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"Affascinante pagano - David Bowie sul suo nuovo album, le sue scarpe nuove e l'essere mancino"
(Charming Heathen - David Bowie on his new album, new shoes and being left-handed)
di Mim Udovitch
Rolling Stone Online, 19 luglio 2002

In uno spazio per le prove piuttosto tetro a Manhattan, David Bowie è seduto su un divano di pelle nera, giocando distrattamente con una rosa bianca appassita ed uno spray per bambini e discutendo, se deve, del suo nuovo album Heathen. Per riassumere il disco in diciannove parole: Heathen riguarda la disconnessione tra l'uomo legato alla Terra e le astrazioni che desidera - l'amore, Dio, la sicurezza, la pace. Per riassumere l'autore del disco in sei periodi (ed un frammento di periodo): David Bowie è un uomo molto affascinante. È un uomo molto intelligente. È - inutile a dirsi, dopo più di trent'anni di lavoro, così irresistibile che il New Musical Express lo ha recentemente nominato il più influente artista di tutti i tempi - un uomo di grande talento. Anche di bell'aspetto. Irradia gioia. Il semplice impatto della sua personalità è praticamente un superpotere. Infatti, è assolutamente possibile che venga davvero da un altro pianeta. "Cosa pensi dell'album?", chiede.

I: mi piace. Sono un po' sorpreso/a che me lo chiedi. L'ultima volta che ho parlato con te volevi parlare di tutto tranne che dell'album.

DB: in effetti anche adesso è così. Non è per mancanza di entusiasmo. Sono molto entusiasta dell'album. Ma cosa può essere meno interessante che parlare di musica pop? Scusa, ma c'è qualcosa di meno interessante? E' così noioso, dai. Lo sai tu e lo so io.

I: ma dobbiamo parlare dell'album. È il mio mandato.

DB: va bene, amo questo album. Ho selezionato tra tutto quello che avevo fatto prima, ma fondendo tutto insieme. È galvanizzato in un modo che ha carne e ossa..... è il repertorio completo di quello che faccio meglio. Non è, forse, l'album più aperto che abbia scritto, in un certo modo?

I: questo sei tu che devi dirlo.

DB: penso che lo sia. È la descrizione del mio particolare stato mentale, fatta molto onestamente. Ciò in cui sono bravo è la paura mormorata.

I: ma di cosa

DB:
delle mie scarpe, non vanno bene.

I:
seriamente. Paura di cosa?

DB: come l'ha chiamata Don DeLillo? Il mormorio dell'inquietudine? In uno dei suoi romanzi descrive ciò che permea la città. Ma, sai, è una cosa del genere. Una sorta di mormorio. Non la puoi capire a meno che tu non sia stato lì.

I:
dai, seriamente.

DB: Oh.... quel qualcosa dietro lo sguardo inflessibile di tutti, quell'apprensione e quella lieve vulnerabilità, che è lì se guardi oltre quella sorta di sguardo sicuro, da "sono l'uomo giusto per questo lavoro".

I: e questo esprime la paura di cosa?

DB: che siamo entrati, forse, nell'ultima epoca della nostra sopravvivenza. Questo e l'ombra dello stato finito di ciascuno di noi su questo pianeta.

I: ma tu sembri una persona talmente felice.

DB: sono felice. Ma, sai una cosa? Ogni clown lo è. Voglio dire, cerco di essere allegro. Perché se non si ride si finirebbe per piangere, non è così? Guardati intorno - è un incubo, tutto è orribile, non siamo mai stati in una posizione così precaria prima. È così orribile che, sinceramente, dico sul serio, se non ti alzi la mattina ed eserciti ottimismo potresti divenire seriamente depresso.

I: ehi, non stai fumando! Non fumi più?

DB: no. Tu vuoi fumare?

I:
no, va bene. Ma sono stupefatto/a che hai smesso. Questo è importante.

DB:
lo è? Ed è il risultato di avere una figlia? Penso di si. È il risultato di avere dovuto passare gran parte dell'inverno fuori, su un balcone? Anche di più.

I:
parlando di Heathen, hai descritto te stesso come avente "un debole bipolarismo".

DB:
lo attribuisco al fatto di essere mancino. È un segno del diavolo, come assolutamente sai. Sebbene abbia letto che i mancini siano persone molto più intelligenti.

I:
e te lo sei ricordato, stranamente.

DB: per qualche ragione lo avevo nascosto. Mi trattavano davvero male quando ero piccolo per il fatto che ero mancino.

I: ma chi?

DB:
a scuola, ricordo molto bene che i ragazzi ridevano di me perché disegnavo e scrivevo con la mano sinistra, era qualcosa di simile a, "Oh, tu sei il diavolo".

I:
oh, non lo facevano.

DB:
lo facevano. E l'insegnante mi dava sempre uno schiaffo sulla mano per cercare di farmi scrivere con la destra. Era una cosa per cui si veniva guardati dall'alto in basso in Gran Bretagna all'epoca. E mi mise in disparte rispetto agli altri, immediatamente. Non mi sentivo come gli altri per questo. Così, penso che potrebbe essere stato uno degli elementi che hanno influenzato il modo in cui avrei valutato il mio viaggio attraverso la vita: "va bene, non sono come voi, stronzi, allora sarò migliore di voi". Ma, sai, sono cose che si dicono.......E, certo, a tredici anni l'occhio non aiutava (la pupilla sinistra di Bowie fu danneggiata in una zuffa tra ragazzi). Sebbene lo considerassi come una sorta di simbolo d'onore.

I: ma proprio dall'inizio?

DB:. .... No, non mi piaceva, impiegai un po' di tempo per adattarmi al fatto che i miei occhi non erano uguali e che apparivo strano.

I: oh, tu appari attraente ["lovely"].

DB: io pensavo che apparissi strano. Ora sono semplicemente ciò che sono.

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