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SURFCASTING- LEZIONE 7 (by Graziano)

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I PESCI DEL SURFCASTING

I pesci che si possono catturare a Surfcasting, si possono suddividere in
tre fasce: grufolatori, predatori e pesci a galla.
Cominciamo a vedere quelle che normalmente sono le prede più frequenti e
ricercate delle nostre spiagge.

MORMORA: appartiene alla famiglia degli sparidi. Ha il corpo leggermente
ovale, compresso e allungato, di colore bianco con riflessi argentati,
ricoperto da strisce verticali nerastre. È certamente la preda più catturata
nel surfcasting mediterraneo. Si muove in banchi più o meno compatti, dalla
tarda primavera fino ad autunno inoltrato, più o meno distante dalla riva a
secondo della profondità della spiaggia. In alcune spiagge invece è presente
per tutto l’anno(mormore stanziali). Il peso di questi pesci va da pochi
grammi, fino ad oltre 1 kilo. Le ore migliori per pescarla sono quelle
comprese tra il tramonto e l’alba. Preferisce la luna nuova e l’uso di
finali molto mobili, lunghi anche due metri. Per cercare il cibo, se il mare
è calmo, la mormora scava con il muso appuntito fra la sabbia, aspirando e
sputando per 4-5 volte consecutive sullo stesso posto. È questo il motivo
per cui bisogna utilizzare ami leggeri e dritti, per evitare che senta l’
inganno. Se invece il mare è mosso e c’è presenza di corrente, tende a stare
immobile, aspettando che sia la corrente a portagli il cibo. Per quanto
riguarda le esche, in primavera e autunno sono da preferirsi cannolicchio e
bibi all’arenicola , in estate arenicola, americano e muriddu su tutte.
La sua abboccata avviene con una vibrazione del cimino e successiva decisa
affondata. Poi, quasi sempre tende a dirigersi verso riva mettendo il filo
in bando. Bisogna quindi recuperare con qualche giro di manovella e poi
ferrare sempre. La resistenza iniziale è passiva ma man mano che si avvicina
alla riva diventa via via più vivace. Molte volte si slama perché l’amo si è
conficcato nella pulce, parassita che vive nella bocca della mormora.
Qualche consiglio: in Sardegna si usano terminali molto corti e sopra il pio
mbo, molto spesso con galleggiantini luminosi(ottimi quelli della
Ultramarine). Nel Lazio, viene invece insidiata con terminali molto lunghi e
sempre più sottili.
Bisogna cercarla soprattutto nelle buche a mare calmo o nei canaloni a mare
mosso. Utile anche la tecnica della trainetta, fatta di recuperi a strappi,
utilizzando piombi ad alta tenuta, che alzando la sabbia, richiameranno
questo pesce che è molto curioso.

ORATA: anche lei appartiene alla famiglia degli sparidi. Ha il corpo ovale
particolarmente alto, di colore grigio con riflessi argentati. La testa è
massiccia, con labbra molto pronunciate, ricca di riflessi azzurrognoli e
dorati. La placca dentaria è possente, capace di frantumare “tutto”. È
certamente la preda “regina” del surfcasting, la più ambita, quella che ti
regala combattimenti mozzafiato, fatti di continue fughe e “testate”
difficili da dimenticare. Si muove mai da sola, e molto spesso si trova in
mezzo alle mormore. In Sardegna si pesca quasi esclusivamente di notte e con
mare mosso(non troppo), mentre nelle spiagge del Lazio sono da preferire le
ore diurne(per quelle grosse), il mare calmo come l’olio e la fase di marea
montante. I lanci devono essere lunghi, lunghissimi e per questo si
preferisce l’accoppiata pendolare rotante. Inoltre il rotante permette di
vincere la diffidenza dell’orata grazie alla presenza del cicalino, un
dispositivo che libera la bobina pur impedendo al filo di fuoriuscire senza
che ci sia trazione. Questo è molto importante dato che l’orata è solita
prendere il boccone, giralo in bocca e solo dopo masticarlo o ingoiarlo. Se
avverte la benché minima resistenza, abbandona subito il boccone e fugge. E’
questo anche il motivo per cui si utilizzano terminali molto mobili
superiori ai 2 metri e ami tipo Beak(storti). L’abboccata è strana: una
leggera vibrazione del cimino(tipo mormora) seguita dopo qualche secondo da
una possente piegata di cimino. Bisogna allora ferrare decisamente per
conficcare l’amo nelle labbra del pesce. A questo punto comincia un vero
tira e molla, dove la frizione del mulinello assume una grande importanza.
Un consiglio: non abbiate fretta di recuperare velocemente la preda, perché
più si stancherà lontano da riva con le sue fughe, meno sarà combattiva
quando è in prossimità del gradino di risacca, e questo è importantissimo
per avere la meglio su esemplari che possono anche superare i 7 kili. Il
finale per eccellenza è un ottimo 0,23, mentre in bobina per stare
tranquilli si usa uno 0,26. I periodi migliori sono quelli da Aprile a
Ottobre quando si avvicina a riva per la riproduzione. In regioni come la
Calabria e la Sicilia, è in uso un sistema di pesca, “la pippetta”, che è
uno scorrevole realizzato con i bastoncini del coton-fiocc( non so come si
scrive). Ma loro non devono lanciare più di 80 metri!
Per quanto riguarda le esche, l’arenicola è d’obbligo quando si devono
raggiungere distanze elevate, mentre il murice, la cozza e la fasolare sono
da preferire quando si vuole selezionare la taglia della preda. Il bibi e il
granchio invece sono il cibo preferito da questo pesce soprattutto in
Sardegna, dove viene insidiata anche con il cannolicchio. Ottimi poi
soprattutto in Calabria e in Sicilia, i paguri, quelli grossi e rossi.

SARAGO MAGGIORE: altro sparide. È insieme alla spigola il tipico pesce
invernale, quello che si pesca con mare mosso. Il corpo è molto
alto(“padella”) e la sua livrea è grigio-argentea, con 7 8 fasce nere
verticali, sempre meno evidenti man mano che il pesce invecchia. Ha una
grande macchia nera sulla pinna caudale. La testa è tozza, gli occhi molto
grandi e la dentatura è molto sviluppata. Raggiunge e supera di poco i 2
kili. Il sarago si muove di solito in banchi molto numerosi e principalmente
di notte. È un pesce molto combattivo e potente, che a partire dal tardo
autunno e per tutto l’inverno, abita le spiagge con rocce nelle vicinanze,
mentre in estate preferisce quelle ricche di posidonia. La turbolenza
elevata non lo disturba: si trova infatti a suo agio nelle onde frangenti e
suille spiagge poco profonde. Ma i saraghi più grossi preferiscono le
spiagge molto profonde, con il moto ondoso in scaduta. Su queste spiagge si
spingono a mangiare fino al gradino di risacca. Il discorso delle esche è
complicato: in autunno si preferisce il filetto di sardina, in inverno
calamaro e seppia, mentre cannolicchio e bibi sono l’esca principe in tutti
i periodi dell’anno. Fra gli anellidi è invece da preferire l’americano all’
arenicola. I terminali di solito sono corti, da mare mosso, mentre gli ami
non devono essere troppo grossi. Da preferire le numerazioni 4 e 6 a gambo
lungo e a curva stretta. Il sarago segnala la sua abboccata in modo
inaspettato e violento, con una o due flessioni violente del cimino,
successivamente tende a mettere il filo in bando avvicinandosi alla riva. Il
recupero deve avvenire con molta attenzione, perché il sarago è aggressivo
dall’inizio alla fine. Ci sono diverse specie di saraghi oltre al maggiore.
Il sarago comune è più piccolo del precedente e presenta una unica striscia
nera sul peduncolo caudale. Il sarago sparaglione, il più piccolo in
assoluto(pochi etti), si riconosce dal colore della sua livrea che è bruno
olivastra verdatra. Il sarago pizzuto ha il muso prominente, quasi a forma
di becco con dei denti incisivi molto più grandi ed evidenti. Il sarago
faraone è poco frequente nel Mediterraneo(meglio nelle isole) e si riconosce
perché ha cinque larghe bande di colore nero sul corpo. Raggiunge anche i 5
kili di peso.

OMBRINA: appartiene alla famiglia degli scienidi. Si comporta da grufolatore
quando è giovane, mentre quando supera i 4-5 kili si comporta da predatore,
pur continuando a cibarsi ancora di anellidi(americano e bibi in
particolare). Il corpo dell’ombrina è un ovale molto allungato, dai colori
cenere-azzurrino, con numerose strisce oblique parallele fra loro giallo
dorate. Quasi mai la si trova in banchi numerosi, ma gira sempre formando la
coppia maschio femmina. Da giovane (esemplari inferiori al kilo) preferisce
le spiagge, meglio se ha grana grossa, e è il tipico pesce che va ricercato
sulle secche, innescando americano bibi arenicola e cannolicchio. Quando
invece aumentano le sue dimensioni preferisce le spiagge più profonde, con
moto ondoso lento meglio quelle in vicinanza di foci o sbocchi d’acqua
salmastra(non a caso la Corsica orientale è il suo habitat naturale).
Raggiunge anche i 12 kili di peso e questi esemplari vanno naturalmente
insidiati con il cefaletto vivo. Il suo modo di attaccare l’esca non è mai
violento, tende ad aspirarla e ingoiarla lentamente. La canna si piega,
anche molto, senza però scossoni. Anche il suo recupero se pur “pesante”,
non presenta grosse difficoltà perché la resistenza del pesce è passiva,
senza testate o fughe. Questo è il motivo principale per il quale si possono
usare ami e terminali non molto robusti. Prendere un ombrina di qualche kilo
e vederla spiaggiata è bellissimo, perché i suoi occhi diventano rossi e
perché emette un suono particolare scrocchiando due ossicini che ha dietro
la testa. Per questo motivo, chiedo vivamente di rilasciare gli esemplari
che non raggiungano almeno il mezzo kilo!!! Grazie

SPIGOLA: il predatore del surfcasting. Appartiene alla famiglia dei
serranidi. Ha il corpo lungo e ovale. Il dorso è grigio piombo, mentre i
fianchi sono bianco argentei. Ha una bocca molto grande. Raggiunge e supera
i dieci kili di peso e il metro di lunghezza. È un vero predatore, anche se
prima di raggiungere la taglia adulta si comporta da grufolatore. Preferisce
le acque salmastri nelle vicinanze delle foci, ma non disdegna i canaloni
ossigenati dalle onde nell’immediato sottoriva. È dotata di diversi sensori
di ricerca del cibo tra cui l’olfatto e una specie di sonar che riesce a
registrare le vibrazioni dei banchi di piccoli pesci. È questo il motivo per
cui se lanciamo un cefaletto vivo, se c’è una spigola nelle vicinanze, tempo
mezz’ora e ..strike!!! In mancanza di cefaletti o anguilline si può usare il
filetto di sarda. In inverno ottime sono le trance di seppia e calamaro.
Quando si usano esche come vermi o cannolicchi, è consigliabile utilizzare
galleggiantini, per dare mobilità all’esca. Nelle vicinanze delle foci è
consigliabile un calamento lungo, mentre con mare mosso, 40 cm di terminale
è anche troppo!!
Una spigola quando abbocca, non lo fa mai con grande violenza, e quindi la
canna non si fletterà decisamente. Dopo la ferrata la spigola è passiva, fin
quando nel sottoriva, vedendosi minacciata, attua una forte resistenza, e
solo l’onda ci aiuta a spiaggiarla.
Se l’orata è il sogno della primavera estate, la spigola lo è dell’autunno
inverno. La Sardegna è la regione italiana con la presenza maggiore di
questo predatore.

GRONGO: come la spigola è un tipico predatore invernale. Appartiene alla
famiglia dei congridi. Ha un corpo lungo, simile al serpente rivestito di
pelle senza squame. Il colore dipende, essendo un pesce stanziale(occupa le
tane fra le rocce facendone la sua casa) dall’ambiente in cui vive:
solitamente è grigio brunastra. È un pesce molto curioso, attratto dai
rumori e dai colori, ed è per questo che molte volte per insidiarlo si usano
perline colorate e starlite accesi legati sull’esca. È voracissimo, e
attacca tutti i tipi di esche, dai vermi a quelle “grasse” come la sarda e i
cefali. Data la mole che questo pesce può raggiungere (ne sono stati presi
anche sulla trentina di kili!!) è consigliabile non scendere mai sotto un
buon 0,50, anche perché è dotato di un dentatura quanto mai temibile. Sono
da preferirsi quelle spiagge che hanno habitat rocciosi nelle vicinanze. Di
notte i gronghi abbandonano le loro tane alla ricerca di cibo, e scorrazzano
lungo le distese sabbiose. Essendo un pesce lento, è anche l’ultimo ad
arrivare sulle esche: si dice sia il pesce che chiude la catena alimentare.
La sua abboccata si presenta con belle piegate di canna( parlo di gronghi
superiori al kilo) e da una forte resistenza, che permette al
pescatore(essendo un pesce la cui cattura è molto frequente) di divertirsi
nel recupero. Catturare e portare a riva un grongo superiore ai 5 kili, è
una esperienza bellissima!!

RAZZE: è un pesce piatto appartenente alla famiglia dei rajdi(ci sono circa
quindici tipi di razze). Le più frequenti sono la razza aquila e la
pastinaca. Gli occhi si trovano sulla parte superiore, mentre la bocca su
quella inferiore. Il colore è olivastro sul dorso e bianco sul ventre. È
dotata di una coda, molte volte con un velenoso pungiglione. È un
grandissimo predatore, attratto da tutto ciò che brilla e fa luce. Per le
razze di grosse dimensioni, si utilizzano pesci vivi (mormore, saraghi,
cefali) innescati su terminali di grosso spessore. Se ci troviamo nel
periodo che va da Aprile a Giugno, su certe spiagge come quella di
Quirra(Sardegna) o Ghisonaccia(Corsica), non è impossibile catturare razze
anche sui 30 kili!!! Quelle più piccole, fino ai 5-6 kili non disdegnano
americani, arenicole e cannolicchi. La canna si piega, e rimane piegata!!!
Questo perché la razza, dopo aver ingogliato, si gira e parte verso il
largo, come un trattore!!! Oppure si insabbia ed è impossibile tirarla
via(abbiamo l’impressione di aver incagliato). In questi casi bisogna
poggiare la canna e aspettare!!
Il combattimento con una razza di svariati kili da emozioni incredibili,
indimenticabili. Una volta raffiata(è indispensabile per quelle grosse) ed
effettuate le foto di rito, è cosa buona e giusta dare la libertà ad un
pesce che permetterà cosi di far divertire un altro pescatore.
Un consiglio: maneggiatele con cura e evitate di farvi pungere, è
dolorosissimo!!

ROMBO E SOGLIOLA: altro pesce piatto e altro predatore. Appartiene alla
famiglia dei botidi. Ha gli occhi sopra, e la bocca tipo un pesce normale,
cioè non sul ventre. Il suo colore, essendo un gran mimetizzatore dipende
dalla zona in cui vive, ma è normalmente gigiastro olivastro con molte
macchie scure. Le sue catture avvengono soprattutto nei mesi freddi e su
quelle spiagge fangose e con la presenza di ciottoli, meglio se vicino alle
foci. È presente soprattutto in Adriatico. Anche lui è attratto da perline
luminose, che vanno usate su terminali molto lunghi che hanno parecchia
mobilità. Questo perché il rombo tende ad insabbiarsi e aspettare il
movimento della preda, per poi scattare su di essa. Qualsiasi esca è buona,
con preferenza alla sardina e agli americani, di cui è particolarmente
ghiotto. Questa volta, a differenza delle razze, se raggiunge almeno i tre
etti, vi consiglio di portarlo a casa e farvelo sulla griglia!!! Raggiunge
anche i tre kili di peso, ed è una preda molto combattiva, che spesso,
grazie ai suoi denti taglienti ha la meglio sui nostri terminali. Consiglio
quindi di realizzare una piccola treccina anche sull’amo.

TRACINA: appartiene alla famiglia dei trachinidi. Ha un corpo molto
slanciato, di colore grigiastro con macchie azzurrognole, brune e gialle.
Presenta dietro la testa un lungo e pericolosissimo aculeo capace di
immobilizzare la mano del pescatore incauto. Attacca tutto ciò che si muove,
da una posizione immobile sulla sabbia. Il terminale deve essere quindi
molto mobile. Qualsiasi esca è buona. Non raggiunge pesi elevati(tre etti è
già tanto), ma è capace di ingannarci facendoci pensare di aver catturato un
bel pesce, dato che per difendersi durante il recupero apre la grossa bocca,
facendo tanta tanta resistenza. È un pesce frequentissimo in estate, e le
sue carni sono molto prelibate.

Passiamo ora a quei pesci che frequentano le spiagge occasionalmente.

LECCIA: appartiene alla famiglia dei carangidi. Ne esistono di due tipi, la
leccia amnia e quella stella. La prima può raggiungere i 50 kg di peso ed ha
un corpo ovale, mentre la seconda raggiunge al massimo i tre kili di peso ed
ha un corpo alto all’inizio e allungato alla fine con una coda grande e
biforcuta. Mentre la prima è molto difficile da insidiare(è oggetto di una
pesca specifica sulle spiagge di Marina di Sorso in Sardegna), la seconda è
praticamente presente da Maggio a Settembre su moltissime spiagge italiane.
Sono predatori di passo che d’estate si avvicinano alla spiaggia in caccia
delle acciughe di cui sono molto ghiotte. La leccia stella è voracissima e
si avventa su anellidi e filetti di sardina con grande voracità, a cui fa
seguito una serie di veloci fughe che mettono a dura prova l’abilità del
pescatore, alternate a momenti di assenza. Ha una enorme resistenza e non si
da mai per vinta. Per pescarla sono migliori le ore di luce, anche se la sua
voracità aumenta al tramonto e subito dopo. Bisogna usare finali molto
lunghi(0,25) con galleggiantini che ritardano la caduta dell’esca sul fondo.
Per insidiare la leccia amnia invece le ore migliori sono l’alba e le ore di
luce seguenti. Meglio nelle vicinanze di acque salmastri e in fase di marea
calante(è piu facile per lei catturare i cefali). Naturalmente 0,70 di
finale, cefaletto vivo e tanti tanti in culo alla balena!!

CEFALO o MUGGINE: ha il corpo fusiforme e squame anche sulla testa.
Appartiene alla famiglia dei mugilidi e quindi ha la caratteristica di
“pascolare” a fior d’acqua. Non sono prede che rendono felice il
Surfcastman, a meno che non ci si trovi in gara. Individuare un banco di
questi pesci, proprio davanti la propria postazione è spesso la soluzione
vincente di gare che si svolgono nel periodo estivo. Bisogna lanciare a 10
metri da riva, lì dove staziona il banco con canne molto leggere e 50 grammi
di piombo. Coppiola di 30 cm di finale dello 0,12, direttamente legati sul
trave(0,25) e amo del 10. Per esca la Tremolina. È molto difficile da
ferrare, perché risputa subito l’esca. Inoltre bisogna tenerlo poco in acqua
e forzare il recupero per evitare di mettere in fuga il banco. Se invece non
siamo in gara e abbiamo la fortuna di allamare un cefalo di peso superiore
al kilo su un terminale rivolto ad altri pesci, allora il divertimento è di
quelli che non si dimenticano più.

SUGARELLO: della famiglia dei carangidi. Ha il corpo molto slanciato, diviso
da una riga laterale molto evidente. Il dorso è blu verdastro, mentre il
ventre è bianco. Vive in superficie, in banchi numerosi che nel periodo
estivo si avvicinano alla costa. Non supera il kilo di peso, ma la sua
combattività è comunque molto elevata. Bisogna innescare su terminali
galleggianti arenicola o minuscoli filetti di sardina. Come il cefalo è un
pesce ricercato soprattutto in gara, quando la presenza di numerosi granchi
ci costringe a ricercare i pesci di superficie. Ottime le ore al tramonto.

BOGA: altro pesce di superficie e da gara. Della famiglia degli sparidi, ha
il corpo allungato. Vive in banchi ed è molto frequente soprattutto sulle
spiagge liguri(ultimamente molte gare si vincono a boghe!!!). è l’unico
pesce che non mi piace, forse perché ti c**a addosso!!! Tremolina e
Arenicola le esche migliori.

SALPA: è il pesce della salvezza nelle gare in Sardegna. Quando non c’è
molto pesce che gira, spesso ci si salva da un cappotto con un lancio
lunghissimo e esca a galla. Se si riesce ad arrivare al limite della
posidonia, la salpa è assicurata. È della famiglia degli sparidi, molto
simile alla boga, ma con un corpo più ovale della precedente. Si ciba
preferibilmente di alghe, ma in gara si cerca con tremolina e arenicola. I
terminali(0,16-0,20) devono lavorare a mezzacqua. Ferrare subito è
essenziale.

AGUGLIA: pesce lungo e stretto con rostro sulla bocca. Presente sulle
spiagge da maggio a ottobre, è ricercatissimo nelle gare soprattutto in
Adriatico. Si pesca a galla con terminali non molto lunghi, recuperando a
balzi l’esca, che sarà arenicola o un filettino di sardina. È un pesce
divertente nel recupero, soprattutto se di grandi dimensioni(sopra i 500 gr)

PALOMBO: con questo pesce torniamo ai predatori. È considerato lo squalo del
surfcasting mediterraneo. Di colore rosa, si avvicina alla riva per deporre
le uova. Raggiunge anche i 15 kili. Per insidiarlo il mare deve essere in
scaduta avanzata e deve essere notte fonda. Preferisce esche come la sardina
e i cefalopodi, e la cosa importante è non utilizzare ami molto
grossi(zerati), altrimenti non ingoia l’esca. Il recupero avviene dopo una
lunga e potente fuga verso il largo, tipica degli squalidi, alternata a
fughette e spostamenti laterali. È una preda frequente soprattutto nelle
coste delle nostre isole.

PESCE SERRA: diciamoci la verità, noi surfcastmen lo odiamo profondamente. È
infatti in questi ultimi anni il responsabile di molti dei nostri cappotti
estivi. È infatti un voracissimo predatore, capace insieme alla Ricciola di
sterminare e mettere in fuga qualsiasi pesce che frequenti il sottoriva.
Attacca non per fame, ma per aggressività. L’anno scorso, um mio amico,
Carlo, mentre recuperava a Giannella(Toscana) una bella Orata, l’ha vista
improvvisamente saltare fuori dell’acqua e dopo una strattonata decisa, ha
recuperato la sola testa(che da sola pesava 4 etti!!!!), che era stata
recisa di netto dalla dentatura mostruosa del Serra!!!! Per questo per
insidiarlo da riva è necessario innescare o un’aguglia viva o una coda di
sarda su un cavetto d’acciaio. Gli ami devono essere storti, in acciaio e
non molto grossi(un due è ideale). Il basso tirreno, e il periodo caldo sono
il suo habitat preferito. È stato il mio primo pesce: ottanta centimetri per
oltre sei kili di peso. Se oggi sto scrivendo tutte queste s*******e
prendetevela con lui!!!

Per quanto mi riguarda, tranne argomenti da voi suggeriti, manca soltanto
una lezione, quella sul racconto di come si prepara e come si sviluppa una
tipica gara di Surfcasting.

Ciao Graziano
Graziano <grazbal@tin.it> wrote in message 8jlq30$o4u$1@nslave1.tin.it...
> I PESCI DEL SURFCASTING

Un paio di aggiunte, se mi si consente.

> Prendere un ombrina di qualche kilo
> e vederla spiaggiata è bellissimo, perché i suoi occhi diventano rossi e
> perché emette un suono particolare scrocchiando due ossicini che ha dietro
> la testa.

Gli otoliti, a cui in molti paesi vengono attribuite proprietà magiche, di
portare fortuna o curative. Il suono emesso è anche il motivo per cui negli
Stati Uniti gli scienidi, di cui vi è una particolare abbondanza di specie
vengono comunemente chiamati "drum fish". (tamburi). Una di queste specie il
red drum anche chiamato "bull" può raggiungere i 40kg di peso ed è tra i più
ricercati pesci del Golfo del Messico, della Florida e della Carolina.


> RAZZE: è un pesce piatto appartenente alla famiglia dei rajdi(ci sono
circa
> quindici tipi di razze). Le più frequenti sono la razza aquila e la
> pastinaca.

Anche la razza chiodata e qualche torpedine.

Oppure si insabbia ed è impossibile tirarla

> via(abbiamo l'impressione di aver incagliato). In questi casi bisogna
> poggiare la canna e aspettare!!

Oppure disturbarla pizzicando ripetutamente il filo in tensione come se
fossse una corda di chitarra fino ad indurla a staccarsi dal fondo. E' un
consiglio di Fulvio Monticone, sperimentato più volte e ad aver un minimo di
pazienza particolarmente efficace per aver ragione della "piantata" della
razza nella sabbia, quando non era attesa e stavamo pescando con fili
sottili che non consentono recuperi forzati.

> Un consiglio: maneggiatele con cura e evitate di farvi pungere, è
> dolorosissimo!!

Il pungiglione è una carattersitica dell'aquila e della pastinaca, non lo è
della torpedine, che però ha altri mezzi per far male (violente scariche
elettriche) e della chiodata (inoffensiva)

> ROMBO E SOGLIOLA: altro pesce piatto e altro predatore. Appartiene alla
> famiglia dei botidi.

Botidae = rombo di rena (bothus podas) che non arriva a 30cm
Scophtalmidae = rombo liscio (scophtalmus rombhus) e rombo chiodato (psetta
maxima)

> Ha gli occhi sopra, e la bocca tipo un pesce normale,
> cioè non sul ventre. Il suo colore, essendo un gran mimetizzatore dipende
> dalla zona in cui vive, ma è normalmente gigiastro olivastro con molte
> macchie scure. Le sue catture avvengono soprattutto nei mesi freddi e su
> quelle spiagge fangose e con la presenza di ciottoli, meglio se vicino
alle
> foci.

Aggiungerei anche in spiagge di sabbia finissima poco profonde con
consistente popolazione di latterini e piccole boghe di cui è ghiottissimo,
come succede a Serapo, per esempio.

> È presente soprattutto in Adriatico. Anche lui è attratto da perline
> luminose, che vanno usate su terminali molto lunghi che hanno parecchia
> mobilità....

anche utilizzando flotter molto colorati, filo fluorescente e foglietti di
plastica argentata/dorata da applicare sulle perline nei pressi dell'amo.


> dato che per difendersi durante il recupero apre la grossa bocca,
> facendo tanta tanta resistenza. È un pesce frequentissimo in estate, e le
> sue carni sono molto prelibate.

Quando siete in una di quelle gare estive che iniziano al tramonto non è
difficile catturarne diversi esemplari mettendo nel sottoriva uno short
rovesciato di un metro con due tre piccole palline di polistirolo colorate
con una amo del 6/8 leggerissimo come il 4446 della mustad, per "sbiancare"
subito in attesa del cambio di luce e del cambio turno dei pesci. Vanno
slamate con estrema cura, usando uno straccio raddoppiato più volte. Le
tracinette che solitamente vengono prese dalla spiaggia sono tracine vipera,
ma ve ne sono almeno altre tre specie.


> BOGA:
> Tremolina e
> Arenicola le esche migliori.

Ottima anche la polpa di gambero legata con il filo elastico


Ciao
Aber
Rock


le foto sono una cortesia del Surf Casting Site

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sei il pescatore nr. che e' entrato a dare un'occhiata a questa pagina dal 21/01/2000.