"Dodici
minuti con David Bowie"
(12 Minutes With David Bowie)
di
John Tobler
Zig Zag, gennaio 1978
I: l'ultimo paio di album, che è ciò di cui sei qui per parlare,
sono stati, per alcune persone, piuttosto inaccessibili. Penso
che tu abbia detto ad un certo punto che eri determinato a non
essere prevedibile. E' così?
DB: bene, no. Questa è una risposta prevedibile. E' che ero
stanco di scrivere nella maniera tradizionale in cui scrivevo
in America, e, tornando in Europa, ho considerato quello su cui
scrivevo ed ho deciso che dovevo cercare di trovare un nuovo linguaggio
musicale per me stesso in cui scrivere. Avevo bisogno di qualcuno
che mi aiutasse in questo, perché ero un po' perso e troppo soggettivo
su tutto questo, così ho chiesto a Brian Eno se mi aiutava ed
è così che tutto è cominciato. E' stato, in effetti, un processo
di ricerca di nuovi metodi e processi di scrittura, piuttosto
che l'ovvio tentativo di non essere prevedibile….
I: ho sentito che Eno era veramente impressionato quando ha
incontrato per la prima volta te ed Iggy [Pop]
e tu eri in grado di canticchiare No Pussyfooting…
DB: (ride) si, conosco il suo lavoro molto bene.
I: hai in effetti una tendenza a cercare ed investigare le
cose più fuori del comune nella musica?
DB: sono le cose attorno a cui tendo a gravitare. Ho adottato
un particolare codice di lavoro, che è, "se una cosa funziona
è obsoleta"; così generalmente applico questo concetto ad ogni
situazione, nella musica o in tour… ma specialmente alla musica.
Difficilmente ascolto cose di moda o popolari. Tendo a comprare
cose piuttosto oscure.
I: come?
DB: ..vediamo… le ultime cose che ho comprato sono state Steve
Reich e Philip Glass, che ho ascoltato per un po', ma, di nuovo,
quando si tratta della musica le mie influenze tendono a provenire
più dall'osservazione dell'ambiente in cui mi trovo, il che è
chiaramente ovvio quando guardi ai miei album ed al luogo in cui
sono stati fatti; tendono molto ad essere lo specchio del luogo
in cui mi trovavo, potresti dire in quale città mi trovavo. Young
Americans era Philadelphia e Diamond Dogs decisamente
L.A. e New York.
I: è strano che tu parli di Diamond Dogs, perché hai
anche detto che lo hai fatto come un album di soul di plastica
che…
DB: no, Young Americans.
I: si, scusa, Young Americans, hai detto che era solo
un album da scherzo.
DB: no, non era un album fatto per scherzo. Era, seriamente,
un album di soul di plastica. Era la descrizione del mio modo
di vedere, da inglese bianco, la musica nera americana, lo sguardo
di una persona che guarda dall'esterno, piuttosto che essere realmente
coinvolta in quel tipo di musica..
I: preferisci il tipo di suono disco di oggi alla soul music
degli anni 60, che sono sicuro ti è più familiare?
DB: …no, non sono un grande fan della disco, affatto. La detesto.
Sono così imbarazzato che i miei dischi vadano così bene nelle
discoteche. Ho avuto due enormi hit disco, che non riesco a tenere
la testa alta quando vado nei club arty; si, certo, ero un grande
fan del suono soul degli anni 60. Era parte della mia sommaria
educazione musicale.
I: mi pare di capire che ti imbarcherai presto in un tour?
DB: sto programmando un tour per il prossimo anno, si.
I: chi utilizzerai per accompagnarti?
DB: è difficile dirlo al momento. Mi piacerebbe lavorare con
Eno e Fripp sul palco, ma ci vuole circa una settimana per portare
Brian fuori dal suo appartamento, così portarlo in tour è quasi
impossibile, ma penso che farà alcune città con me. Se non c'è
mai stato prima probabilmente verrà e suonerà. Tende a lavorare
in quel modo. Fripp è un po' più facile da convincere. Voglio
dire che può andare in tour senza grossi problemi, ma non so se
vuole fare un tour molto lungo. Sembra essere un uomo da quattro
settimane (ride). Nessuno dei due impazzisce per andare in tour,
così dovrò comunque cercare altre persone.
I: eri un grande fan dei Roxy Music o dei King Crimson ?
DB: mi è piaciuto molto il primo album dei Roxy. Pensavo che
era eccitante. L'intero concetto era molto nuovo e c'erano delle
belle giustapposizioni che non avevo mai ascoltato prima. King
Crimson. Sono sempre stato….abbastanza stranamente Fripp era l'unico
virtuoso che mi piacesse. Non sono un grande fan del virtuosismo,
ma Fripp mi è sempre piaciuto, il suo modo di suonare.
I: è stato detto quando stavi facendo Low che la tua musa
poetica ad un certo punto ti aveva abbandonato momentaneamente,
e quello era il motivo per cui molte delle canzoni avevano testi
corti, al contrario dei testi più lunghi che avevi fatto prima.
E' ancora questo….
DB: suppongo che ci fosse una parte di verità in questo, voglio
dire, può essere applicato a quello che ho detto prima, che era
strettamente una questione di sperimentazione e scoperta. Non
avevo affermazioni da fare in Low. Era un album di basso
profilo, a suo modo, ed è stato un album molto indulgente per
me, per trovare quello che volevo fare musicalmente. La cosa strana
che è venuta fuori da Low è che, nonostante le mie divagazioni
in nuovi processi e nuovi metodi di scrittura, quando Eno ed io
lo abbiamo ascoltato ci siamo resi conto che avevamo creato nuova
informazione senza neanche accorgercene, e che nel cercare di
scrivere su niente in particolare avevamo scritto su varie cose
più di quanto avremmo fatto se fossimo partiti dicendo "facciamo
un concept album". Era eccitante, così abbiamo fatto questo su
"Heroes". Abbiamo usato una immensa quantità di immagini e
le abbiamo giustapposte l'una contro l'altra, ed abbiamo usato
incredibili, sorprendenti metodi di lavoro, qualsiasi cosa, dalla
selezione casuale dai libri…ed anche musicalmente…i cambi di accordi.
Siamo stati piuttosto arbitrari a volte e l'effetto complessivo
ha lasciato stupefatti entrambi quando abbiamo ascoltato il disco
finito.
I: intendi continuare in questa direzione piuttosto che tornare
ad una più lirica…
DB: no…er….si (ride). Abbiamo sempre detto, perché abbiamo
entrambi pretese artistiche, abbiamo entrambi detto che faremo
una trilogia, così il nostro trittico sarà completo. Ne faremo
almeno un altro. Abbiamo un rapporto molto solido. Penso sia molto
forte anche al di fuori dell'area musicale, perché quando siamo
insieme l'ultima cosa di cui generalmente parliamo è la musica…umm….come
probabilmente saprai Eno è un grande conversatore, e te ne puoi
stare seduto a ridere tutta la notte; lavorerò anche sul prossimo
album di Fripp. Mi ha chiesto di fare qualcosa con lui in America
quando vado lì. Non so cosa vuole che faccia.
I: stai in un certo senso usando l'aspetto lirico delle tue
capacità per fare gli album di Iggy [Pop - The Idiot e Lust For Life], intendo, non che tu
scriva i testi….
DB: bene, bisogna guardare la cosa in questo modo. Jim non
ha lavorato per…ummm…almeno due anni, ha attraversato un periodo
molto difficile, ed aveva bisogno di un supporto, emozionalmente
e mentalmente, come materialmente, e penso che abbia risolto gran
parte dei suoi problemi sul primo album…e ne faremo un altro dopo
questo. Jim è davvero padrone della situazione e sa cosa vuole
scrivere e su cosa vuole scrivere. Sta diventando un eccellente
autore, ma ha avuto un momento di intervallo.
I: davvero. Era più impressionante sul palco.
DB: oh, è fantastico. Ho sempre pensato che lui fosse, per
me, rock'n'roll, assoluto rock'n'roll, senza compromessi.
I: sei andato in tour con lui perché eri in qualche modo scettico
su quello che poteva fare da solo?
DB: no, niente affatto. Mi ha incoraggiato a suonare il piano
con lui ed io ho pensato che l'idea era assolutamente eccitante
e molto tentante, e l'ho fatto per questo. Non mi sono mai divertito
così tanto in tour perché non avevo responsabilità, dovevo soltanto
stare seduto, bere un po', fumare una sigaretta, ammiccare alla
band…e guardarlo.
I: giusto, e lui è qualcosa da guardare.
DB: oh si.
I: un paio di anni fa hai detto che non ti importava molto
se i tuoi LP continuavano a vendere o no.
DB: si.
I: questo si applica anche ad Iggy in qualche modo, visto
che sei così coinvolto nel suo lavoro?
DB: no, quello riguardava solo i miei album. Voglio davvero
che Jimmy riguadagni il suo vecchio pubblico, e ne trovi uno nuovo
anche più grande, perché l'ho sempre considerato molto importante.
I: quello che hai detto si applica ancora ai tuoi album?
DB: si, anche se adesso devo andare contro me stesso perché
sono così entusiasta delle nuove cose che ho fatto che vorrei
che il pubblico le ascoltasse. Da una parte mi dico "bene, non
mi importa" ma poi dall'altra mi importa, perché penso che sia
buona musica. Penso che siano album davvero buoni.
I: guardi indietro alle cose che hai fatto e dici 'Beh, quello
non era proprio…."
DB: oh si, si. Li guardo e non ce n'è uno che mi piaccia….L'unico
che mi piace è Young Americans, perché è l'unico album
piacevole, ma gli altri…Si può difficilmente applicare l'aggettivo
piacevole a nessuno di essi. Alcuni penso che fossero idee sommarie
su cui non ho lavorato abbastanza duramente. E' un po' come la
pittura. Intendo dire che non tutti i quadri che fai sono buoni
ma li hai fatti. Tendo a guardare ai miei album piuttosto in questo
modo. Ammetto che alcune idee non hanno funzionato, ma c'è del
buon lavoro da qualche parte. C'è una sequenza logica. Voglio
dire, se sembra soltanto divagare e non sembra avere alcun senso
per me, posso però vedere l'anno in cui ho scritto quell'album,
o posso dire "si, questo descrive quell'ambiente e quell'anno
molto bene", credo. Il che va molto bene, è un po' quello che
intendevo fare.
I: ci sono state un certo numero di persone coinvolte con
te, ma tu sei diverso da molte, molte altre rock star nel senso
che non sembri mai tornare indietro. Mick Ronson per esempio.
Vedi mai Mick Ronson?
DB: non vedo Mick Ronson da anni. Ma, per contraddire la tua
affermazione, la mia sezione ritmica è con me da quattro album
e 2-3 anni, penso (ride).
I: ma tu li hai sostanzialmente scoperti. No, stavo pensavo
a persone come…voglio dire, è piuttosto bizzarro che sia Marc
Bolan che Bing Crosby con cui hai lavorato, siano morti recentemente.
DB: davvero vuoi che io….cosa dovrei dire?
I: voglio dire, vedi qualcosa di sinistro in questo?
DB: no
I: mi fa piacere sentirlo. Sei apparso nello show televisivo
di Bing Crosby, vero?
DB: si
I: questo potrebbe essere molto interessante da vedere…Hai
in programma di lavorare con qualcun altro, come le Astronette?
DB: no. C'è una band che posso menzionare. Mi piacciono molto.
E' una band americana che ancora non ha fatto alcuna registrazione
e si chiama Devo. Li ascolto da un po', da quando mi hanno mandato
i loro nastri e spero, se ho tempo alla fine dell'anno, di far
loro registrare un album. E' una sorta di tre Eno ed un paio di
Edgar Froes in una sola band. Molto strano.
I: dobbiamo parlare del nuovo film che stai per fare.
DB: è una biografia parziale di Egon Schiele, un pittore espressionista
dell'inizio del 20mo secolo, ed è una sorta di calmo, intimo studio
della sua relazione con la sua modella, ed è un film non sensazionale.
Di nuovo, è una reazione all'ultimo film che ho fatto. Molte delle
cose che faccio sono reazioni all'ultima cosa che ho fatto.
I: è vero che hai rifiutato un film sul giovane Goebbels?
DB: si (ride), questo è molto prevedibile.
I: ok. Grazie. E' stato bello vederti, torna presto.
DB: grazie