Modulo sei

 

 

... l'ipotesi, la condizione ...

" capisco che, se costui giungerà in Etruria, nessuno sarà così sciocco da non comprendere che è stata ordita una congiura ."

Una premessa: un periodo ipotetico è costituito dall'insieme di una protasi (frase nella quale si esprime la condizione) e da una apodosi (frase principale). Il periodo ipotetico costituisce una sorta di "blocco", che può essere da solo ( indipendente ) o inserito in una struttura più ampia, come nell'esempio precedente; in tal caso il periodo ipotetico si dice dipendente .

Alcune considerazioni sull'esempio: chi parla o scrive, Cicerone in questo caso, è sicuro che, se si verificherà l'evento dell'arrivo di Catilina ("costui") in Etruria, tutti capiranno l'importanza e il pericolo della congiura ordita contro le istituzioni. Questo tipo di condizione, che prelude alla convinzione assoluta, da parte di chi parla o scrive, dell'oggettività di quanto espresso nella proposizione associata a costituire il " blocco ipotetico ", è quella che caratterizza il cosiddetto periodo ipotetico di primo tipo o della realtà .

Intelligo, si iste in castra sua in Etruriam pervenerit , neminem tam stultum fore , qui non videat coniurationem esse factam. (Cic.)

La protasi ha il verbo all'indicativo, futuro anteriore, l'apodosi ha il verbo all'infinito futuro, con il soggetto neminem in accusativo, in quanto dipendenti da intelligo . Si rimanda alla formarum descriptio per l'uso dei tempi nel periodo ipotetico. L'esempio offre anche un'interessante relativa con valore consecutivo ( qui non videat = da non vedere, da non comprendere ), reggente a sua volta di un'altra oggettiva ( coniurationem esse factam ).

Esaminiamo ora un blocco ipotetico dello stesso tipo, ma indipendente, partendo questa volta dal testo latino, tratto da Seneca:

Si volumus aequi rerum omnium iudices esse , hoc primum nobis persuadeamus , neminem nostrum esse sine culpa .

In questo caso, la protasi ha il verbo al presente indicativo, l'apodosi al presente congiuntivo con valore esortativo . Collegata logicamente a hoc , costituendone cioè una espansione di senso, una chiarificazione, è la proposizione oggettiva. In italiano la struttura è identica:

" Se vogliamo essere giudici equi in ogni questione, convinciamoci soprattutto di ciò, che nessuno di noi è senza colpa".

Osserviamo ora un altro blocco ipotetico indipendente:

Se volessi, non saprei imitare le orazioni di Tucidide, né forse lo vorrei, se sapessi farlo (Cic.)

In questo caso, la condizione è considerata da chi parla o scrive come possibile. Siamo di fronte a un periodo ipotetico di II tipo , che usa, quando è indipendente, il congiuntivo presente o perfetto sia nella protasi che nell'apodosi, a seconda che la possibilità riguardi il presente o il passato:

Orationes Thucididis imitari neque possim , si velim , nec velim fortasse, si possim .

Eccoci all'ultimo tipo di blocco ipotetico, quella della irrealtà :

Scriverei di più, se potessi (ma è evidente che tale possibilità non esiste)

Plura scriberem , si ipse possem

Tirone ti avrebbe consegnato la lettera, se non lo avessi lasciato gravemente ammalato

Tiro ad te dedisset litteras, nisi eum graviter aegrum reliquissem (Cic.)

In questo tipo di blocco ipotetico indipendente, il latino usa l'imperfetto e il piuccheperfetto congiuntivo sia nella protasi che nella apodosi.

Presentiamo ora di seguito una serie di esempi di blocchi ipotetici dipendenti. Negli esercizi e nella fase di formalizzazione da essi derivata (vedi home page ) esamineremo più da vicino i vari casi possibili:

Afferma Epicuro che non si può vivere felicemente se non si vive secondo virtù (da Cic.)

Metello ordinò che, se qualcuno fosse tornato all'accampamento dopo essersi dato alla fuga, venisse considerato come nemico e ucciso (da Val. Mass.)

Regolo fu inviato a Roma dopo aver giurato che, se non fossero stati restituiti dei nobili prigionieri cartaginesi, egli stesso sarebbe tornato a Cartagine (da Cic.)

Penso che molti avrebbero potuto giungere alla salvezza, se non avessero ritenuto di esservi già arrivati (da Sen.)