Il Coro Cai di Sondrio: un po' di Storia

 

 a cura di Tito Di Blasi 

 

Nella primavera del 1963 deve essere inaugurata una lapide sul fronte dell'edificio del Liceo Classico G. Piazzi in ricordo degli alunni caduti o dispersi in guerra durante l'ultimo conflitto mondiale.

Il Preside del Liceo, prof. Giacomo Balatti, pensa di accompagnare la cerimonia con alcuni canti di montagna eseguiti da un gruppo di studenti.

A dirigere l'improvvisato coro, viene chiamato il prof. Renato Busin già direttore del disciolto coro ANA di Sondrio negli anni 50.

- Perché non proviamo a ricomporre il Coro? - dice a un tratto il prof Balatti, e subito il prof Busin si illumina in volto.

E' presente alla cerimonia il Prof Bruno Credaro, provveditore agli studi e presidente della locale sezione del C.A.I., il quale approva calorosamente, concede la disponibilità dei locali della sezione e il diritto al coro di fregiarsi del prestigioso nome del C.A.I. Occorre soltanto trovare i cantori.

La voce fa subito il giro dei quartieri e in molti si ritrovano presso la sede del CAI di via Trieste per sottoscrivere la propria disponibilità:

sono in prevalenza appassionati della montagna e coristi del disciolto Coro Ana.

Alcuni di loro, addirittura, avevano fatto parte, nel periodo anteguerra, del Coro dei Muntagnun, sempre diretto dal Maestro Busin, che si era esibito con successo perfino alla Scala di Milano.

Don Giovanni Maccani, parroco di Sondrio, molto vicino ai giovani e amante della montagna, concede in prestito gratuito e definitivo il suo armonium con il quale il Maestro Busin suona le prime note di "Sul cappello che noi portiamo" , un canto facile e orecchiabile, tanto per provare la voce e l'intonazione degli aspiranti coristi.

La selezione non è troppo rigorosa: viene richiesto impegno, disponibilità e un po' d'orecchio e ciò permette di assoldare facilmente una quarantina di elementi fra tenori, tenori secondi, baritoni e bassi.

Il repertorio è quello classico dei canti di montagna e degli alpini.

Per il carisma e per la profonda cultura umanistica e musicale che lo contraddistinguono, viene eletto Presidente del Coro il prof. Luigi Livieri : ha una voce calda e profonda da basso, conosce la musica, suona il violino, insegna lettere antiche e moderne al Liceo Classico, s'è fatto tutta la seconda guerra mondiale dall'Albania alla Germania, campi di concentramento compresi, e soprattutto conosce gli uomini.

Rivestono invece la funzione di vice maestro, quando occorre, due coristi che conoscono bene la musica e suonano indifferentemente sia l'organo che la fisarmonica: Walter Villa e il Maestro Mitta.

Siamo nel 1964, in pieno boom economico, ma il coro non se ne accorge, anzi stenta a reperire fondi o contributi per le sue necessità economiche e finanziarie.

Il primo contributo in danaro viene elargito, con grande sollievo per le casse del coro, dall'amico Attilio Mariani: ben 50 mila lire che per quei tempi sono tantissime, ma che non bastano comunque a coprire le esigenze del coro.

I coristi decidono pertanto di autotassarsi, mentre Italo Maspes, tenore secondo e titolare dell'omonimo negozio di abbigliamento, dona la prima divisa: pantaloni grigi e maglione blu. E' una divisa elegante, lo stemma d'argento del CAI sul petto la rende anche prestigiosa.

A dare poi un'altra carica di energia al coro, viene il Prof Giuseppe Fojanini, primario chirurgo dell'Ospedale civile di Sondrio e appassionato di montagna, il quale dona il primo vero importante organo sul quale il coro costruirà la sua carriera musicale.

Finalmente il Coro CAI si presenta al pubblico sondriese. E' il 16 Dicembre del 1964. Nel salone delle conferenze della Camera di Commercio di Sondrio si radunano un pubblico attento e le autorità locali immedesimate nel loro ruolo di rappresentanza. I quarantacinque emozionatissimi coristi cantano otto canzoni diretti dal Maestro Renato Busin. Il presidente del Coro, prof Luigi Livieri, si limita a sottolineare i valori e i significati di un coro: "Le molte canzoni - dice - sono eloquente testimonianza di maturazione della coscienza civile. Esse si sono così profondamente radicate nell'animo popolare che resistono ai pericoli della facile e della cattiva retorica e con i loro valori musicali e poetici sono una voce non trascurabile della nostra storia civile".

Gli anni passano fra successi e momenti di sconforto.

Qualche corista deve lasciare il coro per motivi di studio o di lavoro: Tino Manfredini, tenore primo di grande valore, assume il primariato di oculistica all'Ospedale San Matteo di Pavia, Alberto Melazzini convola a nozze e dedica le sue attenzioni esclusivamente alla giovane Anna e alla professione di medico, Walter Villa invece emigra all'estero, in Medioriente prima e in Nordafrica poi, per assumere un importante incarico come tecnico elettronico specialista.

Più tardi, il coro perde un bravo e simpatico basso, Gianfranco Paindelli, stroncato da una incurabile e grave cardiopatia.

Il coro cresce e impara che ci vuole impegno, studio, sacrificio, passione e soprattutto scuola. Quando Renato Busin decide di ritirarsi, corteggia il Siro Mauro che dirige il Coro Vetta di Ponte Valtellina e il Coro Monti Verdi di Tirano.

In attesa di conferme, si alternano alla direzione del coro Cai,  Walter Villa e Giancarlo Grillo Della Berta, giornalista e organista della parrocchia di Sondrio.

Corre l'anno 1969 e il Coro CAI di Sondrio dà inizio a una storia nuova: va in ritiro per oltre un anno e si sottopone a dure prove per affinare la tecnica del canto.

Il Maestro Siro Mauro vuole dare al coro una impostazione musicale di alto livello per poi portarlo a confrontarsi con i migliori cori italiani.

Con il suo temperamento e la sua sensibilità ci può riuscire e si entusiasma: da quei cantori non del tutto stonati e un po' burloni si può trarre anche qualche soddisfazione.

Nel frattempo, il prof Livieri accusa i primi sintomi di una lunga malattia che lo porterà a dimettersi dalla carica di presidente.

Egli stesso indica nell'avv. Piero Camanni il suo successore: il nuovo presidente dice di essere stonato e non canta, però è un alpino e ha il cuore aperto e sincero.

Corre l'anno 1972 e, finalmente, arriva il primo grande riconoscimento ufficiale: al concorso nazionale dei cori di Genova, nel dicembre del 1973, il coro CAI di Sondrio conquista il secondo premio assoluto.

La notizia fa eco e poco più tardi, su invito del Maestro Brainovich, sondriese di adozione e direttore del Piccolo Teatro Regio di Torino, il coro tiene nel prestigioso Teatro piemontese un grande concerto al quale partecipa un pubblico numerosissimo, competente e appassionato, che riserva al coro un'accoglienza indimenticabile per il calore e per la dimostrazione di simpatia.

A quel tempo fanno parte del coro tre tenori primi di alto livello, Ernesto Mozzi dal fisico esile ma dalla voce squillante, e due componenti del Coro Monti Verdi di Tirano, Angelo Bergamelli e Odoardo Scagliarini, che trovano motivi di soddisfazione anche nel coro sondriotto.

Il successo ottenuto dal Coro Cai al Regio di Torino e al Concorso Nazionale di Genova, viene ricordato con l'incisione del primo disco: Intorno al falò. In copertina, per dare immagine ai sentimenti che animano la vita del Coro, è riprodotta la fiamma rossovivo di un falò disegnata da Daniela Massera. E' un buon disco che mette in risalto le qualità vocali ed espressive del coro e la sensibilità del Maestro Siro Mauro.  
Intanto, il Sindaco di Sondrio, Saverio Venosta, propone al coro di rappresentare la città nella cerimonia di gemellaggio con la cittadina tedesca di Sindelfingen presso Stoccarda, dove don Alfredo Prioni, un sacerdote originario della Val d'Intelvi ma che trascorre le sue vacanze estive a Monastero di Berbenno in provincia di Sondrio, svolge opera pastorale a favore delle comunità di lavoratori emigranti italiani. Sarà il primo di altri importanti incontri con le comunità italiane all'estero. 
Dopodiché, il coro inizia una intensa attività concertistica nella vicina Svizzera, a Buchs, a Coira, a Zurigo, Locarno e St Moritz, Herilberg e Domat-Ems, su invito dei numerosi complessi corali che desiderano conoscere il coro CAI di Sondrio per la delicatezza delle sue esecuzioni.   Nel 1980 il coro partecipa ripetutamente a concorsi e rassegne e si fa apprezzare per le sue capacità espressive e per la sonorità delle voci. Celebra il suo quindicesimo anniversario di attività con l'incisione del secondo disco.
Nel 1984 ottiene un successo senza precedenti presso la sala G. Verdi del Conservatorio di Milano, cosicché il Maestro Siro Mauro decide di partecipare al concorso nazionale di Appiano Gentile dove ha già ottenuto una vittoria con il coro Vetta di Ponte: il coro CAI di Sondrio conquista il primo premio assoluto: è l'ambito riconoscimento dopo vent'anni di studio e di impegno.
Nel frattempo, dopo un lungo peregrinare fra scantinati e locali in uso e comodato, il coro ottiene l'assegnazione da parte del comune di Sondrio di due  locali in Largo Sindelfingen dove finalmente stabilisce la sua sede. La sala prove viene attrezzata e adattata acusticamente cosicché il Coro può impegnarsi e concentrarsi nell'opera di affinamento del canto: nel 1985 incide il terzo disco "Muntagni muntagni" registrato dalla Fonit Cetra nella nuova e rivoluzionaria tecnica digitale che rende il suono e la riproduzione altamente fedeli: il disco viene presentato a Bormio in occasione dei campionati mondiali di sci e sarà il prestigioso biglietto da visita nella tournée d'Australia. dove, nell'agosto dello stesso anno, il coro andrà ad incontrare le comunità di emigranti valtellinesi.

Del repertorio fa parte anche "Waltzing Matilda" considerato l'inno nazionale australiano.

Per questa occasione, viene presentata una pubblicazione "dalla Valtellina all'Australia" a cura di Tito Di Blasi, contenente la storia del coro e il testo delle più belle canzoni del repertorio.

Un'altra affermazione, nel 1986, pone il coro CAI fra i grandi complessi corali del momento: la conquista del primo premio assoluto al Superconcorso nazionale di Appiano Gentile, riservato ai cori vincitori delle quindici edizioni precedenti.

Da questo momento il coro CAI di Sondrio viene invitato a partecipare alle più importanti rassegne corali e stringe vincoli di amicizia con i migliori cori italiani ai quali cerca ancora di carpire i segreti del bel canto.

Nel 1990 registra il suo quarto disco: "Improvviso" e viene invitato dai Fratelli Comolatti di San Paolo del Brasile, nativi di Stazzona, a partecipare ad una tournée in Argentina e in Brasile con visite e concerti a favore delle comunità di emigranti italiani.

Il disco viene presentato in Brasile e contiene anche un canto in lingua Kéciua in onore di don Ugo De Censi che lo ha composto, un missionario salesiano nativo di Berbenno, che svolge opera pastorale a Ciakas nelle Ande peruviane.

Anche in questa occasione viene proposta una bella pubblicazione, sempre a cura di Tito Di Blasi, con la storia del coro, delle tournée all'estero, il testo di parecchie canzoni del repertorio, e notizie varie corredate da ritratti dei coristi, oltre a numerosi disegni e fotografie che ricordano i momenti associativi più significativi.

Nel 1995 il Coro CAI di Sondrio incide il quinto disco, il suo primo CD, sponsorizzato dal Credito Valtellinese: "Il Coro CAI di Sondrio". La copertina riproduce una bella fotografia del coro nella sala dei balli di palazzo Sertoli. E' un buon disco, sia per la scelta delle canzoni, sia per la sonorità delle voci. E' stato registrato con l'assistenza tecnica del Maestro Gianni Malatesta, arrangiatore di molte canzoni e maestro di Conservatorio. 

Nel 1995 il Coro Cai, oltre a partecipare a numerosi concerti e rassegne, tra i quali anche un concerto per il Trofeo Kima, è invitato all'Alpe Motta di Campodolcino per una messa celebrata dal Cardinale Martini alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Scalfaro.   

  Nel 1996 partecipa a diverse manifestazioni quali la partenza del Giro ciclistico d'Italia, con esibizione per la TV nazionale, e, per la prima volta, è invitato da Mons Sandro Botta a tenere un concerto nella Collegiata dei SS. Gervasio e Protasio.  

 Il 1997 è stato un anno particolarmente intenso: si ricordano partecipazioni a rassegne a Menaggio, Cinisello Balsamo, Laveno Mombello, Acquaseria, Roveredo (Grigioni) per la celebrazione dei 200 anni di separazione della Valtellina dalla Svizzera, Albizzate, e vari concerti in Provincia.  In maggio tiene un concerto a Lanzada con i giovani della Corale Panis Angelicus di Zagabria e partecipa, su invito dei coniugi Caputo, alla presentazione dei vini e della gastronomia valtellinese presso lo Steingenberger Park Hotel di Düseldorf, mentre in giugno è invitato a Sindelfingen per la celebrazione del trentesimo anniversario del gemellaggio della cittadina tedesca con la nostra città. 

Un importante evento, inoltre,  pone l'accento sull'attività corale svolta dal Maestro Siro Mauro a favore dei cori valtellinesi e della nostra città in particolare: il Sindaco di Sondrio, Alcide Molteni, su delibera unanime del Consiglio Comunale, conferisce al Maestro Siro Mauro la cittadinanza sondriese.  La consegna dell'onorificenza  viene formalizzata nel corso del concerto   di fine anno. 

Nel 1998 si ricordano in particolare: a maggio, l'invito nei Grigioni  per i 150 anni di fondazione del Coro Alpino di Flims (Svizzera) e, in ottobre, l'invito a Vasto da parte del Coro Histonium.

 1999  si celebra il 35° anniversario di fondazione del Coro: si tiene un concerto  per Don Ugo De Censi nella Chiesa San Rocco, a Coira  per l'assemblea della Banca Cantonale dei Grigioni, nella Basilica di Madonna di Tirano, e infine, viene registrato il sesto disco per ricordare i 35 anni di attività canora. Il CD contiene nove canti tratti in parte dai  dischi precedenti e altri  dal repertorio corrente. Viene presentato in occasione del concerto d’auguri di fine anno, il 18 dicembre ’99, all’Auditorium Torelli di Sondrio alla presenza di  un pubblico caloroso e appassionato. Nel corso della serata, viene presentato anche il volume di Alberto Melazzini, "I ragazzi del Coro",  un divertente e simpatico saggio che  va ad arricchire la modesta ma pur  preziosa bibliografia del Coro.

Si può ben dire che il Coro CAI di Sondrio, ha un curriculum di intensa attività artistica: il repertorio delle sue canzoni comprende canti di montagna, canzoni popolari e degli alpini, canti sacri e spiritual, alcune canzoni sono state scritte e armonizzate dallo stesso maestro Siro Mauro.

E' gestito da uno staf di sette persone, compreso il maestro e il presidente, e conta oltre cinquanta  elementi: fra questi alcuni dei primi fondatori del coro. 

La sede del coro è in Largo Sindelfingen n° 1: dopo un lungo peregrinare fra sottoscala, androni, locali in uso e comodato, ha potuto finalmente attrezzare una sala prove adatta in un prestigioso edificio di proprietà del Comune. La Sede è composta da una saletta per la ricreazione con l'angolo bar, i tavolini per la partita a carte e la teca dei trofei, da un magazzino ripostiglio al piano sotterraneo, e dalla grande sala delle prove con il prestigioso organo a due tastiere donato da Piergiorgio Del Curto in ricordo del fratello David scomparso tragicamente in Sudamerica: la sala prove è stata acusticamente sonorizzata da Marilena Massera, ideatrice, fra l'altro, insieme a Manuela Di Blasi, della bella scenografia che ogni anno fa da sfondo al Coro nel tradizionale concerto d'auguri all’auditorium Torelli.

Il coro ha avuto anche le sue Madrine, sempre pronte ad offrire il loro sostegno morale e finanziario. Venivano elette in occasione del pranzo di fine anno al Ristorante della Posta di Tato Sozzani. Restavano in carica un anno: la prima Madrina del Coro è stata la signora Emma Dell'Oca Ramponi, a lei sono succedute nell'ordine Jole Rainoldi Maspes, Felicita Bardea Paganoni, Anna Parolo Bettini e infine Alba Caspani Muffatti che, essendo stata sospesa la tradizionale festa della madrina, conserva tuttora "l'ambito " titolo di Madrina del Coro Cai: grazie a lei, è bene sottolinearlo, è stato possibile realizzare le due importanti tournée in Australia e in Sud America.

Il coro affronta il 2000 con un curriculum di eventi importanti: la pubblicazione del sesto CD, la pubblicazione di un saggio di Alberto Melazzini sulla vita del coro, e un indimenticabile concerto in Finlandia su invito dei coniugi Caputo, titolari di un prestigioso ristorante in Germania: per l'occasione, i coristi sfoggiano la nuova divisa, dono di un generoso quanto barbuto corista, illuso fra l’altro di poter mantenere l’incognito per chissà quanto tempo.           Poi,  entra a far parte del Coro Michele Franzina, un giovane di Buglio in Monte, diplomato in trombone a tiro al Conservatorio di Como e  appassionato di canto corale. Egli è consapevole delle doti necessarie per dirigere un coro e frequenta le prove con assiduità per carpire al maestro Siro Mauro i segreti del canto corale. Questi, peraltro, dimostra di apprezzarlo, affidandogli spesso la direzione durante le prove o nei pubblici concerti: forse, è la volta buona, pensa il M° Siro Mauro, finalmente, potrà andarsene "in pensione". 

Per qualche tempo, il M° Siro Mauro seguirà le prove per poi lasciare definitivamente la direzione al nuovo maestro, limitandosi a saltuarie comparse. Il 18 Settembre del 2000, il M° Michele Franzina assume ufficialmente la direzione del Coro Cai di Sondrio: il suo gesto è pieno ed efficace,  come quello di Siro Mauro, il suo sorriso è incoraggiante e i coristi si adattano subito al cambiamento. 

E' giunto il momento di dire "Grazie" a Siro Mauro e il coro  organizza una serata di concerto con la partecipazione dei numerosi cori da Lui diretti: una medaglia d'oro coniata appositamente per il Maestro dei Maestri sarà il simbolo della gratitudine e dell'affetto dei coristi.

E' il 6 Ottobre del 2001: la sala è gremita di amici, appassionati di canto corale, ex coristi, maestri di altri cori, il M° Gianni Mazza e il Sindaco della Città di Sondrio Alcide Molteni. Teleunica riprende l'evento per la registrazione di una videocassetta ricordo. Gli applausi per il Maestro dei Maestri sono carichi di commozione ed egli risponde con un largo gesto delle sue grandi mani, come se volesse riunire tutti in un abbraccio d'amore. 

Il destino, però, riserva una brutta sorpresa agli amici intervenuti per festeggiarlo. Siro Mauro si  presenta sofferente e debilitato da un male incurabile. Il Suo concerto terreno si concluderà pochi giorni dopo, il 10 Ottobre del 2001: il Maestro dei Maestri abbandona la vita terrena per salire in Cielo, lasciando nel cuore di tutti l’eco di un canto che non avrà mai fine…

 

album fotografico

Repertorio delle canzoni

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