ASTROLOGIA

VIRGILIO

MAGO VIRGILIO
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  • Il protettore di Napoli

    Virgilio ha effettivamente vissuto a Napoli e la sua tomba sorge in prossimità dell'antica grotta che collega Napoli ai Campi Flegrei, chiamata Grotta di Virgilio. La realizzazione della grotta, attribuita a Virgilio, è riportata nella Cronaca di Partenope, che tratta delle origini favolose di Napoli, e delle opere di Virgilio. Secondo le Cronache, Virgilio penetrò il colle di Posillipo, costruendo con un incantesimo la grotta in una sola notte con l'aiuto di cento diavoli. La grotta fu ideata dal poeta-mago per favorire i molti cittadini che, per raggiungere Pozzuoli e i bagni di Baia, erano obbligati a superare il monte posillipino percorrendo in salita un impervio e faticoso sentiero. La magia dell'opera è esaltata anche per l'orientamento del tragitto, disposto nella direzione est-ovest, per cui l'ingresso è rivolto ad oriente e l'uscita ad occidente. In tale maniera la grotta riceveva la luce del sole fino alla sua metà per poi essere illuminata, quando il sole girava, nell'altra metà. In tale maniera il viandante poteva attraversare l'antro nelle ore diurne sempre confortato dalla luce solare. L'opera, secondo il cronista trecentesco, fu sempre oggetto di sacrale riguardo da parte di tutti i cittadini, tant'è che :

    …fo la detta grotta cavata e di tale grazia dotata che in niuno tempo, non di guerra e non di pace, fo fatto mai atto disonesto.

    Ricevere un cesto

    Questo racconto narra di come Virgilio fu messo in ridicolo da una giovane donna di cui si era innamorato. Da questa storia nasce anche il detto "ricevere un cesto" che significa essere respinti e burlati dalla donna amata. In questa storia ambientata nella Roma imperiale, Virgilio viene presentato come un uomo perdutamente innamorato di una perfida donna che lo ha già respinto diverse volte. Alla fine ella gli promette un incontro amoroso, a condizione che il convegno avvenga di notte e che il poeta entri nella sua casa dalla finestra, con l'aiuto di una cesta calata con una corda. Ed è così che Virgilio, di notte, si sistema fiducioso nella cesta, attendendo di essere tirato su dalla donna, la quale, crudele com'è, gli gioca un brutto tiro: a mezz'aria, si ritira in casa e lo abbandona sospeso sino al mattino, alla berlina di tutti i passanti. Ma Virgilio ha un libro magico e con il suo aiuto riesce a tirarsi via d'impaccio. Poi, comanda che in città sparisca ogni fuoco. Quando l'imperatore invia al mago i suoi messi per chiedere aiuto, il poeta impone precise condizioni: nella piazza del mercato dovrà essere costruito un palco ed ogni cittadino potrà riavere il fuoco, andandolo personalmente a prendere tra le gambe della donna che lo ha deriso. L'imperatore si assoggetta alla volontà del mago e fa costruire il palco, facendovi salire la giovane donna in camicia, che per tre giorni e tre notti è costretta a soddisfare tutti i cittadini che le si avvicinano con candele, lampade e fiaccole. Il quarto giorno la donna, ricoperta di vergogna, si ritira a casa comprendendo il grave affronto portato a Virgilio, pentendosene. Ma il poeta non tornerà sui suoi passi: di lì a poco incontrerà una nuova donna, quella giusta, e la sposerà.

    Castel dell'Ovo

    Il motivo di un nome così curioso si riferisce ad una leggenda. Essa afferma che il poeta Virgilio, volendo fare cosa grata ai napoletani, vi aveva nascosto, ben custodito in una gabbia, un "uovo magico" dotato del potere di difendere la città da qualsiasi catastrofe. Si sa di certo che tutti i napoletani ci credettero al punto che, nel 1370, alla notizia che l'uovo era andato in frantume, si determinò tanto di quel panico che la regina Giovanna d'Angiò fu costretta a dichiarare solennemente che l'uovo era stato sostituito, che i poteri magici erano stati ristabiliti e che perciò i leali sudditi non avevano più nulla da temere.

    GIUSEPPE PIAZZOLLA