzione)
The Open Journal of Civil Engineering,
Volume 2 Issue 1,
http://www.bentham-open.org/pages/content.php?TOCIEJ/2008/00000002/00000001/35TOCIEJ.SGM Kevin Ryan, James
Gourley, and Steven
Jones, "Environmental anomalies at the World Trade Center: evidence for
energetic materials," The Environmentalist, August 2008, DOI:
10.1007/s10669-008-9182-4,
http://www.springerlink.com/content/f67q6272583h86n4/
6 See papers by
Kevin
Ryan (August
2006), Eric Douglas (December 2006), and James Gourley (November 2007),
at the Journal of 9/11 Studies, http://www.journalof911studies.com/ 7 Popular
Mechanics
editors,
Debunking the 9/11 Myths: Special Report, March 2005,
http://www.popularmechanics.com/technology/military_law/1227842.html 8 Eric
Lipton, "Fire,
Not Explosives,
Felled 3rd Tower on 9/11, Report Says," New York Times, August 22,
2008; James Glanz and Eric Lipton, "A NATION CHALLENGED: GROUND ZERO;
Burning Diesel Is Cited in Fall Of 3rd Tower," New York Times, March 2,
2002
9 Popular Mechanics
editors, Debunking the 9/11 Myths: Special Report