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 Silenzio e Potere

 

 

 

 

IL SILENZIO E IL POTERE

di Luigi Ruberto

Il potere  si serve del silenzio per poter meglio armeggiare e districarsi tra  quello che è lecito e quello che non lo è. Possiamo cogliere nel silenzio un rumore assordante della paura, della rassegnazione, del disinteresse, della corruzione.

Il silenzio ed il potere sembra che siano due parti  della stessa medaglia, il silenzio quale alto momento di riflessione o di vuoto assoluto, tutto dipende dalla fonte e dalla provenienza dello stesso, ed il potere quale massima espressione del dominio sulle masse, eppure quando il silenzio ed il potere si accompagnano simbioticamente, essi tendono a nascondere i lati più oscuri della gestione della cosa pubblica, perché sono l’uno funzionale all’ altro, il silenzio è strumento essenziale per addomesticare gli oppositori del potere costituito, non può esserci vero potere senza alcuna forma di silenzio; ma se approfondiamo la nostra riflessione possiamo cogliere anche nel silenzio un rumore assordante, il rumore assordante della paura, della rassegnazione, del disinteresse, della corruzione , del malcostume , del comparato, il silenzio dunque in molti casi parla e comunica chiaramente quello che è l’humus della realtà circostante.

Il potere dunque e i gestori del potere si servono del silenzio per poter meglio armeggiare e districarsi tra  quello che è lecito e quello che non lo è; tra quello che è morale e quello che è immorale, tra il buio e la luce, tra il bello ed il brutto, tra la solidarietà e l’egoismo, tra gli interessi privati e gli interessi pubblici, tra la gioia ed il dolore, tra la sconfitta e la vittoria, il silenzio sembra essere dunque la vera colonna portante del potere, ma è realmente così?.

Ad avviso di chi scrive no, solo una cattiva gestione del potere è accompagnata dal silenzio, quando un potere costituito si nutre del silenzio vuol dire che esso è un potere debole, fiacco, corrotto, privo di progetti, privo di azione, privo di forza, privo di vigore, privo di ali; sì proprio di ali, perché il vero potere è quel potere che dimostra forza, vigore, progettualità, esecutività, e capacità di volare alto guardando oltre i problemi reali della quotidianità, per costruire un futuro ideale, perché il vero potere è espressione della vera politica e la vera politica deve necessariamente guardare lontano ad una realtà che non c’è ma che deve essere costruita, ad una realtà fatta di idee reali e di progetti concreti, il vero potere dunque seppur è raro da trovare è fatto di rumore di contrapposizioni, di contrasti che per un sano gioco democratico sfociano in un sano e simbiotico accordo tra le parti in causa; quando non c’è accordo vuol dire che non ci sono controparti, quando non ci sono controparti vuol dire che c’è un sistema malato, un sistema sociale incancrenito dalla contrapposizione dei vari poteri costituiti, che si reggono per inerzia gli uni agli altri, utilizzando quale elemento propulsivo il silenzio.

Il silenzio è dunque un luogo fisico, che esiste nelle nostre coscienze e nelle nostre menti e deve essere riempito di contenuti, di progetti, di proposte, di idee che devono essere veicolate nella società, tutti coloro i quali dunque si prodigano nel mantenimento del silenzio sono conniventi con il sistema di potere per nutrirsi delle prebende elargite dalla corte, ma essi sono i veri artefici del silenzio, perché se chi gestisce il potere ha un comportamento Machiavellico, e dunque potrebbe essere paradossalmente giustificato, chi invece strumentalmente li affianca vivendo una vita da figurante è il vero colpevole e andrebbe dunque condannato, una condanna senza appello, né scusanti di sorta.

La vera gestione del potere, dovrebbe essere improntata sempre all’insegna del confronto costante, perché solo da un continuo confronto-anche aspro- potrà esserci vera crescita sociale in ogni forma e tipo di società,  accettando le regole sociali del libero confronto democratico. La vita altro non è che un breve viaggio nel fiume dei sentimenti e delle passioni guidate dalla ragione, voler ridurre e bendare sentimenti e passioni equivale ad immolare il senso stesso dell’uomo sulla terra e proprio coloro i quali sono gli artefici  del silenzio un giorno non saranno in grado di sentire e riconoscere neanche il suono della propria voce e della propria coscienza, perché essi prima che se ne accorgeranno  moriranno senza saperlo, di  una morte priva di gloria. Amiamo dunque il suono della   libertà , e  della conoscenza tesa alla ricerca del suono della verità, perché solo la verità ha portato e porterà il progresso , la luce , la pace nelle società organizzate, e nelle coscienze degli uomini, di tutti gli uomini.

                                                                                                    (26-01-2006)

 

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