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Ser Gianni e la Regina Giovanna II
 

Sergianni combina un matrimonio con gli Orsini

 
 

Gli Orsini sono romani. La dinastia era connessa ai Boboni. I Boboni erano una potente famiglia che appare nelle carte a partire dagli inizi del XI secolo. Possedevano ingenti proprietà nella Sabina e a Roma, alcuni componenti erano ecclesiastici o legati alla Chiesa. Nei documenti appaiono con il doppio cognome Orsini-Boboni, anzi, alcuni componenti alternano i due cognomi senza soluzione di continuità. I Boboni dovevano essere parenti stretti del Papa Celestino III, primo Papa Orsini.

Napoleone ottiene la città di Manoppello, poi innalzata a contea, sarà Gonfaloniere della Chiesa e fonderà la prima linea "meridionale" degli Orsini (estinta nel 1553).

Il dominio orsino si estenderà dall’abbazia di Farfa, messa sotto il controllo della famiglia, fino quasi alle porte di Avellino.

La linea Orsini del Balzo ebbe maggior gloria. Venne originata dal secondogenito di Nicola, Raimondo detto Raimondello, che ereditò la contea di Lecce grazie al suo matrimonio con Maria d’Enghien. Assunse l’illustre cognome del Balzo perché sua moglie discendeva da tale famiglia.

Con i torbidi seguiti alla deposizione della regina Giovanna I nel 1381, Raimondello passa al partito dei Durazzo e appoggia il colpo di stato del nuovo re Carlo III. I rapporti con Carlo III sono ottimi. Il successore Ladislao I in un primo tempo lo favorisce, consentendogli anche di assumere il dominio su Taranto (1398). In seguito però l’atteggiamento cambia. Il giovane sovrano ha intenzione di mettere un freno allo strapotere feudale che gli impedisce di portare avanti le sue campagne in Ungheria e nello stato pontificio. In effetti la posizione degli Orsini è imbarazzante, particolarmente quella del Principe di Taranto, che domina su quasi tutta la Puglia e potrebbe accampare diritti sulla successione al trono di Napoli. Le tensioni si accentuano dopo la congiura del 1403, nella quale sono implicate le maggiori dinastie del regno. I Sanseverino, che guidano la ribellione, sono quasi del tutto sterminati, i Ruffo subiscono numerose confische. Ladislao I teme la potenza degli Orsini del Balzo e vuole togliere di mezzo il potente principe. Raimondello si ribella nel 1405 e riesce a sostenere la guerra contro il sovrano, che viene costretto ad abbandonare Taranto dopo un inutile assedio. Ma nel frattempo Raimondello muore (1406) e la vedova Maria d’Enghien è costretta, in seguito al secondo assedio di Taranto (1407), a sposare il re. Che le confischerà i feudi e la terrà in stato di semi-detenzione con i quattro figli.

Ladislao I muore nel 1414 e gli succede la sorella Giovanna II, priva d’eredi e sovrana di un regno in anarchia. I rapporti tra gli Orsini del Balzo e la regina sono freddi e nascostamente ostili. L’atteggiamento cambia di molto dopo il fallito tentativo di usurpazione del Conte di La Marche, marito della regina, che viene deposto grazie all’intervento delle truppe e dei denari di Maria d’Enghien e del figlio Giannantonio. Giovanna II, per sdebitarsi, ridarà il principato di Taranto a Giannantonio.

Con l’avvento al potere di Sergianni Caracciolo, amante e ministro della regina Giovanna II, i rapporti tra la corte e gli Orsini divengono ancora più stretti. Vengono chiamati nel regno altri componenti romani della dinastia ai quali sono date cariche e terre. Sergianni ha intenzione di allontanare il regno di Napoli dalla sfera d’influenza francese e convince Giovanna II ad adottare come erede Alfonso V d’Aragona, a scapito del pretendente Luigi III Duca d’Angiò. Per legare il Principe di Taranto alla sua causa, Sergianni riesce a combinare un matrimonio tra la figlia Giovanna (o Ippolita) e Gabriele Orsini del Balzo, fratello minore di Giannantonio. Inizialmente le trattative vanno per le lunghe per motivi legati alla dote e all’opportunità politica, Gabriele infatti è in contatto con la corte di Mantova per sposare una Gonzaga : sarebbe un matrimonio assai vantaggioso e con una principessa di casa regnante. L’alleanza alla fine viene stretta, ma non impedirà, qualche anno dopo, una congiura baronale filo-francese che toglierà di mezzo il potente ministro.

Alfonso V ricompensa il fedele principe con il ducato di Bari, la carica di Gran Connestabile e l’appannaggio di centomila ducati per il mantenimento del suo esercito privato. In questo momento la vastità dell’impero feudale degli Orsini raggiunge l’apice. Giannantonio rimane fedele anche al successore di Alfonso V, Ferdinando I, finché le lotte baronali e il sospetto che il nuovo sovrano nutre nei suoi confronti lo fanno passare dalla parte dei feudatari ribelli. Si unisce alla congiura del Conte di Squillace, che aveva chiamato il Duca di Lorena come nuovo sovrano, e marcia contro Napoli. L’avventura è breve perché nella piana di Troia (1462) l’esercito reale sconfigge gravemente gli insorti. Giannantonio abbandona la causa e ritorna nel campo legittimista, tanto che il sovrano lo riconfermerà nei feudi. Però la pace tra i due dura pochi mesi, nel dicembre del 1463 Ferdinando fa avvelenare il rivale. Ferdinando I concesse solo feudi marginali: Il fratello di Giannantonio, Gabriele Duca di Venosa, aveva avuto solo delle figlie e la maggiore Maria Donata portò i feudi in casa del Balzo. Una figlia di Maria Donata Orsini e di Pirro del Balzo Principe d’Altamura, Isabella, sposò in seguito Federico I Re di Napoli, figlio di Ferdinando I. Fu l’ultima regina indipendente di Napoli prima dell’annessione spagnola.

 

Orsini -boboni Gabriele (+ 1453), 1° Duca di Venosa dal 14-6-1441, Conte di  Lecce, Signore di Flumeri, Acerra, Laurenzana, Lavello,  Castelbellotto, Monteleone, Lauriano, Trentola, Capodirisio, Città di Vico, Carise, Castello , San Niccolò, San Sozzo, Vallata, Guardia Lombarda, Porcarino, Rocchetta Sant’Antonio, Carbonara, Accadia, Montacuto, Minervino, Ruvo e Caprignano; Nobile Romano, Generale e Ammiraglio napoletano. sposa nel 1431 Giovanna o Ippolita Caracciolo del Sole, figlia di Sergianni Gran Siniscalco del Regno di Napoli (+ 1451)

Maria Donata (+ 1481), 2° Duchessa di Venosa, Signora di Flumeri, Lavello, Laurenzana, Castelbellotto, Montemilone, Acerra, Città di Vico, Trentola, Capodirisio, Carise, Castello, San Niccolò, San Sozzo, Vallata, Guardia Lombarda, Porcarino, Rocchetta Sant’Antonio, Carbonara, Accadia, Montacuto, Minervino, Lauriano, Ruvo e Caprignano dal 1453, Nobile Romana.

 

 

 

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