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STRUDEL  Trash      

STRUDEL TRASH     RACCONTI BREVI

Il quadro dell'imperatore 

 In riva al fiume

Limone e Arancia

Previsioni del Tempo

 

 

                                                          Il quadro dell’imperatore

Lo zar ha dato ordine di appiccare fuoco a Mosca. Napoleone è venuto a conquistarsi l’inferno. Ma appena fuori della città non tutto brucia. Il giardino dei ciliegi e la sua residenza sono infiammati dalle luci delle mille torce accese nei saloni. E’ un ballo di fidanzamento. La contessina Fijodorova sposa il bancario Abraham (Scrokko) Strozzinovich, il grasso ebreo unto e bisunto.  L’onore della contessina è il prezzo per salvare il giardino dei ciliegi.

L’ebreo vaga da un salone all’altro, una voce poi un’altra gli prendono il braccio in modo confidenziale –Scrokko ora che siamo quasi parenti, ci sarebbe da sistemare quel debituccio.- La testa di Scrokko piena di Vodka ciondola di continuo come dicesse di si a tutti.-  Fijodora lo evita e d’altronde gli occhi ebbri di Scrokko non distinguono più le figure femminili. Fijodora cerca rifugio nei suoi ricordi, una mano invisibile la spinge, ansima, inciampa nella sottoveste, quasi sta per cadere sui gradini, ma infine arriva in cima all’ampia scala buia.

-Fijodora, non dimenticare, quando tutto è perduto cerca nel grande baule nella soffitta. – La voce della nonna, la donna più bella di tutte le Russia, che aveva speso la giovinezza lontano da Mosca e Pietroburgo per la gelosia della zarina.

Fijodora non aveva mai aperto la porta della soffitta, per paura dei ragni e che la nonna si burlasse di lei.

La maniglia della porta cede sotto la mano di Fijodora. Stanotte ha paura solo della sua anima. La fiamma delle torce nel giardino passa dalla finestrella e indica la chiave nel baule al centro della stanza tra le raggera delle travi di legno.

Il baule è pieno di oggetti. In cima a guardia una spada da parata da ussaro, un oggetto lavorato in oro e argento, prezioso ma certo non abbastanza da pagare i debiti. Poi buste col sigillo in ceralacca e fogli in caratteri cirillici e latini. La corrispondenza segreta.

Libri con le iniziali incise dai monaci ortodossi, pergamene e icone. Vasellame in oro. Quanto rimane dalle razzie della nobile famiglia in mille anni. Fijodora ne conosce il valore e sospira. Non basta, non basta. Una tela arrotolata la guarda dal fondo del baule. Il ritratto di qualche antenato cavaliere a cavallo, fatto da un pittore di paese. Roba da due soldi. ‘Vediamo la faccia di questo idiota se mi assomiglia. Non vorrei scoprire che sono una bastarda.’ Fijodora si prende in giro, svolge la tela senza fretta.  La mano invisibile la sostiene quando trema, ride, piange. E’ il quadro donato dall’imperatore di Prussia a sua nonna. Uno scherzo della sua mente impazzita. E’ impossibile. Ma c’è un biglietto con lo stemma imperiale –Chi ama la rosa ama le spine.- La più bella di tutte le Russie aveva un caratterino da vipera.

Coppe di champagne traboccanti di diamanti furono offerte inutilmente per avere quel quadro.

Uno specchio pieno di polvere ha riflesso la luce delle torce. Fijodora lo guarda con gratitudine, si solleva le sottane, abbassa il pizzo di fiandra che le copre il fiore biondo  tra le splendide cosce.  Si ammira orgogliosa allo specchio.

 -Questa festa era solo per te,- sussurra al suo  fiore.- Ma ora la festa è finita.-

Tra un minuto darà ordine di gettare Scrokko nel fango della strada. _

 Vedere il quadro dell'imperatore

 

                                                                                        IN RIVA AL FIUME

Judith -Oh, nooo. Ci siamo di nuovo, Non così presto.

Patrizia -Si, Judith, ci siamo di nuovo, coraggio prepariamo le valigie. Mary smettila di dipingerti le unghie e preparati per andar via.  

Mary -Non mi muovo di qui, non é possibile. Ma perché sempre noi?. E' una persecuzione che non finirà mai.

Patrizia- Lo sai benissimo perché. E' sempre stato così.

Mary -Ma è possibile che debba toccare sempre a noi, bisognerà dire basta una volta. Io non mi muovo di qui.

Patrizia - Giulia, vai a vedere se la barca é in ordine. Ce ne andiamo dall'altra parte del fiume, fino a quando questa maledetta storia non sarà finita. Mary smettila di sfogliare quella stupida rivista e vieni a dare una mano.

Judith -Non mi muovo di qui, giuro che quest'anno non muovo di qui.

Patrizia - Fai come vuoi, lo sai la sorte che ci aspetta se ci trovano qui. La sai la canzoncina vero? 'Natale sta per arrivare le oche diventano grasse '. E noi siamo oche, ve lo siete dimenticato?

 

                                                                        Limone e Arancia

Arancia - Limone, aiutami ti prego. Mi vogliono tagliare in due e spremere.

Limone - Ti avevo detto di non metterti in cima al mucchio a mostrarti come una sgualdrina, cosa vuoi che faccia adesso, sono solo un Limone, lo sai bene.

 Arancia ritorna al suo giardino, al sole, di fronte al golfo. Di mese in mese più tonda, florida, la buccia di oro rosso assumeva cento sfumature, le grida dei contadini e cento cose che non capiva. Dondolava al  vento, si rinfrescava alla pioggia, le foglie la riparavano dai rari scoppi di grandine. 

 

Una voce- Chi sono? posso associarmi a loro?

Autore - Sono Arancia e Limone . Tu cosa vuoi fare ?

Una voce- La birra

Autore -La birra non la puoi fare, scegliti una parte sul carretto, ma deve essere frutta in cassetta.

Chi vuoi essere ?

Una voce- Mi maschero da Cedro, oppure, no, Chinotto,mi piace Chinotto. Oppure faccio la Mandarina.

 Autore – Presa come Mandarina. La Mandarina va bene. Ma che Mandarina sei ? la sottomessa moglie del Mandarino? l'ambiziosa moglie del Mandarino? colei che senza apparire gli favorisce la carriera alla corte dei Ming? La prima Mandarina donna in Cina ? colei che perfino l'imperatrice ascolta ? 

Una voce- L'ambiziosa moglie del Mandarino, colei che perfino l'imperatrice ascolta  -

 Autore - Vai avanti.

 Una voce- Cosa devo dirti?

Autore  - Gli intrighi e gli amori della Mandarina, le passioni e le ambizioni .

Seconda voce– Io voglio fare il Chinotto

Autore - Sicura che vuoi essere il Chinotto ?

Seconda voce- Si, lo sono!

Autore - Che parte fa il Chinotto?

Seconda voce- Troppi semi, temo. Non si spreme, ma profuma l'aria intorno a sé.

Autore - Tenti di portar via limone ad Arancia?

Seconda Voce- Mai, mai tentare di sottrarre.

Autore - Aggiungere ?

Seconda Voce- Spargere effluvi, questo si può.

Autore - Abbiamo l'inconscio dannunziano? continua col Chinotto.

Seconda voce- Il Chinotto è piccoletto. E fa frutti poco appariscenti.

Autore - Voglio il carattere

Seconda voce- Poco traballante, turbolento, giocherellone

Autore – Ma dove cresce? 

Seconda voce- Proprio accanto all'Arancia e dietro al Pompelmo Rosa.

E’ molto, forse troppo profumato.

 

Autore - Ha bisogno di sole ?

Seconda Voce- Certo, tutti gli agrumi hanno bisogno di molto sole. Io sono un agrume.

 

                                                                                                            Previsioni del Tempo

La pioggia improvvisa, continua ma leggera, gli stava rovinando l’uniforme, ma questo non bastava a metterlo di cattivo umore, di certo questo sarebbe stato un giorno soddisfacente. Il viaggio dalla città grigia alla bella e aspra riviera di levante era stato gradevole, peccato per la pioggia. L’uomo in uniforme blu entrò nel piccolo atrio dell’ Hotel Riviera e si diresse sicuro fin sotto il sorriso rapace del tipo dietro al bancone della reception.

-Buongiorno, sono il colonnello Evaristo Goccioni, vorrei parlare col direttore. Prego.

-Il signore ha prenotato? Altrimenti mi spiace ma siamo pieni.

-Non sono venuto per una stanza. Devo parlare col direttore.

 –Il direttore sono io, Parodi, Lei forse aveva un appuntamento con me ?

-La decisione deve essere presa all’ultimo momento, dunque non ho appuntamento. Come vanno le cose signor Parodi? Vedo che il ristorante è pieno nonostante il cattivo tempo.

-Ma come vuole che vada, i costi non fanno che aumentare e il personale si passa le ore in lamentele e pretese. Non bastasse, ci si è messo il tempo gramo. Per fortuna i turisti vengono giù da noi anche quando il tempo è gramo, ci conoscono, hanno buona accoglienza, la cucina è casalinga roba genuina.

-Non sarà che i turisti sono venuti perché le previsioni del tempo erano sbagliate? Era prevista sole per stamattina, non nuvolo con pioggerella.

I due si guardano in silenzio. Se c’è un tipo sospettoso questo è l’albergatore, se c’è un albergatore sospettoso questo è il ligure, se c’è un ligure sospettoso questo sta sulla riviera di levante. Gente di riviera gente da galera, pensò tra sé il colonnello, mentre Parodi sta per ribattere.

-Cosa vuole, caro colonnello, le previsioni del tempo sono sempre sbagliate, non ne indovinano una. Con tutte le palanche che avranno spesso per questi satelliti, io per sapere che tempo farà devo telefonare a uno zio di mio moglie che sta in cima a Barbagelata e vede come stanno le cose in Val Trebbia. Non ne dicono una giusta e noi paghiamo.

-Proprio di questo sono venuto a parlare, signor Parodi, dei pagamenti.

La parola pagamenti ha effetti sconvolgenti e contrastanti sull’animo sensibile di Parodi. Come se non bastasse si aggiunge la diffidenza verso la sconosciuto, tanto più che lo sconosciuto è foresto non è dei nostri.

Parodi, tasta il terreno.

-Ci dovete forse qualcosa? Se non sbaglio la divisa che portate è di aviatore, dico bene?

-Sono colonnello della aeronautica signor Parodi, e non vi dobbiamo nulla, sono venuto a incassare.

Parodi è sconvolto.

-Incassare da me? Ma io non ho mica mai volato.

-Non si tratta di voli, signor Parodi, rappresento il servizio previsioni del tempo. La vostra categoria, gli alberghi della riviera intendo, ha fatto causa al nostro servizio, per il motivo che se prevediamo pioggia per il domani, e invece viene sole,  i turisti non scendono da voi. Pertanto ci avete chiesto un risarcimento per ogni previsione pessimista sbagliata. Giusto o sbaglio?

-E cosa c’entro io Parodi, con questa causa, vi dovete rivolgere alla nostra associazione per chiarimenti. Ma poi, scusate, qui non si tratta di incassare ma di pagare, siete voi che ci dovete i soldi per le previsioni sbagliate. Belin, non avete fatto altro che far piovere per mesi e mesi.

-Caro Parodi, non è colpa del servizio meteorologico se quest’anno non fa che piovere. Ma vedo che non vi è chiaro il punto della questione. Se vi dobbiamo dare soldi quando annunciamo brutto tempo, e invece viene bello, voi ce ne dovete dare se succede il contrario.

Quando Parodi si trova alle strette, a dover affrontare cose più grandi di lui, avvenimenti che lo sovrastano, egli chiama sempre la moglie, in specie se si tratta di soldi. In passato ha voluto fare qualche volta di testa sua, ma l’esperienza gli ha fatto perdere questa triste abitudine. Ecosì Parodi chiama soccorso a gran voce verso la cucina.

-Maria, vieni un po’ qui che c’è un signore che vuole soldi da noi perché oggi c’è il sole.

Che buona moglie sarebbe stata Maria, se non fosse già pronta dietro l’uscio della cucine, da dove ha ascoltato tutto. Tieni sempre la pentola dell’acqua vicino al fuoco del camino, Maria, la casa può bruciare. Maria irrompe dunque sulla scena. Le parole che escono di bocca a Maria non ci sentiamo di riferirle, anche perché pronunciate in dialetto assai ostico. Ma il risultato non è quello sperato, Sereno Goccioni è un uomo che affronta il temporale ogni giorno e non è facile smuoverlo. Egli tira fuori un foglietto pieno di cifre e legge.

-Parodi, Hotel Riviera, euro 2198,50 per ogni giorno della prima metà di aprile. Sapete cosa significa questo, caro mio?

Parodi serra le labbra e solleva le spalle in un sospiro profondo.

-Ma cosa volete che sappia?  Sono quelli dell’associazione che hanno combinato tutto. Rivolgetevi a loro.

-Eh no, caro Parodi, qui si incassa e qui si paga. Per un giorno della prima metà di aprile l’ albergo Riviera, di cui lei è il direttore e proprietario come risulta,  ci chiede euro 2189,50 se sbagliamo le previsioni e diamo brutto. Oggi siamo al primo aprile e  la previsione stata sbagliata al contrario, i turisti sono scesi fiduciosi e voi ne godete il frutto anche se piove. Ci dovete euro 2198,50, pagate in contanti o mi mettete una firma? Se non vi rincresce ho una certa urgenza, voi siete il primo albergo che visito. Non vorrete mica che stiamo a farvi causa? Spese che si aggiungono a spese per far girar le ruote.

Parodi e la moglie si parlano con gli occhi. Per la verità Maria parla e Parodi ascolta. Ricevuto il messaggio dalla moglie, Parodi apre la cassa e la indica a Sereno Goccioni.

-Ci sono 1650 euro in cassa, ve li do e la risolviamo così.

Sereno Goccioni è un gentiluomo comprensivo, non sta neppure a contare i soldi, li intasca con disinvoltura, poi si volge ai due con un ultimo sorriso.

-Da oggi in poi prevederemo sempre bel tempo, contenti?._

 

            

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