"Cambiamenti
2.1: Nuove stimolazioni digitali da David Bowie & Reeves Gabrels"
(Changes 2.1: New Digital Stimulation from David Bowie & Reeves Gabrels)
di Joe Gore
Guitar Player, giugno 1997
"Hai
bisogno delle cuffie", avverte David Bowie. La sua band è
così rumorosa? Niente di simile. Non ci sono casse o sistema
di amplificazione in questo studio per le prove a Manhattan. Tutto
va direttamente alla consolle di missaggio, prima di ritornare
alla band attraverso gli auricolari. La band suona insieme a tracce
registrate, entrando ed uscendo dal mix. Senza cuffie tutto quello
che senti, a volte, è il canto non amplificato di Bowie
ed un po' della chitarra Parker Nitefly di Reeves Gabrels.
A differenza di molti che hanno intrapreso la strada di suonare
su nastri registrati (inclusa, si potrebbe arguire, la più ampia incarnazione della band di Bowie che ha suonato nell'album Outside ed è andata in tour con i Nine Inch Nails),
Gabrels, la bassista Gail Ann Dorsey, il batterista Zachary Alford
ed il tastierista/veterano degli anni 70 Mike Garson creano un
eccitante feeling di gruppo, non soltanto sincronizzandosi con
le tracce pre-registrate ma suonando contro di esse, in modo dinamico
ed improvvisato. Forse troppo improvvisato? "Reeves sta suonando
tutti i tipi di belle linee tra cui scegliere oggi", schernisce
David quando Gabrels non riesce a riprodurre l'esatta parte che
ha suonato in Dead Man Walking, una canzone del nuovo album Earthling.
Reeves scrolla le spalle: pensavo che la descrizione del lavoro
dicesse "cannone libero".
E' facile capire perché anche un chitarrista dalla straordinaria
abilità tecnica come Gabrels trovi una sfida replicare
il disco. Earthling, ampiamente considerato la migliore
pubblicazione di Bowie in molti anni, è un tour de force
hi-tech che fonde insieme chitarre esagerate con parte degli elementi
elettronici che hanno guidato il recente pop europeo, particolarmente
la febbricitante collisione di bassi profondi e percussioni iper-attive
conosciuta come "jungle" o "drum and bass".
Prodotto interamente su hard disk da Bowie, Gabrels e l'ingegnere
del suono Mark Plati, le tracce brillano dei picchi puliti e dei
montaggi schiaffeggianti, idiomatici a quel mezzo da taglia/incolla/metti
in loop. Anche Reeves è passato al digitale, abbandonando
i sui amati amplificatori ed effetti Mesa/Boogie per registrare
quasi esclusivamente attraverso un sistema Roland VG-8. Il principale
strumento di David era una Fernandes Z03, una chitarra economica
da viaggio con un amplificatore incorporato ed uno speaker. Reeves
condivide la scrittura delle canzoni in molte tracce.
La band si lancia in Scary Monsters, sostituendo
un ritmo svolazzante al sinistro suono metallico dell'originale
del 1980. Reeves fornisce un incredibile assalto di anarchici
urli e stridori, ma chiude la canzone con un assolo di alta precisione,
tecnicamente eccessivo come qualsiasi cosa della fine degli anni
80. La performance mostra i paradossali poli della bravura di
Reeves: la sua tecnica fenomenale e la sua volontà di corto-circuitarla.
Ha portato la stessa ambivalenza tecnica ad ogni disco di Bowie
dal 1987 [in effetti il primo disco in cui suona Gabrels è
Tin Machine, del 1989], così come nelle sue collaborazioni
con Dave Tronzo e Modern Farmer, l'album solista del 1995 The
Sacred Squall Of Now e nel progetto in corso, con la presenza
di Bowie, Frank Black e Dave Grohl [l'album Ulyssess (della
notte)].
Bowie sembra contento della performance. Prima aggiorna le prove,
poi si affretta verso una grande valigia piena zeppa di cassette,
CD, video e riviste. Canticchia a bocca chiusa con eccitazione
mentre mette su un Dat dei nuovi remix di Moby e Mark Plati: "Non
è meraviglioso? Non è grande?" La sua conversazione
viaggia in una dozzina di direzioni contemporaneamente: i dischi
recenti, aneddoti letterari, le attuali collezioni di moda, voci.
La mattina successiva la band suona al Rosie O'Donnell Show. O'Donnell
mette su una gag sul fatto che Bowie non suona mai le vecchie
canzoni, particolarmente la sua favorita, China Girl.
David appare e le fa una serenata, suonando una chitarra acustica
e sostituendo la parola "Rosie" al posto di "China".
La band suona Seven Years In Tibet e registra Dead Man
Walking e Scary Monsters perché siano
trasmesse più tardi nella stagione. Dopo che lo show finisce
O'Donnell chiede a David di ripetere una barzelletta sporca che
le aveva raccontato. Quando David declina, lei la condivide con
il pubblico nello studio televisivo, adottando il suo migliore
accento alla Bowie.
Dopo lo show David e Reeves si incontrano nel vicino hotel per
discutere sulla loro decennale collaborazione. I due hanno sviluppato
un rapporto quasi psichico, l'uno completando i pensieri dell'altro
o amplificando le sue metafore. Discutendo di musica, entrambi
utilizzano analogie con altre arti, citando l'architettura, la
pittura, il teatro, la moda. Arrivano i panini. "Guarda David
- tu hai il prosciutto", dice Gabrels
.
I: hai detto che sei stato portato verso Reeves dalla sua
capacità di lasciare andare la sua abilità musicale.
Un musicista ha bisogno di fare questo?
DB: si. C'è un certo fattore di auto-sicurezza coinvolto.
I musicisti che sono presi dal loro strumento al punto che non
ci sono processi mentali coinvolti quando suonano non hanno grossi
problemi a ridurre e destrutturare quello che fanno, facendo in
modo che la tecnica suoni brutta e sbagliata. I chitarristi che
confidano meno nella loro abilità è più facile
che vedano la cosa semplicemente come produrre rumore, se gli
chiedi di fare qualcosa che non sia "musicale". Quelli
che sono davvero coinvolti ci riescono più facilmente.
Fripp è così. Sembrava che gli piacesse il processo,
e credo che fosse abbastanza divertito da alcune delle cose che
gli chiesi di fare - cose come immaginare che stesse suonando
un duello alla chitarra con B.B. King, in cui doveva suonare BBBB
[la nota Si nella notazione inglese], ma farlo a suo modo. Questo
fu in It's No Game Pt.1" (LP Scary
Monsters). Con Reeves è
lo stesso. Puoi dargli un viaggio mentale e ne beneficerà
e gli piacerà, mentre un chitarrista meno bravo di lui
più facilmente ne sarebbe preoccupato. L'esempio più ovvio in Earthling è l'assolo in Looking For
Satellites. Gli ho detto soltanto che volevo che suonasse
su una sola corda alla volta. Doveva rimanere sulla corda di Mi
basso fin quando l'accordo cambiava, poi poteva salire al La.
Quando cambiava di nuovo poteva passare al Re. Era costretto dall'accordo
fin quando esso cambiava, e questo ha reso l'assolo non ortodosso.
A lui è piaciuto. Chiunque altro avrebbe chiesto di esercitarsi
qualche minuto prima di suonarlo.
RG: quando sono arrivato alla sezione in cui dovevo fermarmi,
ho pensato "fa 'nculo!" ed ho infranto la regola, suonando
nel ritornello. E David ha detto "E' grande". A causa
della restrizione che David mi aveva imposto, ha una bella curva
di evoluzione, anche se stavo suonando troppo. Ha un buon sfogo
orgasmico.
I: quella ambivalenza sul "suonare troppo" è uno dei tuoi tratti caratteristici
RG: voglio avere la capacità di suonare quello che
sento, ma non voglio che la tecnica mi meni per il naso. Suppongo
che l'ambivalenza venga col tempo, dal momento in cui acquisti
la tecnica potresti avere sorpassato la ragione per cui la desideravi
all'inizio. Ma c'è anche un lato competitivo nella mia
personalità. Non nel senso che io debba avere ciò che un'altra persona ha, ma nei tardi anni 80 avevo bisogno di
suonare alla Vai/Satriani/Yngwie a causa del mio desiderio di
essere in grado di suonare qualsiasi cosa volessi.
I: entrambi tendete a descrivere la musica in termini visuali.
DB: fin da quando ero molto giovane, ho visto la musica
in termini visuali. Vedo i tessuti che sto ascoltando e identifico
alcuni suoni con la relativa rudezza e dolcezza o densità
e trasparenza del colore. Davvero la vedo in termini pittorici.
L'idea di - ad esempio - Rimsky-Korsakov che sviluppava un "organo
a colore" ["color organ"] - una cosa primitiva
con vetro colorato e candele - ha sempre avuto perfetto senso
per me. Ha sempre avuto perfetto senso il fatto che puoi andare,
per dire, sul Mi minore, ed avrà un particolare colore".
I: il manico della chitarra è anche molto grafico.
DB: vedo il manico della chitarra come un paesaggio
Vedo ogni nota o gruppo di note come oggetti in un paesaggio:
un albero, un recinto. Descrivo la parti strumentali in termini
visivi: "La prima parte dovrebbe essere come una brughiera
con una leggera nebbia. Mentre ci avviciniamo al ritornello, non
dovrebbe emergere come una chiara figura, ma come un oggetto che
si avvicina in un grigio più scuro di quello della nebbia.
Assume fattezze riconoscibili al momento in cui ti viene più
vicino". E poi faccio un gesto con la mano per indicare il
tipo di forma che dovrà gradatamente assumere. Mi capita
di essere così fortunato da lavorare con persone che capiscono
che accidenti sto dicendo! Questo è quello che faccio come
produttore. Datemi cinque pulsanti e spingerò i due sbagliati,
ma sono bravo nel sapere esattamente l'aspetto che avrà
l'album. Sono bravo anche ad aprire i musicisti ad aree della
loro stessa tecnica o creatività che potrebbero non avere
mai esplorato prima.
RG: la prima cosa che abbiamo fatto insieme è stato
un remake di Look Back In Anger [per l'I.C.A.
benefit del 1988 - ora una bonus track nella versione di Lodger
su Cd]. Quando entrai in studio avevi parti di tastiera all'inizio
ed alla fine, ma nessuna chitarra. Il tuo riferimento fu architettonico.
Dicesti che doveva essere come una cattedrale.
DB: esatto. Dissi che la parte centrale doveva avere una
cuspide, ma doveva avere sostegni aerei forti quanto la cuspide
stessa, ma non altrettanto simpatetici. Ci siamo avvicinati alla
cosa letteralmente in quel modo. Reeves ed io abbiamo entrambi
una formazione nelle arti visuali, e questo potrebbe essere il
motivo per cui nel parlare con Reeves non ho gli stessi problemi
che potrei avere con altri chitarristi. Posso parlare con Reeves
ad un livello molto differente.
I: Reeves dice che il riff di Dead Man Walking è
basato su un accordo che Jimmy Page ti fece vedere negli anni
60. C'è un aspetto del tuo stesso modo di suonare che è
un ritorno alle radici coffeehouse/garage della chitarra rock,
quando la tecnica era meno scientifica di quanto è oggi.
DB: assolutamente! Il mio modo di suonare la chitarra non è affatto cambiato col passare del tempo. Uso gli stessi
accordi di sempre. Ma ne conosco molti, e sono in grado di metterli
insieme in interessanti giustapposizioni. Ogni periodo che ho
trascorso ad esercitarmi l'ho passato ad imparare come gli accordi
funzionano insieme. Ho passato molto tempo a smontare canzoni
rock. Non ho tecnica, ma ho un buon senso del tempo. La chitarra
era la mia orchestra quando facevo show da solo negli anni 60.
Avevo messo due colonne P.A. Selmer sopra la mia piccola Fiat
400. Guidavo su e giù lungo la M1, facendo show solo con
la mia chitarra a 12 corde. Ma non sono mai stato interessato
a diventare un chitarrista. Non ho capacità da chitarrista
solista. Non posso suonare niente ad una festa. Non conosco neanche
una delle mie canzoni fin quando non le imparo per un tour. In
effetti, ho dovuto imparare il piccolo frammento di China Girl
che ho suonato questa mattina. Ma Reeves può suonare
qualsiasi cosa. Mi aspetto che possa suonare l'intero repertorio
di Elton John.
RG: Si, Daniel, Rocket Man.
DB: DanielRocketMan? Suona interessante!
RG: una cosa alla Charles Ives
Per quanto David denigri il suo modo di suonare, Diamond Dogs
è stato uno dei suoi più grandi album chitarristici.
Molte persone presumono che vi suonasse Mick Ronson, invece si
trattava di David.
DB: in quel periodo, quando lasciai gli Spiders, sapevo
che le parti di chitarra dovevano essere più che buone.
Il paio di mesi che passai mettendo insieme quell'album prima
di andare in studio fu probabilmente l'unica volta nella mia vita
in cui mi misi seriamente ad imparare le cose che dovevo avere
nell'album. Mi esercitavo due ore al giorno. Nella mia testa sapevo
come doveva essere il suono, ed a quel tempo non conoscevo musicisti
che potessero darmelo.
I: e più tardi incontrasti musicisti adatti e potesti
passare il testimone?
DB: avevo bisogno di musicisti che suonassero Diamond
Dogs live. Certo, lo suonavano in modo diverso. Alcune delle
mie linee suonavano un po' proto-punk a causa della mia incapacità
come virtuoso. Ma quando le portammo sul palco, loro le suonavano
in uno stile molto da musicisti. Qualcosa si perse a causa di
questo. Quell'album aveva una qualità di ossessione rispetto
a ciò che volevo superare. Non c'è quando ascolto
i concerti di quel periodo. Era stato suonato originariamente
con una visione singolare, e quella singolarità è
disperata, quasi presa dal panico. La vulnerabilità di
suonare qualcosa che pensi sia importante è molto tenera.
Non otterrai mai questo quando hai dei veri e propri musicisti
che suonano il tuo materiale. Lo suonano troppo bene e con troppa
fluidità. Non c'è quel senso di imbarazzo nelle
strutture. Così, per me, Diamond Dogs non è mai
stato suonato bene sul palco, o quanto meno mai con la sensibilità che quell'album aveva.
I: il riff di Rebel Rebel è così semplice,
ma così perfetto
DB: è un riff favoloso. Lo è! Proprio favoloso!
Quando sono inciampato in quel riff ho pensato "Oh! Grazie!".
Ho mostrato solo ad una persona come suonarlo correttamente. Ero
in un hotel a Londra circa 15 anni fa. Ero da basso, e c'era un
terribile baccano che veniva dal piano superiore, qualcuno che
suonava una chitarra elettrica. Stava suonando della terribile
roba heavy metal, e poi cominciò una sua versione di Rebel
Rebel. Andai al piano di sopra, ed era John McEnroe.
I: qualsiasi ragazzino può suonare il riff di Rebel
Rebel. Il riff di apertura di Little Wonder può
essere altrettanto impressionante ma è quasi impossibile
da suonare.
DB: è un riff sintetico. Si tratta di suoni di chitarra
trasferiti su tastiera. Va oltre la chitarra, sebbene Reeves sia
in grado di suonarlo.
RG: la struttura a tre note di chitarra è assemblata
da performance separate. L'assistente ingegnere del suono ed io
abbiamo fatto un DAT di mezz'ora di materiale di chitarra che
volevo fare, cose come l'aspetto distorto del VG-8. Immaginavo
che se avessimo usato dei campionamenti, potevamo fare i nostri.
Poi abbiamo caricato i campionamenti in una tastiera, abbiamo
lasciato suonare una sezione di otto battute del ritmo in continuazione
nel computer ed io ho cominciato a provare qualcosa, fin quando
ho trovato qualcosa di buono. La prima nota sono io che suono
la corda bassa di Mi con un filtro ["envelope filter"]
e distorsione sul VG-8; la seconda parte è lo stesso suono,
ma che suona un altro Mi due ottave sopra e colpendo la leva di
distorsione della chitarra, in modo che ondeggi. La terza nota
è un Mi alto al 24mo tasto con un Sustainer Fernandez sulla
mia Parker, ancora un'ottava sopra. Diventa stridente, suona come
due pezzi di metallo sfregati insieme. . Il mio modo di suonare
è un po' simile a fare il formaggio: metti dentro le varie
parti, le fai bollire e raccogli quello che arriva in superficie.
Ora, certo, devo imparare come suonarlo dal vivo. La mia Nitefly
ha solo 22 tasti, così per arrivare al Mi alto uso il VG-8
per accordare la corda di Sol su di un'ottava, così ho
lo stesso Mi alto al 21mo tasto. Dover capire come suonare parti
manipolate digitalmente ha senza dubbio aiutato ad evolvere il
mio modo di suonare.
DB: quando stavamo facendo Outside avemmo l'idea
di trasferire piccoli frammenti di chitarra su campionatori a
tastiera e di costruire riff da quei frammenti. E' una vera chitarra,
ma costruita in modo sintetico. Ma Brian Eno entrò nel
progetto - nel modo migliore possibile - così non lo abbiamo
fatto fino a questo album. Volevamo andare oltre, perché
è un'idea eccitante.
RG: la sezione centrale di Little Wonder è
formata di ogni tipo di immondizia. La traccia di basso è
Gail che cerca di tirar fuori un suono dalla sua pedaliera senza
sapere che stavamo registrando. Abbiamo costruito la traccia prendendo
dei frammenti della sua linea di basso. Abbiamo inventato una
parola per i frammenti che raccogliamo da altre tracce: "obtanium".
I: così è come lavorare con oggetti trovati,
ad eccezione del fatto che gli oggetti provengono tutti dal vostro
ripostiglio?
DB: si. Facciamo questo molto spesso. La cosa più
entusiasmante del modo in cui lavoriamo è la nostra capacità di costruire una canzone in, forse, 15 minuti. E' straordinario
come possiamo sviluppare qualcosa molto velocemente, quasi senza
idee premeditate su cosa faremo.
RG: è come accendere un fuoco con una pietra focaia.
Ti rannicchi aspettando la scintilla. Non c'è nessun giudizio
sull'idea fin quando non è portata a realizzazione. Dopodiché,
potresti decidere che, dopo tutto, non era una buona canzone.
Ma l'unico modo di farla sbocciare è non giudicare fin
quando la fai.
DB: ho due approcci principali alla fine di ogni sequenza.
Se abbiamo una sezione completa ed è tempo per la canzone
di andare da qualche altra parte, chiedo "Qual è l'ultima
cosa che ti aspetteresti che accada?" e "Qual è
la cosa, del peggior gusto possibile, così ovvia e stereotipata
da essere ridicola?" Proviamo entrambe le cose, e generalmente
una delle due funziona..... Seven Years In Tibet è
un buon esempio di una cosa che sembrava incredibilmente raffazzonata,
con una qualità molto prevedibile e seriosa. Dissi "lascia
perdere Reeves", ma lui ci ha lavorato in mia assenza e l'ha
trasformata in qualcosa di assolutamente magico. E' passata dall'essere
una canzone che non volevo nell'album ad una delle mie canzoni
preferite dell'album.
I: più di ogni altra canzone nuova, ha delle specifiche
associazioni stilistiche - un certo modo rock/R&B di suonare
la chitarra. Le atre tracce esistono in un mondo più astratto.
DB: si. Quello che trovo interessante in quella canzone è la giustapposizione di un'influenza Stax con uno stile
Piexies fine anni 80. E' il tipo di suono che potresti immaginare
dietro Al Green o Ann Peebles, ma messo in contrasto con qualcosa
di molto fine anni 80.
RG: ho deliberatamente evocato un feeling alla Albatross dei Fleetwood Mac, ma sopratutto per poterlo opporre al ritornello.
A volte è bene essere in grado di fare apparire le emozioni
che automaticamente associamo con i classici suoni di chitarra,
ma tutti quei timbri suonano sempre di più come pubblicità
della birra. Moosehead ha distrutto il suono del Dobro per me!
Sono orgoglioso di essere uno di coloro che fanno i suoni che
useranno per vendere scarpe sportive e birra tra vent'anni. Se
non lo facciamo non ci sarà niente da rubare. C'è
un posto nel mondo per i suoni fuori fase della Stratocaster,
ma posta con sé un così forte bagaglio emotivo.
Voglio reclamare per la chitarra la qualità viscerale della
nuova musica elettronica. Così come amo certi suoni classici,
non intendo fregarmi da solo cercando di trovare la perfetta combinazione
di una Startocaster del 62 attraverso un Uni-Vibe ed un plexi
Marshal e suonare solo quello che Jimi [Hendrix] avrebbe suonato
- o quello che Stevie Ray Vaughan suonava in emulazione di Jimi,
o quello che Kenny Wayne Shepherd suona in emulazione di Stevie
Ray. Non desidero essere un archivio di suoni. Per me è interessante quanto il sistema decimale.
I: il contesto tecnologico in cui stai attualmente lavorando
disinnesca alcune delle associazioni nostalgiche.
DB: certo! Qualsiasi cosa al di fuori del suo contesto
naturale sembrerà pervasa di informazione completamente
differente da quella che aveva prima. Una ragazza che indossi
un vestito rosso in una foresta sembrerà una strana immagine
di inaspettato erotismo, ma una ragazza che indossi un vestito
rosso in passerella è molto prevedibile. Nell'arte - quella
con la A maiuscola - l'informazione circa il modo in cui il soggetto
è collocato rappresenta metà del significato. La
collocazione è terribilmente importante. Questo è
un concetto che appartiene molto ad Eno. Lui lavora molto di più
alla contestualizzazione che alla vera e propria costruzione.
La natura taglia/incolla della registrazione su hard disk sembra
invitare ad utilizzare stupidi e duri suoni di chitarra che ti
colpiscono in faccia e scompaiono prima che tu abbia la possibilità di esaminarli.
RG: mi ricordo un brano dei Tin Machine come Shopping
For Girls, in cui buttai giù una traccia dopo l'altra
di rumore di chitarra. Cercavo sempre quell'evento, quel suono
che colpiva e poi spariva. Ero preso dall'album dei Nine Inch
Nails Pretty Hate Machine a quel tempo e cercavo quella
esplosione industrial. Così, l'abilità di tagliare
una parte e spostarla dove la volevo sullo schermo era quello
che all'epoca speravo di avere.
I: il formato digitale impone quasi letteralmente picchi.
Il colpo forte o l'istantanea sparizione è idiomatica,
mentre il rock dei Tin Machine ha molti suoni sostenuti - rumore
di fondo degli amplificatori, colpi di piatti [della batteria!],
riverberi.
RG: bene, ero troppo stupido per capirlo! Ma adesso, se
cerco di, per dire, registrare una traccia con un vibrato sui
pick up della chitarra [....ci perdonino i chitarristi se la traduzione è pedestre, ma stiamo facendo del nostro meglio], suono
sull'intera traccia e poi torno a guardare ai suoni sul monitor
del computer. Posso pensare 'Questo è buono....questo è
buono, ma è un po' in ritardo....questo va bene', e buttare
via il resto...
I: il fatto di usare la registrazione digitale ha cambiato
il tuo modo di vedere lo strumento?
RG: ogni improvvisazione è una serie di idee che
colleghi, e questo rimane anche in una situazione taglia/incolla.
Ma puoi essere più parsimonioso, saltando da una buona
idea all'altra senza dover attraversare la serie di note meno
interessanti che originariamente le collegavano. Non mi vedrai
cercare nelle tasche, musicalmente, in cerca di cambiamento. Non
è come 'ho bisogno di un quarto di dollaro - vediamo, qui
c'è un penny, qui ci sono dieci centesimi', è più
come, 'ho bisogno di un quarto di dollaro - eccone uno'. A quel
punto la chitarra per me è solo una fonte sonora. Non si
tratta di quanto bene io suoni, è solo suono e l'emozione
che l'accompagna. E questa volta il mio scopo era di far entrare
la chitarra nella techno, nella jungle e trip-pop in un modo che
non porti con sé il bagaglio della chitarra elettrica solista
rock. Penso che ci siamo riusciti.
DB: stiamo andando su una strada differente da quella di
chiunque altro con la musica drum and bass. Stiamo cercando di
darle una sorta di complessità. Non ho ascoltato niente
di simile ai tre esempi che abbiamo in Earthling. Ha una
immediata aggressività e vitalità che mi ricorda
i primi dischi jungle. Loro non sapevano molto di quello che stavano
facendo ma avevano sufficiente tecnica per metterlo insieme. C'è
questo incredibile senso dinamico...Era aggressivo come qualsiasi
cosa punk. Quell'atmosfera spontaneamente combustiva è molto importante in quello che stiamo facendo.
I: i ritmi jungle hanno parti di batteria super-veloci
su uno sfondo lento. Li senti a tempo più lento o a doppio
tempo?
RG: sono un carattere che si muove lentamente, così
lo sento sempre a metà tempo. E' un tempo lento con molte
note alla trentaduesima - proprio come l'heavy rock! In effetti
mi sto stancando del drum and bass, e sono interessato nell'attuale
spostamento verso sapori più oscuri. David ed io a volte
abbiamo idee diverse sulla direzione del disco. Io tendo più
verso l'industrial americano e lui è più verso un
suono europeo. Proprio come certe persone preferiscono i Beatles
agli Stones o gli Oasis ai Blur, David è un fan dei Prodigy,
mentre io sono più un fan degli Underworld. Ironicamente,
Carl degli Underworld usa quasi gli stessi strumenti che uso io.
David invece suona tutte le sue parti su una piccola chitarra
da viaggio con un amplificatore incorporato ed un altoparlante.
DB: è tutto quello di cui ho bisogno. E' tutto quello
che Reeves mi darebbe! E' una cosa che riguarda l'autostima. Non
penso di meritare una chitarra migliore. Perché darmi una
bella Gibson? Datemi qualcosa che io non senta come troppo prezioso.
Se è una chitarra economica posso farci ciò che
voglio, farle fare cose stupide. Se mi dai una vera chitarra,
che veri musicisti suonano, divento improvvisamente molto insicuro.
Preferisco una economica Parker.
RG: non esiste una Parker economica.
DB: nel mio caso ci sono. Me le danno. O devo pagare per
quella?
RG: quella è mia. Non ci sono chitarre più
economiche di quella, non è così David?
I: così una piccola chitarra gratuita è relativamente
priva di bagaglio psicologico. Funziona mai al contrario? Hai
mai trovato una chitarra che ti porta a delle associazioni mentali?
DB: forse una cosa come una Rickenbacker 12 corde, una
chitarra che è quasi un manifesto.
RG: o la tua Flying V. Una corda ["one
string"], Floyd Rose, accordata sul Re.
DB: quella è una bella chitarra. E' il contesto,
sempre il contesto. Per esempio, ho una delle vecchie chitarre
di Marc Bolan. Se l'abbiamo in studio, porta con sé tutto
il suo bagaglio e questo cambia l'attitudine di quello che stiamo
facendo. Non posso prendere una chitarra e suonarci qualsiasi
cosa. Qualsiasi chitarra mi venga data contestualizza il pensiero.
Mi spiace di usare la parola "contesto", ma è
un principio fondamentale. Il contesto è pressoché
tutto. E' una cosa troppo pretenziosa da dire, ma c'è un'altro
atteggiamento che costituisce gran parte di quello che faccio
come musicista e interprete. Brecht.....(la parola si dissolve
in una risata). Puoi credere che l'ho detto?
RG: io ci credo.
DB: Bertolt Brecht (drammaturgo e teorico tedesco degli
inizi del 900) pensava che fosse impossibile per un attore esprimere
emozioni reali in una forma naturale ogni sera. Invece, puoi ritrarre
l'emozione simbolicamente. Non cerchi di attrarre il pubblico
nel contenuto emotivo di quello che stai facendo, ma dai loro
qualcosa per creare il loro proprio dialogo su ciò che
stai ritraendo. Esprimi rabbia o amore attraverso il gesto stilistico.
La voce non scende e sale ed il viso non attraversa tutti i mutamenti
che esprimeresti quale attore naturalistico. Ho fatto questo molte
volte nella mia carriera. Molto di quello che è percepito
come interpretazione o scrittura manierata è un distanziarsi
dal tema per permettere al pubblico di avere la sua, propria,
associazione con quello su cui scrivo. Questo viene direttamente
da Brecht, che è stato una importante influenza su di me...
Si applica ad ogni forma d'arte. Si tratta di creare uno spazio
tra il tema di cui parli e te stesso come artista. Canto note
che sostituiscono l'emozione. Onestamente non mi importa di capire
quale sia il tema di Earthling. Ho bisogno di un testo;
scrivo alcuni versi. Suppongo che vengano fuori molte cose dal
subconscio, e probabilmente quelle liriche dicono qualcosa di
me. Ma si tratta pressoché semplicemente di liriche che
si sostituiscono e si aggiungono ad altre liriche: (canta) 'alcune
parole vanno qui, e qui ci sono altre parole'. E' abbastanza.
E' un po' come quando fai uno schizzo per un dipinto. Fai lo schizzo
di come deve apparire - il sole qui, una casa qui. Va bene. L'entusiasmo
arricchisce le cose.
RG: questo funziona anche dal punto di vista strumentale. Lo schizzo è una delle cose che puoi conservare registrando su hard
disk. Puoi vedere il disegno a matita della casa che alla fine
sarà dipinta. Non devi perderla. Puoi fare un glorioso
errore e poi eliminare l'errore e lasciare solo la gloria.
DB: poi hai l'intrusione delle capacità dei musicisti.
Per quanto sia di principio ed idealistica la tua visione, non
puoi evitare l'intrusione degli altri. Intenzioni ed aspettative
sono molto differenti per un artista. L'artista può avere
un'intenzione ma al momento che comincia a lavorare quella intenzione
può essere persa. Certo, le aspettative del pubblico rispetto
al lavoro sono milioni di miglia distanti da quella che era l'intenzione
dell'artista. E' lo spazio nel mezzo che in effetti è l'arte
- il misterioso e quasi magico luogo nel mezzo, dove accoglienza
ed intenzioni diventano qualcos'altro. A mio vantaggio, non ho
la minima idea di dove stiamo andando. Può essere il lato
dilettantesco di me, ma quando so dove sto andando perdo interesse
molto velocemente. Questa è probabilmente la radice della
maggior parte della ostilità dei critici nei miei confronti.
A loro non piace il fatto che, primo, non sono una persona rock'n'roll
e non mi interessa essere considerato tale, e, secondo, tratto
molto di quello che faccio come un esercizio di movimento di strutture.
Non è la mia linfa vitale o qualcosa del genere. L'idea
che io non sia onesto per questo mi fa sembrare offensivo, e questo
è in un certo senso positivo, perché non conosco
nessun altro così. Ma non sapere dove stai andando è
ciò che rende le cose eccitanti per me. Lascia un panorama
permanentemente aperto.