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Giuliana Parigi

 

Una particolare notte

cap.   1. la ragazza scalza
cap.   2. il tarassico
cap.   3. la "zingara"
cap.   4. storie intrecciate
cap.   5. il temporale
cap.   6. a casa di Deiva
cap.   7. Serena: appare e scompare
cap.   8. San Lorenzo
cap.   9. l'Apocalisse
cap. 10. Paolo
cap. 11. la nuova casa
cap. 12. la signora con il ventaglio
cap. 13. Irina
cap. 14. la fine di un incubo
cap. 15. matrimoni

" Ma che diciamo a Salvo? Non ho capito niente!"
" Tutto bene. Io un po' me ne intendo... voglio dire è il mio mestiere. Ho guardato bene tutto e, forse non ti sei accorta, ho fatto domande , come dire, mirate."
" Domande mirate? Non so cosa vuoi dire, comunque non mi pare che rispondesse molto, o sbaglio?"
" Non sbagli! Mi ha risposto quanto mi è servito per far sapere a Salvo che va tutto bene. La ragazza è sulla buona strada. E visto che ci ha invitati..torneremo. Ma all'improvviso e di sera. Ci stai?"
" Ci sto. Speriamo tu abbia ragione. Non so perché mi sono affezionata anche a questa testa calda."
" Anche? C'è qualche altra testa calda che ti sta a cuore?"
" Martina."
" Ah! Martina. Temo sia stata una spina anche per Salvo"
Quelle parole furono una spina anche per Deiva. Si girò per non far vedere che diventava rossa.
Paolo guardò l'orologio e disse:
" Che si fa?"
" Avevi detto che avevi degli impegni. Se mi dici che autobus prendere io vado verso il centro. Non ho voglia di tornare a casa...e poi forse anche per Martina..una giornata da sola .."
" Avevo pensato, visto che ero in zona, di andare a trovare la signora , la proprietaria del cane che sta da voi. Mi aveva cercato."
" Ma non è all'ospedale?"
" E' uscita e sta qui vicino in una residenza protetta per le cure di riabilitazione. Solo che.."
" Solo che?"
" E' presto! Dovrei arrivarci per le due."
Deiva non capiva il problema.
" Ci verresti con me a trovare la signora?"
" Molto volentieri. La rivedo proprio con piacere e poi posso raccontarle di Pallino , il suo cane. Ma come faccio ad essere qui per le due? Il centro è lontano? Non riesco ad orizzontarmi."
" E se andassimo, qui intorno a mangiare qualcosa insieme?" disse Paolo tutto di un fiato e questa volta a diventar rosso fu lui.
Deiva ci mise un po' prima di rispondere che andava bene. Che in fondo in centro ci andava tanto per passare il tempo. Si fermò confusa: forse quel che aveva detto non era molto simpatico.
Prima girellarono per stradine di campagna; piuttosto silenziosi. Anche il pranzo, in una trattoria lì intorno, fu rotto solo da frasi di convenienza e che parevano uscire, anche quelle, con uno sforzo enorme.
La signora operò il miracolo di sciogliere le loro lingue e raccontando a lei si raccontavano anche l'un l'altro senza rendersi conto.
Era semiseduta su un lettino con tante manovelle per cambiar posizione. Aveva un viso tondo: incredibilmente tondo pensò Deiva che se la ricordava poco visto il momento tragico e concitato in cui si erano conosciute. Un sorriso che era un autentico raggio di sole apparso fra una ragnatela di piccole rughe che sembravano ridere anche loro. Capelli candidi con un taglio corto molto alla moda. Era vestita. Pantaloni morbidi marroni ed una casacca di un rosa tenue. Chiese con estrema gentilezza e naturalezza a Deiva di andare a prenderle al distributore nel corridoio del terreno una bottiglia di acqua intanto lei avrebbe parlato con Paolo.
Si attardò a girare nel giardino per dar tempo a loro di parlare. Moriva dalla curiosità e più le veniva la voglia di tornare ed origliare dietro la porta, più allungava il giro. Tanto che alla fine fu Paolo che la venne a cercare. Era allegro e la prese sotto braccio. Fecero le scale di corsa ridendo giocando a chi arrivasse per primo.
La signora nel salutarla le disse:
" Se vuoi venire a stare da me sto giusto mettendomi alla ricerca di una badante. Dopo quello che mi è successo ...... Avresti vitto, alloggio e un lavoro. Pensaci."
Le descrisse, nei minimi particolari, la camera dove avrebbe dormito: sui toni del celeste-azzurro con merletti e cuscini; con l'armadio e lo scrittoio. Se chiudeva gli occhi la vedeva! Niente male!
Deiva, nella foga di raccontare, non si era accorta di aver detto che le scadeva l'affitto, che non aveva un lavoro, che che...... Ma quante cose si era lasciata sfuggire? Le vennero i brividi addosso.
" Non sono sola ci sono anche Martina e il piccolo..."
" Per loro non ho posto."
" L'affitto scade a fine dicembre. Lei tornerà prima."
" Non credo, purtroppo. Se sarà prima posso chiedere di fermarmi ancora qui o di organizzarmi temporaneamente. Se sarà più in là...puoi andare a casa già te ed occuparti di Pallino e della casa...e venirmi a trovare..Pensaci. Tempo quindici giorni. Paolo mi ha parlato molto bene di te."
In macchina fra loro ripiombò il silenzio. Nella testa di Deiva rimbombava quel: - Paolo mi ha parlato molto bene di te -.
Pensava già di conoscerla o era per sentito dire da Salvo?
Lo fece entrare in casa e le offrì una bibita con dei dolcetti. Martina era euforica disse che aveva preso anche la mattina dopo di permesso e che voleva portarla a vedere una cosa della massima importanza. Si vedeva che non stava nella pelle. Era una sorpresa.
Lui si fermò a cena e successe di nuovo che non trovandosi soli parlarono e parlarono.
Mentre si struccava si ricordò che non aveva detto niente a Martina della proposta della signora e non aveva chiesto a Paolo che voleva da lui la signora. Ora erano in confidenza, pensò, poteva chiederglielo. Non ne era tanto sicura. E pensando a Paolo non si sentiva come pensando a Salvo.
A mezzanotte squillò il telefonino di Deiva: era Paolo che voleva ringraziarla per la bella giornata.
E buttar là: - ci possiamo rivedere magari per andare dalla Signora...-

La sorpresa di Martina era proprio una sorpresa.
La portò a vedere una casa. Molto vicino a loro in una strada che pareva di campagna. Una vecchia casa ma simpatica disse Martina indicandola con la mano. Gliela davano in affitto dall'Epifania. C'era posto anche per Deiva, ma dovendo pagare l'affitto, non avrebbe potuto passarle i soldi per guardarle il bambino che pensava di mettere al nido dove aveva già trovato posto. Era un fiume in piena Martina e sprizzava soddisfazione. Disse anche che aveva seguito il suo consiglio ed aveva lasciato perdere la storia sballata in corso. Poi attaccò a parlare di mobili, tende, cameretta del bambino, lavoro da trovare a Deiva....... Aveva tempo per la risposta solo quattro giorni.
" Ma ho già deciso!" disse, facendo un passo di danza.
Intanto, dopo aver ben ben ammirato la casa, si avviarono con il passeggino a prender conoscenza con il territorio ed ecco l'altra sorpresa!
Si trovavano a due passi dalla strada che l'Agenzia aveva indicato a Deiva e lei non aveva trovato.
Cercò il numero: eccolo lì l'appartamento al secondo piano tutto sbarrato perché già libero. Non ci aveva pensato Deiva di guardare all'altro capo della strada! Si sentì sollevata: come le era bruciata quell'esperienza. La raccontò a Martina e si misero a ridere insieme; poi Martina si commosse pensando che l'amica si era preoccupata di lei e del bambino. E insisté perché rimanesse con loro.
Voleva dirle, Deiva, della proposta della signora, ma si sentiva come la testa in fiamme con tutte queste novità e decisioni da prendere.

Di tanto in tanto appariva per brevi visite Paolo. Se ne stava quieto e taciturno in perpetuo ascolto. Il piccolo lo salutava con calore ma poi lo ignorava... non era certo come con Salvo di cui sembrava l'ombra. Martina aveva dismesso con lui l'aria da tigre. Diceva di lui che era rilassante, delizioso che si sentiva completamente a suo agio, distesa.
" Anche perché, aggiungeva maliziosamente, Paolo ha un debole per te!"
Deiva si schermiva.
La domenica 7 incominciò con un sole delizioso e limpido ma portò un improvviso calo della temperatura di ben 10 gradi. Visto il bel tempo Paolo lanciò l'idea di andare a trovare la signora tutti insieme, compreso Pallino. Non sapeva se poteva riceverli, ma qualcosa avrebbero inventato.

Deiva salì; gli altri andarono nel parco della residenza. Entrando nella camera rimase malissimo. La signora giaceva su un fianco con il volto, di un colorito giallastro, rivolto verso la finestra. Appariva tutto ad un tratto molto vecchia e stanca; il suo respiro era affannoso.
Nella notte tra il venerdì ed il sabato aveva avuto un "brutto guaio", disse la responsabile: poteva far entrare solo due persone, una alla volta, e per pochi minuti.
La signora dimostrò di gradire tanto la visita e l'omaggio dell'orchidea e nonostante lo stato di prostrazione, regalò a Deiva un bel sorriso.
" Ci sono Paolo, Martina con il bambino e naturalmente Pallino nel parco. Speravamo potesse scendere...."
" Fa niente! Dì loro di venire qua sotto. Mi faccio portare vicino alla finestra. Li saluterò da qui. Ma Paolo ho proprio urgenza di vederlo. Va cara. Chiamami l'infermiera."
Poi la fermò prendendola per il braccio con una morsa che Deiva non si sarebbe aspettata tanta forza.
" Novità?"
" Martina ha trovato casa. Ha pensato anche a me. Non so cosa fare. Lei è tutta felice; parla già di mettere qui il tal mobile lì l'altra cosa... e non ha niente e nemmeno i soldi per comprarli.... C'è un'altra cosa che dovevo dirle ma non so se è il momento."
" Coraggio. Dimmi. Non credo che sia peggio della mia situazione!"
" Martina voleva che le chiedessi se può tenersi Pallino. Fabio, il suo bambino, ci gioca tanto. E' stato un amore a prima vista mi ha detto di dire proprio così. E di aggiungere che nella nuova casa a terreno ci sono dei campi dove può far correre Pallino in libertà."
" Ora li guardo nel parco. Quando ho finito con Paolo torna un attimo. Ti dirò Si o No."
Ma Deiva non tornò su.


 

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