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aggiornato al mese di marzo 2007

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Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio

L’Istituto di architettura militare ed il museo del Genio continuarono, integrandosi, a dare sempre maggiore sviluppo alle loro attività e nel 1933 si trovarono in grado di potere fra l’altro, contribuire, con l’autorizzazione del Ministero della Guerra, all’allesti­mento di due importanti sezioni della Mostra Augustea del 1937 (IX, il campo e la for­tificazione: X, la battaglia e la vittoria), il cui Direttore Generale, prof. Giglioli era nel trattempo entrato a far parte del consiglio di direzione dell’Istituto.

Ma in quello stesso anno 1933 uno speciale avvenimento veniva a turbare la vita dei due enti ed a provocare radicali cambiamenti e cioè la sistemazione a parco pubblico della zona adiacente a Castel S. Angelo con la conseguente demolizione delle casermette di Urbano VIII. nelle quali il museo era sistemato ed il trasferimento di quest’ultimo nelle ex caserma Piave al Viale Angelico, in attesa che fosse costruito un nuovo adatto edificio.

L’allontanamento da Castel S. Angelo riuscì in qualche modo doloroso per il legame che esso rappresentava con la memoria del Gen. Borgatti, deceduto il 5 aprile di quell’anno stesso dopo aver lavorato in Castel S.Angelo per cinque lustri con passione e con fede, ma fu di conforto il pensiero che la costruzione di una nuova ed adatta sede avrebbe permesso un più facile e pieno raggiungimento di  ogni finalità culturale e morale ed avrebbe potuto aprire il campo a nuove attività.

 Si pensò. allora. di fondere insieme il Museo e l?istituto di Architettura Militare, nella giusta convinzione che le finalità dei due preesistenti organismi, messi sotto una direzione unica avrebbero potuto perseguire  con maggiore impulso e più efficace rendimento. Fu proposto di denominare il nuovo ente “Istututo Storico e di Cultura dell’Arma del Genio” (I.S.C.A.G.): Ma intanto il museo, tra la metà del mese di gennaio e quella del febbraio 1934 si trasferiva nella caserma Piave. Era da poco ultimata la sua sistemazione in questa sede provvisoria. quando la proposta trasformazione riceveva il consenso delle più alte autorità ed il 28 giugno del 1934 S.M. il Re firmava a S. Rossore il decreto che approvava la costituzione dell’ Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio” in sostituzione del “museo Storico del Genio”. Questo decreto stabiliva inoltre che al nuovo istituto, oltre alle mansioni già spettanti al museo in base al R.D. 5 gennaio 1911, di cui si è fatto cenno avanti, fossero affidati anche i seguenti compiti:

a)  provvedere alla raccolta, custodia e messa in valore  di tutta la documentazione relativa alla Storia della  Arma del Genio e della architettura militare

b)  funzionare da centro di cultura storica e tecnica sia per gli Ufficiali della detta Arma, che per tutti gli studiosi in genere di discipline affini alla tecni­ca militare;

c)  funzionare da organo di propaganda di carattere tecnico militare per le scolaresche e per le organizzazioni culturali giovanili create dal regime.

Questa semplice enumerazione di compiti basta a dimostrare quante maggiori fossero, rispetto al Museo del Genio, le responsabilità del nuovo istituto e quanto maggiore sviluppo dovesse avere la sua attività. Successivamente, con decreto ministeriale del 4 luglio dello stesso anno, fu approvato lo statuto dell’Istituto ed il 10 luglio il suo regolamento interno.

Benché i locali della sede provvisoria tossero inadatti e scomodi, l’Istituto comincio subito a funzionare restando pero chiuso al pubblico: iniziò la pubblicazione cli un suo “bollettino attese all’accrescimento della biblioteca e delle raccolte grafiche alla costruzione e manutenzione cli plastici; prese parte alla Esposizione - fiera di Bologna del 5- 20 maggio 1934. alla Mostra italiana di strumenti ottici a Firenze (20 maggio-10 giugno 1934) ed alla ‘Mostra dell’aeronautica italiana’ a Milano (giugno ottobre 1934) e continuò nella collaborazione alla Mostra Augustea della Romanità. Inoltre, in quell’anno e nell’anno successivo, svolse dei corsi plasticisti a sottufficiali e soldati di varie Armi e Corpi.

Nel frattempo fu decisa la costruzione della nuova sede da uhicarsi nella stessa area demaniale della caserma Piave. Il progetto fu compilato dal competente Ufficio del Ministero della Guerra, a cura del Ten. Colonnello del Genio Gennaro de Matteis. I lavori furono iniziati il 20 marzo 1937.

Ai primi di gennaio del 1939 lo stato dei lavori permetteva l’inizio dell’occupazione dei nuovi locali, che procedette poi regolarmente in relazione al successivo sviluppo dei lavori; a metà del mese di ottobre dello stesso anno tutto il materiale era già nel nuovo edificio e ne fu iniziato il definitivo sistematico ordinamento.

In Europa, intanto, era iniziato il secondo conflitto mondiale e l’Italia stava approntando il suo ingresso nel conflitto. Le spese erano enormi ed al fine di non lasciare l’Istituto privo di fondi, con R.D. 1242 del 27 luglio 1940 venne modificato lo statuto dell’I.S.C.A.G. La modifica riguardava praticamente un solo punto: le risorse finanziarie dell’Ente. Infatti, mentre nello statuto del ‘34 era prevista per l’Istituto solo un’assegnazione annuale da parte del Ministero della Guerra, nello statuto del 40 a tale assegnazione si aggiungevano contributi di reggimenti e degli enti dell’Arma delGenio, nonhé contributi di ufficiali del Genio in servizio ed in congedo.

 La caduta del fascismo in Italia, la fine del 2° conflitto mondiale ed il passaggio della Nazione dalla monarchia alla repubblica portarono ad un notevole incremento dei materiali del Genio ed in particolare delle Trasmissioni in possesso dell’Istituto ed a una nuova variante dello statuto organico dell’Ente sancita dal Presidente Einaudi, su proposta del Ministro della Difesa Pacciardi, in data 18 giugno 1949. Di conseguenza il 22 novembre 1950 venne modificato il regolamento interno. Lo statuto ed il regolamento interno appena citati sono ancora in vigore.

La sede dlell’ I.S.C.A.G. è situata fra Lungotevere della Vittoria, su cui si allinea la sua facciata principale, la via Corridoni ed il piazzale Maresciallo Giardino, sul prolungamento del quale era stato precedentemente ricostruito il monumento ai Caduti dell’Arma, già in piazza Pia presso Castel S.Angelo.

Il progetto informatore dell’opera fu quello di tenere per centro il Sacrario dedicato alla memoria degli Eroi ed intorno ad esso raggruppare le testimonianze delle principali attività dell’Arma, sia nella preparazione della guerra, che sui campi di battaglia. L’edificio è costituito da un corpo centrale a due piani, al cui centro è situato il Sacrario sormontato da un’alta torre, e da quattro corpi a solo piano terreno disposti simmetricamente attorno al corpo centrale. Questo ha nel Centro un cortile dedicato a S. Barbara, con ingresso sul Lungotevere, e chiuso nel lato opposto da un’esedra nel cui mezzo è il portale di accesso all’antisacrario e quindi al al Sacrario Dal cortile di S.Barba a mezzo di grandi a mezzo di ampi porticati, si accede in due cortili simmetricamente disposti e detti uno delle armi” e l’altro delle guerre Il cortile di S. Barbara è adorno di paraste sulle quali sono incise le date della  delle Campagne alle quali hanno partecipato l’Arma del Genio e delle Trasmissioni.

Le sale principali lunghe dieci metri e della superficie di oltre duecento metri quadrati ciascuna, sono dodici al piana terra e cinque al primo piano. Le sale del piano terreno sono dedicate alla di dimostrazione delle varie attività dell’Arma del Genio e delle Trasmissioni, del loro sviluppo in tempo di pace e della loro applicazione in tempo di guerra; quelle del primo piano contengono invece tutto quanto si riferisce al progresso dell’architettura militare attraverso i secoli; qui una speciale sezione è destinata a ricordare la vasta opera compiuta dai nostri architetti militari all’estero.

Al primo piano si trovano anche gli Uffici della direzione, nonché la biblioteca e l’aula per corsi distruzione, comunicazioni, ecc.

In una parziale soprelevazione della parte centrale del primo piano sono sistemati gli archivi. Le forme architettoniche esterne semplici e severe, con predominio) assoluto della linea retta, il rivestimento di travertino della facciata principale e quella di travertino e mattoncini nelle rimanenti parti, le due saldi torri fra cui si apre l’ingresso principale e quella che si eleva sul Sacrario conferiscono all’edificio uno spiccato carattere militare.

Gli ambienti interni, ampi e luminosi, sono privi di qualsiasi decorazione, dovendo l’attenzione del visitatore essere richiamata solo da quanto vi è esposto; l’atrio di ingresso, l’antisacrario, il Sacrario ed il salone del primo piano sono invece rivestiti di pietra. Sulle pareti dell’antisacrario sono ricor­date le decorazioni al valor militare guadagnate da singoli o da reparti dell’Arma dalla sua costituzione ad oggi. Il Sacrario, a tre navate, ha le pareti ricoperte da marmi; termina con un’abside al cui centro è un’ara di marmo nero, offerta dai Genieri in congedo del reggimento del Genio “Mario Fiore” e progettata dall’ing. Paolo Napoli, Ufficiale di complemento dell’Arma. Nelle pareti dell’abside sono nricavatenove finestre alte e slanciate chiuse da bellissime vetrate artistiche del noto pittore Duilio Cambellotti. L’ambiente è molto decoroso e severamente mistico come si conviene ad un luogo consacrato alla memoria di coloro che dettero la vita per la Patria

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