Da Murci a Saturnia e ritorno. Le Antiche Dogane della Transumanza
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10/24/08 |
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Prologo: "Sei più bbugiardo de' stradelli del forteto", questo vecchio sfottò paesano la diceva lunga sulla rete di sentieri, gli "stradelli", che attraversavano la fitta macchia mediterranea " forteto" portando uomini e cose dai paesi della collina nelle piane dell'Albegna e alla fattoria di Pomonte e prima ancora, nei pascoli liberi di Manciano ed Orbetello. Queste Dogane erano infatti, la parte terminale di quei percorsi che nei secoli videro arrivare in Maremma le greggi Transumanti dal Casentino, dal Pistoiese dal Fiorentino e dalla Romagna. Murci, il piccolo centro abitato da dove inizia questo itinerario, si trova proprio su un quadrivio, formato dalle dogane che univano Sovana e Saturnia con Roselle e la Valle dell'Ombrone in direzione Est-Ovest ed Orbetello-con l'Amiata e Cinigiano (quest'ultimo era uno dei punti d'ingresso delle greggi transumanti nelle terre di Maremma) in direzione Sud-Nord. L'iniziono della Transumanza di bestiame in Maremma, si perde nella notte di tempi. Di sicuro durò ininterrottamente dal 1200 agli anni 50 del 1900, anche se con le riforme dell'era Leopoldina intorno al 1770, insieme alla bonifica di ampi territori ad Ovest di Grosseto, i Pascoli Maremmani appartenuti alla Repubblica di Siena e allo Stato dei Presidi, furono ceduti ai primi latifondisti. Cambiarono così le modalità e la gente in transito, insieme ai pastori iniziarono a passare anche operai e braccianti stagionali, che, fino al primo dopoguerra scesero fin quaggiù per offrire la loro opera nelle grandi fattorie della Maremma, una di queste appunto, la Fattoria di Pomonte.
Demetrio Rauggi, Il babbo di mia nonna Caterina, che era buttero alla Fattoria di Pomonte di proprietà della famiglia Fiorentina dei Pellegrini, percorreva a cavallo giornalmente queste vecchie strade e stradelli ma non di rado, sua moglie ed i quattro figli al seguito compivano lo stesso tragitto a piedi, andata e ritorno. Storie che sembrano lontane secoli, e forse lo sono, anche se mia nonna a 91 anni suonati le ricorda ancora.
I butteri della Fattoria di Pomonte in una foto del 1930 (archivio privato)
Il percorso: Partenza e arrivo sono dal paese di Murci, 13 km da Scansano in direzione Amiata - Roccalbegna, sulla ex statale 323 che collega le due vie primarie Aurelia e Cassia. Le antiche dogane che da Murci portano a Saturnia,
ci accompagneranno in questa escursione in MBT attraverso gli oliveti
tipici di queste zone di mezza collina, gli “stradelli” che scendono
nella macchia Forteto, i casali della bonifica dell’Ente Maremma ora
divenuti agriturismo di lusso e i guadi, i fossi e le salite ripide fino
a Saturnia e le acque termali delle Cascate del Gorello, conquistate
percorrendo con le nostre ruote, quel che resta dell’antica via romana,
la Via Clodia. Per un totale di circa 40 Km ed un dislivello di poco superiore ai 1000 mt. il grado di difficoltà tecnica si guadagna 3 stelle, per impegno fisico arriviamo a 4. Road Book: (tra parentesi il riferimento alla scheda tecnica) Lasciata l'auto presso la chiesa del piccolo paese di Murci, torniamo sulla ex statale girando a DX, la seguiamo per duecento mt e poi attraversiamo la strada ed entriamo su un sentiero che si apre sulla nostra SX. Si esce dal sentiero sotto il piccolo cimitero del paese, proseguiamo tornando ad incrociare ancora la ex statale ed attraversandola entriamo sulla prima strada sterrata della giornata, è la strada poderale detta Dogana e ci accompagnerà fino al Km 5, dove lasceremo la sterrata per entrare nella "vecchia dogana" che scende nella macchia. Attenzione! nei pressi di un cippo che ricorda l' assassinio di un gruppo di partigiani, (Km 3 Materozzo-croce del Tenente) troviamo una deviazione sulla DX che potrebbe trarci in inganno perché è grande quanto la strada principale, mentre in realtà finisce poco dopo davanti ad un podere. Teniamoci sulla SX. Al Km 5, in località "Podere Castellaccio", abbandoniamo la strada sterrata e costeggiando un recinto entriamo in quella che era la vecchia dogana. Tenendo sempre la recinzione del fondo chiuso sulla DX, fino ad uscire dalla macchia. Attenzione! il fondo si fa pericoloso per la presenza di ampi canaloni, pietrisco e ripida discesa. Quando la macchia si "apre" fermatevi e godetevi il panorama, nelle giornate terse si vede tutta la bassa Toscana e l'alto Lazio, dai monti della Tolfa fino al lago di Bolsena. Usciamo dalla Macchia al Km 7.9, si lascia sulla Dx un podere abbandonato, "Caprareccia del Pellegrini" (toponimo che ci riporta alla Transumanza delle greggi di pecore e di capre) e ci immettiamo in una sterrata. In prossimità di due poderi uno di fronte all'altro (Km 8.4 bivio con due poderi), giriamo a SX , tenendo la DX alla successiva diramazione.
La sterrata finisce davanti ad un podere, (Km 8.8) noi proseguiamo sulla traccia che gira sulla DX e proseguiamo tenendo la SX alla successiva diramazione, passando davanti ad una villa con dei portici (Km 9.7 Campotondo). uscendo dal sentiero della villa si tiene la Dx in fondo ad una breve discesa, entrando poi in un tratto di saliscendi che, passando accanto al cancello d' ingresso del podere "Fontepuzzola", ci porta ad incrociare una sterrata più trafficata. (Km 11.3 incrocio a T). Girando a SX si segue la sterrata principale fino al Km 12.6, dove incrociamo di nuovo un altra sterrata. Giriamo a SX trovandosi subito dopo sullo scivolo che attraversa il Fosso Fiascone. La strada ora diventa asfaltata e inizia a salire lievemente, fino a Poggio Le Calle (Km 15.2) (altro toponimo che deriva dalla Transumanza, la "Calla" era l'operazione di conta degli animali, da parte degli ufficiali della Repubblica Senese prima, Fiorentina poi, su cui i pastori dovevano "pagare la Gabella") per poi scendere ancora fino al Km 15,6, dove lasciamo la strada principale per girare sul sentiero segnato da un cartello dei percorsi della Provincia di Grosseto, che ci porterà al guado sul Fiume Albegna. Sul Guado c'è un vecchio scivolo di cemento che in alcuni punti è ampiamente invaso dalla terra e dai sassi del letto del fiume. Normalmente l'acqua non supera i trenta cm, a meno che non ci siano state piogge nei giorni precedenti.
dopo il guado inizia la salta , ripida e sassosa, che ci porterà fino a Saturnia. Girare a SX all'incrocio in cima alla sterrata (km 19.1) Prima di entrare in pese troviamo l'ultima asperità dovuta ad un tratto cementato con pendenza al 18%. Saturnia (Km 19.8) Dalla piazza del paese si seguono le indicazioni per la chiesa e da quì, girando intorno all'edificio, troviamo la piazzetta dove inizia il selciato dell'ultimo tratto della antica via Romana, la Via Clodia. Uscendo dall'antica porta fare molta attenzione, qui inizia un tratto tencico per superare le antiche pietre segante dal tempo e due curve in discesa con forte pendenza dove è facile perdere aderenza. L'antica strada Romana termina immettendosi sulla attuale strada provinciale, davanti all'ingresso delle Terme. Noi si segue invece la provinciale girando a DX fino ad arrivare alle "Cascate del Gorello" (Km 23).
Foto tratta dal sito ufficiale della APT Maremma, visita il sito su http://www.lamaremma.info/italiano/ Dalle Cascate torniamo indietro, seguendo a ritroso la provinciale e proseguendo fin oltre il bivio di Saturnia in direzione Semproniano-Amiata. Al Km 25.9, subito dopo il cimitero del paese, attraversiamo la provinciale per entrare in una stretta stradina che sfocia nella sottostante strada provinciale che collega Saturnia con la ex Statale 323. Seguiamo l'asfalto girando a SX e proseguendo ancora a SX alla deviazione dopo il rettilineo in salita, che troviamo passati il ponte sul Fiume Albegna. (km 28.6 podere le Porcarecce). Al breve rettilineo di Pian di Palma che troviamo subito dopo, si succedono alcuni sali scendi, mantenersi sempre sulla strada principale. Al Km 31.9, in prossimità di una crocetta, su una curva, dopo uno scollinamento, troviamo l'indicazione Murci-Usi, ignoriamolo e lasciamo l'asfalto immettendosi nella sterrata all'apice della curva. Ancora dei saliscendi e due cambi di direzione, tenere la SX alla prima, (Km 32,9) la DX alla seconda (Km 33.1). La strada sterrata ora scende ed arriviamo all'ultimo guado, sul Fosso Fiascone. E' stretto ma può essere profondo, fare attenzione. Subito dopo il guado ritroviamo l'asfalto, che con poche interruzioni ci porterà fino a Murci. Mancano 6.6 Km, ma sono i più impegnativi, da quota 196 ci porteremo ai 580 di Murci, la salita non molla quasi mai, con una pendenza media del 7,7% e strappi di cinquecento-seicento mt oltre il 15%. Il più impegnativo è il primo, che troviamo dopo il guado, cinquecento mt con pendenza oltre il 20 %. Non ci sono più deviazioni, si prosegue sempre a salire, prenderla con calma è il miglior antitodo. Sei km di salita sono lunghi. Arrivati a Murci, avremo percorso 40 Km, e superato 3 guadi e 1100 mt di dislivello in salita. Tempo medio di percorrenza (compreso le inevitabili soste) 4 ore. La mappa
Riferimenti Cartografici: Carta Topografica d' Italia, foglio 332 scala 1:50000 dell'I.G.M. Maremma, carta turistica stradale, 1:50000 edizioni Multigraphic - Firenze
LA SCHEDA TECNICA:
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