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il n.1

OGGI PARLO IO!
LA SCUOLA STAMPATA

Anno I
num 2

 

IL MEGLIO DI....FAVOLE e MITI

SOMMARIO

 
 

Feste

Natale è...
Poesie...
Mesostici
Lettera a Babbo Natale
Natale in Ungheria
Natale in Inghilterra
Natale, dove, quando, con chi?
 

Cinema, spettacolo e televisione

Cineforum
Televisione
Cimema
YU-GI-OH!!
 

Scienza

Esperimenti
Interviste im..possibili
Visita a un Museo speciale
 

Sport

La Nazionale
Wrestling: addio Guerrero
 
Tempo libero
Tutto sui videogiochi
Un pomeriggio diverso
 

Sondaggi

Videogioco, dolce videogioco
Top ten dei prof
Carne o pizza ??
Il fumo
Ki è ke ci capisce qualcosa?
 

Viaggi

Reportage da Offagna

Firenze, città d'arte e di storia

“Eurochocolate” di Perugia

Ladispoli, l’Acapulco italiana

La Sardegna

 

Musica

Piccolo diavolo, ma padre dolcissimo

Dai pianti al successo

Brain Stew

I System of a down

 

Cronaca scolastica

Una giornata di rifiuti

Il prima e il dopo della riforma Moratti

 

Recensioni

La canzone di Be

Si chiamava Friedrich

Una valle piena di lacrime
Cronache minori
 

Il meglio di

RICETTE:

torta sbriciolina

FAVOLE:       

L'orso nero
La libertà nel mare  
Elisabeth Right  
MITI:
Mito dell’acqua salata    
Come il mare diventò salato               
Siamo miti..ci; sale fino e zolletta
Dal mito di Pandora
 Il saggio Salim e il mare 
TEMI:      
 Scuola? No grazie!
La scuola media  
Oddio, la scuola!
Una storia a puntate
 

Schegge

Ipse dixit

Che figura!  

Verifiche di scienze    
 

La posta

Caro giornalino…

 

Per finire

Giochi matematici per tipi svegli   

La pubblicità   

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

L’orso nero
di Federica Rossi
C’era una volta, in un bosco non molto lontano, un piccolo orso nero che viveva in una tribù di orsi bianchi.
Anche i suoi genitori erano bianchi, i suoi fratelli e i suoi amici. Per questo motivo era un po’ escluso, ma soprattutto era preso in giro da tutti che gli canticchiavano:
“Che ti è successo, piccolo orso,
sei caduto giù nel fosso?
Ti sei fatto così nero
che non sembri un orso vero!”
Sentendo ciò, l’animale tornava a casa scoraggiato ed abbattuto, sempre più solo e abbandonato.
Un giorno, stancatosi di tutto quello che succedeva intorno a lui, decise di dipingersi completamente di bianco, così che nessuno lo riconoscesse, e fu proprio così.
Arrivato dai suoi amici, nessuno capì che era lui e pensarono tutti che fosse un nuovo membro del gruppo.
Fu subito accettato come un “essere normale” e provò per la prima volta la felicità.
Mentre giocavano, però, ci fu un tuono e poi cadde giù dal cielo uno scroscio d’acqua che inzaccherò e sommerse ogni cosa. Pian piano iniziò a “scolorirsi” anche l’orso e tutti scoprirono la sua vera identità e iniziarono a canticchiare di nuovo:
“Che ti è successo, piccolo orso,
sei caduto giù nel fosso?
Ti sei fatto così nero
che non sembri un orso vero!”
E così dagli occhi dell’animale scese una lacrima mentre sussurrava:
“Come potete diverso considerare
uno che avete saputo accettare
e con cui avete giocato
senza sapere che era un orso mascherato?”
Gli altri rimasero stupiti e per pochi secondi stettero zitti a riflettere guardando l’orso che a questo punto era scoppiato letteralmente a piangere. Uno si alzò e disse:
“Ha ragione il nostro amichetto:
nessuno al mondo è perfetto!
C’è chi è bianco e c’è chi è nero,
ma ciò che conta per davvero,
ve lo giuro, son sincero,
è che siamo tutti uguali,
tutti quanti siam normali!”
Da quel giorno nessuno fu più escluso e tutti vissero felici, contenti e uniti!

La libertà nel mare
di Marco Vaccarini
Tanti, tanti anni fa, nel mare, c’era una balena che mangiava moltissimi pesci, levando loro la libertà e la gioia di vivere, il gusto di saltare tra le onde e di godersi la parte migliore dei loro giorni.
Alla fine rimase solo un pesciolino, più astuto degli altri, che per non farsi vedere nuotava nascosto dietro l’orecchio destro della balena.
Il grosso animale aveva ancora fame. Il pesciolino astuto parlò nell’orecchio della balena:
”Nobile e generoso cetaceo, hai mai assaggiato l’uomo? È buono, anche se non molto tenero, ne puoi trovare uno se nuoti fino alla latitudine 50° N e alla longitudine 40° O. Lì, vedrai un uomo sulla zattera con un coltello in mano, è un marinaio di grande ingegno e coraggio. È vestito solo con un paio di braghe blu e delle bretelle”.
La balena nuotò, nuotò finché trovò il naufrago sulla zattera. Spalancò la sua enorme bocca e inghiottì naufrago e zattera, coltello e bretelle.
Appena inghiottito, il naufrago, che era un marinaio molto saggio, cominciò a saltare, a picchiare, a danzare e a fare capriole dovunque nella calda e grande pancia della balena. La balena si sentì molto a disagio e le venne il singhiozzo. “Quest’uomo mi è rimasto sullo stomaco” si lamentò la balena.
“Fallo uscire” consigliò il pesciolino.
”Vieni fuori!” ordinò la balena al naufrago.
“Ah no!” rispose il furbo marinaio, ”non te la caverai così! D’ora in poi non farai più del male agli innocenti pesci che vivono liberamente; capisco la tua esigenza di mangiare, ma basta inghiottire mari interi di pesci! E prima di uscire voglio essere portato vicino casa mia sulle coste dell’Inghilterra!”
“Sarà meglio che tu lo porti a casa”, consigliò il pesciolino alla balena.
Così la ciclopica bestia nuotò, nuotò attraversando l’oceano, e depositò il naufrago su una spiaggia, ma durante il viaggio il marinaio con il suo coltello aveva tagliato la zattera costruendo una grata di assi di legno, legate tra loro con le bretelle. Poi aveva incastrato saldamente la grata nella gola della balena.
Quando fu sulla spiaggia egli recitò questi versi:
”Con la grata e le bretelle non mangerai più a crepapelle”.
Così da allora la balena riuscì a mangiare solo pesci minuscoli. Il pesciolino si salvò e tornò insieme ai suoi amici grazie alla libertà che il marinaio, con un piccolo stratagemma, era riuscito a far regnare su tutto il mare.


Elisabeth Right
di Martina Paoletti
C’era una volta una ragazza di nome Elisabeth.
Era castana ed aveva gli occhi azzurri color dell’acqua.
Aveva una matrigna che la faceva lavorare sempre; non aveva un padre, o meglio, così le avevano sempre detto!
Ogni volta che andava a fare la spesa la gente la derideva e la maltrattava, ma lei non si poteva ribellare perché la legge diceva che le classi inferiori non potevano farlo, altrimenti, se l’avesse vista la polizia, sarebbe andata in prigione.
Era molto intelligente e, difatti, la sua sorellastra le faceva sempre eseguire i compiti che le assegnava il maestro, così prendeva bei voti e sua madre la lodava.
Era anche cattolica, ma non era stata né battezzata, né cresimata, né comunicata ed era troppo piccola per sposarsi.
Così passò quattordici anni della sua vita vedendo i più ricchi con il meglio senza sforzo, mentre lei doveva sgobbare dalla mattina alla sera per un pezzo di pane.
Un giorno, il principe ereditario d’Inghilterra, Bill, fece comunicare al popolo che suo padre era guarito dalla malattia di cui soffriva da anni e per questo grande evento organizzò una festa nella piazza principale del paese.
Questa notizia arrivò in ogni casa in meno di due giorni.
Elisabeth chiese alla matrigna se poteva andare alla festa ed ella rispose:
- Sì, ma solo quando avrai finito le pulizie!-
In quei giorni la matrigna caricò di lavoro Elisabeth, così, quando arrivò la festa, la poverina si ritrovò ancora con un sacco di lavoro da fare.
Dal nulla spuntò uno gnomo che aiutò la ragazza: con un incantesimo pulì tutto e diede un vestito nuovo fiammante ad Elisabeth.
Ella andò in piazza e incominciò a ballare.
Il re notò che Elisabeth aveva una macchia sul collo che solo gli appartenenti alla famiglia reale avevano e così la chiamò vicino a lui e le disse:
-Ho ritrovato mia figlia!!!-
Si sentì un grido da parte dei cittadini, anche se Elisabeth non capiva; allora il re le spiegò la storia di tutta la sua vita.
Alla fine il re riconobbe Elisabeth e disse che il suo vero nome era: Elisabeth Right II.
Scoprì in seguito che la matrigna era scappata dal castello perché la vita di corte era troppo stressante e che il principe ereditario era suo fratello.
Dopo alcuni anni il principe morì per una grave malattia ed Elisabeth divenne regina.
Ripensando a quello che le era accaduto in passato firmò un documento che chiamò il “Bill of Rights”, in onore del fratello.
Questo documento parlava dei diritti dei cittadini, dei compiti del parlamento e della tolleranza religiosa.
In quegli anni Elisabeth non torse neppure un capello né alla matrigna, né alla sorellastra, perché pensava che ogni uomo ed ogni donna hanno la propria dignità da rispettare.

 

 

IL MITO DELL’ACQUA SALATA
di Federico Silvi
C’era una volta uno scienziato che tutti credevano pazzo di nome Nettuno.
Un giorno Nettuno fece una gita in montagna e trovò un minerale, lo raccolse e si diresse verso il suo laboratorio.
Lui casualmente fuse il nuovo minerale con un acido che aveva creato: si formò il SALE.
Poi lo assaggiò: era buono. Decise allora di metterlo sulla carne e vide che questa si conservava più a lungo, lo mise sulla neve e vide che si scioglieva, insomma capì che il sale era proprio prezioso.
Nettuno guadagnò moltissimi soldi vendendo il sale, ma non sapeva come spenderli, così produsse altro sale e lo regalò. Dopo una settimana si accorse che alcuni ceffi stavano vendendo il sale che lui gli aveva regalato.
Offeso, spese molti soldi e si costruì una base in fondo al mare, così regalava il suo sale solo ai pesci ed agli altri animali marini.
Essi erano simpatici e per questo Nettuno decise di raddoppiare il potere ed il sapore del sale costruendo una macchina gigantesca che diffondesse il sale in tutto il mare. Allora Nettuno venne chiamato dagli dei, che si arrabbiarono con lui. In particolare Ares, invidioso del suo successo, voleva vendicarsi e disse:
Questo essere si è permesso di modificare il mare aggiungendo il sale; dovremo darlo al crudele dio Sathana che lo farà lavorare per tutta la vita sui carboni arden…
Zeus come un lampo fermò Ares e disse:
-Basta, non voglio sentire altro, questo essere ha fatto uno stupendo atto: pensate, gli umani così possono galleggiare e non annegheranno più. Io direi di ringraziarlo, anzi io gli darei il potere di diventare il dio dell’acqua anche perché è saggio e intelligente, ma soprattutto perché non abbiamo un dio dell’acqua e degli oceani. -
Così Zeus decise di chiedere a Nettuno se voleva diventare il dio del mare.
Nettuno stava quasi rifiutando l’offerta perché non voleva incarichi impegnativi, ma accettò per il bene dei pesci e per punire gli uomini che per avere il suo sale avrebbero per sempre dovuto faticare molto. E da quel momento diventò “NETTUNO IL DIO DEL MARE”. Rimase in cielo e ogni volta che il mare era in pericolo lui si precipitava a salvarlo.
Ecco perché l’acqua è salata e Nettuno è il dio del mare e degli oceani.


COME IL MARE DIVENTÒ SALATO
di Caterina Possanzini
Tanto, tantissimo tempo fa, il mare era fatto d’acqua dolce.
Sulla terra verde e pulita esisteva un tizio alto, massiccio e imponente, con una lunga e folta barba grigia, che si chiamava Nettuno. Questo Nettuno, con una segretissima formula magica, produceva il sale e lo distribuiva gratuitamente agli uomini. Essi vivevano in pace e saggezza, ed erano molto contenti, perché oltre ad aver qualcosa per dar sapore e conservare i cibi, Nettuno dava loro anche saggi consigli che, messi in pratica da tutti i popoli, rendevano il mondo felice. Non c’erano guerre, perché i conflitti venivano risolti trovando accordi; gli umani vivevano in equilibrio con la natura e gli animali, senza offendere o sporcare.
Ma tutto ciò non durò per molto: pian piano gli uomini diventarono sempre più crudeli e invadenti: iniziarono a combattersi, ad uccidere gli animali e a rovinare la natura; non ascoltavano più i consigli di Nettuno, ma volevano assolutamente scoprire il suo segreto per fare il sale.
Così Nettuno si adirò, decise di punire gli uomini e si gettò nel mare a far sale e offrire consigli ai pesci.
Da allora l’uomo deve faticare per potersi procurare il sale, ma non riceve più nemmeno un buon consiglio, così il mondo è diventato infelice e trascurato. Ma Nettuno non volle comunque perdonare gli umani: restò nel mare e ne diventò il dio.


SIAMO MITI…CI
SALE FINO E ZOLLETTA
di Matteo Manuali
In un’era molto remota e lontana, nel pianeta Terra, vivevano due popoli: il popolo del dolce comandato dallo zucchero ed il popolo del salato comandato dal sale.
Questi due popoli erano sempre in pace tra loro, così tutti i dolci e le cose salate vivevano in armonia.
Fino a che, un brutto giorno, il re dei salati, che era Salefino, fece a lotta con il re dei dolci, che era Zolletta.
Fecero una discussione, perché volevano decidere se salare o dolcificare la pasta.
Zolletta diceva che era meglio dolcificarla, mentre Salefino diceva l’opposto.
Così incominciarono a fare delle guerre spietate ed il mondo da acceso ed allegro che era diventò triste e cupo.
L’esercito dei dolci era formato: dal Capitano Zolletta, che era un’enorme Zolletta di zucchero alta circa un metro, il Signor Gelato che gelava tutto ciò che incontrava, la Madamigella torta che inghiottiva tutto, e da molti altri soldati.
Il popolo dei salati, invece, era composto da: il Sovrano Salefino, che era un enorme granello di sale, il Tenente Pepe che infuocava tutto con il suo enorme gusto piccante, il Commissario Prosciutti che aveva una ben sviluppata massa muscolare ed altri soldati ancora.
La lotta durò circa un secolo fino a che un potente sciamano di nome Gesù, divise il sale, che andò a vivere nel mare, e lo zucchero, che venne rinchiuso nelle barbabietole: così per avere lo zucchero bisogna piantare le barbabietole e per avere il sale occorre estrarlo dall’acqua del mare.
Quella guerra è stata una delle più spietate, infatti nel dopoguerra si vide l’enorme strage compiuta!
Zuccherini e granelli innocenti morti per strada senza pietà…
Ecco perché il mare è salato e lo zucchero è rinchiuso nelle barbabietole.


DAL MITO DI PANDORA
di Irene Ramini

Vi ricordate il mito di Pandora e del terribile vaso? Bè, io mi sono immaginata un finale diverso …
Sentite un po’!!
…Ma un giorno Pandora, vinta dalla curiosità, aprì il vaso e ne uscì un fumo che conteneva il dono del male e della bruttezza. Pandora diventò brutta e cattiva e fu condannata a vivere così per il resto della sua vita.
Quando Epimeteo tornò a casa, vedendo sua moglie così cambiata, capì subito che Pandora aveva aperto il vaso, perciò la lasciò e se ne andò via.
Ecco perché ancora oggi si divorzia.


IL SAGGIO SALIM E IL SALE

Di Maysaan Marie
Nell’ isola sperduta di Kiribù, Salim, il saggio del villaggio, era capace di produrre il sale, mescolando tanti ingredienti misteriosi.
Produceva il sale nel grande vulcano Cica Cica.
Nell’ isola c’erano Celeste, la signora del cielo e Inferia la signora degli inferi, che combattevano tra loro in una eterna guerra.
Decisero un giorno di darsi battaglia proprio sul vulcano, esattamente sul soffitto del laboratorio di Salim.
Allora la battaglia cominciò, e dopo un po’, le due, con i loro poderosi incantesimi fecero crollare il vulcano che, essendo su una scogliera, cadde nel mare trascinando anche il laboratorio pieno di sale di Salim.
Così il sale si sparse nel mare facendolo diventare salato.
 

 

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