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Rolling Stone, 20 giugno 2002
di David Fricke

Il più immediato piacere di Heathen sono le cover. David Bowie ha un gusto raffinatamente all'ultima moda [?] ed attacca Cactus dei Pixies, la perla del '69 I've Been Waiting For You di Neil Young e la lettera d'amore fantascentifica di Legendary Stardust Cowboy I Took A Trip On A Gemini Spacecraft con lo stesso acuto gusto che diede ai successi degli Easybeats e dei Pretty Things in Pin Ups del 1973.

Il resto di Heathen è il suono di Bowie che essenzialmente fa la cover di se stesso, con risultati splendidi, spesso commuoventi. L'album brilla del senno di poi: il gelo elettronico, simile a Low, di Sunday; i codici marziani di Slip Away, suonata da Bowie allo Stylophone, il vecchio sintetizzatore utilizzato in Space Oddity, del 1969. In Slow Burn, il chitarrista ospite Pete Townshend canalizza il riff firmato Robert Fripp di "Heroes", del 1977, attraverso la rabbia stile Who's Next. E Bowie ha co-prodotto Heathen con Tony Visconti, le orecchie della maggior parte dei migliori LP di Bowie dal 1970 (The Man Who Sold The World) al 1980 (Scary Monsters).

L'intensità è nel battito cardiaco udibile al di sotto dei vecchi giochi di abilità. "Credo che la mia piccola anima sia cresciuta", Bowie afferma in Afraid, un colpo ad alta velocità di chitarra ed archi dal sapore alla Hunky Dory, e sembra essere sincero.

Heathen è anche Bowie messo a nudo. I suoi grandi ruoli - Major Tom, Ziggy Stardust, The Thin White Duke - erano tutti anime perse, intrappolati nello spazio o nelle circostanze. Bowie qui lavora senza maschere, approfondendo l'appassionata gravità della sua voce con chiaro desiderio in Slip Away (Life On Mars? messa nella folle dolcezza del successo Tv degli anni 80 The Uncle Floyd Show) e la gelida canzone d'attesa 5:15 All The Angels Have Gone. Un ampio tema attraversa le canzoni, incluse le cover: la ricerca di una luce guida in una notte senza Dio.

Ma la vera storia è il perfetto casting di Heathen: Bowie che fa Bowie, con classe.

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"Finalmente, mettendo da parte i personaggi da zeitgeist che hanno al contempo definito ed ossessionato la sua carriera [?], il 25mo album di Bowie vede il nostro originario amico elettrico imbarcarsi in un valzer senza affettazione attraverso i sepolcri vellutati del suo passato. Ed è fantastico. Tutto. Anche le parti in cui la grande vecchia duchessa del dilettantismo cede alla bizzarria da filastrocca (la spaceodditiana Slip Away) e (specialmente) le parti in cui sinistri sintetizzatori fanno capolino per una chiacchierata (Sunday, reminescente di Low). Perché? Perché anche quando è maggiormente auto- referenziale, Bowie è sempre bilioni di volte più inventivo, coraggioso e razzo-verso-Marte brillante di chiunque sia stato stimolato dalla onnipresente bacchetta del suo genio. 55 anni ed ancora attuale, Bowie rimane l'originale del rock più meritevole di culto" - Sarah Dempster, New Musical Express, giugno 2002 (voto 8/10)

"Coloro che apprezzano le lente ballate di Bowie troveranno questo disco pieno di grazia, forse anche un capolavoro" - Dan Aquilante, New York Post, 14.06.2002

"Con Heathen Bowie ha raggiunto un elegante bilanciamento tra inclinazioni selvaggiamente sperimentali e la sua abilità di fondere melodie invitanti e testi profondi.......sicuro e piacevole......E' [Bowie] desideroso di andare avanti ma anche felice di utilizzare il suo ricco passato musicale con canzoni che sono ben strutturate ma ancora piene di inaspettate svolte e cambiamenti" - George Varga, San Diego Union Tribune,13.06.2002.


"Bowie continua a cercare nuove sfide, il che lo distingue da molti dei suoi colleghi degli anni 60" - Greg Kot, Chicago Tribune, 11.06.2002

"...Heathen è il suo miglior lavoro in almeno una decade, se non di più, e potrebbe preannunciare una nuova era creativa per la leggenda vivente" - Derek Simmonsen, Washington Times, 15.06.2002

"....un Cd riccamente evocativo ...presenta alcuni brani ispirati, sulle sue paure ed ansietà.... L'album segna anche una vitale riunione con Visconti...Il nuovo album è un benvenuto ritorno all'art-rock per Bowie....Le nuove canzoni vanno dalla matura, impressionista 5:15 The Angels Have Gone, alla energicamenre rock A Better Future. E ci sono due cover stellari nella nervosa I've Been Waiting For You di Neil Young e nel trattamento da rock acustico di Cactus dei Pixies....Ma la più sottile brillantezza dell'album è illustrata dalle canzoni originali, come la pensosa Slip Away e I Would Be Your Slave, dal sapore techno" - Steve Morse, Boston Globe, 09.06.2002

"...Heathen vanta alcune delle cose migliori di Bowie dal trascurato Black Tie White Noise del 1993....Il risultato è stimolante ed invitante, fuori centro ma potente e più inventivo di quanto la maggior parte degli attuali musicisti rock indipendenti potrebbero sperare di essere nei loro sogni" - George Varga, San Diego Union Tribune, 09.06.2002

"Riunito con Tony Visconti (Young Americans), David Bowie è tornato con Heathen, 12 canzoni sorprendentemente splendide, a cavallo tra rock'n'roll terrestre e soniche fantasticherie da qualche altra galassia" - Chris Berend, Esquire, luglio 2002

"E' rilassato, schietto, sobriamente intenso. Anche gli ornamenti elettronici suonano caldi ed organici in questo mondo malinconico. Ricco, diretto ed a volte giocoso, include versioni di canzoni dei Pixies, Neil Young e The Legendary Stardust Cowboy, insieme a canzoni originali di Bowie che riprendono i suoi temi fondamentali di ossessione, alienazione e mortalità" -
Richard Cromelin, Los Angeles Times, 16.06.2002

"Un capolavoro di un maestro del rock'n'roll" - Jim Collins, Associated Press/Cleveland Plain Dealer, 16.06.2002

"I destabilizzanti ed instabili arrangiamenti finiscono per essere una buona combinazione con canzoni che suggeriscono un tremolante universo alieno post 11 settembre. Bowie, residente a Manhattan, ha detto, anche su questa rivista, che ha scritto il materiale per Heathen prima di quella catastrofica mattina, il che suggerisce che sia o un chiaroveggente o solo una persona generalmente apprensiva......l'album permette a Bowie di tornare al suo più misterioso personaggio - chiamiamolo Grim Shady - ed è ancora il miglior ruolo della sua vita" - David Browne, Entertainment Weekly, 14.06.2002 (voto B+)

"Bowie si avventura in tutte le aree del pop e del rock con questo magnifico nuovo disco....l'arte è ancora in evidenza nel rock di Bowie" - Ed Symkus, Boston Tab, 17.06.2002 (voto A)

"....motivi sonicamente avventurosi..." - Elysa Gardner, USA Today, 11.06.2002

"...i testi di Bowie sono intelligenti, pieni di timore per il futuro e desiderio di fuga...Nelle cover, I've Been Waiting For You di Neil Young e Cactus, una canzone della band post-punk degli anni 80 Pixies, i paesaggi futuristici si abbinano bene con dirette canzoni rock" - Benjamin Nugent, Time, 17.06.2002.


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