IL COMPUTER IN CLASSE
Progetto per un Istituto Comprensivo
Materna - Elementare - Media
    INDICE
  1. legislazione
  2. privacy






NORMATIVA

  1. LEGISLAZIONE



    Il PSTD

    La normativa principale per l’informatizzazione della scuola deriva dall’ormai famoso PSTD, cioè il PROGRAMMA DI SVILUPPO DELLE TECNOLOGIE DIDATTICHE del periodo 1997-2000, che dà le direttive in modo piuttosto preciso alle quali tutte le scuole, istituti scolastici… dovevano uniformarsi per accedere ad una quantità di finanziamenti distribuiti a pioggia in tutta Italia. Ad esso si può accedere dall’indirizzo: http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/default.htm . Gli obiettivi del programma (http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/default_pstd.htm ) sono chiari e semplici, eccoli:
    • a. "promuovere negli studenti la padronanza della multimedialità sia come capacità di comprendere e usare i diversi strumenti, sia come adozione di nuovi stili cognitivi nello studio, nell’indagine, nella comunicazione e nella progettazione;
    • b. migliorare l’efficacia dei processi di insegnamento-apprendimento e la stessa organizzazione della didattica sia per quanto riguarda le singole discipline sia per l’acquisizione di abilità di tipo generale;
    • c. migliorare la professionalità degli insegnanti non solo attraverso la formazione, ma anche fornendo strumenti e servizi per il loro lavoro quotidiano." Le linee guida di tale programma sono un riferimento normativo essenziale ancora oggi per la modernità degli argomenti, anche se logicamente alcune parti possono considerarsi superate per la realizzazione successiva dei vari Progetti 1a, 1b…, conosciuti da tutti i docenti, in quanto sono quelli che hanno permesso l’ingresso dei computer e delle linee Internet nelle nostre scuole. Di seguito viene riportata la parte riguardante il Progetto 1b, che pur già finanziato, non ha portato ancora, almeno secondo i dati riportati dal ministro Moratti nell’articolo su Il sole 24ore del 24 luglio 2002, nel 60% circa delle scuole italiane il computer in classe ed il cablaggio, come invece il PDST intendeva già di fare entro il 2000.



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    PROGETTO I (b): MULTIMEDIALITA' IN CLASSE

    L’obiettivo del progetto I (b) è quello di consentire l’introduzione della multimedialità nelle normali attività curricolari. Poiché nei tempi prevedibili le risorse saranno comunque limitate, le singole scuole dovranno scegliere gli obiettivi didattici, le discipline e le classi su cui operare. Il Ministero indicherà criteri e priorità, in relazione alle politiche di innovazione e ai problemi più rilevanti nei vari ordini di scuola.

    Articolazione dell’intervento

    Le attrezzature

    Il coinvolgimento degli studenti in attività didattiche con l’uso delle tecnologie richiede evidentemente risorse superiori a quelle delle unità previste per il progetto I (a).
    Si pone, a questo proposito, il problema di definire la tipologia delle attrezzature e il loro assetto all’interno della scuola. Per quanto riguarda la tipologia essa non differisce molto da quella dei laboratori del progetto I (a), salvo il maggior numero di computer e il loro eventuale collegamento in rete.
    Più complesso è il problema dell’assetto delle apparecchiature. Dato per scontato quanto già detto in premessa, si possono dare diversi modelli non necessariamente alternativi (a seconda del numero di computer si possono adottare più soluzioni contemporaneamente):
    • l’attrezzatura di molte aule con una sola postazione multimediale da utilizzare come supporto alla lezione e al dialogo: docente-studenti,
    • la distribuzione di piccoli gruppi di macchine (2-4) in ambienti diversi nei quali le classi possono svolgere attività dividendosi in gruppi di media dimensione,
      l’allestimento di aule con molte macchine, nelle quali gli studenti possano svolgere, individualmente o in piccoli gruppi, attività che richiedono una forte e continua interazione con le macchine stesse,
      la creazione di centri-servizio multimediali ai quali non accedono classi intere, ma gruppi di studenti per lo sviluppo di loro progetti,
      la costituzione di unità mobili che consentano una certa flessibilità di assetto,
      il collegamento in rete delle diverse stazioni di lavoro, ovunque esse si trovino.
    Le scuole dovranno essere rese consapevoli della possibilità di assetti diversi fra i quali dovranno scegliere a seconda degli obiettivi formativi e quindi dei metodi e dell’organizzazione didattica che intendono adottare. Il ministero fornirà comunque una guida e potrà dare criteri preferenziali per i diversi tipi di scuola."

    E' evidente che non si sta parlando di attrezzare un'aula multimediale, anzi, si ritiene di dover "distruibuire sigole postazioni o piccoli gruppi di macchine in ambienti diversi",ma paradossalmente è proprio quello che probabilemente per comodità, il 60% delle scuola non ha fatto! Infatti un laboratorio multimediale apparentemente è più facile da gestire e da tenere al anche al "riparo".
    In un documento successivo si raccomandava ancora di non chiudere i computer nell’aula multimediale, ma di consentirne l’uso nella classe, ma solo poche scuole hanno recepito che l'uso del computer non richiedeva l'intruzione di una disciplina nuova per gli studenti, bensì l'introduzione di uno strumento per così dire "interdisciplinare", che attraversa in qualche modo tutte le materie di insegnamento: soprattutto a livello di scuola di base non bisogna insegnare "informatica", ma utilizzarla per migliorare i processi educativi.





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    Normative letate al PSTD

    Ecco di seguito tutta una serie di normative legate al PSTD

    Decreti

    Il Decreto n. 293 del 30/6/1998 ha stabilito i compiti del Coordinatore del piano delle tecnologie, nominato con D.M. del 9/3/1998, ed ha istituito un Comitato Tecnico al fine di esprimere pareri e formulare proposte sulle iniziative del Programma di Sviluppo Tecnologie Didattiche.

    Decreto n. 293 del 30/6/1998
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/dm293_98.htm
    Circolari e Allegati
    La Circolare n. 282 del 24 aprile 1997 ha di fatto avviato il Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche, fornendo le indicazioni per consentire l’acquisizione, da parte delle istituzioni scolastiche, delle attrezzature multimediali.

    Circolare n. 282 del 24 aprile 1997
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm282_97.htm
    La Circolare n. 425 del 7 luglio 1997 ha successivamente fornito indicazioni circa le modalità di realizzazione delle attività formative per i docenti. In particolare veniva lasciata ampia libertà ai Capi di Istituto per la realizzazione delle iniziative formative, anche incentivando la collaborazione tra scuole.

    Circolare n. 425 del 7 luglio 1997
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm425_97.htm
    Con la Circolare n. 196 del 24 aprile 1998 sono state fornite le indicazioni relative alla prosecuzione del Programma nel 1998. In essa vengono inoltre presentati e annunciati servizi di cui le scuole possono, o potranno nell’immediato futuro, fruire attraverso la rete. Per questo motivo viene richiamata la necessità che tutte le scuole, almeno quelle che accedono al Programma, si dotino di un accesso ad Internet.

    Circolare n. 196 del 24 aprile 1998
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm196_98.htm
    La Circolare n. 430/1998 riguarda la dotazione gratuita di antenne satellitari digitali per l'attività di formazione.

    Circolare n. 430 del 21/10/98
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm430_98.htm
    La Lettera Circolare Prot. n. 34332/BL stabilisce il contributo statale corrisposto alle scuole per l'acquisto di personal computer multimediali

    Lettera Circolare Prot. n. 34332/BL del 22/12/98
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/prot34332_98.htm
    Nell'ambito dei Servizi previsti dal Programma di Sviluppo delle Tecnologie Didattiche la Circolare n. 126/1999 ha come oggetto l' iniziativa nazionale di promozione dello sviluppo di prodotti e servizi multimediali.

    Circolare n. 126 del 11/5/99
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm126_99.htm
    Le Circolari n. 131/1999 e n. 151/2000, a cui fa seguito la Circolare n.237/2000, riguardano le indicazioni operative e i finanziamenti rispettivamente per gli anni 1999 e 2000.

    Circolare n. 131 del 18/5/1999
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm131_99.htm

    Circolare n. 151 del 24/5/2000
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm151_00.htm

    Circolare n. 237 del 20/10/2000
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/pstd/cm237_00.htm
    Nell'ambito dei servizi realizzati a supporto della diffusione della multimedialità nella didattica è stata attivata l'iniziativa "Catalogo Ufficiale dei Prodotti Multimediali"

    Protocollo n. 1511 del 26/3/2001
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/didattica/quadro/prot_1511.htm



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    Reti di scuole

    Andando alle più recenti circolari, vediamo che le nuove tecnologie prendono sempre più spazio nelle preoccupazioni del Ministero della Pubblica Istruzione.
    All’articolo 7 del seguente Decreto si parla proprio di Reti di scuole, cioè della possibilità per le istituzioni scolastiche di promuovere accordi o di aderire a reti Decreto del Presidente della Repubblica n.275
    Oggetto: Regolamento recante norme in materia di Autonomia delle istituzioni scolastiche ai sensi dell'art.21, della legge 15 marzo 1999, n.59
    http://www.istruzione.it/innovazione_scuola/amministrazione/normativa/legge59_97.htm

    …. …. Art. 7
    (Reti di scuole)
    1. Le istituzioni scolastiche possono promuovere accordi di rete o aderire ad essi per il raggiungimento della proprie finalità istituzionali.
    2. L'accordo può avere a oggetto attività didattiche, di ricerca, sperimentazione e sviluppo, di formazione e aggiornamento; di amministrazione e contabilità, ferma restando l'autonomia dei singoli bilanci; di acquisto di beni e servizi, di organizzazione e di altre attività coerenti con le finalità istituzionali; se l'accordo prevede attività didattiche o di ricerca, sperimentazione e sviluppo, di formazione e aggiornamento, è approvato, oltre che dal consiglio di circolo o di istituto, anche dal collegio dei docenti delle singole scuole interessate per la parte di propria competenza.
    3. L'accordo può prevedere lo scambio temporaneo di docenti, che liberamente vi consentono, fra le istituzioni che partecipano alla rete i cui docenti abbiano uno stato giuridico omogeneo. I docenti che accettano di essere impegnati in progetti che prevedono lo scambio rinunciano al trasferimento per la durata del loro impegno nei progetti stessi, con le modalità stabilite in sede di contrattazione collettiva.
    4. L'accordo individua l'organo responsabile della gestione delle risorse e del raggiungimento delle finalità del progetto, la sua durata, le sue competenze e i suoi poteri, nonché le risorse professionali e finanziarie messe a disposizione della rete dalle singole istituzioni; l'accordo è depositato presso le segreterie delle scuole, ove gli interessati possono prenderne visione ed estrarne copia.
    5. Gli accordi sono aperti all'adesione di tutte le istituzioni scolastiche che intendano parteciparvi e prevedono iniziative per favorire la partecipazione alla rete delle istituzioni scolastiche che presentano situazioni di difficoltà.
    6. Nell'ambito delle reti di scuole, possono essere istituiti laboratori finalizzati tra l'altro a:
      • a. la ricerca didattica e la sperimentazione;
      • b. la documentazione, secondo procedure definite a livello nazionale per la più ampia circolazione, anche attraverso rete telematica, di ricerche, esperienze, documenti e informazioni;
      • c. la formazione in servizio del personale scolastico;
      • d. l'orientamento scolastico e professionale.
        • Quando sono istituite reti di scuole, gli organici funzionali di istituto possono essere definiti in modo da consentire l'affidamento a personale dotato di specifiche esperienze e competenze di compiti organizzativi e di raccordo interistituzionale e di gestione dei laboratori di cui al comma 6.
        • Le scuole, sia singolarmente che collegate in rete, possono stipulare convenzioni con università statali o private, ovvero con istituzioni, enti, associazioni o agenzie operanti sul territorio che intendono dare il loro apporto alla realizzazione di specifici obiettivi.
        • Anche al di fuori dell'ipotesi prevista dal comma 1, le istituzioni scolastiche possono promuovere e partecipare ad accordi e convenzioni per il coordinamento di attività di comune interesse che coinvolgono, su progetti determinati, più scuole, enti, associazioni del volontariato e del privato sociale. Tali accordi e convenzioni sono depositati presso le segreterie delle scuole dove gli interessati possono prenderne visione ed estrarne copia.
        • Le istituzioni scolastiche possono costituire o aderire a consorzi pubblici e privati per assolvere compiti istituzionali coerenti col Piano dell'offerta formativa di cui all'articolo 3 e per l'acquisizione di servizi e beni che facilitino lo svolgimento dei compiti di carattere formativo. ….. …..


    L’idea della creazione di una rete di scuole era già stata proposta nel PSTD, ove si recita:

    "Creazione di una rete di scuole
    E’ necessario arrivare a costruire una rete, largamente basata sulla utilizzazione dei sistemi telematici, che coinvolga tutti i soggetti interessati e renda efficaci i processi di comunicazione, di condivisione delle informazioni e dei prodotti didattici, e di cooperazione. La costruzione di questa rete è nello stesso tempo un risultato del programma di sviluppo delle tecnologie didattiche e un suo strumento essenziale. La rete sarà quindi avviata contestualmente ad esso. Sono chiamati in causa problemi organizzativi complessi considerato che lo stesso panorama delle tecnologie e dei servizi telematici è in piena evoluzione. Le soluzioni saranno necessariamente articolate ed evolutive."
    Molte scuole hanno recepito tale indicazione, hanno quindi realizzato delle reti collaborative con motivi di studio e ricerca didattica e che risultatno di grande interesse.
    Navigando su Internet se ne trovare un esempio all'indirizzo http://www.delfo.forli-cesena.it/scuoleinrete/index.asp: viene mostrato Il Progetto Scuole in Rete che unisce 35 scuole delle province di Forlì e Cesena.



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    IL CABLAGGIO (C.M. 152, 18 ottobre 2001)

    Andando alle più recenti , sicuramente è veramente significativa la Circolare Ministeriale n. 152 del 18 ottobre 2001 (http://www.istruzione.it ) che ha per oggetto: "Infrastrutture tecnologiche nelle scuole - Indicazioni operative e finanziarie per l'anno 2001", la quale mette in primo piano proprio l’urgenza del CABLAGGIO delle scuole."
    Richiama lo sviluppo di due azioni concorrenti:
    • ”A) cablare, in tutto o in parte, ogni istituzione scolastica, creando reti di istituto con un numero di punti di accesso adeguato al numero di stazioni di lavoro e dotare ogni scuola, che ne sia sprovvista , di dispositivi di accesso alla rete esterna (server, router...), nonché di un collegamento telefonico con larghezza di banda di trasmissione sufficiente per gli usi didattici multimediali.
    • B) incrementare il numero delle postazioni di lavoro in rapporto agli allievi, le dotazioni di periferiche e tecnologie audiovisive, nonché aggiornare il parco macchine. In tale ambito si ribadisce l'esigenza di assicurare la disponibilità di stazioni di lavoro multimediali fisse o mobili per la formazione del personale della scuola, con prioritario riferimento ai docenti neo-reclutati che prestano l'anno di formazione. ”


    E predispone relativi finanziamenti per la realizzazione dei seguenti obiettivi:

    • “estendere il cablaggio delle istituzioni scolastiche o realizzarne ex novo una prima configurazione minima (orientativamente il finanziamento per ogni istituzioni scolastica è valutabile in una cifra media di 13 milioni, con priorità per le scuole sprovviste di cablaggio);
    • gestire le spese correnti per il funzionamento delle infrastrutture tecnologiche, incluse le spese di connessione ad Internet (orientativamente il finanziamento destinato ad ogni istituzione scolastica, è di 3 milioni di lire, con priorità per le scuole meno dotate di risorse proprie)
    • incrementare e/o aggiornare le attrezzature multimediali.

    Tenuto anche conto, come detto in precedenza, delle esigenze connesse all'autoformazione o formazione a distanza del personale della scuola, i finanziamenti dovranno prioritariamente essere destinati all'aumento delle postazioni informatiche per le istituzioni scolastiche meno dotate.”




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    IL NUOVO PIANO DI AGGIORNAMENTO PER GLI INSEGNANTI (C.M. 55, 21/05/2002)

    Di notevole interesse anche una delle ultime norme, la Circolare Ministeriale n. 55 del 21 maggio 2002 ( http://mpi.it/news/2002/cm55_02.htm) che ben riassume il Ministro Moratti stesso sempre nell’intervista già menzionata sul quotidiano Il sole 24ore:

    “…abbiamo recentemente attivato un piano di formazione a livello nazionale, coerente con il Settimo obiettivo del piano di e-government nazionale, che prevede un percorso di base rivolto ai docenti con scarsa o nessuna competenza nell'uso delle tecnologie informatiche. Questo percorso di base coinvolgerà circa 160mila docenti, che conseguiranno la Patente europea del computer (Ecdl). Inoltre è previsto un cammino formativo per creare una figura di "consulente", ovvero il docente esperto nelle metodologie e nelle risorse didattiche offerte dall'information technology, che coinvolgerà 13.500 docenti. Vi saranno poi i corsi per costruire una figura di "responsabile" delle infrastrutture tecnologiche della scuola, o di reti di scuole collegate fra loro, che riguarderanno circa 4.500 docenti. Gli obiettivi formativi di quest'ultimo percorso saranno orientati a competenze di gestione di una complessa infrastruttura tecnologica. Questi corsi si aggiungono a quelli patrocinati dal ministero dell'Università e ricerca, svolti a titolo gratuito da società del calibro di Microsoft, Intel e Cisco….”

    Infatti la circolare che ha per oggetto: Piano Nazionale di Formazione sulle Competenze Informatiche e Tecnologiche del Personale della scuola (decreto Consiglio dei Ministri 22 marzo 2001), prevede un ampio progetto articolato in tre tipologie di percorsi formativi tesi a dare competenze:
    • a. “sull’uso del computer nella didattica e nella gestione della scuola
    • b. sul coordinamento e l’orientamento all’uso delle risorse tecnologiche e multimediali nella didattica.
    • c. Sulla configurazione e sulla gestione di infrastrutture tecnologiche nelle scuole.”

    Segue in allegato un progetto tecnico con più di 100 pagine che illustra gli obiettivi precisi ed i contenuti di ogni percorso.





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    Il progetto Internet@scuola

    Alla pagina: http://www.studiocelentano.it/editorial/articolo.asp?id=306 troviamo questo articolo:

    E’ stata sottoscritta recentemente una convenzione tra il Ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ed il Ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri che prevede il progetto Internet@scuola. Tale progetto e’ molto ampio ed annovera tra i suoi principali obiettivi: l’accessibilita’ alla Rete nell’85% delle scuole entro il 2005, progetti di e-learning e la possibilita’ di collegamento degli studenti da casa e dagli ospedali. In particolare il collegamento telematico scuola-casa favorira’ il pieno sviluppo della c.d. “Telescuola”. E’ previsto un progetto pilota che coinvolgera’ 50 scuole di ogni ordine e grado in tutta l’Italia.
    Napoli - Come e’ noto la teleamministrazione, la realizzazione di una rete nazionale e la stessa diffusione dell’e-learning nella P.A. costituiscono obiettivi di primaria importanza del processo di informatizzazione pubblica che il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie ha ribadito nella direttiva denominata “Linee guida in materia di digitalizzazione dell’amministrazione”. Naturalmente il mondo della scuola non e’ estraneo a tali iniziative, anzi esiste un progetto imponente (che costituisce la piu’ grande iniziativa realizzata in Europa) che punta ad una piena diffusione delle tecnologie dell’informazione nelle scuole italiane e sta coinvolgendo 68.000 docenti. In tale contesto si inserisce questa convenzione Internet@scuola che mira, principalmente, a sviluppare la comunicazione nella costruzione dei processi di apprendimento.

    Molti studi e molte ricerche sul campo hanno evidenziato che, dove si riesca a costruire tra i ragazzi un serio scambio di idee, si creano le condizioni per farli riflettere su quello che stanno imparando. Questa comunicazione con classi di altri luoghi, opportunamente indirizzata dagli insegnanti su contenuti didattici, oltre che essere piu’ motivante per gli alunni e’ anche piu’ proficua per l’apprendimento, ci si potra’ infatti confrontare con altri modi di fare, altri modi di pensare. Il progetto “telescuola”, inizialmente avviato con le scuole materne, elementari e medie delle province di Ancona, Matera, Milano, Napoli ed Udine, e’ illuminante in questo senso e costituisce uno dei pochi progetti scolastici in cui la rete non e’ utilizzata per pubblicare lavori finiti ma e’ lo “spazio di lavoro collettivo” di classi lontane.

    Questo significa che i prodotti di “Telescuola” sono prodotti collettivi, costruiti assieme usando la rete per discutere e comunicare. Quindi, a parte le schermate di collegamento, le pagine sono prodotte dalle classi che ne curano i contenuti e la forma. Si fa ricorso, quindi, alla telematica per migliorare gli apprendimenti lavorando insieme, piu’ che per documentare attivita’ gia’ concluse. Anche l’e-learning si fonda su tale principio ed il relativo progetto nazionale prevede iniziative che costituiscono il presupposto fondamentale di qualunque progetto di ICT quali, ad esempio, cablare le scuole in banda larga, diffondere i pc, collegarli alla rete web, formare gli insegnanti per l’uso delle nuove tecnologie, formare gli insegnanti alla didattica cooperativa, sviluppare siti Internet piu’ ricchi ed interattivi.

    Sempre nell’ottica dell’e-learning, e’ ovvio che con la disponibilita’ della banda larga sara’ agevole il collegamento audio-video di alta qualita’ tra centri e varie diramazioni sul territorio con un docente che potra’ gestire fino a cento postazioni in contemporanea, per non parlare poi delle enormi potenzialita’ dei sistemi satellitari. La diffusione delle metodologie di e-learning, comunque, anche se in grande progresso, e’ ancora parziale in quanto esiste una convinzione che ritengo erronea di una effettiva validita’ della didattica a distanza solo in funzione integrativa rispetto all’insegnamento tradizionale. In altri termini, secondo questo orientamento, l’e-learning dovrebbe servire solo a verificare i risultati acquisiti dai singoli utenti.
    Onestamente questa e’ una visione molto riduttiva delle effettive potenzialita’ dell’e-learning che invece, grazie alle attuali tecnologie, rende possibile un’interazione tra docente ed allievo estremamente valida nonostante la distanza ed inoltre consente la predisposizione di piani personali di formazione dove l’allievo viene costantemente seguito ed aiutato durante il suo percorso.

    Anche per il personale amministrativo della scuola e’ stato previsto un progetto di formazione on line denominato “Trampi” che sfrutta diversi strumenti per raggiungere l’obiettivo di un utilizzo semplice e di un apprendimento rapido ed efficace, non disdegnando anche momenti di autentico relax. La piattaforma rispecchia per grandi linee le caratteristiche del campus universitario e la grafica accattivante invoglia l’utente ad avvicinarsi a questo innovativo metodo di formazione.

    Per capire il progetto Internt@Scuola si può andare all'indirizzo http://www.edscuola.it/archivio/cronologia/0722.html#Internet@Scuola dove si parte da un interessante studio della scuola italiana nell'insieme delle scuole europee: un'analisi dai risultati non molto confortanti. L'idea del progetto dunque è migliorare la situazione elevando qualitativamente i meccanismi di insegnamento-apprendimento.

    Un elenco completo delle leggi e circolari in materia di informatica a scuola è possibile consultare la pagina web: http://www.edscuola.it/archivio/archivio21.html



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    In Europa

    A livello europeo si sta facendo molto: la stessa Circolare Ministeriale n. 152 già menzionata prende quale “punto di riferimento per la programmazione dell’Innovazione Tecnologica il Piano di Azione Europea del 24 maggio 2000, che prevede per i sistemi scolastici europei precisi obiettivi (www.europa.eu.int )” e ne trae gli obiettivi fondamentali:
    • “incrementare l'accessibilità per studenti, docenti e personale della scuola alle risorse interne, anche attraverso la migliore organizzazione ed il potenziamento delle stesse e tenuto conto delle esigenze relative all'autoformazione e formazione a distanza del personale della scuola;
    • favorire l'accesso ai servizi in rete telematica da parte di tutte le componenti scolastiche.”

    Nel numero 24 della rivista telematica Telèma, Luigi Dell’Aglio intitola il suo articolo “Si costruisce on-line l’Europa dell’Istruzione” e spiega cosa si sta facendo attualmente per la vera “Europa dell’istruzione e della cultura”, riferendosi anche a quanto detto da Vivane Reding, commissario dell’Unione Europea per l’Educazione. “La vera "Europa dell'istruzione e della cultura" nasce ora, grazie alle tecnologie dell'informazione. La diffusione di Internet come strumento didattico e di ricerca spinge le scuole europee a collaborare fra loro, a scambiarsi le esperienze migliori, come mai era avvenuto finora; e questa è l'occasione propizia anche per migliorare la qualità dell'insegnamento e dell'apprendimento. Un processo di integrazione che avrebbe richiesto decenni prende un ritmo accelerato sotto l'incalzare della sfida tecnologica………… A far nascere una nuova Europa dell'istruzione mira European schoolnet (Eun), un'iniziativa che riunisce 23 paesi, i quindici che sono membri dell'Unione europea più Norvegia, Svizzera, Islanda, Polonia, Ungheria, Slovenia, Israele e Marocco. European schoolnet è una rete di reti didattiche, un servizio on line per oltre 500.000 scuole europee e circa dieci milioni di docenti, che finora mai avevano avuto la possibilità di dialogare direttamente e incisivamente sui temi essenziali dell'innovazione, della qualità didattica e dell'aggiornamento di chi insegna. European schoolnet si articola in vari progetti (myEurope: rafforzare la conoscenza del l'Europa; e-Schola: potenziare l'organizzazione scolastica e le opportunità di apprendimento; Virtual school: confrontare i metodi d'insegnamento dei diversi paesi).
    ………….Il dialogo on line permette di dar vita a situazioni che finora non erano neppure lontanamente immaginabili. Alunni di diverse scuole europee possono studiare insieme una parte del programma di fisica o di chimica. Un professore inglese può fare lezione direttamente a una classe italiana; un professore italiano può valutare gli studenti di una classe francese………….
    Vengono a crearsi unità didattiche europee ai vari livelli. «Si sviluppa così un'efficace sinergia tra le scuole del continente» osserva Gorla.
    Se l'insegnante diventa il sapiente coordinatore delle ricerche compiute dagli studenti, l'avvento delle nuove tecnologie può contribuire seriamente a innalzare la qualità dell'istruzione. E in quale lingua ci si esprime, nel dialogo scolastico senza frontiere? In inglese, di certo, ma anche nelle altre lingue europee. «Senza però dimenticare di fare spazio, ogni volta che si può, alla lingua di Dante, che ha fascino». Il sito per mettersi in contatto con Eun è: eschola@eun.org




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  2. LA PRIVACY:
    1. La sicurezza dei dati
    2. Il Copyright
    3. La Privacy

    Nell’uso del computer in classe con accesso ad Internet bisogna prendere in considerazione tre questioni estremamente importanti per non intercorrere in problemi che già di fatto si sono presentati laddove questi strumenti si utilizzano correntemente: la sicurezza dei dati, il Copyright, La Privacy.
    1. "Sicurezza dei dati
      L'utilizzo sempre maggiore di sistemi informatici, spesso connessi tra loro, è il motivo le problematiche legate alla sicurezza dei dati sono in rapida crescita. Per ovviare inconvenienti che ne potrebbero derivare è opportuno cautelarsi, essere con-dell'importanza dei sistemi di sicurezza e adottare alcune regole basilari. Prima cosa è necessario conoscere due fondamentali strumenti di protezione per i dati informatici: l'uso di password e le copie di backup
      • La password
        Per evitare che utenti non autorizzati riescano ad accedere a informazioni riservate è opportuno utilizzare una password. Si tratta di una parola d'ordine, costituita da caratteri alfabetici o numerici che è necessario digitare per poter utilizzare un computer.
        Molti sistemi operativi, come Windows, in fase di avvio del computer consentono l'utilizzo di password di protezione, utili a impedire l'accesso a persone non autoriz­zate che, volontariamente o involontariamente, potrebbero infettare il computer con virus informatici, cancellare o duplicare dati importanti.
        Oltre che accedere al sistema operativo, una password può consentire di condividere in rete, collegamenti a lnternet o alla posta elettronica, dati riservati o documenti protetti............
      • Backup
        Che cosa c'è di più importante in un computer dei dati in esso contenuti? Si è visto che le password evitano il danneggiamento di dati da parte di un'utenza inde­siderata, ma un'ulteriore accorgimento assicura di rintracciare il patrimonio informaco perso accidentalmente o in seguito al malfunzionamento dell'hard disk. Si tratta delle cosiddette copie di buckap ossia copie di sicurezza dei dati presenti in in un computer. Nelle grandi aziende i backup vengono gestiti automaticamente, viene cioè creata autoomaticamente una copia di sicurezza del lavoro, grazie all'uso di strumenti hardware e software tecnologicamente avanzati e sofisticati e sfruttando la pre­senza di reti di collegamento.................



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    2. Copyright
      La legge sul'copyright (right to copy, diritto di riprodurre) impone limiti alla diffusio­ne di opere dell'ingegno per proteggere i diritti morali e materiali dell'autore di un opera originale. Normalmente viene applicata in ambito editoriale alla diffusione di libri o riviste, ma anche per registrazioni audio e video, per software informatici e altro ancora. La maggior parte dei softwaye è protetta non solo dal copyright, per il quale è ille­gale produrne copie, ma anche da clausole dettate dal contratto di licenza d'uso. Un programma protetto da copyright è caratterizzato dal simbolo ©, seguito da una nota.
      Non è lecito riprodurre materiale protetto da copyright, ma nonostante ciò la dupli­cazione (illegale) di videocassette o CD originali avviene di frequente. Anche l'installazione dello stesso programma su più computer è un atto illecito, indipendentemente dal fatto che essi appartengano a un unico proprietario, a meno che egli non possieda una licenza per ogni singola macchina.
      È invece consentita dalla legge la realizzazione di una sola copia di sicurezza (backup) di ogni software posseduto. Tale copia deve essere utilizzata esclusivamente al fine di preservare l'integrità del supporto originale, pertanto dovrà essere sempre accompa­gnata dall'originale.
      Anche per i software distribuiti gratuitamente (spesso direttamente tramite Internet), chiamati freeware, è consigliato controllare le indicazioni riguardanti la protezione copyright. Non sempre, infatti, questi programmi possono essere divulgati libera­mente. Per i programmi shareware, invece, è necessario un pagamento al momento della re­gistrazione come utenti, ma tali programmi possono essere utilizzati anche senza re­gistrarsi, e possono essere diffusi senza alcun vincolo. Perché allora un utilizzatore do­vrebbe scegliere di pagare? Perché, dopo averlo installato sul computer, il programma shareware può presentare diverse limitazioni:
      • Ogni volta che si avvia il programma è possibile incappare in una maschera che avvisa l'utente della necessità di registrarne l'utilizzo.
      • Le funzioni di salvataggio dei file, di stampa ecc. possono essere disabilitate.
      • Trascorso un certo periodo di tempo il programma può sospendere automatica­mente il funzionamento.

      Si tratta, in un certo senso, di programmi di prova. Dopo un primo momento di prova, è possibile decidere di continuare a utilizzare il programma shareware regi­strandolo e pagandolo, attraverso varie modalità..........In seguito alla registrazione gli autori del programma shareware invieranno all'utente il completamento del programma, che permette di renderlo definitivamente operativo.
      Nel caso, invece, non si ritenga necessario utilizzare lo shareware, è obbligatorio ai fini di legge rimuoverlo dal proprio computer..........
      Prima di procedere a qualunque tipo di installazione è buona norma controllare le limitazioni d'uso indicate sulla confezione del program­ma acquistato, leggendo attentamente la documentazione allegata.



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    3. Privacy o riservatezza
      Il diritto alla riservatezza è l'espressione più concreta di libertà, che va tutelata con particolari normative. L'utilizzo di sistemi informativi contenenti dati personali aumenta l'esigenza di salvaguardare il diritto alla riservatezza.
      Le leggi che regolano il rispetto della privacy esigono l'osservanza delle finalità per le quali i dati sono stati registrati. È illecito, per esempio, che una compagnia di assicu­razioni, per trarne vantaggi economici, divulghi informazioni personali di carattere medico, senza il consenso dell'interessato.
      La società tecnologizzata nella quale viviamo necessita di regolamentazioni riguardan­ti gli archivi elettronici e la trasmissione di dati in Internet. Strumento di numerose ricerche, di divertimento, di giochi, Internet è il più comune mezzo di scambio di informazioni riservate. La possibilità di usare a scopi illeciti queste informazioni è uno dei problemi che vincolano maggiormente lo sviluppo dell'utilizzo commerciale della Rete, suscettibile di spiacevoli manipolazioni.
      Anche la posta elettrqnica è uno strumento soggetto agli stessi pericoli e gli utenti che ne fanno uso devono essere rassicurati sul fatto che i messaggi non vengano letti da persone non autorizzare. Per ovviare a questo inconveniente è necessario utilizzare software per la crittogralia, divenuti ormai uno standard integrato in tutti i programmi per la gestione della posta elettronica. Ma non possiamo sperare che la tecnologia da sola risolva il problema, senza un efficace intervento legislativo.
      Le leggi che promuovono il rispetto dei dati personali sono ormai diffuse in molti paesi. Il primo intervento in tal senso in ambito europeo risale al 1981, quando l'Unione Europea ha emanato la "Convenzione per la protezione delle persone in re­lazione all'elaborazione automatica dei dati a carattere personale", che contiene una serie di raccomandazioni relative alla regolamentazione delle banche dati. In Italia, la legge più importante in materia è la legge 675 del 1996, i cui principi generali garantiscono il diritto alla pri­vacy specificandone le modalità di applicazione............" (da Rubini - De Marchi, Concetti di base - Gestione dei file, Apogeo, pag. 60 e seguenti)



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    LA PUBBLICAZIONE DEL SITO WEB DELLA SCUOLA E DEI LAVORI SCOLASTICI

    Per avere una visione più ampia la legge va letta con attenzione nella sua integrità, ma per quanto riguarda il lavoro scolastico è interessante verificare che la situazione sempre più frequente è quella della pubblicazione del sito web della scuola e delle produzioni scolastiche dagli alunni in raccolte ipertestuali.
    Il sito web ha lo scopo di presentare la scuola non solo materialmente ma soprattutto per il percorso e la valenza formativa ed educativa: strutture e risorse, progetti... possono essere presi in visione da tutti, per una trasparenza della quale le istituzioni scolastiche pubbliche non possono più fare a meno.
    Il sito della scuola può diventare un punto di riferimento per genitori, alunni e insegnanti nel caso in cui si decida di inserire l'elenco dei libri di testo, la modulistica per le iscrizioni, le scadenze, gli orari... Con esso si può contattare rapidamente via e-mail la scuola, in qualunque posto ci si trovi e per qualunque bisogno.
    I lavori scolastici degli alunni possono essere il risultato di un progetto, di un percorso, di uno studio, ma anche semplicemente un insieme di materiale documentativo a scopo didattico o di ricerca o una raccolta per "non dimenticare", una sorta di "ricordo" di un certo periodo formativo (le foto di una visita guidata, per esempio).
    In entrambi i casi si ritiene che debba essere lo stesso Dirigente Scolastico a decidere il carattere e la rilevanza del materiale da pubblicare in rete, tenuto conto anche la attuale situazione di assoluta libertà di cui gode Internet. Le limitazioni a questa totale libertà della "Grande Rete" sono in realtà poste oltre che dal Dirigente, dalle norme sul copyright e sulla privacy di cui sopra e le informazioni reperite in tal senso portano comunque sempre ad un unica via: la necessità per la messa in rete del lavoro dei nostri alunni di una autorizzazione di chi detiene la patria podestà, con la presa visione di quanto verrà pubblicato; una liberatoria dunque che consenta l'uso di opere originali soprattutto scritte, ed eventuali dati personali.
    Ecco cosa dice in proposito Rita Lugaresi sul sito
    www.treccani/interline/scuola/e/le/leggi.htm

    "Domanda
    In un contesto di documentazione didattica e pubblicazione delle ricerche (carta/cd rom/internet) costituisce violazione del diritto di privacy la presenza di immagini degli alunni? In caso positivo è possibile conciliare diritto e informazione? Come? Rappresenta una soluzione il consenso da parte dei genitori? Qualora il consenso debba essere espresso per iscritto vi sono modelli standard per una formulazione dello stesso?

    Risposta
    La situazione rappresentata dalla lettrice integra fattispecie di natura privatistica afferenti l'attività negoziale. Come tali, regolate dal diritto civile. Nel caso specifico, peraltro, sembrano configurarsi due possibili situazioni: la donazione o la compravendita. La pubblicazione di immagini, infatti, può essere autorizzata dal soggetto interessato mediante un'erogazione liberale (donazione). Dunque, a titolo gratuito. Oppure dietro pagamento di un corrispettivo. In entrambi i casi si configura l'esercizio della cosiddetta capacità di agire. Vale a dire della facoltà di compiere atti giuridici. Una qualità che il soggetto acquista solo al compimento del termine che dà luogo all'acquisizione della maggiore età. Prima di tale termine, di norma, ogni atto relativo all'esercizio della capacità di agire dovrà essere effettuato direttamente dal genitore o da chi ne fa le veci. Di qui la necessità di acquisire una preventiva autorizzazione da parte del genitore medesimo. Tale autorizzazione dovrà essere redatta in forma scritta e dovrà recare una semplice manifestazione di volontà, da parte del genitore, volta a consentire l'uso dell'immagine fotografica del proprio figlio, secondo i fini indicati nella dichiarazione stessa.
    L'autorizzazione del genitore libererà la scuola dalle relative responsabilità, limitatamente agli ambiti definiti dalla dichiarazione stessa."


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    LE AUTORIZZAZIONI E IL PARERE DI UN ESPERTO LEGALE

    Ancora più chiara è la risposta di un consulente legale al quale è stata sottoposta la lettura delle seguenti autorizzazioni:

    AUTORIZZAZIONE n°1
    Castel Del Piano,_________________________
    Il genitore____________________________________
    dell’alunno___________________________________
    autorizza la raccolta del LAVORO SCOLASTICO che consiste in:
    • Materiale scritto individuale e di gruppo
    • Produzioni disegnate individuali e di gruppo
    • Foto scattate dagli alunni
    • Foto scattate dagli insegnanti durante le attività didattiche più significative (gite, visite, …)
    • Registrazioni vocali/musicali su personal computer
    • Registrazioni fono/video su videocamera digitale
    in un CD-ROM
    • Da distribuire alle famiglie interessate
    • Come documentazione per scopi didattici
    • Per la pubblicazione sul sito Internet della scuola
    (*) Fare una crocetta su quanto si ritiene da autorizzare

    FIRMA del genitore ____________________


    Questa prima liberatoria andrebbe sottoposta alla firma del genitore a inizio d'anno. In questo modo risulterà informato preventivamente di quanto un'insegnante ha progettato.
    Precedentemete alla pubblicazione del materiale raccolto, si richiede la firma della successiva:

    AUTORIZZAZIONE n° 2


    Castel Del Piano,______________________________
    Il sottoscritto______________________
    genitore dell’alunno ___________________________
    dichiara di aver preso visione del materiale e autorizza ai fini della raccolta scolastica su CD-ROM da distribuire alle famiglie interessate, come documentazione per scopi didattici, per la pubblicazione sul sito Internet della scuola finalizzata a scopi unicamente didattici.
    Si rende noto che la distribuzione, la documentazione e la pubblicazione di cui sopra seguono le regole dettate in tale materia dall’Istituto ......


    Il consulente ritiene che questa seconda autorizzazione sia la giusta "liberatoria", probabilmente perchè prevede anche la presa visione del materiale che verrà pubblicato in rete. "Le cose importanti (da ricordare) - afferma il consulente - (sono) : secondo il D.P.R. 318/99 i dati devono essere protetti con la parola chiave e che vi sia un responsabile addetto al trattamento o, se vi sono più addetti, occorre indicarli per iscritto assegnando a ciascuno una parola chiave.
    Se poi i dati sono contenuti in elaboratori accessibili in rete occorrono codici identificativi degli incaricati al trattamento dati e gli elabortaori devono essere protetti dal rischio di intrusione ex art.615-quinquies Cod.Penale con appositi programmi. "
    In questo caso si può pensare ai dati contenuti dal personale di segreteria o dagli insegnanti qualora adottassero il registro di classe elettronico: come si è visto in precedenza i dati devono essere protetti da password e deve esserci un responsabile del trattamento dei dati stessi (nel nostro caso il Dirigente Scolastico)

    "Ad ogni buon conto ritengo che una volta ottenuta l'autorizzazione dei genitori o di chi eserciti la potestà genitoriale non dovrebbero esserci problemi. Il nome di battesimo di un bambino non può considerarsi dato sensibile.
    Per dato sensibile si intende quello "idoneo a rivelare l'origine razziale ed etnica le convinzioni religiose...le opionioni politiche ...nonchè i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale". Questi richiedono l'autorizzazione scritta dell'interessato. La Legge però non richiede il consenso dell'interessato quando il trattamento è finalizzato .."unicamente a scopi di ricerca scientifica" quale quella che state svolgendo.
    Circa le autorizzazioni, direi che la n.2 è O.K., aggiungendo" ... per scopi unicamente didattici"
    Per il resto... preciso che la legge è molto rigorosa in materia. Richiederebbe inoltre la comunicazione al Garante dei responsabili del trattamento dei dati personali e comunque il consenso scritto per l'utilizzo di qualunque elemento possa identificare una persona ...."
    (Avv. Paolo Roffilli)


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