IL COMPUTER IN CLASSE
Progetto per un Istituto Comprensivo
Materna - Elementare - Media








GLI USI SOCIALI DELLE NUOVE TECNOLOGIE

La società contemporanea è caratterizzata da una domanda di formazione sempre più estesa proveniente da soggetti e da contesti diversi e provocata dall’aumento vertiginoso delle competenze necessarie per orientarsi ed agire in una società complessa, solcata da profonde contraddizioni e che appare più votata al consumismo ed alla omologazione che alla promozione umana.
In questo contesto socio-culturale è sotto gli occhi di tutti il progresso scientifico e tecnologico che investe, come non mai in altre epoche storiche, il mondo della produzione e che ha rivoluzionato modi ed aspetti della stessa esistenza individuale e collettiva ma tale progresso ha provocato anche un’influenza sempre più invadente e spesso massificante dei grandi mezzi di comunicazione globale.La scuola non è più il luogo esclusivo della riproduzione sociale del sapere, e ha anche perso di centralità, in questa sua funzione. Arriva, quando arriva, in seconda battuta, dopo il "resto del mondo" che, diversamente da ieri, fa "educazione", e in dosi massicce, sia intenzionalmente sia in forme non intenzionali. Arriva dopo le merci (che educano), arriva dopo i media (che educano). È necessario fornire un'educazione più rigorosa e più ricca, e per ottenerla dobbiamo incrementare gli standard formativi della formazione di base, adoperandosi affinché essi risultino di qualità maggiore e insieme più universalmente fruibili di quanto non sia avvenuto in tutto il nostro passato. i nostri giovani hanno bisogno come per il passato di acquisire le abilità fondamentali ma oltre a ciò essi avranno sempre più bisogno di acquisire autoconsapevolezza di tali abilità, e comunque una padronanza tale che permetta loro di continuare ad apprendere in continuazione. È importante osservare come troppo spesso l'apprendimento di tali abilità sia difettato nel modo con cui l'allievo le ha potute trasformare in una sistema di padronanze reali e spendibili. La novità della nuova società che si profila non ci sembra stia molto in una società della informazione o in una società della comunicazione ma in una nuova società della relazione, in cui i rapporti, anche quelli di collaborazione, lavoro, formazione si moltiplicano diventando asincroni. Così se collegare, connettere significa soprattutto dare un senso alle cose (lo strutturalismo di P. Levy), la rete diventa soprattutto una rete di rapporti significativi fra persone. "La scuola è l’unica sede in cui si presentano in forma ordinata e relativamente completa le istituzioni’ dei vari saperi, diversamente da quanto accade per le informazioni più o meno occasionali e scoordinate che vengono fornite da altre sedi. Ma questo stesso disordine’, che è proprio della società dell’informazione, agisce come specchio e generatore di una costante revisione dei quadri istituzionali delle conoscenze. La scuola non può assistere inerte a questo fenomeno".
Di tutto ciò il ruolo dell’insegnante non rimane sminuito,anzi al contrario è sempre più indispensabile la sua opera di mediazione e di guida come dovere di orientare i bambini in questo mondo virtuale e “reale” ,così come li educa ad orientarsi nel mondo , per strada , nella cultura e nei saperi.Il ruolo del formatore diviene un ruolo:

Realizzare questo nella scuola non è solo una questione di insegnanti che sappiano come entrare - questo è facile da fare - o come mostrare il modo di entrare nel Web mondiale. Il problema più importante è nella qualità di informazioni contenute in Internet. Questo problema richiede un giudizio da parte di qualcuno per sapere cosa ignorare, a cosa fare attenzione. Il problema del giudizio è di più difficile risoluzione rispetto alla conoscenza necessaria per accedere ad Internet. Bisogna aiutare a distinguere.L'informazione non è la stessa cosa della conoscenza, che la conoscenza non è la stessa cosa del giudizio, e il giudizio non è la stessa cosa della saggezza. Sono necessarie delle persone sagge, Internet non aiuta a divenire saggi. Certamente si può dire la stessa cosa dei libri: esistono moltissimi libri pieni di cose senza senso. Penso che la differenza stia nel fatto che per essere in grado di pubblicare un libro sia necessaria una certa cifra. Invece, ognuno è in grado di mettere qualsiasi cosa nel Web mondiale, e per questa ragione i pericoli disponibili sono maggiori, e, di conseguenza, si deve essere dei migliori scopritori di pericoli.
Il mediatore multimediale deve dunque favorire:



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a. le pari opportunità

- Ci troviamo in un periodo di transizione socio-culturale nel quale abilitare tutti a un utilizzo consapevole delle attuali (e delle future) tecnologie di comunicazione è condizione affinché nessuno debba abdicare alla propria piena cittadinanza, intellettuale e politica.La comunità nazionale deve quindi riconoscere nell'esigenza di un rapido "tirocinio tecnologico" e di un'estensione delle competenze un proprio dovere costituzionale e un diritto di ogni cittadino. Essa deve anzi continuare a recitare il suo peculiare ruolo di mediazione culturale tra le generazioni, per essere adeguata occasione di apprendimento e di sviluppo di metodi e di consapevolezze che costruiscano dalle informazioni diffuse conoscenze strutturate anche nella nuova situazione mediale. La scuola cioè deve da una parte progettare nuovi percorsi di formazione, ma dall'altra conservare scientemente tutte le proprie specificità, essere palestra dove provare e esercitarsi e raffineria dove rielaborare e perfezionarsi.
Da questo profilo generale scaturiscono conseguenze di grande importanza: Facendo leva sul loro entusiasmo, l'attrazione e la motivazione si superano gli atteggiamenti problematici presenti e si facilita il raggiungimento degli obiettivi prefissati: Se un insegnante ha 25 studenti e non ha a disposizione alcuna tecnologia, non ha molta scelta: lui o lei deve leggere o dare a tutti lo stesso compito. Ma se, per esempio, un insegnante ha 25 studenti, ma se si ha a disposizione un computer in classe o meglio ciascuno studente possiede il proprio computer con il CD ROM o il video disk player, allora, l'insegnante può insegnare le frazioni in un modo ad uno studente e in un altro modo ad un altro studente, e può altresì offrire allo studente vari modi di mostrare ciò che capisce. Così la tecnologia mantiene la promessa di personalizzare ed individualizzare l'educazione molto più che nel passato. Tradizionalmente, l'educazione è stata un segno di selezione. A chi pensa in un certo modo, a chi può passare per la cruna di un ago, per usare una metafora, noi daremo un riconoscimento, e tutti gli altri saranno messi da parte perché non sono in grado di fare le cose in quel modo. Se noi individualizziamo o personalizziamo l'educazione, invece di avere un test che ciascuno deve superare, possiamo avere dei test appropriati per ciascuno in considerazione della sua intelligenza. Questo significa che ognuno può essere avvantaggiato in base alle proprie potenzialità, e non si forzeranno tutti ad essere come un certo prototipo, e se non si può essere come quel prototipo allora non si ha alcuna opportunità.



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b.l’affermarsi di un nuovo carattere formativo alla scuola ,adeguando gli standard alle nuove esigenze culturali e strumentali.

Le nuove tecnologie dell’informazione ci offrono l’opportunità di sviluppare nuovi metodi di descrizione e di verifica dell'efficacia e della produttività dell'insegnamento. La scienza cognitiva comincia a prospettare come credibili la possibilità di diagnosticare il funzionamento di abilita' sempre più complesse, sì da sospingere le stesse tecnologie dell'istruzione a sviluppare sistemi analitici di facilitazione, di tutoring, di riabilitazione e di verifica degli apprendimenti sempre più "intelligenti. La multimedialità a scuola non è solo uno strumento ma è un elemento che può rivoluzionare sia le modalità di apprendimento che di insegnamento,infatti: Le tecnologie digitali arricchiscono l'insegnamento in quanto rendono più reale il reale. Riesce a realizzare una forma di sapere immersivo Apprendere in una situazione di gioco è molto importante nella crescita intellettuale dei bambini in quanto il gioco rappresenta il mezzo di connessione dei loro saperi La multimedialità piuttosto che far morire il libro lo rende più forte Tutte le materie possono essere insegnate con l'utilizzo delle tecnologie digitali, la cosa importante è che i bambini siano seguiti nel loro approccio a questi nuovi strumenti di studio Mette la scuola in rete con il mondo, ribaltando completamente la modalità classica di insegnamento della scuola, partire da quello che i ragazzi sanno, da quello che vivono, da quello che i bambini sono I ragazzi e noi stessi, quando ascoltiamo, stiamo in un rapporto di totale condivisione ed immersione nel suono. La multimedialità consente di creare lo stesso tipo di rapporto con le conoscenze, non come una forma di sapere critico, distaccante, ma come una forma di sapere condiviso, partecipante, immersivo.
La multimedialità permette e facilita l’adattamento dei metodi di insegnamento ai vari stili cognitivi dell’allievo, utilizzando insieme diversi mezzi di comunicazione, si trasmette meglio l’informazione ed, inoltre, si sviluppano in modo più armonico le potenzialità cognitive ed intellettive dello studente.



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c. l’apprendimento in modo naturale

In ogni nostro atto ed esperienza impariamo in modo "naturale" qualcosa del mondo che ci circonda, mentre le forme di apprendimento consapevole risultano troppo spesso pesanti proprio perché avvertite come "innaturali": le nuove tecnologie della comunicazione permettono di trasformare l'ambiente artificiale della formazione in ambiente naturale dell'apprendimento. i concetti intorno a cui ruota questa possibilità sono quelli di "simulazione" e quello, ad esso complementare di "gioco".possiamo considerare che il gioco, per tutte le specie viventi, rappresenta uno strumento attraverso il quale imparare ad acquisire informazioni sui comportamenti da tenere in circostanze non ancora sperimentate direttamente, bensì ricostruite artificialmente nella forma della simulazione. Anche gli "esercizi" che accompagnano lo studio di qualunque disciplina rappresentano un gioco di simulazione, solo che la loro povertà di riferimenti all'esperienza vissuta li rendono spesso stucchevoli e incomprensibili.Le tecnologie multimediali, invece, possono rendere "vive" le esercitazioni, calandole all'interno di situazioni che, seppur "virtuali", hanno molte delle caratteristiche tipiche della vita vissuta (specie il coinvolgimento multisensoriale), ma sono di facile riproducibilità (non bisogna andare al Polo Sud per incontrare dei pinguini)inoltre, collocato nel proprio ambiente, ciascuno di noi può compiere un numero di esperienze molto limitato. La scrittura, la stampa, la radio, il cinema, la televisione hanno aumentato enormemente la capacità di fare esperienza del mondo, ma a patto di diminuire la capacità di interagire con l'ambiente da cui provengono le informazioni. Le nuove tecnologie permettono di creare un nuovo rapporto con l'ambiente, non uguale a quello dell'esperienza diretta, ma potenzialmente più attivo di quella "mediata". Anche il videogioco rappresenta una grande rivoluzione epistemologica, da molti punti di vista. Prima di tutto perché consente al soggetto di stare in un rapporto con le situazioni, di stare in un rapporto multi sensoriale. In secondo luogo perché crea rete di condivisione, di socialità, crea intelligenza collettiva. I bambini si scambiano le soluzioni dei videogiochi, leggono le riviste in cui queste soluzioni poi vengono pubblicate, fanno gruppo, fanno coscienza, fanno conoscenza. Il futuro della tele didattica sia di assumere il videogioco come matrice per l'insegnamento. attraverso la multimedialità e la telematica è possibile ristabilire un equilibrio all'interno del sistema culturale, proprio perché si tende a mettere in relazione un approccio dinamico con le conoscenze, con la cultura, con i processi didattici, sollecitando la sensorialità. Tuttavia il computer, inteso come gioco, come sfida ludica, fornisce un prezioso apporto al formarsi dei processi logici di ordine superiore: astrazione, categorizzazione, analisi e così via. Usare un computer è la maniera migliore per entrare in confidenza diretta, pratica, con i processi mentali. Perché dopotutto l'elaboratore elettronico è una macchina che simula il funzionamento del nostro cervello.All'interno del sistema educativo si deve iniziare a considerare le reti e il multimedia nel suo complesso come un’opportunità di scambio di reale comunicazione interpersonale, come un nuovo ambiente educativo tout court. In questo senso è importante procedere sperimentando il rapporto che c'è tra educazione e gioco, inventando cioé nuove forme di cooperazione educativa attraverso la telematica, utilizzando non solo sistemi di video-conferenza ma inventando veri e propri giochi da condividere nel web. Iniziamo quindi ad interrogarci sulle modalità di apprendimento e a scoprire che insieme all’intelligenza cognitiva va sollecitata quella percettiva, e che la cosiddetta "mente bicamerale", ovvero la serrata relazione tra l’emisfero sinistro del cervello, quello cui è affidata la funzione di decodificare le impressioni, e quello destro, atto a raccogliere qualsiasi input, rumore od odore che sia, è una delle questioni più intriganti poste dall’avvento del multimedia interattivo. Navigando in un ipermedia combiniamo attività complesse, come la lettura, con l’automatismo dei colpi d’occhio e degli ascolti. Il gioco libero delle sinapsi viene sollecitato da stimoli sensoriali che, combinati con quelli più strutturati simbolicamente come il riconoscimento alfabetico, alimentano la nostra intelligenza percettiva. Il dato importante sta proprio nel fatto di dare spazio alla sensorialità, ed è per questo che i giovani e i giovanissimi hanno una predisposizione fortissima all’utilizzo dei nuovi media. Le tecnologie interattive cambiano quindi le procedure di elaborazione psicologica, semplificandole. Howard Reinghold, parlando delle Realtà Virtuali, diceva: sono un microscopio per la mente. E’ opportuno quindi considerarle tecnologie cognitive: per intenderci, il libro lo è, in cinquecento anni ha cambiato la mente dell’uomo occidentale. Le tecnologie cognitive hanno interrogato il nostro corpo e la nostra mente: ci siamo infatti resi conto che attraverso la scrittura e la tecnologia a stampa il nostro modo di stare al mondo poteva essere più complesso, in grado cioè di gestire una sempre più ampia gamma di competenze.
Classicamente, nell'ambito degli studi sulle strategie didattiche, si è adottata una tipologia di situazioni di apprendimento collegandola ,con diversa enfasi ad uno o più modelli generali di istruzione prescelti. Possiamo indicare allora i seguenti, segnalando tra parentesi il modello di fruizione della conoscenza privilegiato:
(a) - apprendimento per ricezione (information processing);
(b) - apprendimento per scoperta (experience processing);
(c) - apprendimento basato su risorse (computer mediated communication);
(d) - apprendimento per accrescimento (information processing);
(e) - apprendimento per messa a punto di schemi mentali (tuning learning);
(f) - apprendimento per ristrutturazione (imaginative process);
(g) - apprendimento per trasferimento (procedural process);
(h) - apprendimento a distanza (open learning);
(i) - apprendimento multimediale (flexible learning).
La formazione è una formazione di rete, poligonale. La formazione è decentrata in molti luoghi che interagiscono e devono collaborare fra loro. L’intelligenza diventa collettiva (P. Levy, antropologia del cyberspazio). L’apprendimento e la formazione diventano collaborativi. La novità della formazione attraverso le moderne tecnologie sta nell’amplificare quello che esisteva già prima: una intelligenza distribuita e cooperativa.
La produzione e la riflessione non stanno solo nella nostra testa, ma anche nelle persone, negli ambienti, nelle tecnologie intorno a noi, che interagiscono con noi producendo esperienza e riflessione. Ladimensione metacognitiva dei processi umani diventa il vero scopo formativo dell'istruzione. Essa può essere definita in generale come la padronanza e la conoscenza di un individuo su come il suo pensiero si esprime, e su come egli può scegliere deliberatamente una particolare abilità, anziché un'altra, per attivare il processo cognitivo più esperto e più economico atto a conseguire un certo obiettivo.



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d.la comprensione e la cooperazione nel realizzare un nuovo sistema di divulgazione

Da che mondo è mondo,l'insegnamento ha a che fare con due grandi campi di interesse: il reperimento di informazioni (conoscenze) e la loro rielaborazione per fini divulgativi. La Didattica multimediale non può essere un valore in sé come, né più né meno, lo sarebbe una didattica cinematografica o televisiva.
Le tecnologie informatiche possono aiutare concretamente gli insegnanti nel loro lavoro in almeno quattro ambiti:



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e. la motivazione ad apprendere

La dimensione semantica prima ancora che logica dei processi costruttivi della conoscenza e dell'esperienza risulta direzionata da una intenzionalità personalissima del soggetto, che rappresenta in ogni circostanza forse il fattore scatenante degli apprendimenti significativi, in quanto appunto motivazione ad apprendere.ed il rapporto con le nuove tecnologie della comunicazione è prima di tutto un rapporto emotivo .Maragliano definisce le tecnologie della comunicazione come uno specchio dell’io. P. Levy le considera un’interfaccia fra un uomo e se stesso. Ma anche l’apprendimento è prima di tutto un fatto emotivo, di accettazione. Definiremmo l’apprendimento come un’esperienza anche emotiva, che avviene in un rapporto (per noi significativo e soddisfacente) con una persona, un ambiente, un oggetto. Noi apprendiamo quando esista: