Alessandro Guazzaloca
L’INCREMENTO
DELLA FORZA NELLA PALLAVOLO
(esperienze di
lavoro)
1)
Introduzione
Ho iniziato
a lavorare con la pallavolo, arrivando dall’atletica, nel 1999, sorta
di “anno zero” di questo sport. L’introduzione del Rally Point
System, sistema che eliminava il vecchio cambio palla attribuendo ad
ogni pallone giocato un punto, sembrava orientare il volley verso gare
di minor durata ma con intensità di gioco e di prestazione atletica
sempre più marcate. Immediata conseguenza di questo stato di cose fu il
rivolgere la fase di preparazione atletica più ai modelli degli sport
individuali (es: salti nell’atletica leggera) che ad un reale modello
di prestazione pallavolistico. Come spesso accade si commise l’errore
di considerare soltanto la fase di gara e non, più correttamente,
l’intero processo di allenamento. Se infatti la singola partita, con
il suo gioco più “alto” e più veloce rispetto al passato, poteva
teoricamente trarre giovamento da un allenamento marcatamente impostato
sullo sviluppo della forza esplosiva e reattiva, non altrettanto si
poteva dire per una serie di partite (es: play off) o, più
generalmente, per un’intera stagione agonistica. La pratica di questi
quattro anni di Rally Point System dice infatti che il numero
complessivo di salti che un atleta esegue nel corso della stagione non
differisce poi tanto rispetto al passato e soprattutto che oggi, con
l’aumento qualitativo della prestazione, i tempi di mantenimento dei
gradienti di forza sono decisamente poco prolungati nel tempo.
Quest’ultimo aspetto lo riscontriamo a maggior ragione impostando
l’allenamento in sala pesi sulla potenza, come vedremo essere avvenuto
nelle stagioni 2000 e 2001. Sulla base dei risultati ottenuti in questi
due campionati (conclusi con un secondo e un terzo posto, ma con un
finale di stagione che non mi aveva soddisfatto atleticamente) è stata
variata la tipologia di allenamento della forza. A questo proposito mi
venne in mente un concetto citato qualche tempo prima in una relazione
dall’allenatore del triplista Jonathan Edwards secondo il quale “ la
forza massimale è una componente fondamentale della potenza e non c’è
nessun limite sulla potenza determinato dall’aumento di forza
massimale”. E’ quindi impostando il lavoro in sala pesi sulla forza
“tout court”, integrandola con espedienti specifici per renderla
immediatamente fruibile nel lavoro tecnico sul campo, che ha preso il
via, come vedremo, il crescendo di forma che ha portato allo scudetto
del 2002.
Torna all'inizio
2)
La forza nella pallavolo (modello di prestazione)
Cerchiamo di
identificare quello che può essere un modello di prestazione
pallavolistico per quello che riguarda la forza.
In quest’ottica la pallavolo è
un’espressione di forza che si manifesta sotto varie forme:
a)
massimale: come determinante della forza esplosiva e nella tenuta
di posizioni e atteggiamenti (ricezioni, posizioni di difesa)
b)
veloce: nelle situazioni in cui segmenti corporei si muovono alla
massima velocità (rincorse, spostamenti)
c)
esplosiva: nella maggior parte delle situazioni inerziali come
avviare, accelerare e decelerare il corpo (salti, ricadute, muri con
spostamento)
d)
reattiva: nelle situazioni in cui i tempi di applicazione della
forza sono molto ridotti (tuffi, difese, muri sul posto)
Molti
di questi gesti, ovviamente, sono impossibili da allenare adeguatamente
in sala pesi, ma ottengono uno sviluppo più che sufficiente nel lavoro
tecnico sul campo.
3)
Metodi di sviluppo della forza in sala pesi
Per quanto
concerne i metodi utilizzati per sviluppare la forza, vediamo qui da una
parte quelli che sono stati scelti nel 2002 e che vengono tuttora
utilizzati, dall’altra quelli che progressivamente sono stati
eliminati dopo un periodo più o meno breve di utilizzo nelle stagioni
precedenti
UTILIZZATI
-
Eccentrico (carico naturale)
-
Isometria (angoli di prevenzione e compensazione)
-
Bulgaro classico e accentuato
-
Superserie a contrasto concentrico-pliometrico
-
Piramide (fase discendente)
-
Serie a esaurimento (impostate su 7/9 ripetizioni)
-
Resistenza alla forza (interval training)
NON UTILIZZATI (o
eliminati)
-
Eccentrico (con sovraccarico)
-
Lavoro dinamico con angoli molto aperti (>90°)
-
Carichi sopra l’85% del max.
-
Carichi sotto il 60% del max.
-
Serie a tempo
-
Serie con numero di ripetizioni inferiori a 4/5 ed elevate
velocità esecutive
-
Piramide (fase ascendente)
-
Elettrostimolazione
Torna
all'inizio
4)
Pianificazione stagionale del lavoro di forza
Passiamo ad
analizzare la pianificazione del lavoro di forza nell’intera stagione
2002
-
Precampionato (ripresa + blocco forza)
8 settimane
-
Andata (ciclo forza + ciclo tecnica) (ripetuto 2 volte)
12 settimane
-
Ritorno (blocco forza + blocco tecnica)
12 settimane
-
Play off (blocco tecnica)
In precampionato, dopo 2
settimane di ripresa, si è operato in modo classico sviluppando un
blocco di forza composto da due cicli di 3 settimane ciascuno.
Nel girone di andata si
è dovuto mediare fra il portare in condizione gli atleti tornati
dall’estate in nazionale e le esigenze di gioco settimanali. Lo si è
fatto optando per un lavoro composto da un ciclo di forza (3 settimane)
e da un ciclo tecnico (3 settimane) ripetuti due volte. Al termine del
periodo si è giocata la Coppa Italia, finita male a causa di alcuni
infortuni occorsi contemporaneamente alla vigilia della competizione.
Nel girone di ritorno si
è scelto di percorrere con ancora maggiore decisione la strada dello
sviluppo di forza, iniziando con un blocco di 6 settimane (2 cicli da 3
settimane ciascuno) che ha finito con il rivelarsi la chiave di volta
della stagione. In questo periodo la bravura della squadra è stata
quella di vincere partite pur in condizioni di marcato appesantimento
fisico. A questo blocco di forza è seguito un blocco tecnico di 6
settimane (2 cicli da 3 settimane), che si è protratto anche nei play
off fino alla conquista dello scudetto.
5)
Protocollo settimanale n° 1 (3 sedute pesi)
Momento di
utilizzo:
precampionato
N° sedute settimanali:
3 (mart.-merc.-ven.)
1)
Lavoro a esaurimento (RM)
-
allenamento: 3 serie x 7/9 ripetizioni
-
intensità: 78-80% del massimale teorico
-
recupero: 4’-4’30”
2) Esercizi di
prevenzione e compensazione
3) Resistenza alla
forza (interval training)
-
allenamento: 3/4 serie x (4 sotto-serie x 5 ripetizioni)
-
intensità: 60-62% del massimale teorico
-
recupero: 20” fra
le sotto-serie, 3’30” fra le serie
N.B.
Gradualmente questi esercizi possono essere sostituiti da un
lavoro a piramide discendente
6)
Protocollo settimanale n° 2 (3 sedute pesi)
Momento di
utilizzo:
seconda parte precampionato,
prima parte ritorno
N° sedute settimanali:
3 (mart.-merc.-ven.)
1) “Bulgaro”
accentuato concentrico-pliometrico nella serie
-
allenamento: 3 serie x (5+3) ripetizioni di ½ squat intervallate
nella serie da (6+6) salti
-
tipo muro (o altre combinazioni)
-
intensità: 68-70% del massimale teorico / peso corporeo
-
recupero: 3’30”-4’
2) Esercizi di
prevenzione e compensazione
3) Superserie di
tre esercizi a contrasto accentuato nella serie
-
allenamento: 3 serie x 5/6 ripetizioni di ½ squat + 6/8 lanci
palla medica + 6 salti tipo attacco (o altre combinazioni)
-
intensità: 70-72% del massimale teorico / palla / peso corporeo
-
recupero: 3’-3’30”
Torna all'inizio
7)
Protocollo settimanale n° 3 (2/3 sedute pesi)
Momento di
utilizzo: prima e seconda parte
andata, seconda parte ritorno
N° sedute settimanali:
2 o 3 (mart.-merc.-ven.)
1) “Bulgaro”
classico a contrasto di peso fra le serie
-
allenamento: 6 serie x 6 ripetizioni a contrasto di peso 2-1-2-1
-
intensità: 78% / 60% del massimale teorico
-
recupero: 3-3’30”
2) Esercizi di
prevenzione e compensazione
3) “Bulgaro” a
contrasto accentuato fra le serie
-
allenamento: 6 serie x 5/6 ripetizioni a contrasto accentuato
2-1-1-1 (½ squat / lanci palla medica)
-
intensità: 70-75% del massimale teorico / palla
-
recupero: 3’-3’30”
8)
Protocollo settimanale di forza nel blocco tecnico (1/2 sedute
pesi)
Momento di utilizzo:
seconda parte andata, seconda parte ritorno, play off
N° sedute settimanali:
1 o 2 (mart.-giov.)
1) Lavoro
esplosivo concentrico
-
allenamento: 3/4 serie x 5/6 ripetizioni massima esplosività in
fase concentrica (fase eccentrica assistita o annullata)
-
intensità: 65-75% del massimale teorico
-
recupero: 3’-4’
2) Esercizi di
prevenzione e compensazione
N.B.
Durante i play off vengono spesso effettuati richiami di forza
con metodi classici a serie e ripetizioni
Torna all'inizio
9)
Carico di lavoro con i pesi (esercizio di ½ squat)
Nella tabella
possiamo osservare le differenze quantitative che ha comportato il
cambiamento di tipologia del lavoro di forza. Le cifre indicano il
carico complessivo (in kg) che avrebbe mobilizzato nell’esercizio di
½ squat un atleta con massimale teorico pari a 100 kg. L’esame
dell’allenamento è stato fatto ogni 8 settimane, frazionando
ulteriormente ogni periodo in due sottoperiodi di 4 settimane. Viene
inoltre preso in considerazione il numero di vittorie e sconfitte
ottenuto dalla squadra in ogni periodo.
|
4-8
precampionato
|
12-16
fine andata
|
20-24
coppa italia
|
28-32
quarti play off
|
36
fine play off
|
TOTALE
|
2001
|
27640
44010
|
14130
22130
|
10210
16470
|
12330
19310
|
5600
5600
|
107520
|
|
0-0
|
6-4
|
7-1
|
7-3
|
0-3
|
/
|
2002
|
27910
43020
|
14460
24280
|
9740
16450
|
19510
29660
|
7470
7470
|
120880
|
|
0-0
|
5-5
|
7-1
|
8-4
|
6-1
|
/
|
10)
Carico di lavoro con i pesi (esercizio di ½ squat)
Nel grafico
vediamo riportati i dati della tabella precedente. Dal confronto fra
questi su base mensile balza immediatamente agli occhi la significativa
differenza di volume complessivo mobilizzato nel ½ squat negli ultimi
tre mesi del campionato 2002 rispetto all’anno precedente. E’ questo
il periodo successivo alla Coppa Italia, quello cioè in cui abbiamo
visto divenire prevalente la ricerca di elevati gradienti di forza.
11)
Planning allenamenti
L’aumento del
carico è dipeso esclusivamente da una diversa qualità del lavoro in
sala pesi, in quanto è possibile osservare come non si siano registrate
sostanziali differenze nella composizione numerica e percentuale degli
allenamenti fra le stagioni 2001 e 2002
2001:
tecnica
125
pesi 61
altro 8
partite 42
2002:
tecnica
132
pesi 65
altro 14
partite 40
12) Real
Power
Il concetto
espresso inizialmente che la forza massimale è una componente
fondamentale della potenza e non c’è nessun limite sulla potenza
determinato dall’aumento di forza massimale ha avuto conferma nei test
computerizzati di controllo dell’allenamento inerenti all’esercizio
di ½ squat. Le prove, monitorate con Real Power, sono state eseguite
con cadenza mensile a partire dalla metà del girone di andata fino alla
fine della regular season. Da esse possiamo rilevare come la potenza
espressa nel test (in W), pur in presenza nel 2002 di un gruppo di
atleti con livello medio di partenza inferiore rispetto a quello del
2001, ottenga un marcato e costante miglioramento proprio nella stagione
(e ancor più nel periodo dell’anno) in cui in sala pesi viene
abbandonato il lavoro di potenza a vantaggio dell’allenamento di
forza.
|
1
|
2
|
3
|
4
|
5
|
2001
|
1350
|
1331
|
1342
|
1352
|
1389
|
2002
|
1254
|
1241
|
1294
|
1378
|
1398
|
-
Protocollo di lavoro: 5x5 ½ squat a carico costante (68-72% max.
teorico)
-
Velocità esecutiva: 0,85 sec. (± 0,05)
-
Controllo computerizzato dell’allenamento effettuato su 6
atleti della Daytona Modena (media dei risultati ottenuti)
13)
Test Bosco (2000-2001)
Altri dati interessanti
ci vengono forniti dai test di salto, con i quali entriamo nel campo di
competenza specifica del pallavolista. Nel grafico sono evidenziati i
progressi fatti registrare sulla pedana di Bosco (protocollo: SJ, CMJ
braccia bloccate, CMJ braccia libere) negli anni 1998 (ultimo prima
dell’avvento del Rally Point System), 2000 e 2001 con un allenamento
in sala pesi impostato sullo sviluppo della forza esplosiva e reattiva.
SJ
1998
|
SJ
2000
|
CMJ1
1998
|
CMJ1
2000
|
CMJ1
2001
|
CMJ2
1998
|
CMJ2
2000
|
CMJ2
2001
|
43.9
|
42.5
|
46.3
|
46.6
|
49.0
|
55.5
|
56.2
|
58.8
|
45.2
|
44.3
|
46.7
|
47.4
|
50.2
|
58.7
|
57.3
|
60.2
|
46.2
|
45.2
|
49.1
|
50.1
|
49.8
|
60.3
|
60.0
|
59.0
|
|
|
|
|
50.2
|
|
|
60.9
|
|
|
|
|
50.4
|
|
|
61.0
|
-
I test del 1998 sono stati effettuati con cadenza bimestrale
dall’Istituto di Scienza dello Sport su 8 atleti della nazionale
italiana maschile
-
I test del 2000 e del 2001 sono stati effettuati con cadenza
bimestrale su 9 atleti della Daytona Modena (media su 4 salti dopo
adeguato riscaldamento)
14)
Test Bosco (2002-2003)
Qui si possono
invece rilevare i progressi ottenuti sempre sulla pedana di Bosco con il
medesimo protocollo di test nelle stagioni 2002 e 2003 (non ancora
terminata), quando cioè il lavoro in sala pesi è stato orientato più
sullo sviluppo della forza massimale e veloce.
SJ
2002
|
CMJ1
2002
|
CMJ1
2003
|
CMJ2
2002
|
CMJ2
2003
|
39.7
|
46.2
|
46.3
|
55.0
|
54.5
|
42.4
|
49.1
|
49.7
|
57.9
|
59.6
|
44.6
|
50.4
|
50.5
|
58.3
|
59.8
|
45.2
|
51.6
|
50.8
|
60.8
|
60.4
|
46.0
|
51.8
|
50.9
|
61.4
|
61.0
|
-
I test del 2002 e del 2003 sono stati effettuati con cadenza
bimestrale su 9 atleti della Daytona Modena (media su 4 salti dopo
adeguato riscaldamento)
15)
Test Bosco (confronto dati)
Il confronto fra i
due grafici appena visti dimostra come la tipologia di allenamento della
forza utilizzata negli anni 2002 e 2003 abbia determinato miglioramenti
stagionali più significativi nel protocollo di test di salto alla
pedana di Bosco rispetto a quella utilizzata negli anni 2000 e 2001.
|
2000
|
2001
|
2002
|
2003
|
SJ
|
2.7
|
/
|
6.1
|
/
|
CMJ1
|
(3.5)
|
1.4
|
5.6
|
4.6
|
CMJ2
|
(3.8)
|
2.2
|
6.4
|
6.5
|
16)
Test Vertec (2001-2002)
Il medesimo
andamento è confermato passando al salto con rincorsa (tipo attacco)
misurato al vertec, test altamente specifico per il pallavolista.
Mettendo a confronto i dati delle stagioni 2001 e 2002 è riscontrabile
anche in questo caso un miglioramento più marcato nella seconda annata.
In più, mentre nel 2001 assistiamo ad una lieve flessione prestativa
durante i play off, quando gli allenamenti lasciano il posto alle
partite, nel 2002 il miglioramento è invece continuo fino a fine
stagione, segno di mantenimento di alti gradienti di forza anche
nell’ultimo periodo.
|
1
|
2
|
3
|
4
|
2001
|
85.2
|
88.7
|
90.4
|
89.6
|
2002
|
84.8
|
88.5
|
91.8
|
92.1
|
-
Tutti i test sono stati effettuati con cadenza bimestrale su 8
atleti della Daytona Modena (media su 3 salti dopo 1/3
dell’allenamento tecnico pomeridiano)
17)
Resistenza al salto (test specifico: 4j x 3s)
L’ultima cosa
che interessava valutare era l’effetto sulla resistenza specifica al
salto della metodica di sviluppo della forza adottata nel 2002. Per fare
questo si è fatto ricorso, durante gli allenamenti estivi della
nazionale italiana, ad un test altamente correlato con la prestazione
pallavolistica elaborato qualche anno fa dall’allora vice allenatore
azzurro Zanini.
-
Il test consta di tre serie di quattro salti al vertec con
rincorsa di 4 m. Il recupero dopo ogni serie è di 20” e l'intensità
deve essere massimale sia durante l'esecuzione dei salti sia durante le
traslocazioni.
-
Obiettivi:
valutazione del miglior salto
resistenza specifica al salto e alla rincorsa (IPP e IPG)
decremento della prestazione fra le serie
indice di recupero a fine prova (non segnalato)
-
Indice Performance Parziale: (j1+j2+j3+j4)² / tempo (in
centesimi di sec)
-
La stessa operazione matematica va applicata ai dati risultanti
nelle 2 serie successive. Fatto questo non resta che sommare i 3 indici
delle 3 serie per avere l'indice di performance generale (I.P.G.).
18)
Test specifico di resistenza al salto
Nella tabella
viene mostrato l’esito della prima prova effettuata con i centrali
azzurri facenti parte del gruppo che ha giocato la World League 2002.
-
Nazionale italiana maschile:
stagione 2002
-
Ruolo:
centrali (5 giocatori)
-
Test specifico di resistenza al salto: prima prova (12 giugno)
seconda prova (6 agosto)
terza prova (3 settembre)
19)
Test specifico di resistenza al salto
In queste due
tabelle viene invece riportato l’esito delle verifiche successive,
effettuate a distanza di due e tre mesi dalla prima. In esse è
possibile notare come sia altamente significativo il miglioramento
dell’indice di performance generale e di conseguenza della resistenza
specifica al salto di ciascun atleta.
20)
Conclusione
Torna all'inizio
Home page |