ultimo aggiornamento    
novembre 2011    

 


FUCECCHIO > PRESENTATA IL 7 GIUGNO UNA LETTERA-DOCUMENTO
SULLE EMERGENZE AMBIENTALI E PAESAGGISTICHE

Italia Nostra all’Amministrazione Comunale

Il testo che segue è copia fedele di una lettera-documento presentata alla Amministrazione fucecchiese lo scorso 7 giugno con cui Italia Nostra ha inteso esprimere quali siano le maggiori e più urgenti problematiche ambientali e paesaggistiche ravvisate nel territorio comunale.
Riteniamo sia importante estendere ai nostri lettori la conoscenza di questo documento per il fatto che, salvo entrare poi nello specifico dei problemi fucecchiesi e alle relative richieste di intervento, si forniscono le coordinate generali del pensiero e della strategia che animano la nostra associazione e il modo di rapportarsi di questa con le istituzioni. Si ribadisce cioè che ci si è assunti il ruolo di mediatori tra senso e opinione comune e amministrazioni del territorio, in qualche caso troppo distanti per operare all’unisono. Si chiede pertanto ai comuni di avvicinarsi alle associazioni come la nostra che, lungi da essere depositarie di verità univoche o di chi sa quale saggezza, hanno però il merito di aprirsi ad una pluralità di opinioni e di pensieri; ai cittadini di continuare a essere nostri interlocutori nello spirito di contribuire a promuovere e salvare il nostro patrimonio storico e ambientale.

Alla base di ogni nostro intervento, Eloisa compresa, sta la volontà di esprimerci come forza coadiuvante, mai alternativa, dell’amministrazione pubblica. Questo fondamentalmente per due motivi: il primo è senz’altro di ordine civile poiché anche noi rappresentiamo una comunità e questa, ancora prima che aderente ad Italia Nostra è parte del meccanismo elettorale che legittima l’amministrazione presente, in secondo luogo perché operiamo nella convinzione che qualunque radicalismo vada nella direzione di un dissidio infruttuoso per l’operare comune.
La storia cinquantenaria della nostra associazione ci suggerisce la via da seguire, non solo sulla base dei molti successi nella sua opera di persuasione tradottisi in leggi sulla tutela, ma perché saldamente ancorata ad un’idea globale di cultura e conservazione che ci trova profondamente concordi. E’ infatti impossibile operare, secondo noi, senza un preciso sistema di pensiero, di idee che faccia da trama alle azioni che via via si intraprendono. Partendo proprio dalla nostra campagna di sensibilizzazione sulla ubicazione di Eloisa nel Corsini, questa non si giustifica se non inserita in un’idea globale del centro storico e della sua rivalutazione.
Permettete a questo punto di spendere qualche parola sui principi che governano il nostro modo di operare. Siamo convinti che lo studio della storia, del folklore, della lingua, oggetto sia della speculazione accademica che dell’interesse di associazioni nazionali e locali e che si traduce nella riscoperta di feste, cibi, tradizioni, sia parola vuota quando si perde la cornice dei luoghi che li hanno prodotti. Il paesaggio non è solo contenitore, ma contenuto esso stesso di cultura e di storia. La Toscana è poi una regione che particolarmente ha affidato al proprio paesaggio la testimonianza dei suoi fasti e della sua cultura rurale proprio perché nei secoli ha ospitato le civiltà cittadina e contadina con un equilibrio invidiabile e unico. Così da non assistere al contrasto del nord o del mezzogiorno d’Italia tra città ricca, aristocratica e campagna povera, amara, scarsamente costruita. Gli storici moderni e contemporanei sono invece persuasi che la campagna toscana sia estensione della città perché disseminata di ville signorili con un contorno, dignitosissimo, di case rurali. Si ha la fortuna di vivere in una regione che ha saputo, più di altre anche se non completamente, non cedere alla cementificazione degli ultimi quaranta-cinquant’anni e sposare la crescita industriale alla conservazione. Persuasi del motto del primo presidente nazionale di Italia Nostra, il Senatore a vita Umberto Zanotti Bianco, ci troviamo a ribadire che “ la conservazione è la vera grande innovazione” e, pensando queste parole pronunciate negli anni Cinquanta, queste ci sembrano ancora più significative e dotate di carica rivoluzionaria.
Tornando a Fucecchio, siamo convinti che nei secoli ci sia stata la volontà non politica ma culturale, antropologica quasi, di conservarsi o di andare avanti con ossequio alle epoche pregresse. Lo si legge in un assetto urbano coerente che segue, ancora nel Sei-Settecento, il piano medievale per arrivare a noi, nell’inserimento anche novecentesco di strutture e edifici che si armonizzano al contesto, nell’ assiduità del restauro delle icone dipinte sui muri da centinaia di anni e che solo le ultime due generazioni hanno rischiato di compromettere per sempre. Il centro storico è per noi il fiore all’occhiello di una comunità che lo ha preservato in una stratificazione di testimonianze millenaria, adattandolo alle proprie necessità ma preservandolo nei suoi tratti peculiari. Vorremmo sconfiggere una mentalità progressista applicata al passato per cui la storia dell’arte è un cammino in linea retta dalla barbarie all’incivilimento, perché sì, senz’altro l’arte è lo specchio della cultura che l’ha prodotta, ma un po’ vichianamente, in tutte le epoche, ha conosciuto regressi e attardamenti e delle vette forse irripetibili.
Lungi da stabilire dei canoni, si chiede a questa amministrazione, di guardare con occhio benevolo alle proprie testimonianze civili, di valutarle nel loro potenziale storico, culturale e, perché no, turistico. Riguardo a Piazza Montanelli, pensiamo, sebbene la nostra sezione si sia formata quando i giochi erano già stati fatti, che sia un errore riconnotarla con un edificio ‘di rottura’ questo per tutto ciò che si è detto sinora, ma soprattutto perché riteniamo che il dovere di una amministrazione sia quello di assecondare, democraticamente, il giudizio e il sentimento del maggior numero possibile di cittadini. Operativamente vi chiediamo di essere partecipi, non certo in maniera esclusiva, ma assieme alle altre associazioni di ispirazione analoga, almeno del dibattito sulle questioni paesaggistiche e ambientali perché sentiamo di portare un bagaglio di idee con le quali potersi confrontare. Al momento ci stanno a cuore una diversa ubicazione di Eloisa, e, sebbene ancora persuasi di prestare quest’ opera a spazi urbani diversi e non storicamente connotati, ci sembrerebbe semmai più opportuna all’interno dell’area verde del Parco ma lontana dalla sue principali testimonianze monumentali. Sollecitiamo inoltre il recupero degli edifici di pregio di proprietà comunale di cui avete dato ampia prova di efficienza nel Corsini, la tutela e la promozione del commercio nel centro storico poiché questa è la base da cui può partire la corretta fruizione del Museo, del Parco, dell’Auditorium, della Fondazione Montanelli-Bassi e di quant’altro andrà costituendosi nel paese alto. Vi ricordiamo e chiediamo accoratamente di pensare alle Cerbaie come priorità ambientale, cioè di pensare a creare un piano di rimboschimento per le aree di proprietà comunale e di fornire delle direttive ai privati che debbano sostituire i pini morti o pericolanti, di adoperarvi perché il progetto di riassetto idrico (il cd. “Tubone”) non comprometta la sopravvivenza del Padule né costituisca in alcun modo minaccia per la salute delle persone oltre a quella dell’ambiente, di tentare, all’unisono con Italia Nostra, Legambiente e WWF di salvare quel che si può della vegetazione circostante il lago di “Le Docce”.

Il Consiglio Direttivo di Italia Nostra
Sezione Medio Valdarno Inferiore

 
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