Si cominciava a parlare
del Natale e.......... dell'influenza.
La prima ad ammalarsi, in forma seria, fu Martina; poi la prese
il bambino ed infine Deiva che se la cavò in appena tre
giorni.
E
così di nuovo in forma tornò fuori l'argomento
Natale.
Per Deiva non aveva nessun significato. Non esisteva proprio
come festa un tempo da lei. Rabbrividiva pensando al primo passato
in Italia e sorrideva invece raccontando di quello dell'anno
appena trascorso. Quel Natale aveva coinciso con l'ingresso in
quella casa; con la sorpresa di tutti gli alberi del giardino
addobbati con mille piccole luci; con due giorni di assoluta
pace fuori dal mondo. Dario non aveva più parenti stretti
per via di tutti gli "ammazzamenti incrociati" come
diceva lui. Deiva rappresentava il suo momento felice, per questo
le aveva regalato una sontuosa pelliccia.
A Martina, il Natale faceva venire in mente la nonna e la Novena
in chiesa. Il canto 'Tu scendi dalle stelle'; freddo e odore
di mandarini. Regali semplici.
L'ultimo Natale era meglio cancellarlo! Erano state botte e già
aspettava Fabio.... il suo Gesù Bambino in carne ed ossa.
Ora come lo avrebbero trascorso?
Il bambino era il centro di tutto. E decisero che per lui avrebbero
fatto l'albero, il presepe, i regali, gli addobbi... avrebbero
messo anche le luci sugli alberi... dovevano essere da qualche
parte in casa... sarebbe stato, in fondo, l'ultimo natale in
quella casa: che tutto sfavillasse, allora!!!
Poiché per le vacanze
di Natale e fine anno era di servizio, Paolo se ne era andato
dai suoi al Sud per una decina di giorni. Telefonò appena
arrivato poi se lo videro alla porta: era ritornato prima del
previsto.
Dovevano
andare subito alla casa di Mimosa; gli eredi lasciavano a loro
di decidere su tutta la biancheria ed il vestiario. Avevano,
però, bisogno urgente della casa quindi c'era da portar
via quel che avevano scelto.
Paolo aprì le due vetrate che davano sul giardino: la
casa riprese vita e oltre i vetri si vedeva un tappeto di foglie
gialle; la panchina sotto i tre alberi spogli; tronco e rami
filiformi dorati dal sole.
Infilarono in degli scatoloni tutta la biancheria. Per il vestiario
solo Martina prese una pelliccia di astrakan grigio chiaro che
era stata rifatta di recente in foggia di lunga giacca con spacchi
laterali e rifinita in visone. Per il resto tutto finì
in dei sacchi.
" E ora dove portiamo tutto?" disse stanca e sconsolata
Martina
" Io un'idea ce l'avrei"
" Spara"
" Si è appena liberato il magazzino dove teneva la
mobilia della sua mamma Salvo. Gli hanno consegnato, dopo due
anni che aspettava, la casa della cooperativa! Siamo andati con
dei colleghi ad aiutare sua sorella. Lui non è ancora
tornato, ma starà a giorni."
" Una casa? Non lo sapevo. Te lo sapevi, Martina?"
" Sì. Faceva parte del pacco dono se lo sposavo.
Ma... lasciamo andare..."
Deiva ci rimase male. Ma non come pensava. Stava forse prendendo
le distanze da Salvo?
" Allora?" riprese Paolo infastidito. L'argomento Salvo
si vedeva che lo disturbava un poco.
" O.K. Ma bisogna mi interessi per il camion dei traslochi.
Aspetta provo prima a telefonare se per caso la mia di casa fosse
già libera... non si sa mai..."
Tornò dal giardino dicendo che non c'era niente da fare.
Paolo aveva anche il camion e gli aiutanti: gli stessi che avevano
fatto per Salvo.
" Se tu non esistessi, bisognerebbe inventarti! Bello il
mio, Paolo!" e Martina gli schioccò un gran bacio,
al che anche Fabio venne a fargli festa. Paolo non si ritirò
come era successo altre volte, ma guardò verso Deiva con
aria di scusa.
Scusa di che? Pensò Deiva che in cuor suo invece era felice
di vedere quei tre insieme. Sempre perché così
rimaneva libero Salvo? Non ne era più molto convinta.
La sera Paolo si fermò a cena. Dopo cena sul tavolo fu
srotolata la pianta della casa di Martina; fecero dei modellini,
con la carta millimetrata, dei mobili e cominciarono a predisporli
nelle stanze.
Deiva li lasciò chini sul tavolo, le due teste vicine,
emozionati e allegri.........
Sarà passata mille
volte da lì: non aveva mai fatto caso che c'era l'Agenzia
per il Lavoro del Quartiere 2. Deiva entrò. La ricevette
una giovane e cordiale signorina che la guidò a riempire
dei fogli per inserirsi per cercar lavoro e poi la mandò
da un collega per un colloquio orientativo.
Non capiva tutto alla prima, ma furono pazienti e tornarono più
volte a spiegarle il meccanismo.
Alla fine fu deciso che
poteva mettersi in lista come baby sitter. E di più c'era
subito una richiesta.... che era maledettamente impegnativa e
particolare. Si doveva seguire una bambina di appena un anno
e mezzo, con problemi, che la mamma non aveva accettato e che
trascurava.
Sentì di volerle subito bene e che se era capitata sulla
sua strada non doveva essere un caso... ma ne sarebbe stata capace?
E la bambina l'avrebbe accettata? E quella mamma?
" Guardi non le ho detto che deve rimanere nella casa sempre;
notte e giorno, salvo la mezza giornata di libertà e le
ore giornaliere di libertà."
" Se per quello andrebbe proprio bene!"
" Avrà una camera per sé con bagno"
" Bene, bene. Posso pensarci?"
" Certo. La posizione è coperta fino alla fine di
gennaio. Ma credo sarebbe bene che ci fossero dei giorni insieme
alla tata di ora... per le consegne..... dato il caso. Sarà
meglio per la bambina, ma anche per lei, credo."
Una stretta di mano e fuori Deiva aveva il cervello in fiamme.
Sentiva il bisogno di parlarne a qualcuno ma a chi? Voleva tenere
Martina e Paolo all'oscuro. Voleva essere libera e lasciare anche
loro liberi.
Quand'ecco si trovò di fronte Marta, la signora degli
alimentari. E vuotò il sacco. Talvolta la vita....
Marta conosceva bene la nonna paterna della bambina! E in men
che non si dica andarono a trovarla.
Martina, appena Deiva mise piede in casa, l'assalì:
" Ma dove diavolo sei stata fino ad ora? Stavo in pensiero!"
" A cercar lavoro."
" Fino ad ora? E come è andata?"
" Da riparlarne. Tu piuttosto con i mobili?"
" Non bene, benissimo. Il locale è talmente grande
che ci sono stati tutti comodamente e anche il prezzo è
buono. Comunque mi piacerebbe sapere perché non sei venuta?"
" E' cosa tua e di Paolo, o mi sbaglio?"
" A proposito! Eccoti una notizia fresca fresca su Paolo.
L'ho raccolta dai colleghi... non mi hanno detto nulla... parlavano
fra di loro. Dunque Paolo dall'anno nuovo è stato trasferito
nella sua regione e si sposerà con la sua fidanzata storica
già alla fine di febbraio."
" Cosa vuol dire fidanzata storica?"
" Che è fidanzato con lei da tanto tempo, che è
del suo paese... cose così.. Aspetta ne ho un'altra di
notizie, sempre dalla stessa fonte cioè i colleghi, per
le feste torna Salvo con la moglie!"
" Con la moglie?"
" Si è sposato all'estero"
" Mi sembri molto contenta."
" E' vero. Più che altro mi sento sollevata: non
ho da prendere decisioni. Salvo mi faceva la corte, mi piaceva
ma non ci andavo d'accordo. Paolo sarebbe stato perfetto, ma
non lo amo... che pasticcio. Meglio così! Ma poi che bisogno
abbiamo degli uomini? Te che dici?"
Deiva non disse niente e andò verso la cucina.
" C'è anche un invito. Da Suor Teresa. Il Natale
alla casa. E' stata riaperta ma avrà finalità diverse
e ci terrebbe che ci fosse un po' di gente. Si va?"
" Direi proprio di sì. Dovremo portare qualcosa per
il mangiare."
" Già d'accordo. Se andiamo portiamo le lasagne al
forno.Per lo meno tre pirofile."
" Accipicchia! Quanta gente hanno invitato?"
La festa fu splendida. Il
tempo meno. Apparve Paolo insieme a Salvo. Fabio lo riconobbe
gli corse incontro e Salvo, lo sollevò in alto facendolo
roteare, come ai vecchi tempi.
Ma tutto era diverso, pensò Deiva. Fu contenta che il
suo cuore non facesse le bizze e che potesse guardare Salvo,
trovandolo bello ma con distacco...... era l'uomo di un'altra.....
che avrebbe voluto conoscere... per curiosità... era più
bella di lei?
Come se le avesse letto nel pensiero Salvo disse:
" Paolo ci penso io a loro: prima di riportarle a casa faccio
conoscere loro una persona. Conoscere non è la parola
giusta..."
Rimasero ferme come due statue quando Salvo presentò loro
la moglie: era Mercedes, ossia la zingara, ossia la mezzosangue
messicana!
Raccontarono a due voci il loro incredibile incontro nel Messico...
al mercato. Il colpo di fulmine e la decisione delle nozze appena
saputo che la casa in Italia era disponibile.
Le due donne ascoltavano a bocca aperta come se seguissero un
fotoromanzo: Fabio dormiva adagiato su una poltrona involtato
in un plaid.
" E voi che progetti avete per l'anno nuovo?" chiesero
insieme Salvo e Mercedes
" Aspetteremo anche noi un incontro al mercato; o chissà
che cosa la vita ci riservi!"
" Intanto abbiamo dei mobili ereditati e una casa in affitto
e siamo in tre"
Deiva non aveva ancora detto a Martina che forse si trasferiva
dalla bambina con problemi. Non lo disse neppure allora: c'è
un tempo per tutto pensò.
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