in questo sito   la storia di questa notte   le altre notti   ospiti   artisti   Sant'Agata   amici   Firenze   rilancio   realized   home
Ritorno
G. Guastalla per Amedeo Modigliani
Autunno, Livorno superstar!

5 paoli per vedere la Torre di Pisa
Anche Mascagni in rete
Quelli della Curva Nord
Che cos'è un'iconostasi
YORIK
4 febbraio 2001
Formula magica
Livorno: i RIONI
I migliori porti d'Italia
Da Brescia ... Santa Giulia
Anche una mummia tra Pisa e Livorno?
L'Orto Botanico
L'alberino a mare
Il Bagitto
Le Notti nella Venezia
L'emeroteca di Via del Toro
e (potevano mancare?) il cacciucco e il ponce
   Ritorno
 
Che cos'è un'iconostasi
Livorno cosmopolita mette insieme le icone di tre comunità
 
Le Chiese di tradizione bizantina sono quasi tutte orientate, cioè l'altare si trova dalla parte di levante (Est), mentre la porta principale d'ingresso è a ponente (Ovest), e hanno pressappoco la stessa forma. Si dividono in tre parti: il vestibolo o nartece (nàrthix, prònaos), la navata (naòs) ed il santuario (thisíastìtion, vìma), equivalente al presbiterio della tradizione latina.
La navata è separata dal santuario da un tramezzo, in legno o in muratura, che fa da supporto a delle icone e perciò chiamato "iconostasi" (íkonostasion), che ha tre porte: una centrale e due laterali.
[ Cristo Risorto ]
Quella di centro, più larga e più ornata, è detta la porta bella (orea pili) o la porta imperiale (vasiliki pili), che i semplici fedeli ed i chierici, non ancora ín sacris, non possono varcare. La porta bella è chiusa da due battenti di varia altezza e da una tenda (katapètasma). Solitamente rimane chiusa eccetto che in alcuni momenti particolari delle celebrazioni. Si trova in corrispondenza dell'altare (aghìa tràpeza). Le due porte laterali sono chiamate: quella di destra porta sud (notios) o del Diakonikon e quella sinistra porta nord (voria) o della Prothesis. Da queste porte possono accedere nel santuario i chierici non ancora ordinati. Sin dal III-IV secolo si ha notizia di elementi separatori tra la navata ed il presbiterio costituiti da cancelli, transenne di legno o di marmo, da colonne sormontate da un architrave (templon, pergula), quale è possibile vedere per esempio a S. Marco di Venezia.
A queste strutture venivano attaccate tende, addossate o sospese immagini. Così nel IX secolo con la piena legittimazione del culto delle icone invalse l'uso di evidenziarle, sia per venerarle, sia per fare una costante professione di fede nell'incarnazione del Signore. Durante il Medioevo maturò quella che poi divenne la disposizione canonica delle varie immagini sacre sulla superficie dell'iconostasi. Poi, mentre in ambito greco la struttura conservò dimensioni tali da non separare a parete l'ambiente presbiterale dalla navata, in ambito slavo invece lo sviluppo architettonico fu tale da permettere la sovrapposizione delle icone anche in cinque-sei ordini o registri. Ciò portò all'elaborazione di un vero e proprio programma iconografico complesso, che teologicamente e simbolicamente manifestava la linea discendente della divinità e quella ascendente dell'umanità.
di Gaetano Passarelli da "ToscanaOggi"

La mostra, nella chiesa della Santissima Annunziata in via della Madonna a Livorno, è stata inaugurata il 7 aprile: resterà aperta fino al 24 giugno.
Orario: 10-13 e 16-19. Per informazioni rivolgersi all'Ufficio iniziative espositive e promozionali degli istituti culturali (0586-820500, fax 0586-820519).