l’Angolo della Poesia


PICCOLI PENSIERI
Il Signore ti ha dato l’estro
e che tu sia …..modesto.
A te la ricchezza, non
farne un’arroganza.
Tu…..che sei forte, non
picchiare i deboli.
Tu con i tuoi anni verdi…
non offendere il vecchio.
Tu cieco sarai i piedi,
tu storpio gli occhi
insieme per le strade del mondo.
Il Signore dice grazie…..
ero nudo, mi avete vestito,
avevo sete, mi avete dissetato.
A te quel cappotto che hai
nell’armadio e non lo metti.
E’ per chi ha freddo.
E tu quelle scarpe che hai da parte
sono per chi è scalzo.
Tu il pane che lasci sul tavolo
è per chi ha fame.
Il Signore dice fate questo
e l’avrete fatto a me.
Grazie clawn che con la tua tristezza
fai ridere i bambini.
E voi bambini non bagnatevi
mai di neve…che non scende dal cielo.
E non smettete mai d’amare e di sognare.
Vincenzo Tiberia

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CASA DE’ ZIA LUCIA
Trovo che è comodo e piacevole
unì l’utile ar dilettevole.
Sta cosa se fa pe’ palese,
quanno a Caccano vado na’ vorta ar mese.
Oltre che na’ bona occasione
è bello parlà alla gente co’ na’ conversazione.
Ma sopratutto me dà tanta allegria
Perché vado a casa de’ mi zia Lucia.
Sta casetta semplice, è come casa mia,
me’ rammenta tanti ricordi legati a nostalgia.

C’è rimasto, oltre ai ricordi, pure l’odore,
che è caratteristico e me da’ un senso de calore.
La vecchia stanza antica, la bacinella co’ la brocca,
la panca, er credenzone e quarche sedia rotta.
F orze a quarcuno nun je dice gnente,
pe’ me invece è proprio commovente.
Spèce poi, quanno ogni vorta,
ce’ sta lei, zia, che m’aspetta sulla porta.
Insomma, me pare de trovamme a n’angolo de
paradiso,
quanno m’accoje cor solito sorriso,
Questa è la casa de mi zia Lucia e,
e me ce trovo come a casa mia.
Marisa Del Vescovo

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INCERTEZZA
Un gesto, uno sguardo
e un brivido percorre la schiena,
sensazione ritrovata c he credevo perduta.
Ti tocco, mi tocchi
e parlano solo gli occhi.
Un desiderio nascosto riaffiora,
m’invade, mi prende,
ma sono solo a pensare,
quanto da te dipende?
Vittorio Papa
HO TESO LA MANO
Ho teso la mano
Per gioco,
ridendo,
ma
al primo centino
ho tremato
cedendo
alla vergogna
di un soldo
rubato.
Anna Maria Di Lullo