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LETTOPALENA On the WEB
Di seguito trovate alcune curiosità
trovate nella rete che riguardano il nostro Paese:
Università degli Studi
"G. d'Annunzio" di Pescara
Da un trattato dell' Università degli
Studi "G. d'Annunzio" di Pescara sulla "CHIESA
DI S. MARIA IN MONTE PLANIZIO"
Comune e provincia:
Lettopalena (Ch) |
Utilizzazione:
chiesa cimiteriale |
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/modifiche:
la realizzazione si fa risalire al XVI secolo |
Tipologia:
impianto a tre navate |
Stato di conservazione:
le condizioni si presentano buone, sia in ordine alle strutture
che alle superfici |
Ubicazione:
largo Aventino |
La facciata è caratterizzata da un corpo centrale più
alto, corrispondente alla navata centrale, chiusa da un profilo
a spioventi spezzato da un piccolo campanile a vela. I due corpi
laterali più bassi, corrispondenti alle navate laterali,
hanno profilo a salienti. L’unico portale d’ingresso
alla chiesa, al centro del prospetto, ha mostra in pietra, con
architrave su mensole. In asse con questo è una finestra
rettangolare in pietra, sotto la quale è un gruppo scultoreo
raffigurante la passione di Gesù.
La chiesa prospetta su un viale caratterizzato dalla presenza
di frammenti di colonne e capitelli probabilmente provenienti
dall’antica chiesa di S. Nicola distrutta dalla guerra.
Anche i paramenti in pietra del prospetto presentano numerosi
inserti provenienti da materiale di spoglio: una testa scolpita
e un concio a forma di ruota sono visibili sotto il campaniletto;
in prossimità della finestra centrale è una pietra
scolpita con una croce tra due palme e un’altra con una
croce all’interno di un cuore. Adiacente alla chiesa è
un edificio allo stato di rudere, con una torre laterale che
attualmente funge da campanile. La parte sommitale è
una costruzione chiaramente recente, realizzata in cemento armato
e arretrata rispetto al profilo della torre, contrassegnata
da una muratura in bozze di pietra. [Torna
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Dal libro A HISTORY of ITALIAN
SETTLEMENT in New South Wales
"The settling of the Lettesi in Newcastle is another example
of the importance of family and regional ties in the building
of many Italian communities in New South Wales.
This settler group is made up of nearly 150 families from the
village of Lettopalena in the Abruzzi. Their
process of immigration began in the 1920s when a number of Lettesi
travelled from the cane fields of Proserpine, Queensland to
work the off season at BHP in Newcastle. During the second world
war the village of Lettopalena suffered major
destruction at the hands of Nazi troops and so Proserpine, and
ultimately Newcastle, became a major focus for a chain migration
exodus. 1947 saw the first permanent Lettesi settlement in Newcastle
and by 1957, 92 per cent of the Lettesi in Australia were living
in the area. Initially Lettesi settlement was concentrated in
Islington, very close to the steel works. Movement then began
in the direction of the nearby suburbs Hamilton and Mayfield.
Before long Hamilton was to become a strong community and commercial
centre for Newcastle’s Italians.
(Trad. L'insediamento Lettese a Newcastle è un altro
esempio dell'importanza della famiglia e del legame regionale
nella costruzione di molte comunità nel New South Wales.
Il gruppo iniziale di coloni era formato da circa 150 famiglie
provenienti dal paese di Lettopalena negli
Abruzzi, la loro immigrazione cominciò nel 1920 quando
alcuni Lettesi si mossero dai campi di canna di Proserpine,
Queensland per lavorare fuori stagione nei BHP a Newcastle.
Durante la seconda guerra mondiale il paese di Lettopalena
patì la distruzione totale da parte delle truppe nazzifasciste
e così Prosperine e in fine Newcastle divennero il centro
prescelto per l'immigrazione. Il 1947 vide la nascita del primo
nucleo permanente di Lettesi a Newcastle ed intorno al 1957,
il 92% dei Lettesi in Australia vivevano in questa area. Inizialmente
l'insediamento Lettese era concentrato a Islington, vicino alle
acciaierie, l'agglomerato si spostò in seguito verso
Hemilton e Mayfield, Hemilton divenne poi il centro di una grande
comunità e un centro commerciale per gli Italiani a Newcastle.)
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Dalla relazione generale della
Regione Abruzzo
PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO
IDROGEOLOGICO DEI BACINI DI RILIEVO REGIONALE ABRUZZESI E DEL
BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME SANGRO
Oltrepassata la località Ateleta, nel tratto fino a
Quadri (CH), il fiume segna il confine tra le regioni dell'Abruzzo
e del Molise. A valle di questo tratto il Sangro si allarga
ricevendo i contributi del torrente Parello, in riva orografica
sinistra e quelli del rio Verde e dei torrenti Turcano e Gufo
in riva orografica destra. Subito a valle il Fiume Sangro subisce
un'ulteriore allargamento formando il lago artificiale di Bomba
(con capacità di 83 milioni di mc). Percorsi ancora 13
km, a valle della località Sant'Angelo di Altino, avviene
la confluenza con il fiume Aventino e successivamente con altri
due torrenti, il Gogna e il Pianello. Il Fiume Aventino, principale
tributario del Sangro con bacino di circa 436 kmq, nasce alle
pendici del Monte Porrara, dalla confluenza del torrente Cotaio
con le sorgenti di Capo di Fiume, alimentate a loro volta, tramite
un condotto carsico, dalle acque della conca endoreica del Fosso
La Vera. Nell’area posta a Sud del Porrara Crescenti et
alii, (1987) segnalano una serie di indizi geomorfologici (trincee,
contropendenze, scarpate e sdoppiamenti di cresta) che denunciano
la presenza di processi gravitativi riconducibili alle deformazioni
gravitative profonde di versante. Tali processi risultano favoriti
dalla sovrapposizione di litotipi a diverso grado di competenza
e dall’attività tettonica recente che ha prodotto
forti dislivelli e generalizzati incrementi dell’energia
del rilievo.
Nel tratto compreso tra Palena e Civitella Messer Raimondo il
Fiume Aventino costeggia il versante SE della Maiella; qui,
le numerose tipologie di frane sono condizionate dalle caratteristiche
strutturali. In corrispondenza dell’abitato di
Lettopalena, interessato da deformazioni gravitative
testimoniate dalle numerose lesioni agli edifici, si osserva
il corpo di frana che si è distaccato dal versante orientale
della Maiella. Colamenti di tipo incanalato interessano le Argille
varicolori affioranti, in destra idrografica, in corrispondenza
del centro abitato di Colledimacine. Anche le masse litoidi
inglobate all’interno
delle Argille varicolori sono oggetto di processi gravitativi
come evidenziano i crolli che interessano il centro storico
di Gessopalena. Gli abitati di Taranta Peligna, Lama dei Peligni
e Civitella Messer Raimondo sono caratterizzati da frane per
scorrimento rotazionali la cui evoluzione ha in epoca storica
influenzato l’evoluzione del tessuto urbano. A valle dello
sbarramento artificiale il fiume Aventino, dopo aver ricevuto
ulteriori apporti dai fiumi Verde ed Avello, percorre l'ultimo
tratto prima di confluire, in sinistra idrografica, nel Fiume
Sangro. A valle dell’invaso artificiale di Serranella,
riserva naturale controllata della Regione Abruzzo, il Fiume
Sangro assume una direzione SW-NE che manterrà sino alla
foce. In questo tratto il fiume scorre all’interno di
un’ampia valle alluvionale caratterizzata da uno sviluppo
asimmetrico dei fianchi vallivi evidenziato dalla diversa estensione
delle superfici terrazzate osservabile in sinistra e destra
idrografica. La deviazione dell’alveo verso il fianco
destro è ragionevolmente collegabile a controlli strutturali.
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Giornate di studio sul tema:
SUCCESSIONI CONTINENTALI NELL’APPENNINO
CENTRO-MERIDIONALE: Il deposito a blocchi di
Lettopalena (CH): un ulteriore esempio di accumulo di “rock
avalanche” nell’Appennino centrale.
Un
deposito detritico a blocchi di indubbia genesi gravitativa
è rappresentato dal corpo di frana di Lettopalena
che occupa una porzione del fondo valle del F. Aventino. L’evento
di frana, avvenuto circa 4800 anni BP secondo datazioni effettuate
su un frammento ligneo di Quercus ilex rinvenuto all’interno
del deposito, ha coinvolto circa 38 milioni di m3 di materiale
roccioso presente sul versante SE del Massiccio della Maiella,
ed in particolare ha interessato i termini calcarei e calcareo-marnosi
della successione Eo-Miocenica della Maiella meridionale (Formazioni
di S. Spirito e Bolognano).
Le osservazioni effettuate sull’accumulo e sulla zona
di distacco consentono di definire la frana di Lettopalena
come una rockslideavalanch. Da una parte, infatti, le evidenze
morfologiche presenti nell’area sorgente indicano un collasso
dell’ammasso roccioso impostatosi secondo un cinematismo
di scivolamento planare, mentre ie
parametri morfometrici (run out e run up) e le caratteristiche
sedimentologiche del detrito (presenza di blocchi di notevoli
dimensioni all’interno di una matrice ad elevata eterogeneità
granulometrica), suggeriscono un meccanismo di messa in posto
del materiale tipica di una rock avalanche a bassa mobilità,
in conseguenza dell’alta energia dissipata durante l’impatto
con i litotipi argillosi affioranti sul versante destro del
F. Aventino. A questo riguardo, è da notare il mancato
riconoscimento di depositi lacustri a monte del corpo di frana
connessi con lo sbarramento dell’alveo fluviale; tale
osservazione contrasta con altri casi rilevati nell’Appennino
centrale (ad es. Scanno e Campo di Giove). [Torna
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Il CACIOCAVALLO e LETTOPALENA
di Franco Cercone - Articolo tratto dal periodico "Pro
Locis"
Lettopalena costituiva nel corso del XII secolo
l'ultimo possedimento della Diocesi di Valva lungo la Valle
dell'Aventino e pertanto era soggetta all'autorità spirituale
dei vescovi peligni che diventeranno, a partire dalla metà
del XVII secolo, vescovi "di Valva e Sulmona". Nella
Bolla di papa Lucio III del 1183, diretta al vescovo Odorisio
che risiedeva nella cattedrale di San Pelino a Corfinio, viene
menzionata l'Ecclesia Sancta Maria de
lecto appartenente appunto cum pertinentiis suis alla Diocesi
1 Maggio, 2008annualmente
alla chiesa di San Panfilo di Sulmona di 6 libbre di cera. Secondo
lo storico sulmonese Emilio de Matteis (XVII secolo) sia la
chiesa di Sancta Maria che il castello di Letto sorsero accanto
al monastero benedettino di Santa Maria di Monte- Planizio,
edificato nel 1020 dal conte Ruggiero di Chieti. Nella Bolla
corografica di Onorio III del 1223 si conferma il possesso di
Santa Maria de letto al vescovo di Valva. Ma perché de
letto? Accanto alla voce Palena, derivante dalla base mediterranea
Pala ovvero "prato in erto pendio, senz'alberi", compare
il qualificante lectus aggiunto in seguito "con valore
geomorfico", nel senso di "rialzo erboso di terra".
E' quanto si apprende dal noto Saggio di M. De Giovanni, dal
titolo appunto Kora. Storia linguistica della provincia di Chieti
(1989). Ma non è ovviamente su tali disquisizioni glottologiche
che si vuol richiamare l'attenzione del lettore, bensì
su una singolare prestazione del clero di Lettopalena
nei confronti dei vescovi visitatori di Valva, di cui appunto
si fa cenno in un verbale di “Santa Visita” compiuta
a Palena dal vescovo di Valva Giovanni Merlino, il 1° settembre
del 1492, proprio l'anno della scoperta dell'America! Tale verbale
è contenuto in una miscellanea di documenti cartacei
raccolti in una elegante cartella e conservati presso l'Archivio
della cattedrale di San Pelino a Corfinio. Quando noi l'abbiamo
esaminato era ancora vivo l’ultimo canonico di San Pelino,
il compianto Don Cesiro, che tanto zelo aveva profuso nella
riorganizzazione dell'Archivio di Valva. In seguito avemmo modo
di constatare che il documento in questione, in forma di regesto,
era stato pubblicato da G. Celidonio nel suo terzo volume de
La Diocesi di Valva e Sulmona (Casalbordino 1911). Al Celidonio
tuttavia era sfuggita l'importanza della pur breve menzione
del caciocavallo, poiché la sua attenzione era rivolta
ai contenuti ecclesiastici della visita pastorale effettuata
dal vescovo Merlino nel mese di luglio a Lettopalena
ed il 1°
settembre a Palena. Dal documento in questione risulta che mentre
si trovava a Palena, il vescovo Giovanni Merlino ricevette "da
don Ugo del Lecto de Palena pecze doi de caso cavallo uno”
cioè una coppia di caciocavallo. Siamo come si è
detto, nel 1492 ed allo stato attuale delle nostre conoscenze
si tratta della menzione più antica di questo tipico
formaggio bovino, essiccato a coppie “a cavallo”
di pertiche, donde il caratteristico nome. In seguito si ritrova
citato nella seconda metà del XVI secolo in uno dei famosi
Viaggi in Abruzzo di Fra' Serafino Razzi. In un'epoca come la
nostra, fatta di suggestivi messaggi pubblicitari, la conquista
di vasti mercati è affidata - per restare in ambito abruzzese
- a slogan come "la patria dello zafferano", oppure,
"la patria dei confetti", ai quali può aggiungersi
benissimo: Lettopalena, "la patria del
caciocavallo". Sapranno valorizzare gli Amministratori
locali questa notizia più unica che rara? Le iniziative
a tal riguardo sono infinite, a cominciare da una mostra-mercato
del caciocavallo abruzzese da tenersi la prossima estate proprio
a Lettopalena. Va ricordato, come ammonisce
Cicerone, che il presente è gravido del futuro. Pertanto
bisogna fin da ora mettersi al lavoro per assicurare alla manifestazione
un successo dagli imprevedibili sviluppi e certamente positivi
per Lettopalena e tutta la Valle dell'Aventino.
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Fossili della Majella
La paleontologia è la disciplina che studia qualsiasi
resto o impronta di organismo vegetale ed animale vissuto in
epoca geologica anteriore all'alocene. Fu per primo Leonardo
da Vinci ad intuire che i fossili erano la testimonianza di
animali o piante vissuti là dove si ritrovavano, perché
in mare dovevano essersi depositati un dì i sedimenti
che formano oggi la montagne meritando così "la
incontrastata gloria di aver posto la prima pietra miliare del
grande edificio della paleolitologia" (Vinassa de Regny).Il
processo, per cui questi resti di organismi sono conservati
negli strati della crosta terrestre, si dice fossilizzazione,
e può avvenire per modellamento, incrostazione, pietrificazione,
carbonizzazione, inclusione o per impronte. I fossili sono detti
a volte fossili guida, fossili "banali" o di facies.
Sono fossili guida quelli derivanti da organismi vissuti per
un tempo geologico brevissimo, prima e dopo del quale la specie
ha subito sostanziali e rapidi cambiamenti o si è estinta,
o sono quelli con grande diffusione geografica. Così,
strati rocciosi a grande distanza, inglobando gli stessi fossili,
dimostrano che i terreni si sono formati contemporaneamente.
Le ammoniti, ad esempio, molluschi marini vissuti dal Devoniano
al Crataceo, che popolarono grandi distese di mare subendo nell’evoluzione
della specie molte trasformazioni nell’aspetto esterno
del guscio, sono fossili guida. Fossili "banali" sono
gli organismi ampiamente distribuiti nelle stratigrafie e che
non possono pertanto dare indicazioni di riferimento sul periodo
geologico in cui sono vissuti.
Sono fossili di facies i resti fossilizzati di organismi legati
ad un particolare habitat di vita, condizionato da fattori geologici,
biologici e climatici, come coralli che vivono oggi in acque
calde, mediamente profonde e ben ossigenate, le Rudiste (lamelli-
branchi del Cretaceo), legate ad un ambiente di scogliera o
di prateria marina, le nummuliti, macroforaminiferi litorali
(dell’Eocene).
I fossili di facies forniscono dunque notizie di carattere ambientale.
Si distinguono così le differenti facies marine (litorali,
neritiche, batiali, abissali, etc.) e le relative transizioni.
Analogo significato hanno i fossili di organismi continentali,
sulla Maiella solo di epoca Quaternaria. [Torna
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Era Cenozoica - Eocene
Medio (Luteziano)
Lettopalena 11/3/1958
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Impronte interne di
valva sinistra di Rudista
Era Mesozoica- Cretacico Superiore (Senoniano) - Fara
San Martino- Capo Le Macchie 15/5/1980
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