Secondo
la definizione del DM 15 Luglio 1997, "la Buona
Pratica Clinica (Good Clinical Practice) è uno
standard internazionale di etica e qualità scientifica
per progettare, condurre, registrare e relazionare gli
studi clinici che coivolgono esseri umani".
Analogamente
alle norme di Buona pratica di Laboratorio (Good
Laboratory Practice) e di Buona Pratica di
Fabbricazione (Good Manufacturing Practice),
rivolte rispettivamente ai saggi tossicologici (GLP) ed
alla produzione dei farmaci (GMP), le norme di GCP
rappresentano delle linee guida di condotta etica e
scientifica, finalizzate a stabilire procedure per
la organizzazione, esecuzione e documentazione degli
studi clinici, nonchè la loro verifica, fissando anche
le responsabilità delle parti coinvolte, al fine di
raggiungere i principali obiettivi:
1)
il benessere e la sicurezza dei soggetti arruolati;
2) la integrità e trasparenza, e quindi
l'attendibilità dei dati;
3) la loro verifica indipendente;
4) la protezione dei soggetti e la confidenzialità
delle informazioni mediche raccolte su di essi.
Tali linee guida sono state elaborate dalla
International Conference on Harmonisation (ICH) of
Technical Requirements for Registration of
Pharmaceuticals for Human Use e approvate dall'Agenzia
Europea per la Valutazione dei Medicinali (EMEA) (Guideline
for Good Clinical Practice, ICH Harmonised Tripartite
Guideline), fornendo così uno standard comune a tutti i
paesi dell'Unione Europea. In Italia vengono recepite
con il DM 15 luglio
1997.
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