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Il nevo di Spitz è una lesione melanocitica benigna composta da grandi melanociti con ampio citoplasma rotondeggianti e/o fusati (nevo a cellule epiteliodi e fusate). A causa del suo atipico aspetto istologico, fino 1948, questa lesione veniva confusa col melanoma. Il merito di averne individuato la diversità va alla patologa americana, Sophie Spitz, che si accorse come le lesioni melanocitarie atipiche dei soggetti giovani, tra cui bambini, avevano un decorso benigno, contrariamente ai melanomi dell'adulto. Il termine di "melanoma giovanile benigno" con il quale la Spitz originariamente indicò la lesione, oggi non più usato, è stato sostituito da quello di "nevo di Spitz", a indicare da un lato la sua benignità e dall'altro a rendere onore a chi ha per prima riconosciuto la lesione. Naturalmente, l'individuazione di una lesione benigna, ma istologicamente atipica e quindi simulatrice del melanoma (maligno), ha reso più difficile la diagnostica delle lesioni melanocitiche. Ha mostrato infatti che classici elementi associati alla malignità, come l'atipia nucleare, potevano in realtà essere presenti in lesioni innocue. Per di più nel campo delle lesioni melanocitiche un elemento, fondamentale per stabilire la malignità di una lesione epiteliale (ad esempio un carcinoma squamocellulare), quale l'infiltrazione del derma, non può essere utilizzato perché le cellule neviche comunemente scendono nel derma senza che questo fenomeno denoti un comportamento maligno. Il nevo di Spitz dunque è un classico simulatore del melanoma, che può ingannare anche osservatori esperti. Il problema diagnostico, inoltre, è ulteriormente complicato da fatto che anche il melanoma a sua volta può simulare il nevo di Spitz (melanoma spitzoide). Il nevo di Spitz si osserva dalla nascita fino all'età adulta, più comunemente sotto i 30 anni. La lesione in un primo tempo cresce piuttosto rapidamente, ma poi la crescita si arresta e diventa stabile. Generalmente è di dimensioni inferiori ad 1 cm, simmetrica, ben circoscritta, uniformemente pigmentata. Istologicamente è composta da grandi melanociti epitelioidi e fusati, con nuclei grandi, spesso atipici. I melanociti epidermici sono spesso organizzati in nidi ben delimitati da fessure chiare semilunari. Le cellule fusate spesso hanno un orientamento verticale, le cellule singole sono in quantità minore. E' frequente osservare melanociti soprabasali che simulano l'infiltrazione pagetoide del melanoma (pseudoinfiltrazione)(cfr. pag. 4). Nel derma i melanociti tendono a diventare più piccoli man mano che si approfondano nel derma. L'epidermide è iperplastica, si notano angectasie e flogosi dermiche. Le mitosi sono rare, e limitate alle porzioni superficiali della lesione. pag. 8
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