ultimo aggiornamento    
novembre 2012   

 


FUCECCHIO > IL FUTURO DEL PARCO CORSINI

Differenti visioni della Libertà

La querelle tra Italia Nostra Sezione Medio Valdarno Inferiore e il Comune di Fucecchio circa l’installazione di Eloisa nel Parco Corsini si spense in periodo elettorale per non dar adito al sospetto di avere sfumature politiche ‘di parte’ come si era a suo tempo insinuato. In realtà è stata solo rimandata a tempi più neutri e ad un momento in cui l’Associazione avesse un sicuro referente nell’amministrazione comunale: il nuovo Sindaco.


Parco Corsini. L’aia davanti alla Torre Grossa come è adesso e come
sarà dopo l’installazione di “Eloisa”.


Adesso la questione Eloisa può riaprirsi con l’auspicio che sia il più partecipata possibile dai cittadini fucecchiesi. Ricordiamo che Italia Nostra mosse i suoi passi non contro l’opera (né tantomeno l’artista) ma contro la sua ubicazione: l’aia di Parco Corsini. I fucecchiesi sono testimoni di quanto il paese abbia atteso affinché gli venisse restituita l’area verde e monumentale più pregevole che ci sia entro i suoi confini. Abbandonata per decenni, ha riacquistato l’antico splendore; da pochi mesi il restauro di Palazzo Corsini, sede del Museo, ha completato l’opera di restituzione del Parco, merito di un coerente progetto di riqualificazione di quell’area. Il problema sorge dalla decisione (assai poco pubblicizzata) dell’Amministrazione di collocare una gigantesca statua in marmo bianco, opera del Maestro Arturo Carmassi, all’ingresso della più suggestiva delle torri medievali: quella che mostra ancora le pietre dell’antico castello cadolingio. La statua poggia su un alto piedistallo, anch’esso in marmo, formante un arco con un passaggio di circa 3 metri. Così ubicata la statua viene dunque a obliterare e occupare lo spazio naturalmente più fruibile del Parco per eventi e manifestazioni di vario tipo come pièces teatrali, concerti, rievocazioni medievali. Le perplessità di Italia Nostra esposte al vecchio come al nuovo sindaco circa la statua nel Parco muovono essenzialmente dal contesto del Corsini, luogo che sembra esser passato immune dal trascorrere dei secoli e che appare già concluso in un soddisfacente (nonché suggestivo) assetto monumentale dovuto al fascino del sedimentarsi di una storia civica che l’ha visto protagonista assoluto. Poco chiare inoltre le strategie urbanistiche che hanno mosso l’amministrazione in tale direzione: non si capisce il ‘senso’ di Eloisa nel Parco, non è chiaro chi abbia pensato di collocarla lì (e a che titolo) e, infine, perché si sia deciso di investire così tanto denaro in quello che ci appare un ‘complemento’ esornativo. Eloisa, spese d’installazione escluse, è costata circa 500 milioni delle vecchie lire (la pontederese Oleandra, parto gemellare dello stesso artista ma grande la metà, è costata inspiegabilmente 1/5!), segno che doveva essere ritenuta una Grande Opera meditata nell’ottica di un progetto (condivisibile o meno) attorno al Corsini. Nient’affatto! Per ammissione dei nostri primi cittadini, la statua è stata pensata, acquistata, vuol essere collocata perché risponda ad un trend invalso da qualche anno che vuole l’accostamento di opere ultramoderne accanto alle antiche e che spesso incontra l’entusiasmo di certi amministratori e le invettive dei più illustri critici d’arte (potremmo invitare i lettori volenterosi a fare un giro alla Fortezza da Basso per rinvenire un eloquente esempio di quanto la nuova arte giovi all’antica!).
Il vero punto della questione sta nel valore che si dà ai ‘miracoli’ di conservazione di alcune aree, siano esse monumentali, paesaggistiche o, eccezionalmente nel Parco Corsini, entrambe e se è giusto che esse vengano minate dall’ingerenza di prepotenti modernità.
Da un incontro con l’artista stesso è emerso che la statua simboleggi l’idea della Libertà, valore imprescindibile, fondante di ogni civiltà democratica contro cui pare addirittura immorale far obiezione. Infatti la polemica non va ad Eloisa, che l’Associazione vorrebbe volentieri veder librarsi nel suo vivace dinamismo altrove, ma al suo prepotente impatto con l’atmosfera del Corsini. Si pensi ad un luogo che ha subito indenne il passaggio dei secoli, cinto dalle mura, dai suoi edifici e dagli alberi, caso unico o almeno rarissimo di ‘ibernazione’ nel contesto di una cittadina industriale, neorestituito ai cittadini con un pregevole restauro conservativo e ora minacciato dall’ingerenza di una statua bianca (a contrasto col mattone) che si piglia buona parte dell’aia, del panorama, ma soprattutto della sua rasserenante immobilità. È il simbolo della Libertà, questo pare davvero un argomento disarmante. Ma la Libertà è un valore astratto, lo si può attribuire ad una statua quando questa esprima l’epopea e i valori di una comunità o di un popolo, altre volte c’è bisogno di abbattere invece di erigere monumenti per esprimerne il senso: l’artista dà il titolo alla sua opera, il significato è il frutto del sentimento che lega opera, contesto e pubblico.
Italia Nostra chiede la Libertà per il Parco Corsini di rimanere com’è da secoli, sprofondato nel verde dei suoi alberi, delle sue siepi, del suo prato, nel rosso delle torri medievali, nell’ocra degli altri edifici della Fattoria; per gli abitanti di Fucecchio di continuare a leggere in quel luogo eloquenti e tangibili segni del proprio passato. Questo, per noi, il concetto di Libertà.

Sabrina Carli

 
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