,
in origine un fortilizio medioevale posto in posizione strategica, che
nei secoli si è vista trasformare in fattoria e successivamente in
residenza.
Meritevoli di visita le antichissime e contorte piante
di olivo costeggianti la stradina di campagna in corrispondenza del
guado, prima della fattoria stessa.
Proseguendo fino al termine della strada di Lattaia si
arriva alla parte terminale della cosiddetta “Dritta di Montemassi”;
giunti al bivio per Ribolla si sale verso
Montemassi:
gli unici due kilometri di salita per arrivare ai ruderi del Castello,
dal quale si domina la Maremma.
Il Castello è stato immortalato (si dice, ma vi è
tuttora in corso una diatriba) da Simone Martini nel famoso affresco
“L’assedio di Montemassi” nella quale viene raffigurato il condottiero
senese (in affitto per la verità) Guidoriccio da Fogliano, assediante
vittorioso del ribelle castello rappresentato sullo sfondo, conquistato
con l’ausilio dell’”arma segreta” del tempo: il battifolle.
Si riscende da dove siamo venuti fino ad arrivare al
bivio: questa volta si punta verso Ribolla,
“giovane” paese nato e vissuto con le miniere della “Soc. Montecatini”,
un tempo risorsa per la gente della zona, ma alla quale ha regalato
anche la triste sciagura del 1956 avvenuta nel Pozzo Camorra, sciagura
nella quale perirono molti minatori.
Si esce da Ribolla per la strada che porta a Gavorrano,
o meglio che porterebbe, visto che la nostra destinazione è il
Castel di Pietra,
al quale si arriva uscendo dall’asfalto e procedendo sulla semplice
sterrata che ci porta allo storico edificio.
Castel di Pietra è
il famoso castello ove, più di ottocento anni fa, Pia de’ Tolomei,
rinchiusavi dal marito Nello de’Pannocchieschi, si gettò dalle sue mura.
Per ulteriori informazioni sull’accaduto è da leggere la testimonianza
data dalla diretta interessata a tal Dante Alighieri (…Siena
mi fé, disfecemi Maremma…)
Si prosegue sempre per le strade di campagna fino ad
arrivare alla Cava a cielo aperto della Bartolina.
Nei pressi della Cava, vi è quel che rimane della
struttura della cosiddetta
Diga Senese.
Realizzata nel quattrocento, tale diga rappresentava un ardito sistema
volto a creare un bacino idrico trattenendo il corso del fiume Bruna. La
fortuna non sorrise alla struttura, la quale cedette prima ancora di
portare un qualsiasi servigio alla comunità anzi, si dice, provocando
qualche vittima…
Si risale in direzione di Ribolla ma per svoltare a
destra e prendere la strada di