BOLLETTINO N° 1

MAGGIO 1995


 

Informazioni sull’incontro

di Domenica 28 maggio

 

L’incontro è pensato come un’occasione per l’approfondimento di un argomento di carattere avicolo per le persone che lo desiderano, mentre per le altre, familiari ed amici, l’Istituto offre i suoi spazi verdi per un momento di distensione.

A tutti il "Convitto" propone di prolungare la permanenza in Istituto con il pranzo, £. 10.000, dal menù semplice ma arricchibile da specialità dolciarie presentate liberamente dai convenuti.

Per una buona organizzazione, a chi desidera partecipare al pranzo, chiediamo gentilmente di compilare il tagliando e spedirlo a mezzo posta con la busta dell’Istituto allegata.

 

PRESENTAZIONE

Gentile Signora, Gentile Signore,

ci siamo salutati con un arrivederci all'ultimo incontro del "Corso di Avicoltura biologica e amatoriale", per mantener fede a quel saluto e per proseguire l'iniziativa "Progetto per la conservazione e ricostituzione di razze avicole locali", abbiamo realizzato questo primo numero di un Bollettino pensato per mantenere le relazioni tra l'Istituto e Voi appassionati avicoltori e non.

La pubblicazione sul Gazzettino di una intervista al Prof. Fracanzani sul tema della gallina Padovana ha spinto alcuni lettori a prendere contatto con l'Istituto, ci hanno manifestato l'interesse personale per questo Pollo e il desiderio di allevarlo: da ciò altre probabili adesioni al progetto di conservazione, una dozzina a tutt'oggi.

Questo recente sviluppo e l'idea di proporre argomenti integrativi a quelli già trattati durante il corso, ci hanno indotto a programmare per domenica 28 maggio, ore 9.30, un incontro, a cui La invitiamo, che avrà carattere tecnico-informativo e conviviale, come propone il Preside nel suo scritto.

La parte tecnica avrà come argomenti:

- esercitazione di valutazione morfologica di soggetti adulti di razza Padovana e di altre presenti nell'aviario dell'Istituto;

- programmazione e organizzazione della cessione di soggetti di razza pura agli aderenti al Progetto.

Con cordialità La salutiamo.

prof. Gabriele BALDAN

(per la coordinazione del "Progetto di conservazione")

 

 

IL PRESIDE

Fin dall'inizio, alcuni mesi fa, ho appoggiato con convinzione questa iniziativa di valorizzazione delle razze avicole locali, per dare anche significato e prospettiva e maggiore valore didattico a un lavoro di allevamento portato avanti da questo Istituto da decenni.

Oggi, più che chi propone grandi programmi risulta vincente chi sa con costanza e lavoro continuo concretizzare piccoli fatti.

Se sarà così fra qualche tempo diverremo riferimento regionale per la conservazione e ricostituzione delle razze avicole locali: un piccolo club di appassionati che potrà dire la sua, perché con passione, scienza, tecnica avrà concorso al mantenimento del patrimonio genetico avicolo veneto.

Con questo spirito e auspicio invito gli aderenti al "Progetto per la conservazione e ricostituzione delle razze avicole locali", quasi un club di razza, e altri appassionati, con le rispettive famiglie, all'incontro in Istituto il 28 MAGGIO, incontro di studio, ma anche conviviale presso il nostro Convitto.

 

Prof. Adriano PANIZZON


Il Progetto per la conservazione e ricostituzione

di razze avicole locali

 

Gli oggetti della conservazione

Nel corso dei secoli , in ogni area geografica della nostra Penisola, la popolazione della campagna ha svolto, separatamente e in modo empirico ma efficace, azioni di selezione sugli animali allevati: bovini, equini (asini e cavalli), ovini, caprini, cunicoli, avicoli. Per questi ultimi precisamente su Polli, Tacchini, Oche, Colombi.

I risultati ci sono stati ed importanti.

Per i Polli in Sicilia si è affermata la razza Siciliana dalla cresta a coppa, con tarsi verdastri, leggera, produttrice di uova bianche come tutte le razze mediterranee, rustica. Nelle Marche, in seguito ad incroci tra Polli locali con la razza Valdarno e Livorno della vicina Toscana, si è ottenuto un ceppo le cui caratteristiche sono state fissate in razza dagli allevatori inglesi che hanno riprodotto e selezionato soggetti marchigiani, imbarcati al porto di Ancona, da cui la razza ha assunto il nome. Similmente anche in Toscana si selezionarono ceppi di Polli dalla ottima attitudine alla deposizione di uova, erano ceppi non ancora ben definiti, dal piumaggio, pesi e costanza produttiva variabili, furono gli americani a portare dei soggetti oltre oceano avviando poi un lavoro di selezione che portò all'odierna razza Livorno, famosa per eleganza e alto livello produttivo.

Così in Veneto c'erano la razza Padovana dal gran ciuffo e la razza Polverara, entrambe dal particolare ciuffo sulla testa in luogo della cresta e barba e favoriti a sostituire i bargigli.

Cavalchini (Il Tacchino, Edagricole 1983), citando Tortorelli dalla Rivista di Zootecnia del 1926, scrive: " Particolarmente apprezzato era il tacchino Romagnolo, di mole modesta ma assai precoce, quello Veneto, il tacchino Fulvo di Benevento con piumaggio rossiccio cupo, rosso mattone o più spesso fulvo e penne rossiccie con rare macchie nere alle estremità, petto largo e tarsi corti, il tacchino bianco di Avellino a livrea bianca con qualche macchia colorata ai bordi delle remiganti e di mole modesta."

Uguali notizie si possono trovare per le Oche (la Romagnola, la Veneta, la Piacentina bianca), per i Colombi e altre specie domestiche.

Tutte le razze italiane di avicoli, così come è avvenuto o rischia di avvenire per le razze bovine, equine, ovicaprine e cunicole hanno vissuto dall'inizio secolo un progressivo declino, dovuto alla invadente diffusione sul mercato di poche razze o di ibridi ottenuti da incroci tra discendenti delle vecchie razze anche italiane, prima fra tutte, tra i Polli, la Livorno per le ovaiole.

In campagna gli agricoltori e le massaie si sono lasciate sedurre da questi animali, ben declamati per l'elevate produzioni. In breve sono andati dispersi molti dei vecchi ceppi, dal proprio patrimonio genetico, ricco di caratteri diversi che richiamavano comunque l'appartenenza o la predominanza di una o l'altra razza locale.

Raramente oggi si trova ancora nelle campagne qualche anziano che conserva gelosamente ed intelligentemente il suo ceppo di avicoli, cambiando di tanto in tanto il maschio, o anche giovani a cui i nonni o i genitori hanno lasciato in "eredità" la passione e gli animali da "semenza".

Il valore della conservazione. L’iniziativa si ispira, oltre che ad esperienze già in atto (Francia), a valutazioni scientifiche espresse numerose volte in questi anni che pongono in rilievo l’importanza di conservare tutte le forme animali (ma anche vegetali) selvatiche o domestiche, che l’opera dell’uomo può portare all’estinzione.

La ragione che giustifica la loro conservazione sta nella particolare combinazione genetica che ciascuna razza possiede e che costituisce un elemento di diversificazione biologica (della vita) e dell’ambiente più in generale. Tale diversificazione è comunemente accettata come una condizione fondamentale per il giusto equilibrio tra le componenti ambientali e una garanzia di vita per il futuro.

Oltre a ciò c’è una ragione più immediata e di uguale importanza: quella storico-culturale.

C’è la riscoperta per alcuni e la conferma per altri dell’importante ruolo che questi animali (Polli ed altre specie domestiche) hanno nel consentire la perpetuazione di ritmi (la deposizione delle uova, la cova, la cura dei pulcini), gesti, emozioni, ricordi che consolidano il vivere quotidiano nelle robuste fondamenta della storia locale.

A queste considerazioni, ecologiche e storiche, si accompagna perfettamente il ruolo dell’allevatore amatoriale, la cui passione è in grado di produrre risultati positivi nell’ambito di in progetto di conservazione di razze avicole.

La curiosità e le osservazioni inducono gli allevatori ad approfondire la conoscenza attivando un processo circolare di osservazione, scoperta, ricerca e ancora nuova osservazione...

Le basi del progetto di conservazione

Il Progetto è attualmente diretto alla conservazione delle razze di Pollo Padovana, Ancona, Livorno, ad una più precisa caratterizzazione dell'Oca veneta e del Tacchino dei 'Colli Euganei' (secondo la denominazione proposta dal Prof. Fracanzani), alla ricostituzione della razza Polverara.

Perché una razza sia rappresentata da soggetti sani, robusti che nello stesso tempo siano espressione dei caratteri morfologici ed utilitari propri, occorre mantenere un conveniente tasso di consanguineità tra riproduttori.

Ora, nell'aviario dell'Istituto, erano allevati e riprodotti soggetti ad elevato grado di consanguineità da cui lo scadimento della fecondità, la manifestazione di difetti morfologici, la progressiva riduzione della taglia corporea. Si sono quindi acquistati soggetti da allevamenti esterni realizzando poi famiglie di riproduttori costituite da un maschio nuovo con le femmine dell'Istituto e altre con il maschio della scuola e femmine nuove.Prevedendo per il futuro linee di discendenza diverse, da tenere separate nel corso dell'allevamento, si è reso necessario contrassegnare le uova alla raccolta, tenerle separate durante l'incubazione e la schiusa ed infine marcare i pulcini con una marchetta inamovibile all'ala. Si sta creando così una sorta di anagrafe degli animali in allevamento. Occorre però compiere un passo ulteriore per semplificare la gestione del piano di conservazione che va prendendo forma. Il passo sta nel ripartire le linee di discendenza tra allevatori distinti, ciascuno dei quali riproduce per due o tre anni dei soggetti fratelli tra loro e compie contemporaneamente una attenta opera di selezione, converrà poi sostituire il maschio con altro di altra linea in conservazione presso un diverso allevatore o introdurne uno di provenienza esterna. Ciò consentirà di migliorare la razza conservandola, ampliare la diversità genetica nelle popolazioni e incrementare il numero dei soggetti allevati. Il rapporto degli allevatori con l'Istituto è mantenuto con sopralluoghi negli allevamenti degli amatori, aderenti al progetto, di tecnici incaricati: per compiere la selezione, raccogliere i dati registrati dall'allevatore sulla deposizione delle uova e sull'incremento in peso dei soggetti allevati, come indicato nella convenzione sotto riportata. Il Bollettino assume in questo contesto la funzione di uno strumento di raccordo ed informazione tra Istituto e allevatori e tra allevatore ed allevatore.

prof. Gabriele BALDAN


I TERMINI DELLA CONVENZIONE

Le razze

Pollo: Padovana, Polverara, Ancona, Livorno

Tacchino: "Colli Euganei"

Oca: "Veneta"

 

1. Lo scopo è di propagare , perfezionare e incoraggiare l'allevamento di soggetti di razze avicole locali.

2. Le motivazioni proposte sono:

rivalorizzazione del ruolo culturale e storico di questi volatili in ambito locale;

conservazione del patrimonio genetico espresso in caratteri morfologici e produttivi peculiari.

3. Gli aspetti organizzativi:

L’ISTITUTO

1. realizza un piano di conservazione e ricostituzione con opportuni criteri genetici;

2. nomina i responsabili tecnici nell' applicazione e realizzazione del piano di conservazione;

3. cede a prezzo di costo il primo gruppo di soggetti a chi aderisce all'iniziativa, compatibilmente con le proprie esigenze di allevamento;

4. realizza ed invia agli aderenti un Bollettino bimensile con informazioni tecniche e notizie inerenti all'avicoltura.

L’ALLEVATORE

1. è tenuto ad identificare i propri soggetti con marchetta inamovibile;

2. è tenuto a rilevare dati produttivi quando richiesti dai tecnici (per esempio: numero di uova deposte in un periodo definito, peso dei giovani in allevamento ad età diverse,...)

3. accetta che sia effettuata la scelta tra i propri soggetti di quelli che presentano le migliori caratteristiche di razza, per essere destinati alla riproduzione nell'annata successiva.


GALLINA PADOVANA A GRAN CIUFFO

una prima conoscenza

Altrimenti detta Polacca, sarebbe stata importata nel 1300 a Padova dal marchese Dondi dall'Orologio, probabilmente incrociata con polli locali del contado di Polverara, diede origine alla omonima razza che è da considerarsi una Padovana utilitaria, in conseguenza della riduzione del ciuffo, che permette all'animale di risultare molto più attivo nella ricerca dell'alimento nei campi.

Che i polli Padovani, tuttora presentati alle mostre degli amatori, siano i rappresentati di una delle più graziose razze ornamentali di polli è indiscusso, come pure che debbano riguardarsi più adatti a figurare nelle voliere dei parchi e dei giardini, piuttosto che nella corte insieme all'altro pollame, verso cui sarebbero svantaggiati dal grande ciuffo che copre gli occhi, ostacolo alla visibilità e quindi alla ricerca del cibo.

Fu proprio per questa ragione che la razza Padovana a gran ciuffo non trovò negli anni diffusione in campagna, pur essendo una ottima produttrice di uova.

Nello standard americano della razza Polacca alla voce Paese di origine si legge: "L'Olandese ciuffata o Polacca, secondo i primi autori fu importata dall'Europa dell'est, giunta alla vicina Inghilterra fu chiamata "pollo polacco". Nel continente europeo però si dava il nome di "Padovana"".

In effetti ben tre sono le razze di galline cui fu dato l'appellativo di Padovana con conseguente grande confusione e precisamente: la razza di Padova o di Polonia (Polish Fowl, degli Inglesi), la Padovana di Polverara e la Gigante Padovana.

Se le prime due razze ricordate sono accomunate dalla particolarità di presentare la scomparsa della cresta sul capo , rimpiazzata da un ciuffo di penne , molto sviluppato nei soggetti della prima razza e più ridotto in quelli della seconda, e dei bargigli sostituiti da una specie di gorgiera detta "barba", la terza razza presentava invece cresta a dentelli e bargigli ben sviluppati e si differenziava inoltre per la mole corporea non comune, dato che molti galli raggiunsero il peso vivo di Kg 4,500 e le galline Kg 3,500. La Gigante Padovana fu ottenuta dal Dottor Mazzon, veterinario di Villafranca Padovana, incrociando un gallo Cocincina con galline comuni e Polverara. Nel 1850, dopo trent'anni di selezione venne esposta alla mostra di Padova dove fu premiata.

Carlo Ludovico Fracanzani


Il pulcino di gallina di razza Padovana

dal gran ciuffo

Il pulcino di razza Padovana schiude dall'uovo già con il ciuffo, i favoriti e la barba a formare la cosiddetta "gorgiera".

La barba può essere fatta corrispondere al piumino inserito sull'epidermide situata in un'area a forma di piccolo cuneo nella mandibola inferiore (becco inferiore). Ai lati di questa giungono le propaggini anteriori dei favoriti che, posteriormente, superano la commessura del becco, bordano inferiormente gli occhi e superiormente l'orecchio, nascosto dal piumino auricolare. Attorno agli stessi occhi, tra il ciuffo del capo e i favoriti, c'è un'area dal piumino raso, "maschera": essa assume colorazioni e disegni che aiutano nel riconoscimento della varietà di Padovana (nera, camosciata, dorata, bianca, argentata)a cui appartiene il pulcino, come la stria nera nel pulcino della argentata, o il colore fulvo nella dorata e nella camosciata.

Il ciuffo è sostenuto dalla caratteristica ernia cerebrale, ben visibile al momento della schiusa quando i pulcini sono ancora umidi. Le sue dimensioni variano, si nota una evidente riduzione nei pulcini del gruppo con cui si è avviato, nel nostro allevamento, un recupero dei caratteri della razza Polverara, ma anche tra quelli delle varietà di Padovana.

Una particolare caratteristica morfologica e anatomica della Padovana, sia da pulcino che da adulto, sono le narici. All'osservazione esse appaiono ben rilevate sulla linea cornea del becco, tale conformazione si spiega anatomicamente per la interruzione delle ossa nasali, a ciò la natura ha fatto fronte con la creazione di narici di tessuti molli, dalla struttura articolata e rilevata, probabilmente predisposta a complicazioni respiratorie.

Il piumino del collo forma una sorta di gran collare al capo.

I tarsi dei pulcini non hanno la stessa colorazione nelle diverse varietà. Nei pulcini di Padovana bianca, camosciata ed argentata sono rosa carnicino, in quelli di dorata hanno toni più scuri, nella nera sono decisamente ardesia, segmentati trasversalmente dal colore roseo dei margini delle "squame".

Fin dal primo giorno si possono rilevare piccoli difetti alle dita, assenza di una o più unghie o unghie soprannumerarie, il becco non corretto: sono elementi che consentono di compiere una prima selezione.

prof. Gabriele BALDAN


Tre fonti letterarie e storiche sui

polli di razza Polverara

 

raccolte dai Sig.ri Antonio Bertin e Mauro Pasquetto

in "La gallina di razza 'Polverara' - ricerca storica", Pro Loco di Piove di Sacco, 1992.

 


Bernardino Scardeone in "Historia de urbiis patavii antiquitate",

Basilea, Episcopo,1560

"De Plebe Sacci (...)"

"Hujus territorium frumento et lino est exuberantissimum, et gallinarum mirae magnitudinis copia supra modum nobilitatum: praesertim in pulverario pago ipsi oppido propinquo: ubi sacrarum virginum existit insigne monasterium, S. Agneti sanctissime dicatum." P.17

"Piove di Sacco(...)"

"Il territorio (di questa città) è ricchissimo di frumento e lino; ed oltremodo famoso per l'abbondanza di galline di straordinaria grandezza: in particolare nella zona (=villaggio) di Polverara vicina alla stessa città: dove si trova un famoso monastero dedicato alla santissima Sant'Agnese."


Androvinci Melisone (= Alessandro Tassoni)

"La secchia". Poema eroicomico.Parigi, Tusson du Bray, 1622

Canto VII, stanza 26

"Bruno Buzzacarini, è il quinto, e a gara

Vanno seco Conselve, e Bovolenta,

Are, Cona, Tribano, e l'Aguillara,

Quei di Sarmasa, e di Castel di Brenta,

Di Pontelungo, e quei di Polverara

Dov'è il regno de' galli, e la sementa

Famosa in ogni parte, e questa schiera

Dogata a verde, e bianco ha la bandiera

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Iroldo Crotta (anagramma di Carlo Dottori) "L'Asino". Poema eroicomico.

Venezia, Combi, 1652

Canto II, stanza 73

"...La sera poi d'un vitel cotto intiero

E due forme di cacio di Piacenza

Li regalò quel Podestà cortese.

Però del leggimento il nome spese.

stanza 74

Di più, dieci cappon di Polverara(1),

Che parean 'oche, e trentasei ricotte

Cavate allor dalla caldara,

E sessanta bianchissime pagnotte,

Ch'eran di pan buffetto, e nella chiara

E famosa Camatta eransi cotte;

Quella Camatta, il cui mirabil forno

Incanta chi gli va due volte intorno

(1)Annotazione di Sertorio Orsato: "Famosa è la villa di Polverara per la bellezza de' polli, di cui disse il Tasso


 


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