"Il
soave, sofisticato Bowie ha l'aspetto di chi sia stato predisposto
per essere una pop star dal cielo. È venuto al mondo con
un aspetto da togliere il fiato, che sfida il passare del tempo,
una voce d'oro, un superbo linguaggio del corpo ed un grande sarto" (L.A. Times, 15 agosto 2002).
"Bowie è stato la prima rock star ad usare la sua
persona come uno strumento di scrittura delle canzoni. Ziggy Stardust
lanciò un milione di sogni ad occhi aperti di sesso e viaggi
spaziali. Negli anni 70 ha fatto musica che ha definito un'epoca,
musica esuberante come in Aladdin Sane e Diamond Dogs,
eroicamente uccidendo ogni nuova immagine appena veniva fissata.
Divenne un ragazzo bianco soul per Young Americans, un
introverso uomo glaciale per la monumentale trilogia di Low,
un alieno cinematografico perfettamente scelto ed un consumato
disco rocker degli anni 80. Rimane affascinantemente imprevedibile,
il sopravvissuto della musica più articolato, sempre forzando
ed espandendo il suo lessico" (Uncut, marzo 2002).
"L'idea di David Bowie come 'camaleonte musicale' è uno dei
più abusati cliché del rock. E, a differenza di molti cliché,
non è neanche vero: i camaleonti si uniformano a ciò che li circonda
mentre Bowie è stato spesso avanti agli altri, forgiando un nuovo
tipo di musica, sfidando le idee consolidate del genere, senza
cercare di approfittarne poi. David Bowie non è semplicemente
uno che salta sul carro del vincitore" (Total Guitar,
estate 2001).
"David Bowie è intoccabile in ogni aspetto della musica
moderna. Il suo impatto è stato avvertito forte e chiaro,
facendo di lui uno senza pari, il più influente artista
della fine del 20mo secolo" (New Musical Express,
dicembre 2000).
"Come Wilde, come Warhol, Bowie è stato importante per quello
che ha rappresentato quanto per quello che ha fatto" (The
Indipendent, 7 giugno 2000).
"David Bowie è uno dei rari cantanti solisti davvero originali
della scena pop musicale britannica" (Melody Maker, 1967).
"L'uomo
più intellettualmente brillante che abbia mai scelto i
long-playing come proprio mezzo di espressione" (New York
Times, 1971).
"Alcune
persone vedono David Bowie come una meraviglia da un successo
solo ["one-hit wonder"]. Fino a poco
tempo fa condividevo i loro dubbi sul suo futuro al di là della
canzone che lo ha reso famoso, Space Oddity. Poi
c'è stato il concerto alla London Purcell Room. Ho cambiato idea.
La sua performance è stata stupefacente. Il pubblico era stregato
dalle sue parole, dalla sua musica, dalla sua voce e dalla sua
professionalità. Con semplicità e sincerità ha cantato le sue
canzoni. Ha il suo stile, ma anche grande immaginazione e versatilità" (Music Now!, 20.12.1969).
"David
Bowie è l'artista più singolarmente dotato che faccia
musica oggi. Ha il genio per essere per gli anni 70 ciò
che Lennon, McCartney, Jagger e Dylan erano per gli anni 60" (Rock Magazine, 1971).
"Quest'uomo
è un gigante. E' il più grande, il più ambizioso,
il più carismatico, il più di successo, il più
durevole e sempre mutevole. In un negozio di dischi ti chiedi
dove esattamente potresti supporre di cercare i lavori di Bowie.
Potrebbe essere negli Oldies, sotto Glam Rock, Colonne Sonore,
sotto Rock, Pop o Drum&Bass. Tutte andrebbero bene. David
Bowie non può essere classificato" (da un giornale
tedesco).
"David
Bowie ha avuto più cambiamenti di immagine di Madonna,
dal Mod degli anni 60 all'alieno glam rock, al ragazzo soul anni
70, ed è ancora pieno di stile a cinquant'anni
Sebbene
la maggior parte degli uomini oggi non oserebbero imitare i lunghi
capelli di Bowie ed il vestito a fiori o i pantaloni di satin
stretti, le scarpe con la piattaforma e i periodi del make-up,
non si può negare che il Sig. Bowie abbia avuto una vasta
influenza sulla moda. Date solo un'occhiata alle foto di lui dall'aspetto
elegante ed inappuntabile nella sua incarnazione dei tardi anni
70, con gli occhiali da sole ed i completi (molto attuale), se
avete bisogno di una prova".