Mattina
del 6: avevo appuntamento alla
Banca per accendere un mutuo.Non ho dimestichezza con queste
cose e poi
un mutuo
ti impegna per anni; così
ci sono andato un po' teso e nervoso. I miei soldi (che sono
solo lo stipendio), non dico che li tengo sotto il mattone, ma
poco ci manca: me ne rimangono talmente pochi!!! E se no che
bisogno avevo del mutuo?!
Le bollette le pago ancora tutte alla posta ecc. ecc. Insomma
non sono un frequentatore di banche e confesso mi hanno sempre
messo una certa soggezione.
Ho scelto una filiale della banca cittadina; quella più
vicina al mio ufficio.
Il tempo è splendido e mi incammino attraversando il parco.
Già
l'entrare uno alla volta in quel gabbiozzo circolare
..
aspettare il suo AVANTI
e se ci rimango dentro?
Mi aspettavo un ampio salone: invece una striscia nera ben tesa
all'altezza della vita, divide in due un angusto spazio e delimita
la coda dal bancone dove gli impiegati, che sembrano appollaiati,
svolgono le operazioni.
Bisogna prendere il numero e guardare sul display chi stanno
servendo; un po' come al bancone alimentari del supermercato.
Dopo un po' che sono in coda e tutti chiacchierano del più
e del meno come vecchi amici, sbuffano e criticano, scopro che
il numero non mi serve.
Mi indirizzano a
come chiamare quell'angusto spazio fra
due tramezzi di legno che non arrivano al soffitto ed un tramezzo
di vetro che funge da porta, così tutti vedono e sentono?
E tu vedi e senti tutto il rumore intorno?
Dentro c'è stipato uno scaffale a sua volta stipatissimo
di pratiche, cartelle e cartelline, macchinette di varia specie
e dimensione, da calcolo e da riproduzione; due poltroncine ed
una scrivania.
Oh! Finalmente qualcosa che è piacevole vedere.
L'impiegata che arriva e va dietro la scrivania.
E' giovane, alta, indossa un bianco maglione che la segna. Le
si può perdonare un'arruffata pettinatura con contorno
di ciocche rosse; vari tatuaggi e anellini che spuntano dalle
orecchie, dal naso e via proseguendo. Anche le mani ne hanno
una collezione di questi anellini.
Mi siedo. Dico appena due parole
e quella attacca a raffica
le spiegazioni, tipi di mutui, sigle, interessi, anni, formule
una voce monotona.
Mi sento un deficiente e non riesco ad inserirmi per chiedere
spiegazioni.
Ma che lingua parla mi viene fatto di pensare? Lei parla e abbozza
dei sorrisi.
Pomeriggio
del 6: avevo preso tutta la giornata
libera; così mi spaparazzo alla Tv. A cambiar canali
tanto mi dico non c'è mai nulla.
C'è un documentario dalle Isole Orcadi australi (mi pare
di aver capito giusto), dell'altro emisfero. Qualche studioso
europeo che si interessa di tribù rimaste al paleolitico
e gli va a rompere le scatole!
E ci spiega tutto per benino sicuro di aver capito puntino, puntino
tutti i gesti, rituali, linguaggio e annessi.
Mi viene un colpo!
La prima immagine che lo studioso ci mostra è quella di
una ragazza dai capelli tinti di rosso, tatuata e inanellata
dalle orecchie ai piedi, che parla e parla, ma non capisco, e
guida l'eminente bianco europeo dentro una casa sugli alberi.
Salgono una precaria e stretta scala quasi volante. Vi abitano
in tanti, in piccoli spazi, divisi da sottili cortecce .
C'è baraonda: sono allegri, festosi, sorridenti
riescono a muoversi danzando al ritmo di tamburi posti alla base
del grande albero.
Notte
del 6: Quelli del mattino in
banca, mi erano parsi tanto tanto giù di corda
non
c'era festa.
Mi assalgono dubbi paurosi. |