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FUCECCHIO > IL FUTURO DEL PARCO CORSINI
Differenti visioni della Libertà
La querelle tra Italia Nostra Sezione Medio
Valdarno Inferiore e il Comune di Fucecchio circa linstallazione
di Eloisa nel Parco Corsini si spense in periodo elettorale per
non dar adito al sospetto di avere sfumature politiche di
parte come si era a suo tempo insinuato. In realtà
è stata solo rimandata a tempi più neutri e ad un
momento in cui lAssociazione avesse un sicuro referente
nellamministrazione comunale: il nuovo Sindaco.
Parco Corsini. Laia davanti alla
Torre Grossa come è adesso e come
sarà dopo linstallazione di Eloisa.
Adesso la questione Eloisa può riaprirsi con lauspicio
che sia il più partecipata possibile dai cittadini fucecchiesi.
Ricordiamo che Italia Nostra mosse i suoi passi non contro lopera
(né tantomeno lartista) ma contro la sua ubicazione:
laia di Parco Corsini. I fucecchiesi sono testimoni di quanto
il paese abbia atteso affinché gli venisse restituita larea
verde e monumentale più pregevole che ci sia entro i suoi
confini. Abbandonata per decenni, ha riacquistato lantico
splendore; da pochi mesi il restauro di Palazzo Corsini, sede
del Museo, ha completato lopera di restituzione del Parco,
merito di un coerente progetto di riqualificazione di quellarea.
Il problema sorge dalla decisione (assai poco pubblicizzata) dellAmministrazione
di collocare una gigantesca statua in marmo bianco, opera del
Maestro Arturo Carmassi, allingresso della più suggestiva
delle torri medievali: quella che mostra ancora le pietre dellantico
castello cadolingio. La statua poggia su un alto piedistallo,
anchesso in marmo, formante un arco con un passaggio di
circa 3 metri. Così ubicata la statua viene dunque a obliterare
e occupare lo spazio naturalmente più fruibile del Parco
per eventi e manifestazioni di vario tipo come pièces teatrali,
concerti, rievocazioni medievali. Le perplessità di Italia
Nostra esposte al vecchio come al nuovo sindaco circa la statua
nel Parco muovono essenzialmente dal contesto del Corsini, luogo
che sembra esser passato immune dal trascorrere dei secoli e che
appare già concluso in un soddisfacente (nonché
suggestivo) assetto monumentale dovuto al fascino del sedimentarsi
di una storia civica che lha visto protagonista assoluto.
Poco chiare inoltre le strategie urbanistiche che hanno mosso
lamministrazione in tale direzione: non si capisce il senso
di Eloisa nel Parco, non è chiaro chi abbia pensato di
collocarla lì (e a che titolo) e, infine, perché
si sia deciso di investire così tanto denaro in quello
che ci appare un complemento esornativo. Eloisa, spese
dinstallazione escluse, è costata circa 500 milioni
delle vecchie lire (la pontederese Oleandra, parto gemellare dello
stesso artista ma grande la metà, è costata inspiegabilmente
1/5!), segno che doveva essere ritenuta una Grande Opera meditata
nellottica di un progetto (condivisibile o meno) attorno
al Corsini. Nientaffatto! Per ammissione dei nostri primi
cittadini, la statua è stata pensata, acquistata, vuol
essere collocata perché risponda ad un trend invalso da
qualche anno che vuole laccostamento di opere ultramoderne
accanto alle antiche e che spesso incontra lentusiasmo di
certi amministratori e le invettive dei più illustri critici
darte (potremmo invitare i lettori volenterosi a fare un
giro alla Fortezza da Basso per rinvenire un eloquente esempio
di quanto la nuova arte giovi allantica!).
Il vero punto della questione sta nel valore che si dà
ai miracoli di conservazione di alcune aree, siano
esse monumentali, paesaggistiche o, eccezionalmente nel Parco
Corsini, entrambe e se è giusto che esse vengano minate
dallingerenza di prepotenti modernità.
Da un incontro con lartista stesso è emerso che la
statua simboleggi lidea della Libertà, valore imprescindibile,
fondante di ogni civiltà democratica contro cui pare addirittura
immorale far obiezione. Infatti la polemica non va ad Eloisa,
che lAssociazione vorrebbe volentieri veder librarsi nel
suo vivace dinamismo altrove, ma al suo prepotente impatto con
latmosfera del Corsini. Si pensi ad un luogo che ha subito
indenne il passaggio dei secoli, cinto dalle mura, dai suoi edifici
e dagli alberi, caso unico o almeno rarissimo di ibernazione
nel contesto di una cittadina industriale, neorestituito ai cittadini
con un pregevole restauro conservativo e ora minacciato dallingerenza
di una statua bianca (a contrasto col mattone) che si piglia buona
parte dellaia, del panorama, ma soprattutto della sua rasserenante
immobilità. È il simbolo della Libertà, questo
pare davvero un argomento disarmante. Ma la Libertà è
un valore astratto, lo si può attribuire ad una statua
quando questa esprima lepopea e i valori di una comunità
o di un popolo, altre volte cè bisogno di abbattere
invece di erigere monumenti per esprimerne il senso: lartista
dà il titolo alla sua opera, il significato è il
frutto del sentimento che lega opera, contesto e pubblico.
Italia Nostra chiede la Libertà per il Parco Corsini di
rimanere comè da secoli, sprofondato nel verde dei
suoi alberi, delle sue siepi, del suo prato, nel rosso delle torri
medievali, nellocra degli altri edifici della Fattoria;
per gli abitanti di Fucecchio di continuare a leggere in quel
luogo eloquenti e tangibili segni del proprio passato. Questo,
per noi, il concetto di Libertà.
Sabrina Carli
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