IL COMPUTER IN CLASSE
Progetto per un Istituto Comprensivo
Materna - Elementare - Media






TEORIE COGNITIVE E MULTIMEDIALITA'

«Oggi possiamo dire che, simulando i processi dell'apprendimento umano e di problem solving, i ricercatori operanti nell'ambito della cosiddetta scienza cognitiva sono capaci di verificare dettagliate ipotesi intorno ai meccanismi, all'architettura e ai linguaggi del pensiero umano, in particolare quelli relativi all'esercizio esperto di abilita' e di performances ad alto tasso di astrazione e/o di organizzazione, nonché quelle particolari operazioni del lavoro mentale esercitando le quali gli inesperti possono guadagnare nuove e più complesse abilità »La scienza cognitiva pone in guardia gli insegnanti dal dare per scontati o per naturalmente acquisiti processi di pensiero fondamentali per lo sviluppo di specifiche abilità o performances scolastiche.
Studiando per anni il cervello e i suoi meccanismi Gardner ha scoperto l'esistenza di otto diversi tipi di intelligenze, sei in più rispetto alle due prese in considerazione dai test standard per la valutazione del QI. Le nuove tecnologie sono in perfetta sintonia con queste intelligenze multiple: permettono, infatti, di gestire il materiale di studio secondo punti di vista diversi, quelli suggeriti dalle diverse intelligenze multiple.
La definizione standard di intelligenza ed il test standard guardano a due intelligenze: quella linguistica e quella logica, che sono molto importanti a scuola ma ci sono almeno altre sei intelligenze, incluse quella musicale, quella spaziale - che consiste nell'abilità di valutare gli ampi spazi allo stesso modo del pilota o di un navigatore, o gli spazi locali, come farebbero uno scultore, un architetto o un giocatore di scacchi -; l'intelligenza cinestetica corporea, che è l'intelligenza del ballerino, dell'atleta, dell'artigiano, dell'attore; due tipi di intelligenza personale, che consiste nella comprensione delle altre persone, come esse lavorano, come motivarle, come andare d'accordo con loro; l'intelligenza interpersonale, che consiste nella comprensione di se stessi, di chi si è, di cosa si cerca di raggiungere, di quello che si può fare per avere maggiore successo nella propria vita. Si può parlare anche ,secondo le teorie più recenti di una nuova intelligenza chiamata "intelligenza naturalistica", che consiste nella capacità di riconoscere diversi oggetti nella natura: esseri viventi, piante, animali, e anche altre cose in natura come le rocce, o nuvole o tipi diversi di tempo.
Ora, tutti noi siamo dotati di queste diverse intelligenze. In ogni caso, mentre tutti noi possediamo queste intelligenze, non esistono due persone che abbiano esattamente la stessa combinazione di intelligenze. Qualcuno è più forte nell'intelligenza linguistica, qualcuno in quella spaziale. Anche il modo in cui combiniamo le intelligenze o non le combiniamo è differente fra le persone, e qui entrano in gioco le implicazioni educazionali perché o noi possiamo trattare tutti come se fossero uguali, il che semplicemente indirizza un tipo di intelligenza, o possiamo cercare di capire le intelligenze dei bambini e personalizzare, individualizzare l'educazione il più possibile. Se si vuole che ognuno impari lo stesso materiale; si può insegnarlo in molti modi, e si può anche stimare o valutare in molti modi ciò che lo studente sta imparando. E' qui che viene fuori il ruolo della tecnologia, nell'individuazione del curriculum, dei materiali, degli argomenti per gli studenti, e nel dare loro molti modi di studiare e molti modi di padroneggiare il materiale. Dunque le nuove tecnologie digitali sono strumenti molto efficaci per potenziare le eventuali carenze relative ad una delle otto intelligenze multiple. In questo senso esse possono garantire una educazione personalizzata .Ogni intelligenza tradizionalmente è utilizzata da diverse tecnologie. Un'intelligenza linguistica dalla semplice tecnica della penna, del libro, del microfono; l'intelligenza logica e matematica dalla tecnologia del pallottoliere, della calcolatrice oppure dal computer; l'intelligenza musicale con gli strumenti, i sintetizzatori e così via. Avendo degli esseri umani ed una intelligenza, si sviluppa una tecnologia da dirigere con quella intelligenza. Che influenza può avere tutto ciò nella relazione fra l'intelligenza e le nuove tecnologie. E' molto importante capire che la tecnologia è solo uno strumento, niente di meno e niente di più. Ho una penna qui. Essa è uno strumento. Possiamo usare la penna per scrivere un sonetto, come Shakespare o Dante. Possiamo anche usare la penna per cavare un occhio a qualcuno. E' solo uno strumento. E i computer possono essere usati per manipolare le persone o per liberarle, i computer possono essere usati per insegnare alla gente nello stesso noioso modo rigoroso in cui si è insegnato per moltissimi anni, o possono essere usati per insegnare in modi molto nuovi. Ovviamente, le tecnologie dovrebbero venire usate nei modi che liberano gli individui, che consentissero loro un maggiore accesso alle cose rispetto al passato. Il piacere della manipolazione degli oggetti per produrre cambiamenti del campo visivo entra in relazione con la straordinaria capacità di fantasticare del bambino, con il suo pensiero "sincretistico", basato sulla sovrapposizione delle cose, che ha una natura prevalentemente inconscia. Il mondo virtuale, che nelle sue varie espressioni rimanda alle metafore del mondo onirico, è molto vicino alla sensibilità infantile. La stessa destrezza elettronica del bambino nasce da questa profonda fascinazione, dal gusto di toccare e di trasformare, di agire sul reale anche se virtuale. Certo l'approccio qui delineato si ispira a quel movimento di attenzione verso il carattere attivo della conoscenza e dell’apprendimento che fin dai primi anni del '900 attraverso la parola di psicologi come Claparede, Bovet e Piaget, e di pedagogisti come Dewey e Montessori aveva sempre sottolineato la centralità dell'azione nei processi di apprendimento. Piaget in particolare aveva dimostrato come l’intelligenza forma se stessa attraverso l'interazione con il suo ambiente. Uno dei risultati finora apprezzabili della scienza cognitiva è certo quello che ci consente di comprendere in modo più chiaro che in passato i modi con cui l’attività di apprendimento di un allievo e i suoi risultati possono differire da un altro. Parallelamente le nuove tecnologie dell'istruzione evidenziano proprio in questo la loro utilità: per il fatto cioè che risultano soprattutto utili per consentire un efficiente adattamento dell'insegnamento ai differenti stili individuali di apprendimento. Maggiore concretezza dell'istruzione, più elevata qualità negli apprendimenti. Tutte le abilità di interesse formativo presuppongono un processo di astrazione, ma la ricerca cognitiva ci mostra che l'apprendimento si sviluppa basandosi eminentemente sulla concretezza. I nuovi sistemi tutoriali con cui si cerca di proceduralizzare lo sviluppo della comprensione matematica, scientifica e comunicativa, come anche dei processi di inferenza e di valutazione ci fanno sperare di poter disporre di un set di nuovi metodi di insegnamento che consentano a più allievi di sviluppare abilita' più astratte. L'uso infatti di tali sistemi dovrebbe insieme assistere ciascuno a chiarirsi la natura dei suoi apprendimenti e a promuovere lo sviluppo di un pensiero analitico. La scienza cognitiva mostra che gli allievi costruiscono, oggi, attivamente le loro abilità "apprezzando" continuamente gli strumenti e i mezzi tecnici che possono soddisfare i loro bisogni di conoscenza e di esplorazione. Impegnarli in poderosi sforzi di costruzione della conoscenza, evitando loro di utilizzare a scuola strumenti e sussidi tecnologici che, invece, fuori della scuola consentono di automatizzare parte del lavoro intellettuale è sicuramente controproducente tanto alla motivazione ad apprendere che alla qualità finale delle padronanze apprese. E dunque fin dalla loro formazione essi dovrebbero poter imparare ad utilizzare in modo routinario quegli stessi set di protesi tecnologiche del lavoro intellettuale che si usano normalmente per scrivere, per calcolare, per comunicare.
In generale dunque possiamo dire che il più forte contributo che la scienza cognitiva può portare all'innovazione educativa e al miglioramento della qualità dell'istruzione consiste nel fatto che essa contribuisce ad illuminare la natura attiva del pensiero e dell'apprendimento.
Rispetto alla teoria piagetiana, infine, il cognitivismo ci induce a pensare che un qualunque processo di conoscenza o di esperienza sa sempre dove andare o dove arrivare.