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 - Alba a Margi -

Politica - Cultura - economia - Cronaca

- "Bafeus" - Pubblicato il numero Maggio / Giugno 2008

- "Artemisia News" - Pubblicato il numero 2  - Maggio / Giugno 2008 

 

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1.    "Artemisia news". Anno VI - n. 4  - Ottobre / Dicembre  2007  - Pag. 3    “Giunto alla quinta edizione – U Pasturatu di Bafia- Firma:  Nino Quattrocchi

2. "Comunità" - Aprile 2007 – Pag. 8 - 9 -  “Bafia – Quella telefonata che ha cambiato la vita al bafioto Nino Triolo, alias Pinelli, oggi presidente della “Associazione di volontariato San Martino Onlus – Missione Ithanga”  - Ho visto la morte che falciava tanti bambini” - I Kikuyu e i Kikamba e le carestie infinite di  Ithanga Quella telefonata che ha cambiato la vita al bafioto Nino Triolo, alias Pinelli, oggi presidente della “Associazione di volontariato San Martino Onlus – Missione Ithanga” - Firma: Nino Quattrocchi;

3. "Comunità" - Marzo 2007 – Pag. 18 -  “Barcellona – La Pop Art a Barcellona - “I figli dei fiori del Longano” – Firma: Nino Quattrocchi;

4.  Comunità di marzo 2007 – Pag. 19 -  “Barcellona – La Beat Generation nella poesia di Vittorio Zingales - “Le Orme dei figli dei fiori” – Firma: Nino Quattrocchi;



 

SOLIDARIETA’ 

Quella telefonata che ha cambiato la vita al bafioto Nino Triolo, alias Pinelli, oggi presidente della “Associazione di volontariato San Martino Onlus – Missione Ithanga” di Bologna

 “Ho visto la morte che falciava tanti bambini”

I Kikuyu e i Kikamba e le carestie infinite di  Ithanga 

 di Nino Quattrocchi

 ITHANGA (KENYA)

- La solidarietà -

Era un giorno qualsiasi di novembre del 2000. Un giorno come tanti. E nella grassa Bologna, nonostante una sottile nebbiolina mattutina che offuscava le strade e rendeva l’aria gelida, Nino Triolo, alias Pinelli,  una pertica di uomo  venuto in città tanti anni prima in cerca di lavoro dalla lontana Bafia, in Sicilia, si apprestava ad affrontare la nuova giornata. Una giornata da carabiniere. Un carabiniere di quel Gruppo Interforze messo assieme dal Ministero degli Interni per fronteggiare la criminalità organizzata.

Fu proprio quella mattina di quel giorno qualsiasi che il trillo insistente di un telefonino dal profondo sud del mondo rimbalzava a Bologna nelle stanze della canonica della parrocchia di San Martino. Quella di padre don Giuliano Gaddoni. Quella di Nino Triolo. Dall’altro capo dell’etere la voce impastata di lacrime di suor Elena Piccolo, una missionaria delle Piccole Ancelle del Sacro Cuore di Ithanga in Kenya, aveva poi implorato soccorso, aiuto, per le sue piccole creature. Che stavano morendo di fame per una inumana carestia.

Era allarme rosso. I fedeli venivano allertati.  E in meno che non si dica la “Associazione di Volontariato Fraternità San Martino di Bertalia Onlus”, costituita tempo prima per rispondere alle più svariate esigenze dei fedeli, riusciva a mettere assieme un container di generi alimentari. 

“Fino a quel momento - ci racconta ora Nino Triolo – le missioni mi sembravano lontane. Lontanissime. E dire che Suor Elena era la zia di mia moglie Sonia e quindi pure zia mia e che nel ’98 era venuta anche a Bafia per promuovere azioni di solidarietà. 

Occorreva un accompagnatore ed io mi proposi. Partimmo e in Kenya arrivammo  agevolmente. Sbarcato il container ci siamo diretti verso l’interno, verso Nairobi, da dove occorreva  raggiungere il territorio di Ithanga, situato nel distretto di Thika. 

Per un centinaio di chilometri attraversammo un territorio punteggiato da villaggi di tribù di Kikuyu e di Kikamba. E frequentemente incontrammo pure accampamenti di nomadi Masai. Quella strada polverosa e piena di insidie era interminabile. Alla fine, però,  giungemmo a Ithanga, dove la luce elettrica, il telefono e l’acquedotto sono ancora lontani ad arrivare.

- Nino Triolo a Ithanga -

Ithanga in lingua kikuyu significa sabbia. Non a caso, pensai. Infatti il paesaggio era fatto di sabbia rossa. E quando in una regione di sabbia ve ne è troppa allora essa è sinonimo di aridità e purtroppo pure di povertà. 

Alla bellezza aspra e selvaggia, quasi primitiva, del paesaggio di Ithanga si contrapponeva però la disperazione di tante mamme scheletriche che piangevano mucchietti di ossicini in fin di vita che tenevano in braccio e che con occhi gonfi  di disperazione supplicavano aiuto.

La grande siccità di quell’anno aveva “bruciato” le erbe dei magri pascoli, distrutto le coltivazioni e inabissato  le falde acquifere. La carestia, l’ultima, l’ennesima, imperava. Per i Kikuyu e i Kikamba la situazione era davvero tragica. 

Quel container che a Bologna sembrava così grande, lì a Ithanga, per quei cinquantamila disperati era un fagottino. Una goccia in un oceano. Quasi niente. Veniva da piangere. Da disperarsi. Ho visto la morte che falciava tante vite. Ho visto pure le missionarie, che come tanti Gesù in terra, combattevano instancabili quella morte. 

Ci siamo allora dati da fare per risolvere i casi più urgenti. La mia jeep non aveva pace. Portava aiuto dappertutto. Faceva la spola tra i villaggi e il dispensario della missione. 

- Sonia Piccolo, moglie di Nino -

 

Un giorno mi morirono cinque bambini in un solo viaggio. Cinque creaturine pelle e ossa. Morti per la denutrizione. Per la fame. Inimmaginabile da noi in Europa. Quella mia prima volta a Ithanga è stata davvero drammatica. Una esperienza che mi ha segnato e che mi ha cambiato  per sempre l’esistenza. 

Ho pensato allora che bisognava fare qualcosa. Ritornare nelle nostre opulente città e da lì mandare aiuti a questi bambini, a queste popolazioni. Che hanno avuto la sfortuna, la sorte, di nascere in una terra povera, arretrata e martoriata con frequenza dalle torture della natura. E spesso pure dall’indifferenza degli uomini”.

Ritornato a Bologna Nino Triolo ne parla con la moglie Sonia e con la figlia Erika, con padre don Giuliano Gaddoni e con i volontari della parrocchia. Assieme decidono di impegnarsi in quella missione di vita. Per aiutare i fratelli africani. 

Intanto da Ithanga continuavano ad arrivare nuove richieste di aiuto. E padre don Giuliano Gaddoni, Nino Triolo e gli altri attivi volontari  della Associazione si davano di nuovo da fare per affrontare le nuove emergenze. E visto che a Ithanga si è sempre in emergenza i volontari bolognesi nell’ottobre del 2005 hanno deciso di costituire una associazione ad hoc per Ithanga. E’ nata così la “Associazione di Volontariato San Martino Onlus - Missione Ithanga”. Essa ha sede a Bologna, in via Bertalia, 47 e le sue attività sono consultabili sul sito web www.forithanga.org. Tra i soci fondatori, oltre a padre don Giuliano Gaddoni (presidente onorario), Nino Triolo (presidente) e Sonia Piccolo, ci sono tutti gli altri ragazzi che in questi anni non si sono risparmiati per organizzare iniziative di solidarietà. Si tratta di Egidio Gianluigi (vice presidente), Claudia Zuin, Carla Corsari, Stefano Forbicini, Antonio  Rizzo, Monica Grandini, Nicoletta Burzacchi, Antonio Redaelli e Mimmo Celi, un altro bafioto. 

- Sonia Piccolo -

E di attività questi ragazzi dal novembre del 2000 ad oggi ne hanno organizzate. E sempre hanno trovato la solidarietà della gente e quella degli enti pubblici. 

In ordine di tempo l’ultima iniziativa di beneficenza è il recente  spettacolo teatrale dal titolo “Senza dimora in centrale” portato in scena dal gruppo teatrale “Poliziotti & Senza dimora” composto da veri senza dimora e da veri poliziotti, e tra questi ultimi c’era pure Santino Triolo, fratello di Nino e anche lui a Bologna omai da tanti anni.

In questi sei anni tra i volontari bolognesi e le missionarie di Ithanga si è creato uno stretto rapporto di collaborazione. E grazie alle risorse raccolte è stato possibile risolvere molte emergenze e risollevare  le sorti dei Kikuyu e dei Kikamba attraverso l’attuazione di molteplici progetti di aiuto ancora in corso. 

Con il “Progetto dispensario”, ad esempio, si vuole rafforzare il piccolo presidio sanitario della missione, l’unico in un territorio molto vasto. Per contrastare, invece, il nemico oscuro del Kenya, ossia l’Aids, da due anni è stato avviato il progetto “ Un aiuto per il Kenya”. Con i fondi dei progetti “Bambini denutriti”  e “Un bicchiere di latte al giorno” si assistono 250 bambini poveri e denutriti e si dà un pasto a quelli della scuola materna della missione. Il “Progetto adozioni a distanza e istruzione” si prefigge poi di assistere i bambini della scuola primaria e altri 350 bambini ai quali si assicurano cure sanitarie e nutrimento. Inoltre si mantengono agli studi cento studenti nella scuola secondaria, un ragazzo all'università e due giovani nel college per il diploma in scienze infermieristiche. 

- Mimmo Celi a Ithanga -

Con il “Progetto soluzioni tecnologiche” si vuole allestire nella scuola della missione un laboratorio informatico. Poi ancora c’è il “Progetto pozzi” che si prefigge di dotare l’arido territorio di Ithanga di acqua per uso potabile e per uso agricolo. Per le famiglie bisognose si sta attuando il progetto “Un villaggio per le donne” che consiste nella concessione di un contributo per la costruzione di un villaggio con case in mattoni che dovranno sostituire quelle fatte di fango e di frasche. Per alleviare, infine, i problemi della fame sono in corso di attuazione il “Progetto agricoltura” e il “Progetto capre”, con i quali la missione contribuisce all’acquisto di sementi, di fertilizzanti, di capre da latte e di caproni da riproduzione.

“All’inizio a Ithanga  - conclude Nino Triolo - ci andavo solo due volte l’anno, ma da un paio d’anni i viaggi sono arrivati a cinque con  permanenze medie di  venti giorni. Praticamente tutte le mie ferie e le licenze premio che il ministero mi concede. Assieme ad altri volontari andiamo a constatare lo stato di avanzamento dei progetti di aiuto e nel contempo alleviamo per qualche giorno il lavoro di Suor Silvia, Suor Nancy e Suor Rosy Mary”.

Ma la solidarietà di Nino Triolo non è limitata solo a Ithanga. Infatti il 18 gennaio scorso questo dinamico quarantaduenne su incarico della Diocesi di Bologna si è recato in Tanzania, dove con altri volontari ha individuato il percorso da dare ad un acquedotto lungo otto chilometri  che a breve dovrà alleviare i morsi della sete del villaggio di Malila.

nino.quattrocchi@tin.it


 Chi desidera sostenere uno dei progetti di aiuto può effettuare un versamento o bonifico presso la Emil Banca di Bologna - ABI 07072 - CAB 02402 - C/C 005000059803 - CIN J, intestato a: “Associazione di Volontariato  San Martino Onlus - Missione Ithanga”.

     

- Da sx: Erika Triolo, Eleonora e Nino Triolo in compagnia di bimbetti di Ithanga -

 

                                      - Sonia Piccolo - 

  

- Da sx: Nino Triolo in una scuola di Ithanga  - Mimmo Celi aiuta in campagna  - 

   

- Si costruisce un pozzo-cisterna -

 

- Consegna di un computer alla comunità di Ithanga e giochi nel cortile della scuola -



 

- Terre

- Pizzo S. Domenica di Protonotaro - 

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- Bafia antica: Ciappazza e Piano Serro - erro -

    

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