SURFCASTING- LEZIONE 6 (by Graziano)
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Le esche del surfcasting
Le esche per il surfcasting si basano su due aspetti principali: gli odori e la
luminescenza. Gli odori, o meglio i grassi oleosi hanno la capacità di propagarsi con
lacorrente operando un richiamo per tutte le prede. Soprattutto quando cè mare
mosso e quando la temperatura dellacqua è più alta, i pesci ricercano il cibo
principalmente con lolfatto. Fra le esche odorose possiamo sicuramente
includere le sardine, i muggini, e tutti gli anellidi che contengono liquidi. La capacità
di unesca di rendersi luminescente è efficace invece soprattutto con mare calmo,
quando le correnti non trasportano gli odori, così come quando la temperatura
dellacqua non è elevata. La luminescenza è prodotta da sostanze che ha contatto
con lacqua emettono fosforescenze. Fra queste esche le principali sono seppia e
calamaro.Larenicola ha tutte e due queste proprietà, ed è per questo che è la
più catturante. Quando il mare è calmo e le acque sono calde, i pinnuti cercano quasi
esclusivamente a vista ed allora sono da preferirsi quelle esche cosiddette
naturali come crostacei, anellidi, molluschi, bivalve, cannolicchi e murici.
Bisogna poi considerare che i pesci si dividono in predatori e grufolatori, e quindi anche
le esche devono essere divise sotto questo aspetto.
Vediamo ora tutte le esche(o quasi, visto che poi ogni regione prevede delle
particolarità) e soprattutto come si innescano.
SARDINA: è lesca principe del vero Surfcasting, quello medio-pesante,
ottima da usare soprattutto nel periodo ottobre-dicembre e in estate come richiamo, più
che come esca. Costa poco, qualche migliaio di lire per un kilo. La lunghezza giusta è
intorno ai 12 cm, in modo da poterla innescare intera, a filetti o solo la testa. Il
filetto è il modo più utilizzato. Si dispone la sardina su un piano, e con una lama ben
affilata si ottengono due filetti di circa 6 cm a partire dalla coda. Si buca con
lamo la parte più larga e si dispone lamo longitudinalmente al filetto con la
punta verso fuori(esterna al filetto). Si accosta il filetto e lamo intorno ad un
ago da innesco con la carne verso lesterno(più usato per via dellodore)
oppure con la pelle verso lesterno(ottimo soprattutto al tramonto per via del
riflesso che lo fa sembrare un pescetto in difficoltà). Con luso del filo elastico,
si avvolge il tutto creando un rotolo, molto resistente, con la punta dellamo che
sporge fuori. Fatto questo si sfila lago. Una variante prevede un galleggiantino di
balsa da mettere nel filetto. Vola benissimo, sopporta bordate incredibili, ma la sua
durata in acqua non è tantissima, perché
perde molto velocemente lodore, e quindi anche se linnesco ci pare perfetto,
bisogna cambiarlo almeno ogni mezzora(si tasta il filetto con i polpastrelli delle dita:
se non li unge bisogna cambiarlo). Questo tipo di innesco è micidiale con tutti i
predatori, dal grongo anche enorme, al saraghetto o la famigerata spigolona. Lamo
deve essere a curva stretta e con gambo lungo(acciaio o carbonio) della misura minima del
n.4. in modo da facilitare lingoio. Il terminale migliore è lo short alto di
diametri non troppo bassi(0,26 minimo). Se il mare è mosso invece si usano ami storti,
perché il pesce mangia a strappo e difficilmente ingoia e il teminale migliore è il
Pater-noster con braccioli dello 0,40 di 30 cm massimo. La testa si innesca facendo
passare lamo fra gli occhi e facendolo fuoriuscire sul dorso dietro la scatola
cranica. Linnesco intero io la faccio passando lamo sottopelle sul dorso e
facendo un nodo semplice intorno alla coda. questo sopportera tutto lo stress del lancio.
Un altro innesco vincente si ottiene tagliando la testa, infilando da qui un ago da
sarda(ha una clips dalla parte opposta della punta) che faccio fuoriuscire dalla coda. poi
aggancio il finale alla clips e tiro lago che trascinerà il filo fuori dalla coda.
Si fa entrare il gambo dellamo nella polpa e si fa il nodo intorno alla coda con il
finale. Si lega poi il capo libero alla girella del trave.
MUGGINE: è lesca principe se si vuole insidiare il grosso predatore(spigola,
grongo, palombo, ombrina, dentici, lecce, ricciole,
serra, razzone). Può essere usato vivo, oppure come la sardina a filetti che risultano
più grossi e consistenti(bisogna però squamarli). Gli ami sono zerati. Per innescarlo
vivo, si prende un cefaletto(20 cm) e lo si innesca sul dorso appena dietro il capo non
troppo in profondità per non ridurne la vitalità. Se cè un predatore in giro, non
passeranno più diventi minuti e avremo una bella spigola su bagnoasciuga!! Invece del
filo elastico, si usa uno 0,18, visto che le carni sono più dure.
ANGUILLINA: abbastanza usata nel Surf in prossimità delle foci, si utilizza solo viva. Ha
una enorme resistenza, anche al lancio. La misura ideale è intorno ai quindici centimetri
e si innesca passando lamo sottopelle a 7 centimetri dalla coda, in modo da evitare
al minimo i grovigli. Si usano longarm con ami storti. Ogni tanto si opera un piccolo
recupero, perché la cechetta tende ad infilarsi sotto la sabbia. Per evitare questo, si
inserisce un bel galleggiante a circa 2/3 del terminale.
SEPPIE E CALAMARI: quando nei mesi freddi (dicembre-febbraio), si va a cacciadi predatori,
è meglio utilizzare come esca i cefalopodi. Le loro carni, sono ricche di una sostanza
che a contatto con l'ossigeno disciolto nell'acqua si ossida, producendo una luce
verdastra. Questa rappresenta un richiamo visivo irresistibile. Quando si comprano queste
esche bisogna porre attenzione, oltre alla freschezza, allo spessore delle loro carni. La
seppia ha carni più spesse del calamaro. Per essere maneggiabili e innescabili in diversi
modi, le carni non devono superare i 5mm di spessore. I cefalopodi si possono innescare a
coda di rondine, ottima per la Spigola, meno per il Sarago oppure in maniera
elicoidale o lineare, passando lamo allinterno delle carni. Le trance hanno
una larghezza di un centimetro e una lunghezza variabile a volontà. Se la corrente è
forte si utilizza linnesco lineare(un rettangolino al cui interno viene fatto
passare lamo. Se la corrente è debole, preferiremo linnesco elicoidale(
lamo entra e esce dal rettangolino più volte) per avere una maggiore mobilità.
Linnesco a coda di rondine si ottiene tagliando un lato della strisciolina (dove ci
sarà la punta dellamo) in modo da formare due punte. Un innesco ottimale, è quello
dei due baffi del calamaro, che risultano morbidissimi e quindi catturantissimi(peccato
sono solo due)!! Si utilizzanoami non troppo grossi e a gambo lungo. Per migliorare la
resistenza nel lancio, si fa qualche giro di filo elastico in prossimità
dellocchiello dellamo.
MURICE o BOCCONE: è una specie di lumacone contenuto in un guscio durissimo, è saporito
e Orate e Saraghi ne vanno matti. E un esca robusta, adatta anche ai lanci più
brutali e può essere usata anche surgelata (le polpe sono più tenere). Si innesca
direttamente sulla spiaggia, rompendo con una pietra il guscio(occorrono almeno tre colpi)
e infilando un amo storto n.1 nel
piede(la parte dura) e nascondendolo poi nella parte morbida. Spesso si utilizzano fino a
tre murici sullo stesso amo. E unesca dura, e quindi resiste molto bene
allassalto di pulci e granchi. Si utilizza un long arm basso che darà grande
mobilità al tutto e farà lavorare il murice sul fondo.
GRANCHIO e CICALA: è unesca importantissima, tra le migliori, ma sottovalutata
sbagliando!! Infatti è universale. Basta aprire qualsiasi pesce di opportune dimensioni e
si scoprirà nelle loro pancie una manciata di quei teneri granchietti chiari che si
trovano sul bagnioasciuga. Costa zero lire e si procura direttamente sulla spiaggia
legando le interiora di un pesce precedentemente catturato su un pezzo di cannuccia che
verrà infilata sulla sabbia là dove il mare arriva e non arriva. Cotrollando di tanto in
tanto cattureremo manciate di granchi ogni volta! Si può innescare in due modi. O si
passa lamo storto tra le due giunture delle zampe
laterali dopo aver tolto le chele, oppure ed è quello che prediligo insegnatomi dal mio
amico Alberto, senza togliere ne zampe ne chele, si incastra un amo storto di misura
adeguata al granchio, sotto il carapace longitudinalmente(la punta dellamo gli
capiterà in vicinanza della bocca). Con il filo elastico poi si effettua una legatura
dellamo e del carapace insieme orizzontalmente, stando attenti a lasciare due zampe
da una parte e due zampe dallaltra della legatura. Resistentissimo al lancio, non si
intacca in nessuna maniera la sua vitalità, e sarà impossibile per lui insabbiarsi,
risultando un esca graditissima soprattutto alle Orate, ma anche a mormoroni e spigole di
qualsiasi dimensione. Naturalmente non teme attacchi da altri granchi. Si utilizzano
longarm dello 0,23 0,26.
La cicala, parente dellaragosta si utilizza soprattutto in settori misti, dove ci
sono scogli affioranti. E rivolta soprattutto alla cattura di saraghi e orate. Si
innesca passando lamo nella parte addominale dalla coda fin verso la testa. La
misura delle cicale da innescare è di 5-7 cm. Da preferire il longarm.
CANNOLICCHIO: è unesca ottima soprattutto in primavera con mare poco mosso e
soprattutto quando lacqua del mare non è trasparentissima. Infatti il colore bianco
delle sue carni è di facile richiamo in queste situazioni. Ottimo soprattutto in Sardegna
e Corsica, dove è appetito da tutte le specie orate, mormore, saraghi, ombrine e razze su
tutte. Sembra un coltello a serramanico, e per innescarlo(ottimo quello di circa 11 cm)
bisogna privarlo del guscio ed utilizzare il piede(bianco). Si innesca come un verme, con
laiuto dellago, provvedendo prima di passarlo sullamo a renderlo più
consistente con qualche giro di filo elastico. Bisogna comunque porre attenzione in fase
di lancio e soprattutto subisce lattacco di granchi e pescetti vari. Per questo è
da utilizzare
soprattutto in quei momenti di grossa mangianza. La sua preferenza è dovuta al fatto che
molto spesso fa parte lui stesso dei sedimenti organici scoperti dalle mareggiate. Da
preferire il suo utilizzo fresco, comunque può essere conservato, provvedendo a
sbollentarlo per una 20 di secondi in acqua salata e provvedendo poi a richiudere le valve
che tendono ad aprirsi, riunendoli in
mazzetti da 10 che legheremo con un elastico mantenendoli poi nel congelatore. Una vota
congelati in questo modo, manterranno una alta consistenza(altrimenti si squagliano).
BIBI: ottimo soprattutto per Orate e saraghi, con mare poco mosso o mosso. Ha un ottimo
potere pasturante grazie al liquido che contiene. Vive sulla sabbia nelle lagune
salmastri. È da preferire quello di piccole dimensioni. Assomiglia ad un wurstel di color
beige. Va innescato su ami a gambo dritto, con una curva abbastanza larga per facilitare
lo spostamento dall ago allamo. È importantissimo infatti ridurre la perdita
del prezioso liquido durante la fase di innesco. Sopporta i lanci potenti, ma non
potentissimi e non teme lattacco di granchi. Quasi sempre, se pesce è, è
dinotevole dimensione!! Non si conserva facilmente. Lunico modo è di svuotarlo
dalle interiora e dalla sabbia, tagliandolo alle due estremità, e passandolo in un
composto di sale e zucchero. Riunito in postine da 10 pezzi si può scongelare e
ricongelare quante volte si vuole. Per innescarlo si mette sullamo e si lega con il
filo elastico alle due estremità. A contatto con lacqua si gonfia, sembrando vivo.
Solo che non ha allinterno il suo prezioso liquido!! Il bibi richiede quasi sempre
lo short rovesciato.
OLOTURIA: detta anche cazzo di mare, vive vicino agli scogli ed assomiglia ad
un cetriolo di colore scuro. Per innescarlo bisogna aprirlo, togliere il dentro e con un
coltello affilatissimo staccare la parte bianca, molliccia che vediamo al suo interno. Con
quella faremo dei bocconi che saranno irresistibili per Saraghi e Orate. Si usa su
qualsiasi terminale.
FASOLARE: detta anche lingua rossa è un bivalve racchiuso in una grossa
conchiglia con allinterno appunto una lingua rossa. È assai robusta ed è appetita
da qualsiasi sparide, ma anche dalla spigola e dallombrina. Ha un sapore fortissimo,
ed è quindi da utilizzare prevalentemente con mare mosso. Si innesca privandola delle
valve e nascondendo lamo storto nelle sue carni che possono anche essere sezionate.
Ottima per tutto il periodo dellanno, è però difficile da trovare. Funziona con
terminali corti.
COZZA: tanto appetibile da Saraghi e Orate, tanto da me, quindi difficilmente riescono a
sopravvivere alla mia fame, anche perché è un esca molto fragile da lanciare. Quelle
poche che arrivano a pesca, o si innescano privandole delle valve e nascondendo lamo
nel suo muscolo(più cozze insieme) oppure si usano degli stratagemmi come quello appena
raccontato dal nostro amico James. Si apre la cozza, si infila lamo nel
muscolo usando anche altre cozze sgusciate in modo da aumentare linganno. Si
richiude il tutto con alcuni giri di filo idrosolubile. Si lancia, il filo si scioglie, la
cozza si apre e le Orate se ci sono, non mancheranno di abboccare allinganno. Ottimo
anche il sistema di usare due o tre giri di filo dello stesso terminale, incastrandolo poi
nel guscio. Quando lesca arriva in acqua, si ferra energicamente scastrando il
terminale e aprendo la cozza. Si usano terminali molto lunghi e ami storti.
PAGURO: è un'esca generica, facilmente reperibile, specie d'estate e graditissima a molte
specie, gli sparidi in primo luogo. I suoi clienti sono infatti l'orata, il pagello, il
sarago e forse un pò meno la mormora. E' un'esca che dà il meglio di sè con mare non
troppo formato e sul misto. Le orate preferiranno decisamente quelli più grossi, anche di
6/7cm sgusciati, mentre gli altri pesci non esiteranno nemmeno con gli esemplari di misura
più ridotta, 2/3cm bastano. Va estratto dalla conchiglia che lo ospita con delicatezza e
innescato a partire dall'addome rigorosamente su robusti ami storti a gambo corto,
trapassandolo all'altezza della parte inferiore del carapace, e montato su terminali
preferibilmente un pò lunghi. E' un'esca più "da fondo", ma può fare dei
miracoli su un branco di pagelli.
Vediamo ora le esche più usate, e cioè gli anellidi, per i quali si usano tutti i tipi
di terminali, e come ami, ad occhiello o a paletta, basta che siano a gambo abbastanza
lungo e affilatissimi:
MURIDDU: verme di allevamento, distribuito in scatolette di 10 esemplari circa, è robusto
ed efficace, appetito soprattutto dalle mormore. Anni fa era sicuramente il più usato,
oggi molto meno, forse perché non è più bello come prima. Non serve lago per
innescarlo, ma è preferibile usarlo.
OPHELIA o BOTTACCIOLO: è un vermetto tozzo
di colore rosso violaceo iridescente, con screziature color verde metallico che abita
nella rena del bagnasciuga, potendo raggiungere la lunghezza di una decina di cm, ma
solitamente si mantiene tra i 4 e i 6. E' un'esca delicata, ma semplicissima da reperire
in caso di necessità. E' un indicatore molto affidabile della pulizia delle acque,
perchè non si trova su spiaggie in cui l'acqua è appena inquinata. Numerosissimo in
sardegna, basta scavare per pochi centimetri a ridosso della linea bagnata dalla risacca
per trovarne tantissimi in poco tempo: il trucco è che si dispongono in gruppi più densi
e numerosi in prossimità di curve o sporgenze della linea di battigia. Molto gradito da
mormore e ombrine, è necessario innescarne anche 5/6 per volta con aghi molto sottili e
sostituirli abbastanza spesso. Qualsiasi lunghezza di terminale, ami a filo fino.
COREANO: non è un'esca molto appetita per il suo odore e sapore, la sua unica
caratteristica in grado di renderlo interessante per il surfcasting è la sua
straordinaria mobilità, che in certe situazioni lo fanno scambiare facilmente per una
cechetta o per un altro pesce dai predatori. Quasi del tutto inutile se presentato a
fondo, dà il meglio di sè se presentato su uno short rovesciato con un flotterino sul
bracciolo nella pesca a media e corta distanza con mare increspato (lecce stella e
aguglie) o mosso (spigole, e
nemmeno sempre piccole) . Va innescato solo per pochi centimetri e a partire dalla testa,
intero, lasciando un lungo scodinzolo libero dall'amo, che potrà essere un Gama 120N o un
aberdeen leggero piccolo, purchè non ne mortifichi la mobilità, nelle misure dal 6 al 10
a seconda della taglia dei vermi e dei pesci.
TRIMULIGGIONE: si trova solo in Sardegna, vive nelle lagune dove si costruisce un tubo,
nel quale vive. Ottimo nelle serate di luna piena per via della sua iridescenza. È di
colore verde, e non è molto resistente. Il costa è di 300 lire luno. Per
innescarlo si usa un procedimento particolare. Si prende un tubetto con il verme. Si rompe
sotto, e partendo dallalto si spinge in giù pollice e indice. Si vedrà a poco a
poco il verme scivolare in giù e cascare sulla sabbia. Si prende e si infila per metà
sull'ago, a partire dalla testa. Si infila poi nellamo, e la parte
penzolante(la coda del verme che si trova sul filo) si attorciglia sul resto del verme,
dando poi consistenza al tutto con alcuni giri di filo elastico. Otteniamo così un bel
boccone che sarà anche resistente. Si catturano soprattutto mormore e Spigole.
AMERICANO: verme molto sanguinolento, lungo, dotato di una testa retrattile. Per
innescarlo bisogna infilare lago nella testa quando questa esce (attenti perché
mozzica!!). Abbastanza resistente, è ottima nel periodo autunnale einvernale. In alcuni
periodi dellestate poi, sembra che le Orate mangino solo lui. Costa circa 1000 lire
a verme in scatolette da 4-5. Per tutti i pesci. Si conserva in frigo senza problemi,
anche per una settimana.
VERME DI RIMINI: forse pochi lo conoscono. È un vermone di due tre etti con tanti
piedini, che vive in adriatico e che si compra singolarmente. Attenti alla testa perché
se ti prende fa veramente male. Si innesca quindi tagliando il pezzetto che ci interessa a
partire dalla coda e innescandolo sullamo anche senza ago. È luminescente e
funziona benissimo soprattutto con mare mosso, grazie alla sua consistenza. Fa perdere la
testa a tutti i pesci grossi: Orate, spigole, ombrine e saraghi su tutti. Si mantiene a
lungo anche se già incominciato. Data la mole, si utilizzano ami in acciaio
abbastanza grossi. Così il pesce sarà quasi sempre grosso.
CORDELLA: esca estiva, di recente introduzione, è di calore rosato e si mantiene a
temperature superiori ai 25 gradi. Come il verme di rimini si innesca a partire dalla
coda, anche se non morde come lui. Va bene con tutti i pesci, ma io non ci ho mai preso
niente!
TREMOLINA: si usa soprattutto in gara nel sottoriva per i cefali o a galla per sugheri e
lecce.
ARENICOLA: finalmente!! È la più usata in tutta Italia, soprattutto quando il mare non
è molto mosso. Si innesca con laiuto dellago. Bisogna prenderla sempre dalla
testa(altrimenti si spezzetta tutta). Si inserisce il verme sullago a partire dalla
testa, e se è lunga(anche 80 cm!!) si spezza in due o in tre parti. Si scorre
sullamo e si lancia senza alcun problema, perché è resistente allo strappo ed è
sicuramente quella che fra le nostre esche può arrivare più lontano possibile. Ci si
prende praticamente di tutto, anche granchi e stelle marine!!! Ottima anche a galla per
sugherelli e lecce con laiuto di un galleggiantino magari luminoso sul terminale,
accanto allesca. Si può anche innescare a ciliegia realizzando appunto
un boccone consistente in prossimità della punta dellamo. Non si può lanciare
però con violenza e quindi lontano, ma le mormore ne vanno pazze. È lesca più
utilizzata in gara, grazie alla sua universalità e al richiamo dovuto sia alla
luminescenza che al liquido che ha allinterno. Costa da 1000 lire a verme(a Roma)
fino a 2000. E opinione comune che sia poco durevole come esca. Io insieme al mio
amico Carlo ne abbiamo liberata una confezione, opportunamente mantenuta, a distanza di un
anno, da una Canna dOro allaltra. La cosa più importante è non fargli
prendere sbalzi di temperatura, che deve mantenersi sempre fra i 15 e i 18 gradi. Quindi
importantissimi luoghi come cantine e garage. Mai assolutamente in frigo!! Per
trasportarla bisogna usare i frigoriferi portatili che provvederemo a raffreddare solo
destate con un ghiaccetto che però non deve mai venire a contatto con la scatola di
arenicola, altrimenti la brucia. Io metto il ghiaccetto sopra le scatole di
americano!! La seconda cosa è fargli gli sciacquetti con acqua di mare pulita
e a temperatura costante, ogni due giorni. Poi ogni due settimane bisogna cambiargli la
sabbia completamente. Si mette acqua di mare in abbondanza nelle vaschette(io uso quelle
di plastica da congelatore abbastanza grandi) e si provvede a scuoterle velocemente.
Larenicola verrà a poco a poco a galla e possiamo così prenderla e cambiargli
scatola. Tempo due tre minuti e la vedremo nuovamente insabbiarsi. Importante è poi avere
come ho già detto scatole di plastica lunghe per dar modo ai vermi di allungarsi a
piacimento. Mi prenderete per pazzo, lo so, ma io così facendo difficilmente butto
qualche verme e vi assicuro che quando partite per una gara con una 50 di scatole a
testa(200.000 mila lire minimo), saper mantenere larenicola è un risparmio
enorme!!!
Graziano
le foto sono una cortesia del Surf Casting Site
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sei il pescatore nr. che e' entrato a dare un'occhiata a questa pagina dal 17/6/2000.