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FESTIVAL DELL'AVENTINO

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"Don't worry about a thing, 'Cause every little thing gonna be all right. Singin': "Don't worry about a thing, 'Cause every little thing gonna be all right!".

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Di seguito trovate alcune curiosità trovate nella rete che riguardano il nostro Paese:

Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Pescara: "CHIESA DI S. MARIA IN MONTE PLANIZIO" [Vai all'articolo]
A HISTORY of ITALIAN SETTLEMENT in New South Wales [Vai all'articolo]
Relazione generale della Regione Abruzzo [Vai all'articolo]
Giornate di studio sul tema: SUCCESSIONI CONTINENTALI NELL’APPENNINO CENTRO-MERIDIONALE [Vai all'articolo]
Il CACIOCAVALLO e LETTOPALENA [Vai all'articolo]
Fossili della Majella [Vai all'articolo]

Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Pescara
Da un trattato dell' Università degli Studi "G. d'Annunzio" di Pescara sulla "CHIESA DI S. MARIA IN MONTE PLANIZIO"

Comune e provincia:
Lettopalena (Ch)
Utilizzazione:
chiesa cimiteriale
Epoca di costruzione ed eventuali aggiunte/modifiche:
la realizzazione si fa risalire al XVI secolo
Tipologia:
impianto a tre navate
Stato di conservazione:
le condizioni si presentano buone, sia in ordine alle strutture che alle superfici
Ubicazione:
largo Aventino

La facciata è caratterizzata da un corpo centrale più alto, corrispondente alla navata centrale, chiusa da un profilo a spioventi spezzato da un piccolo campanile a vela. I due corpi laterali più bassi, corrispondenti alle navate laterali, hanno profilo a salienti. L’unico portale d’ingresso alla chiesa, al centro del prospetto, ha mostra in pietra, con architrave su mensole. In asse con questo è una finestra rettangolare in pietra, sotto la quale è un gruppo scultoreo raffigurante la passione di Gesù.
La chiesa prospetta su un viale caratterizzato dalla presenza di frammenti di colonne e capitelli probabilmente provenienti dall’antica chiesa di S. Nicola distrutta dalla guerra. Anche i paramenti in pietra del prospetto presentano numerosi inserti provenienti da materiale di spoglio: una testa scolpita e un concio a forma di ruota sono visibili sotto il campaniletto; in prossimità della finestra centrale è una pietra scolpita con una croce tra due palme e un’altra con una croce all’interno di un cuore. Adiacente alla chiesa è un edificio allo stato di rudere, con una torre laterale che attualmente funge da campanile. La parte sommitale è una costruzione chiaramente recente, realizzata in cemento armato e arretrata rispetto al profilo della torre, contrassegnata da una muratura in bozze di pietra. [Torna su]

 

Dal libro A HISTORY of ITALIAN SETTLEMENT in New South Wales

"The settling of the Lettesi in Newcastle is another example of the importance of family and regional ties in the building of many Italian communities in New South Wales.
This settler group is made up of nearly 150 families from the village of Lettopalena in the Abruzzi. Their process of immigration began in the 1920s when a number of Lettesi travelled from the cane fields of Proserpine, Queensland to work the off season at BHP in Newcastle. During the second world war the village of Lettopalena suffered major destruction at the hands of Nazi troops and so Proserpine, and ultimately Newcastle, became a major focus for a chain migration exodus. 1947 saw the first permanent Lettesi settlement in Newcastle and by 1957, 92 per cent of the Lettesi in Australia were living in the area. Initially Lettesi settlement was concentrated in Islington, very close to the steel works. Movement then began in the direction of the nearby suburbs Hamilton and Mayfield. Before long Hamilton was to become a strong community and commercial centre for Newcastle’s Italians.
(Trad. L'insediamento Lettese a Newcastle è un altro esempio dell'importanza della famiglia e del legame regionale nella costruzione di molte comunità nel New South Wales.
Il gruppo iniziale di coloni era formato da circa 150 famiglie provenienti dal paese di Lettopalena negli Abruzzi, la loro immigrazione cominciò nel 1920 quando alcuni Lettesi si mossero dai campi di canna di Proserpine, Queensland per lavorare fuori stagione nei BHP a Newcastle. Durante la seconda guerra mondiale il paese di Lettopalena patì la distruzione totale da parte delle truppe nazzifasciste e così Prosperine e in fine Newcastle divennero il centro prescelto per l'immigrazione. Il 1947 vide la nascita del primo nucleo permanente di Lettesi a Newcastle ed intorno al 1957, il 92% dei Lettesi in Australia vivevano in questa area. Inizialmente l'insediamento Lettese era concentrato a Islington, vicino alle acciaierie, l'agglomerato si spostò in seguito verso Hemilton e Mayfield, Hemilton divenne poi il centro di una grande comunità e un centro commerciale per gli Italiani a Newcastle.) [Torna su]


 

Dalla relazione generale della Regione Abruzzo
PIANO STRALCIO DI BACINO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO DEI BACINI DI RILIEVO REGIONALE ABRUZZESI E DEL BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME SANGRO

Oltrepassata la località Ateleta, nel tratto fino a Quadri (CH), il fiume segna il confine tra le regioni dell'Abruzzo e del Molise. A valle di questo tratto il Sangro si allarga ricevendo i contributi del torrente Parello, in riva orografica sinistra e quelli del rio Verde e dei torrenti Turcano e Gufo in riva orografica destra. Subito a valle il Fiume Sangro subisce un'ulteriore allargamento formando il lago artificiale di Bomba (con capacità di 83 milioni di mc). Percorsi ancora 13 km, a valle della località Sant'Angelo di Altino, avviene la confluenza con il fiume Aventino e successivamente con altri due torrenti, il Gogna e il Pianello. Il Fiume Aventino, principale tributario del Sangro con bacino di circa 436 kmq, nasce alle pendici del Monte Porrara, dalla confluenza del torrente Cotaio con le sorgenti di Capo di Fiume, alimentate a loro volta, tramite un condotto carsico, dalle acque della conca endoreica del Fosso La Vera. Nell’area posta a Sud del Porrara Crescenti et alii, (1987) segnalano una serie di indizi geomorfologici (trincee, contropendenze, scarpate e sdoppiamenti di cresta) che denunciano la presenza di processi gravitativi riconducibili alle deformazioni gravitative profonde di versante. Tali processi risultano favoriti dalla sovrapposizione di litotipi a diverso grado di competenza e dall’attività tettonica recente che ha prodotto forti dislivelli e generalizzati incrementi dell’energia del rilievo.
Nel tratto compreso tra Palena e Civitella Messer Raimondo il Fiume Aventino costeggia il versante SE della Maiella; qui, le numerose tipologie di frane sono condizionate dalle caratteristiche strutturali. In corrispondenza dell’abitato di Lettopalena, interessato da deformazioni gravitative testimoniate dalle numerose lesioni agli edifici, si osserva il corpo di frana che si è distaccato dal versante orientale della Maiella. Colamenti di tipo incanalato interessano le Argille varicolori affioranti, in destra idrografica, in corrispondenza del centro abitato di Colledimacine. Anche le masse litoidi inglobate all’interno delle Argille varicolori sono oggetto di processi gravitativi come evidenziano i crolli che interessano il centro storico di Gessopalena. Gli abitati di Taranta Peligna, Lama dei Peligni e Civitella Messer Raimondo sono caratterizzati da frane per scorrimento rotazionali la cui evoluzione ha in epoca storica influenzato l’evoluzione del tessuto urbano. A valle dello sbarramento artificiale il fiume Aventino, dopo aver ricevuto ulteriori apporti dai fiumi Verde ed Avello, percorre l'ultimo tratto prima di confluire, in sinistra idrografica, nel Fiume Sangro. A valle dell’invaso artificiale di Serranella, riserva naturale controllata della Regione Abruzzo, il Fiume Sangro assume una direzione SW-NE che manterrà sino alla foce. In questo tratto il fiume scorre all’interno di un’ampia valle alluvionale caratterizzata da uno sviluppo asimmetrico dei fianchi vallivi evidenziato dalla diversa estensione delle superfici terrazzate osservabile in sinistra e destra idrografica. La deviazione dell’alveo verso il fianco destro è ragionevolmente collegabile a controlli strutturali. [Torna su]

Giornate di studio sul tema: SUCCESSIONI CONTINENTALI NELL’APPENNINO CENTRO-MERIDIONALE: Il deposito a blocchi di Lettopalena (CH): un ulteriore esempio di accumulo di “rock avalanche” nell’Appennino centrale.

Un deposito detritico a blocchi di indubbia genesi gravitativa è rappresentato dal corpo di frana di Lettopalena che occupa una porzione del fondo valle del F. Aventino. L’evento di frana, avvenuto circa 4800 anni BP secondo datazioni effettuate su un frammento ligneo di Quercus ilex rinvenuto all’interno del deposito, ha coinvolto circa 38 milioni di m3 di materiale roccioso presente sul versante SE del Massiccio della Maiella, ed in particolare ha interessato i termini calcarei e calcareo-marnosi della successione Eo-Miocenica della Maiella meridionale (Formazioni di S. Spirito e Bolognano).
Le osservazioni effettuate sull’accumulo e sulla zona di distacco consentono di definire la frana di Lettopalena come una rockslideavalanch. Da una parte, infatti, le evidenze morfologiche presenti nell’area sorgente indicano un collasso dell’ammasso roccioso impostatosi secondo un cinematismo di scivolamento planare, mentre ie parametri morfometrici (run out e run up) e le caratteristiche sedimentologiche del detrito (presenza di blocchi di notevoli dimensioni all’interno di una matrice ad elevata eterogeneità granulometrica), suggeriscono un meccanismo di messa in posto del materiale tipica di una rock avalanche a bassa mobilità, in conseguenza dell’alta energia dissipata durante l’impatto con i litotipi argillosi affioranti sul versante destro del F. Aventino. A questo riguardo, è da notare il mancato riconoscimento di depositi lacustri a monte del corpo di frana connessi con lo sbarramento dell’alveo fluviale; tale osservazione contrasta con altri casi rilevati nell’Appennino centrale (ad es. Scanno e Campo di Giove). [Torna su]


Il CACIOCAVALLO e LETTOPALENA
di Franco Cercone - Articolo tratto dal periodico "Pro Locis"

Lettopalena costituiva nel corso del XII secolo l'ultimo possedimento della Diocesi di Valva lungo la Valle dell'Aventino e pertanto era soggetta all'autorità spirituale dei vescovi peligni che diventeranno, a partire dalla metà del XVII secolo, vescovi "di Valva e Sulmona". Nella Bolla di papa Lucio III del 1183, diretta al vescovo Odorisio che risiedeva nella cattedrale di San Pelino a Corfinio, viene menzionata l'Ecclesia Sancta Maria de lecto appartenente appunto cum pertinentiis suis alla Diocesi 1 Maggio, 2008annualmente alla chiesa di San Panfilo di Sulmona di 6 libbre di cera. Secondo lo storico sulmonese Emilio de Matteis (XVII secolo) sia la chiesa di Sancta Maria che il castello di Letto sorsero accanto al monastero benedettino di Santa Maria di Monte- Planizio, edificato nel 1020 dal conte Ruggiero di Chieti. Nella Bolla corografica di Onorio III del 1223 si conferma il possesso di Santa Maria de letto al vescovo di Valva. Ma perché de letto? Accanto alla voce Palena, derivante dalla base mediterranea Pala ovvero "prato in erto pendio, senz'alberi", compare il qualificante lectus aggiunto in seguito "con valore geomorfico", nel senso di "rialzo erboso di terra". E' quanto si apprende dal noto Saggio di M. De Giovanni, dal titolo appunto Kora. Storia linguistica della provincia di Chieti (1989). Ma non è ovviamente su tali disquisizioni glottologiche che si vuol richiamare l'attenzione del lettore, bensì su una singolare prestazione del clero di Lettopalena nei confronti dei vescovi visitatori di Valva, di cui appunto si fa cenno in un verbale di “Santa Visita” compiuta a Palena dal vescovo di Valva Giovanni Merlino, il 1° settembre del 1492, proprio l'anno della scoperta dell'America! Tale verbale è contenuto in una miscellanea di documenti cartacei raccolti in una elegante cartella e conservati presso l'Archivio della cattedrale di San Pelino a Corfinio. Quando noi l'abbiamo esaminato era ancora vivo l’ultimo canonico di San Pelino, il compianto Don Cesiro, che tanto zelo aveva profuso nella riorganizzazione dell'Archivio di Valva. In seguito avemmo modo di constatare che il documento in questione, in forma di regesto, era stato pubblicato da G. Celidonio nel suo terzo volume de La Diocesi di Valva e Sulmona (Casalbordino 1911). Al Celidonio tuttavia era sfuggita l'importanza della pur breve menzione del caciocavallo, poiché la sua attenzione era rivolta ai contenuti ecclesiastici della visita pastorale effettuata dal vescovo Merlino nel mese di luglio a Lettopalena ed il 1° settembre a Palena. Dal documento in questione risulta che mentre si trovava a Palena, il vescovo Giovanni Merlino ricevette "da don Ugo del Lecto de Palena pecze doi de caso cavallo uno” cioè una coppia di caciocavallo. Siamo come si è detto, nel 1492 ed allo stato attuale delle nostre conoscenze si tratta della menzione più antica di questo tipico formaggio bovino, essiccato a coppie “a cavallo” di pertiche, donde il caratteristico nome. In seguito si ritrova citato nella seconda metà del XVI secolo in uno dei famosi Viaggi in Abruzzo di Fra' Serafino Razzi. In un'epoca come la nostra, fatta di suggestivi messaggi pubblicitari, la conquista di vasti mercati è affidata - per restare in ambito abruzzese - a slogan come "la patria dello zafferano", oppure, "la patria dei confetti", ai quali può aggiungersi benissimo: Lettopalena, "la patria del caciocavallo". Sapranno valorizzare gli Amministratori locali questa notizia più unica che rara? Le iniziative a tal riguardo sono infinite, a cominciare da una mostra-mercato del caciocavallo abruzzese da tenersi la prossima estate proprio a Lettopalena. Va ricordato, come ammonisce Cicerone, che il presente è gravido del futuro. Pertanto bisogna fin da ora mettersi al lavoro per assicurare alla manifestazione un successo dagli imprevedibili sviluppi e certamente positivi per Lettopalena e tutta la Valle dell'Aventino. [Torna su]

Fossili della Majella

La paleontologia è la disciplina che studia qualsiasi resto o impronta di organismo vegetale ed animale vissuto in epoca geologica anteriore all'alocene. Fu per primo Leonardo da Vinci ad intuire che i fossili erano la testimonianza di animali o piante vissuti là dove si ritrovavano, perché in mare dovevano essersi depositati un dì i sedimenti che formano oggi la montagne meritando così "la incontrastata gloria di aver posto la prima pietra miliare del grande edificio della paleolitologia" (Vinassa de Regny).Il processo, per cui questi resti di organismi sono conservati negli strati della crosta terrestre, si dice fossilizzazione, e può avvenire per modellamento, incrostazione, pietrificazione, carbonizzazione, inclusione o per impronte. I fossili sono detti a volte fossili guida, fossili "banali" o di facies. Sono fossili guida quelli derivanti da organismi vissuti per un tempo geologico brevissimo, prima e dopo del quale la specie ha subito sostanziali e rapidi cambiamenti o si è estinta, o sono quelli con grande diffusione geografica. Così, strati rocciosi a grande distanza, inglobando gli stessi fossili, dimostrano che i terreni si sono formati contemporaneamente.
Le ammoniti, ad esempio, molluschi marini vissuti dal Devoniano al Crataceo, che popolarono grandi distese di mare subendo nell’evoluzione della specie molte trasformazioni nell’aspetto esterno del guscio, sono fossili guida. Fossili "banali" sono gli organismi ampiamente distribuiti nelle stratigrafie e che non possono pertanto dare indicazioni di riferimento sul periodo geologico in cui sono vissuti.
Sono fossili di facies i resti fossilizzati di organismi legati ad un particolare habitat di vita, condizionato da fattori geologici, biologici e climatici, come coralli che vivono oggi in acque calde, mediamente profonde e ben ossigenate, le Rudiste (lamelli- branchi del Cretaceo), legate ad un ambiente di scogliera o di prateria marina, le nummuliti, macroforaminiferi litorali (dell’Eocene).
I fossili di facies forniscono dunque notizie di carattere ambientale. Si distinguono così le differenti facies marine (litorali, neritiche, batiali, abissali, etc.) e le relative transizioni. Analogo significato hanno i fossili di organismi continentali, sulla Maiella solo di epoca Quaternaria. [Torna su]

Calcare a Nummulites
Era Cenozoica - Eocene
Medio (Luteziano)
Lettopalena 11/3/1958

Impronte interne di valva sinistra di Rudista
Era Mesozoica- Cretacico Superiore (Senoniano) - Fara San Martino- Capo Le Macchie 15/5/1980

 

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