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Sant' Antonio Abate |
La venerazione per il Santo si diffuse in Occidente nel V secoloSant'Antonio Abate (negli atti notarili custoditi presso l’Archivio di Stato di Brindisi), è indicato come Sant’Antonio di Vienna. Veniva così conosciuto perché, all’atto della traslazione da Costantinopoli in Occidente le reliquie del Santo, furono custodite, in Francia, nella chiesa di Sant’Antoine de Viennois [Bibliotheca Sanctorum, Roma 1962, p.114; Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, Roma 1948, vol. I p.1539; F.Novati, Sopra un’antica storia lombarda di Sant’Antonio di Vienna, in Miscellanea d’Ancona, Firenze 1901, F. D’Elia, Il falò di Sant’Antonio, Note di folklore Salentino, Martina Franca, 1912; R. Corso, Il porco di Sant’Antonio in Folklore Italiano, I (1925), p.336 e segg.; P. Toschi, La poesia popolare religiosa in Italia, Firenze 1935, pp.107-112]. Sant’Antonio Abate era tanto radicato nelle tradizioni paesane che, intorno al Santo, nel passato, nacquero anche alcuni proverbi tuttora ricordati dalle persone non più tanto giovani [Da Sand’ Anduèn’masckr’ j-ssuèn’:da Sant’Antonio (Abate) maschere e suoni, significando che hanno inizio i festeggiamenti di carnevale. Infatti proprio il giorno della ricorrenza di Sant’Antonio Abate (17 gennaio) inizia il periodo carnevalesco. Quel giorno dopo la celebrazione del Sacro Rito, sul sagrato delle chiese veniva e tuttora viene impartita la benedizione degli animali, a cui veniva distribuito il cosiddetto Pane di Sant’Antonio, da far mangiare agli animali domestici malati (Bibliotheca Sanctorum,…cit., p.115-116). Da non confondere con il Pane di Sant’Antonio da Padova detto pane dei poveri. Una pia devozione questa ed istituzione assistenziale di notevole rilevanza sociale consistente in una elemosina distribuita ai poveri sotto forma di pane. La benefica opera a sollievo dei poveri ebbe sviluppo alla fine del XIX secolo per merito di Louise Bouffier di Tolone in seguito ad una speciale grazia da lei ottenuta. Lo sviluppo del culto popolare per Sant’Antonio Abate fu dovuto alla sua fama di guaritore della Herpes Zoster, malattia contagiosa, ancora oggi molto diffusa, meglio conosciuta come fuoco di Sant’Antonio. L’origine di questa tradizione risale alle molte miracolose guarigioni che si verificarono durante una epidemia che infestò la Francia in occasione della traslazione delle reliquie del santo da Costantinopoli in Europa. La sera antecedente (16 gennaio) la ricorrenza della festività venivano e tuttora vengono accesi, per le strade, grossi falò. Tradizione ancora in auge a Rocchetta Sant'Antonio, San Vito dei Normanni, Francavilla Fontana, Mesagne, Latiano e nel Salento in particolare. La popolarità del culto favorì la pia consuetudine di intitolare al Santo, chiese, ospedali, confraternite, edicole votive, etc. |
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