" Ma che diciamo a
Salvo? Non ho capito niente!"
" Tutto bene. Io un po' me ne intendo... voglio dire è
il mio mestiere. Ho guardato bene tutto e, forse non ti sei accorta,
ho fatto domande , come dire, mirate."
" Domande mirate? Non so cosa vuoi dire, comunque non mi
pare che rispondesse molto, o sbaglio?"
" Non sbagli! Mi ha risposto quanto mi è servito
per far sapere a Salvo che va tutto bene. La ragazza è
sulla buona strada. E visto che ci ha invitati..torneremo. Ma
all'improvviso e di sera. Ci stai?"
" Ci sto. Speriamo tu abbia ragione. Non so perché
mi sono affezionata anche a questa testa calda."
" Anche? C'è qualche altra testa calda che ti sta
a cuore?"
" Martina."
" Ah! Martina. Temo sia stata una spina anche per Salvo"
Quelle parole furono una spina anche per Deiva. Si girò
per non far vedere che diventava rossa.
Paolo guardò l'orologio e disse:
" Che si fa?"
" Avevi detto che avevi degli impegni. Se mi dici che autobus
prendere io vado verso il centro. Non ho voglia di tornare a
casa...e poi forse anche per Martina..una giornata da sola .."
" Avevo pensato, visto che ero in zona, di andare a trovare
la signora , la proprietaria del cane che sta da voi. Mi aveva
cercato."
" Ma non è all'ospedale?"
" E' uscita e sta qui vicino in una residenza protetta per
le cure di riabilitazione. Solo che.."
" Solo che?"
" E' presto! Dovrei arrivarci per le due."
Deiva non capiva il problema.
" Ci verresti con me a trovare la signora?"
" Molto volentieri. La rivedo proprio con piacere e poi
posso raccontarle di Pallino , il suo cane. Ma come faccio ad
essere qui per le due? Il centro è lontano? Non riesco
ad orizzontarmi."
" E se andassimo, qui intorno a mangiare qualcosa insieme?"
disse Paolo tutto di un fiato e questa volta a diventar rosso
fu lui.
Deiva ci mise un po' prima di rispondere che andava bene. Che
in fondo in centro ci andava tanto per passare il tempo. Si fermò
confusa: forse quel che aveva detto non era molto simpatico.
Prima girellarono per stradine di campagna; piuttosto silenziosi.
Anche il pranzo, in una trattoria lì intorno, fu rotto
solo da frasi di convenienza e che parevano uscire, anche quelle,
con uno sforzo enorme.
La signora operò il miracolo di sciogliere le loro lingue
e raccontando a lei si raccontavano anche l'un l'altro senza
rendersi conto.
Era semiseduta su un lettino con tante manovelle per cambiar
posizione. Aveva un viso tondo: incredibilmente tondo pensò
Deiva che se la ricordava poco visto il momento tragico e concitato
in cui si erano conosciute. Un sorriso che era un autentico raggio
di sole apparso fra una ragnatela di piccole rughe che sembravano
ridere anche loro. Capelli candidi con un taglio corto molto
alla moda. Era vestita. Pantaloni morbidi marroni ed una casacca
di un rosa tenue. Chiese con estrema gentilezza e naturalezza
a Deiva di andare a prenderle al distributore nel corridoio del
terreno una bottiglia di acqua intanto lei avrebbe parlato con
Paolo.
Si attardò a girare nel giardino per dar tempo a loro
di parlare. Moriva dalla curiosità e più le veniva
la voglia di tornare ed origliare dietro la porta, più
allungava il giro. Tanto che alla fine fu Paolo che la venne
a cercare. Era allegro e la prese sotto braccio. Fecero le scale
di corsa ridendo giocando a chi arrivasse per primo.
La signora nel salutarla le disse:
" Se vuoi venire a stare da me sto giusto mettendomi alla
ricerca di una badante. Dopo quello che mi è successo
...... Avresti vitto, alloggio e un lavoro. Pensaci."
Le descrisse, nei minimi particolari, la camera dove avrebbe
dormito: sui toni del celeste-azzurro con merletti e cuscini;
con l'armadio e lo scrittoio. Se chiudeva gli occhi la vedeva!
Niente male!
Deiva, nella foga di raccontare, non si era accorta di aver detto
che le scadeva l'affitto, che non aveva un lavoro, che che......
Ma quante cose si era lasciata sfuggire? Le vennero i brividi
addosso.
" Non sono sola ci sono anche Martina e il piccolo..."
" Per loro non ho posto."
" L'affitto scade a fine dicembre. Lei tornerà prima."
" Non credo, purtroppo. Se sarà prima posso chiedere
di fermarmi ancora qui o di organizzarmi temporaneamente. Se
sarà più in là...puoi andare a casa già
te ed occuparti di Pallino e della casa...e venirmi a trovare..Pensaci.
Tempo quindici giorni. Paolo mi ha parlato molto bene di te."
In macchina fra loro ripiombò il silenzio. Nella testa
di Deiva rimbombava quel: - Paolo mi ha parlato molto bene di
te -.
Pensava già di conoscerla o era per sentito dire da Salvo?
Lo fece entrare in casa e le offrì una bibita con dei
dolcetti. Martina era euforica disse che aveva preso anche la
mattina dopo di permesso e che voleva portarla a vedere una cosa
della massima importanza. Si vedeva che non stava nella pelle.
Era una sorpresa.
Lui si fermò a cena e successe di nuovo che non trovandosi
soli parlarono e parlarono.
Mentre si struccava si ricordò che non aveva detto niente
a Martina della proposta della signora e non aveva chiesto a
Paolo che voleva da lui la signora. Ora erano in confidenza,
pensò, poteva chiederglielo. Non ne era tanto sicura.
E pensando a Paolo non si sentiva come pensando a Salvo.
A mezzanotte squillò il telefonino di Deiva: era Paolo
che voleva ringraziarla per la bella giornata.
E buttar là: - ci possiamo rivedere magari per andare
dalla Signora...-
La
sorpresa di Martina era proprio una sorpresa.
La portò a vedere una casa. Molto vicino a loro in una
strada che pareva di campagna. Una vecchia casa ma simpatica
disse Martina indicandola con la mano. Gliela davano in affitto
dall'Epifania. C'era posto anche per Deiva, ma dovendo pagare
l'affitto, non avrebbe potuto passarle i soldi per guardarle
il bambino che pensava di mettere al nido dove aveva già
trovato posto. Era un fiume in piena Martina e sprizzava soddisfazione.
Disse anche che aveva seguito il suo consiglio ed aveva lasciato
perdere la storia sballata in corso. Poi attaccò a parlare
di mobili, tende, cameretta del bambino, lavoro da trovare a
Deiva....... Aveva tempo per la risposta solo quattro giorni.
" Ma ho già deciso!" disse, facendo un passo
di danza.
Intanto, dopo aver ben ben ammirato la casa, si avviarono con
il passeggino a prender conoscenza con il territorio ed ecco
l'altra sorpresa!
Si trovavano a due passi dalla strada che l'Agenzia aveva indicato
a Deiva e lei non aveva trovato.
Cercò il numero: eccolo lì l'appartamento al secondo
piano tutto sbarrato perché già libero. Non ci
aveva pensato Deiva di guardare all'altro capo della strada!
Si sentì sollevata: come le era bruciata quell'esperienza.
La raccontò a Martina e si misero a ridere insieme; poi
Martina si commosse pensando che l'amica si era preoccupata di
lei e del bambino. E insisté perché rimanesse con
loro.
Voleva dirle, Deiva, della proposta della signora, ma si sentiva
come la testa in fiamme con tutte queste novità e decisioni
da prendere.
Di tanto in tanto appariva
per brevi visite Paolo. Se ne stava quieto e taciturno in perpetuo
ascolto. Il piccolo lo salutava con calore ma poi lo ignorava...
non era certo come con Salvo di cui sembrava l'ombra. Martina
aveva dismesso con lui l'aria da tigre. Diceva di lui che era
rilassante, delizioso che si sentiva completamente a suo agio,
distesa.
" Anche perché, aggiungeva maliziosamente, Paolo
ha un debole per te!"
Deiva si schermiva.
La domenica 7 incominciò con un sole delizioso e limpido
ma portò un improvviso calo della temperatura di ben 10
gradi. Visto il bel tempo Paolo lanciò l'idea di andare
a trovare la signora tutti insieme, compreso Pallino. Non sapeva
se poteva riceverli, ma qualcosa avrebbero inventato.
Deiva salì; gli altri
andarono nel parco della residenza. Entrando nella camera rimase
malissimo. La signora giaceva su un fianco con il volto, di un
colorito giallastro, rivolto verso la finestra. Appariva tutto
ad un tratto molto vecchia e stanca; il suo respiro era affannoso.
Nella notte tra il venerdì ed il sabato aveva avuto un
"brutto guaio", disse la responsabile: poteva far entrare
solo due persone, una alla volta, e per pochi minuti.
La signora dimostrò di gradire tanto la visita e l'omaggio
dell'orchidea e nonostante lo stato di prostrazione, regalò
a Deiva un bel sorriso.
" Ci sono Paolo, Martina con il bambino e naturalmente Pallino
nel parco. Speravamo potesse scendere...."
" Fa niente! Dì loro di venire qua sotto. Mi faccio
portare vicino alla finestra. Li saluterò da qui. Ma Paolo
ho proprio urgenza di vederlo. Va cara. Chiamami l'infermiera."
Poi la fermò prendendola per il braccio con una morsa
che Deiva non si sarebbe aspettata tanta forza.
" Novità?"
" Martina ha trovato casa. Ha pensato anche a me. Non so
cosa fare. Lei è tutta felice; parla già di mettere
qui il tal mobile lì l'altra cosa... e non ha niente e
nemmeno i soldi per comprarli.... C'è un'altra cosa che
dovevo dirle ma non so se è il momento."
" Coraggio. Dimmi. Non credo che sia peggio della mia situazione!"
" Martina voleva che le chiedessi se può tenersi
Pallino. Fabio, il suo bambino, ci gioca tanto. E' stato un amore
a prima vista mi ha detto di dire proprio così. E di aggiungere
che nella nuova casa a terreno ci sono dei campi dove può
far correre Pallino in libertà."
" Ora li guardo nel parco. Quando ho finito con Paolo torna
un attimo. Ti dirò Si o No."
Ma Deiva non tornò su. |