Era la profetessa che faceva da tramitetra Dio e l'uomo. 
Sibilla deriva da zeòs boulè, "Volontà di Dio".
Virgilio descrive nel VI libro dell’Eneide, l'aspetto tremendo della Sibilla quando, invasata e squassata dalla potenza di Apollo, risponde alle domande poste da Enea, giunto all'ANTRO CUMANO per interrogarla ed al quale spalanca le porte dell'Ade.
La nostra tradizione ci tramanda che la Sibilla fosse originaria dell'Eolia e che dopo lunghe peregrinazioni approdasse nella città di Cuma, dove oracolava in un antro vicino al tempio di Apollo.Le cronache ci confermano che fosse vissuta già all'epoca della guerra di Troia e che ne avesse predetto la DISTRUZIONE.
La sua longevità si tramanda che avesse barattato con il dio Apollo la verginità in cambio della vita eterna: una leggenda narra che, trovatasi al cospetto del dio, in risposta alle sue bramosie sessuali, avesse raccolto una manciata di sabbia per chiedergli di vivere tanti anni quanti i granelli racchiusi nel suo pugno, dimenticando, di chiedergli anche anni di giovinezza, e questo spiega il perché della sua perenne vecchiezza.Petronio nel suo Satyricon, racconta di averla vista da bambino rinchiusa in un'ampolla, ed alla richiesta di quale fosse il suo più grande desiderio: la tetra risposta VOGLIO MORIRE !!!
La Sibilla Cumana aveva due modi di profetare, uno verbalmente, più antico, in stato di furore, favorito dalla masticazione delle FOGLIE DI ALLORO; l'altro a mezzo scrittura magica incisa sempre sulle foglie di lauro da alcuni adepti che vi trascrivevano i vaticini da lei resi in forma di terribili litanie. I responsi non erano mai dati durante il giorno, a conferma della natura notturna e femminea del mito.
Nella tradizione cristiana medioevale, infine, la Sibilla Cumana è profetessa di terribili sciagure causate dall'avvento dell'Anno Mille. Secondo le sue profezie il mondo sarebbe stato distrutto da un fuoco castigatorio, presagito in cielo dal rumore di spade e trombe; le fiamme avrebbero cancellato il genere umano e le sue città, trasformando la terra in un ammasso di polvere e cenere.

Poi, una nuova era di pace e di prosperità sarebbe venuta, annunciata dalla nascita di un bambino divino partorito da una Vergine, un bambino inviato dal Cielo per salvare il mondo, restituendolo ad una nuova età dell'oro.

Il mistero della profezia della Sibilla
Una sacrale mostra sul recupero di sei Sibille in terracotta, allestita al Maschio Angioino, ripropone il tema pagano dell'annuncio della divina nascita di Gesù. Le statue facevano parte di una monumentale rappresentazione rinascimentale, installata originariamente nella chiesa di Sant'Eligio al Mercato, e sono state rinvenute nelle murature della struttura dell'edificio, a seguito dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.
La mostra, dall'accattivante titolo l'annuncio della Sibilla, presenta le recenti opere di restauro e ricomposizione del gruppo, situato originariamente nella cappella dei Lanii (i macellai del tempo), la cui rappresentazione era finalizzata all'esaltazione dell'immagine della Madonna e del Salvatore, anch'essi riprodotti, secondo le ricostruzioni storiche curate dalla Soprintendenza, con preziose figurazioni scultoree.
Purtroppo l'esposizione, la cui durata è prevista sino al 31 gennaio 2002, è poco pubblicizzata; non si rinvengono in sito opuscoli informativi né note illustrative, se non quelle riportate sul cartello espositivo predisposto all'interno della sala e redatte a cura della stessa Soprintendenza, ahimè scritte, a dispetto dei tanti visitatori stranieri presenti in città, nella sola lingua italiana.
L'evento impone la giusta celebrazione di un mito femmineo, la Sibilla, arcaicamente correlato al culto della Grande Madre, e successivamente asservito ai riti patriarcali del dio Apollo, fino ad essere, nel medioevo, adottato dalla stessa religione cristiana.
La nostra tradizione ci tramanda che La Sibilla fosse originaria dell'Eolia e che dopo lunghe peregrinazioni approdasse nella città di Cuma, dove oracolava in un antro vicino al tempio di Apollo. Le cronache ci confermano che fosse vissuta già all'epoca della guerra di Troia e che ne avesse predetto la distruzione.
Circa la sua longevità si tramanda che avesse barattato con lo stesso dio Apollo la verginità in cambio della vita eterna: una leggenda narra che, trovatasi al cospetto del dio, in risposta alle sue bramosie sessuali, la Pitia avesse raccolto una manciata di sabbia per chiedergli di vivere tanti anni quanti i granelli racchiusi nel suo pugno…..dimenticando, però, di domandargli anni di giovinezza, e questo spiega il perché della sua perenne vecchiezza. Al tempo di Nerone il culto andava lentamente scomparendo, così come attestato da Petronio nel suo Satyricon, dove il protagonista Trimalcione racconta di averla vista da bambino racchiusa come puro spirito in un'ampolla, derisa da ragazzini che le chiedevano cosa volesse: da cui l'angosciosa e misterica risposta…voglio morire.
La Sibilla Cumana aveva due modi di profetare, uno verbalmente, più antico, in stato di furore, favorito dalla masticazione delle foglie di alloro; l'altro a mezzo scrittura magica incisa sempre sulle foglie di lauro da alcuni adepti che vi trascrivevano i vaticini da lei resi in forma di terribili litanie. I responsi non erano mai dati durante il giorno, a conferma della natura notturna e femminea del mito.
Nella tradizione cristiana medioevale, infine, la Sibilla Cumana è profetessa di terribili sciagure causate dall'avvento dell'Anno Mille. Secondo le sue profezie il mondo sarebbe stato distrutto da un fuoco castigatorio, presagito in cielo dal rumore di spade e trombe; le fiamme avrebbero cancellato il genere umano e le sue città, trasformando la terra in un ammasso di polvere e cenere.
Poi, una nuova era di pace e di prosperità sarebbe venuta, annunciata dalla nascita di un bambino divino partorito da una Vergine, un bambino inviato dal Cielo per salvare il mondo, restituendolo ad una nuova età dell'oro.

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